Il primo volume di un'impresa editoriale: un Annuario di storia delle categorie teologiche-politiche costitutive dell'Occidente, tra ebraismo, cristianesimo e islamismo, con la partecipazione dei maggiori specialisti.
Un classico del pensiero moderno. Raccolti da Carlo Renouvier e commentati da Augusto Del Noce, questi sono gli scritti postumi del filosofo francese (1814-1862) dai quali emerge la sua insuperata riflessione sulla libertà (La ricerca di una prima verità, II problema della scienza, Indicazioni dell'idea del libero arbitrio...). Un pensiero oggi più che mai attuale. Con la postfazione di Giuseppe Riconda.
Il volume parte dall'analisi del concetto di discrezione, che è alla base dell'istituto della direzione spirituale, per individuare caratteri e forme di una pratica dalle complesse implicazioni teoriche, che nel periodo dell'età moderna esce dai confini dei chiostri e delle confraternite e raggiunge progressivamente i singoli fedeli, fino a divenire nel corso dei secoli XVIII e XIX esercizio così generalizzato da sovrapporsi al sacramento della confessione. Nella letteratura spirituale il termine latino "discretio" ha valenza di categoria cognitiva e di categoria etica, e assume tanto il significato di discernimento tra il vero e il falso quanto quello di virtù regia, o mediana, che conduce alla perfezione; essa ha quindi rilievo non soltanto in rapporto alla coscienza individuale, ma anche in relazione alle attività interpersonali e di governo. Nella cultura religiosa della fine del medioevo la discretio spirituum diviene elemento fondante del percorso mistico e la prudenza che l'accompagna rappresenta la virtù privilegiata per acquisire un comportamento devoto; allo stesso modo nella cultura moderna la discrezione è virtù emblematica della civiltà di corte e della civiltà delle buone maniere, così come la simulazione e la dissimulazione sono comportamenti etici che hanno valenze molteplici tanto sul piano religioso che su quello sociale.
˛ˇ D E S C R I Z I O N E : S o l l e c i t a t o d a l l a t r a d u z i o n e i n l a t i n o , n e l 1 8 2 3 , d e l l a B h a g a v a d g ˝ t a , u n o t r a i p i ˘ i m p o r t a n t i d e i t e s t i s a c r i d e l l o h i n d u i s m o , W i l h e l m v o n H u m b o l d t p u b b l i c a t r a i l 1 8 2 5 e i l 1 8 2 6 d u e m e m o r i e a c c a d e m i c h e d i c o m m e n t o a l t e s t o s a n s c r i t o e a l c u n e n o t e s u l l a v e r s i o n e l a t i n a . I n t a l i t e s t i , q u i t r a d o t t i p e r l a p r i m a v o l t a i n i t a l i a n o , l i n t e r e s s e l i n g u i s t i c o s i i n t r e c c i a c o n l a p r o b l e m a t i c a d e l l o s v i l u p p o s t o r i c o d e l l u o m o e d e l l e m o d a l i t ‡ d e l s u o a g i r e p o l i t i c o n e l m o n d o , a t t e s t a n d o c o s Ï l a d i m e n s i o n e a n t r o p o l o g i c a c o m e u n l u o g o c e n t r a l e d e l l a f i l o s o f i a h u m b o l d t i a n a . N o n a c a s o H u m b o l d t r e n d e i l t e r m i n e h i n d u y o g a c o n V e r t i e f u n g : l a t t o d e l l a p p r o f o n d i r e , d e l c o n c e n t r a r s i s u u n d a t o o g g e t t o , d e l l o s c a v a r e , d e l l i m m e r g e r s i f i n o n e l l e p r o f o n d i t ‡ d i q u a l c h e c o s a . I n q u e s t a c o n c e n t r a z i o n e d i t u t t e l e e n e r g i e p s i c h i c h e i n u n o s p r o f o n d a m e n t o t o t a l e c h e a n n u l l a o g n i a l t r a r e a l t ‡ c i r c o s t a n t e s i r i t r o v a n o u n a n e l i t o e u n a t e n s i o n e r e l i g i o s a m e n t e i s p i r a t e c h e s i e v o l v o n o f i n o a i n t r a p r e n d e r e l a v i a d i u n a u n i o n e m i s t i c a c o n l A s s o l u t o . I d e n t i f i c a n d o i n t a l e s p r o f o n d a m e n t o i l n u c l e o d e l l a p o r t a t a f i l o s o f i c a d e l l a r e l i g i o n e i n d i a n a , H u m b o l d t p e r v i e n e i n f i n e a c e l e b r a r e n e l l a B h a g a v a d g ˝ t a u n c a n t o s u p r e m o d e l l a l i b e r t ‡ r e l i g i o s a d e l l u o m o m o r a l e .
C O M M E N T O : P e r l a p r i m a v o l t a i n i t a l i a n o u n a l i m p i d a i n t r o d u z i o n e a l g r a n d e t e s t o r e l i g i o s o i n d u i s t a , s c r i t t o d a l l ' i l l u m i n i s t a t e d e s c o .
W I L H E L M V O N H U M B O L D T ( 1 7 6 7 - 1 8 3 5 ) p e n s a t o r e p o l i e d r i c o , l i n g u i s t a , t r a d u t t o r e m a a n c h e p o l i t i c o e d i p l o m a t i c o , e l a b o r Ú l a s u a r i f l e s s i o n e f i l o s o f i c a s e c o n d o u n o r i g i n a l e p r o f i l o a n t r o p o l o g i c o . T r a l e s u e o p e r e i n i t a l i a n o r i c o r d i a m o : S c r i t t i f i l o s o f i c i , a c u r a d i G . M o r e t t o e F . T e s s i t o r e ( U t e t 2 0 0 7 ) .
Il presente volume, terzo della serie dei Nuovi studi aristotelici, raccoglie gli scritti concernenti la "filosofia pratica" di Aristotele, contenuta nelle due Etiche autentiche (Nicomachea e Eudemea), e la filosofia politica, contenuta nella Politica. Come è noto, per Aristotele queste ultime due discipline sono parti di un'unica scienza, da lui chiamata più volte "scienza politica" e, almeno una volta, "filosofia pratica". Perciò non ho diviso il volume in sezioni, come invece ho fatto nei volumi precedenti. Ho scelto, come sottotitolo dell'intera raccolta, "filosofia pratica", perché questa espressione è diventata attuale dopo la cosiddetta "riabilitazione (o rinascita) della filosofia pratica", movimento sviluppatosi nel corso degli anni Settanta del Novecento e ancora non del tutto esaurito.(dalla Prefazione)
Filosofia della religione, alla sua pubblicazione nel 1968, apparve nel contesto culturale italiano ed europeo come una svolta, sia per l'incidenza della teologia evangelica tedesca (in primis Karl Barth) sul concetto di religione proposto, sia per l'assunzione dell'ermeneutica filosofica come centrale dal punto di vista metodologico. Di qui la reazione di alcuni critici alle tesi di Mancini. Secondo l'apologetica che si era sviluppata dal secolo XVIII in poi, compito precipuo della filosofia della religione era quello di giustificare razionalmente la religione naturale, di cui si cercava di dimostrare sia il fatto sia il contenuto (i preambula fidei). La religione naturale diveniva in tal modo oggetto di una teologia naturale, mentre spettava alla teologia soprannaturale (interessata all'intellectus fidei) penetrare e sistematizzare scientificamente la verità rivelata. Al contrario, per Mancini, la filosofia della religione come ermeneutica della rivelazione, poteva, anzi doveva, avere come oggetto la religione in senso forte, identificata appunto con la rivelazione storicamente data. Con una precisazione: tutte le religioni storiche si presentano come rivelazione, come messaggio di salvezza. Una tesi che rende quest'opera un classico del Novecento. Più volte ristampata, Filosofia della religione inaugura la pubblicazione delle "Opere scelte" di Mancini.
Negli ultimi anni abbiamo sperimentato e vissuto la vicenda sconcertante in cui Dio è stato messo di nuovo in questione anche nell'ambito della teologia. In questo volume curato da Joseph Ratzinger nel 1971, e per il suo carattere pioneristico divenuto un classico, otto eminenti teologi tedeschi si esprimono discutendo questo problema che riveste una importanza di vita o di morte per la teologia e il cristianesimo.Il tema viene dapprima sviluppato come questione filosofica, nel confronto col positivismo contemporaneo e le sue pregiudiziali antimetafisiche, viene indagato in rapporto agli impulsi centrali da cui deriva l'ateismo dei nostri giorni, e nelle sue motivazioni entro la stessa aporetica teologica; di contro, però, viene presentato criticamente anche il punto d'avvio del discorso cristiano su Dio, sulla base dell'esperienza di Dio dell'Antico e del Nuovo Testamento. Solo allora viene affrontato il concreto problema teologico: quello di comunicare il concetto di Dio della tradizione ecclesiale in modo che le esigenze della Sacra Scrittura, gli interrogativi della filosofia odierna e il patrimonio di cognizioni accumulato dalla tradizione filosofico-teologica trovino una complementarietà e convergenza intrinseche e oggettivamente fondate. I due ultimi contributi trattano del come svolgere la predicazione, l'annuncio su Dio, quale questione della teologia sistematica e di quella pratica.
Dopo oltre un ventennio di lavori preparatori, Hubert Jedin, studioso di fama internazionale nel campo della storia della chiesa, presentava nel 1949 il primo volume della Storia del Concilio di Trento. Questo volume è diviso in due parti: la prima tratta del sec. XV, valorizzando molte fonti inedite; la seconda parte è interamente dedicata alle complesse e appassionanti fasi della “lotta per il concilio” nel primo quarto del sec. XVI, mentre nasce e si consolida la grande scissione religiosa protestante, e delinea una ricca panoramica degli avvenimenti ecclesiastici e delle controversie delle potenze dell’epoca.
DESCRIZIONE: Ha i lineamenti di una costellazione un catalogo storico: alcuni autori come stelle polari, collane che tracciano cammini intrapresi o interrotti, libri che, col tempo, assumono i tratti della classicità o un volto sfocato. Una miriade di nomi e titoli, dalla cui ricorrenza si possono trarre indicazioni sulle idee che hanno orientato l’attività editoriale. Un nome ritorna, in forme varie, sfogliando queste pagine: Romano Guardini. Il suggerimento di Mario Bendiscioli – accolto dai fondatori Fausto Minelli, Alessandro Capretti, Giulio Bevilacqua – di pubblicare nel 1930 Lo spirito della liturgia ha assunto una valenza simbolica che si riverbera sull’intera storia dell’editrice. Cosa significava pubblicare Guardini in quegli anni se non affrontare, in forma mediata, la sfida della modernità? Ovvero, pensare una cultura cattolica non indifferente alle istanze costitutive del Moderno: scientificità e criticità della ricerca, libertà della coscienza. Un confronto di cui il pensatore tedesco era uno dei maggiori rappresentanti nell’ambito della teologia europea. Sintomatico è che nel medesimo decennio venissero pubblicati testi di Karl Adam, Peter Lippert, Marie Joseph Lagrange, Gilbert Keith Chesterton, Hilaire Belloc, Jacques Maritain – e dello stesso Guardini apparisse un titolo quanto mai programmatico: La coscienza.
Un fare i conti con la modernità che può ben dirsi la ragion d’essere della Morcelliana.
Il filosofo si misura con i temi di "giusto" e "ingiusto" e del loro reciproco richiamarsi nella storia odierna delle città, obbedendo non più alla legge dell'"evidenza" ma forse piuttosto a quella della "contraddizione" (come mostrano gravi ingiustizie della storia, Kolyma e Auschwitz ...) resa più drammatica dalla "Babele" dell'informazione.
Una lettura del libro più dibattuto della Bibbia, il Qohelet, che ne tocca i temi speculativamente più difficili, da parte di una di una voce del pensiero filosofico contemporaneo, a confronto anche con Kierkegaard.