Avendo spaziato in molti campi e trovandosi all’incrocio di tante strade sulle quali ha lasciato la sua originale impronta, Agostino (354-430) occupa un posto centrale e, per certi aspetti, unico nella storia del pensiero, della teologia e della spiritualità occidentale. Se le sue opere maggiori sono ben conosciute, gran parte dei suoi scritti resta nell’ombra, anche nel caso di scritti importanti dal punto di vista esegetico, dottrinale o morale. Proponendo una sintesi dei contenuti di ciascuno di essi, questo dizionario si propone appunto di offrire un quadro rappresentativo di tutta la produzione di Agostino, con l’intento di offrire a un largo pubblico una base utile di lettura e consultazione.
"I capitoli dei vangeli di Luca e Matteo dedicati alla nascita e all’infanzia di Gesù sono tra i più noti e amati da generazioni di cristiani. Gli studi storici e esegetici ne hanno messo in discussione la verità storica con argomenti serissimi: che fare dunque? Ortensio da Spinetoli, biblista fra i più apprezzati in Italia e all’Estero, in questo testo - scientificamente rigoroso, ma accessibile nel linguaggio – spiega a quale “genere letterario” appartengano questi racconti; che, in quanto narrazioni teologicamente costruite, veicolano significati profondi e, in quanto racconti edificanti, possono continuare ad alimentare la poesia del Natale."
Su Ipazia di Alessandria e su Sinesio di Cirene molti hanno già scritto: Ipazia, una nota antica scienziata e filosofa, Sinesio, un nobile, suo allievo e poi vescovo cristiano; Ipazia, da alcuni presa in considerazione unicamente come vessillo del femminismo, Sinesio, spesso trascurato a fronte di più famosi Padri della Chiesa. La peculiarità del libro, che è frutto di un accurato studio critico delle relative fonti primarie e secondarie, consiste nel tipo di approccio: le due figure e le loro opere sono esaminate sullo sfondo dei differenti ambiti culturali in cui si sono sviluppate le vicende della loro vita, pur nella loro contemporaneità; la differenza di ambiti culturali consente di evidenziare di questa donna e di questo uomo non solo la validità del loro lungo rapporto amicale, testimoniato da alcune lettere di Sinesio a noi pervenute, ma anche l’alto valore interculturale di tale rapporto.
La Passione di Perpetua e Felicita è un documento che narra il martirio di un gruppo di cristiani avvenuto a Cartagine nel 203 d.C.
Scritto da un anonimo compilatore, racchiiude un testo di straordinario interesse: il diario redatto dalla giovane Perpetua durante la detenzione; una tesstimonianza pressocché unica di scrittura femminile e di prigioni che non cessa di appassionare non solo gli specialisti del settore, ma anche studiosi e semplici lettori di diversa provenienza. Spaccato vivissimo sulla condizione femminile nel cristianesimo delle origini e sulle valenze accentuatamente testimoniali e comunicative del martirio antico.
Età di lettura: da 6 anni.
Maria è una donna unica, la sua è una storia irripetibile. Da umile bambina della Galilea diventa madre di Gesù, permettendo così la salvezza di tutti gli uomini.
La nonviolenza non è un metodo, né un fine: essa è uno spirito, un modo di pensare, un nuovo modo di essere e di agire. A questo principio si è ispirato Jean Goss nei tanti seminari tenuti in tutto il mondo. In questo libro sono raccolti alcuni dei suoi contributi alla formazione nonviolenta che testimoniano l'impegno di un cristiano che seppe affermare il primato della nonviolenza anche in luoghi dove ogni diritto era negato e gli esseri umani calpestati e perseguitati. Ma anche una salutare provocazione a quelle Chiese cristiane e alle loro teologie che ancora non avevano posto la nonviolenza al centro della propria ricerca. Un impegno teorico e pratico che Goss dimostra essere in grado di trasformare la vita.
L’obiettivo del lavoro è quello di esaminare la complicata questione attinente ai rapporti tra vescovi, clero e Ordine francescano, nel secolo XIII, sulla base delle Cronache di Giordano da Giano, Tommaso da Eccleston e Salimbene de Adam. Lo studio si compone di quattro capitoli. Il primo ripercorre le tappe più importanti che scandiscono la vita dell’Ordine a riguardo del tema analizzato. Il secondo prende in considerazione il Trattato di Giordano da Giano che descrive la missione francescana in Germania nel 1221. Segue il Trattato di Tommaso da Eccleston ambientato nell’Inghilterra del Duecento. L’ultimo capito esamina l’affascinante figura di Salimbene che, fornendo ampie notizie su prelati, vescovi, clero e frati, occupa uno spazio notevole nel lavoro svolto. Le tre Cronache prese in considerazione costituiscono fonti uniche e considerevoli per la storia francescana del secolo XIII.
Percorsi dell'esperienza raccoglie sette studi sull'esperienza umana che l'autore interpreta in una prospettiva spirituale fondamentale - intesa in termini filosofici e non dogmatici o religiosi. L'esperienza spirituale costituisce la preoccupazione comune che attraversa e unifica gli studi ed è al cuore dei "percorsi" proposti, fino al confronto con l'esperienza digitale contemporanea. In definitiva, lo spirituale nell'uomo coincide con la sua più profonda umanità (che l'autore chiama "dimensione" umana, del sottotitolo): e cioè. con l'esperienza radicale del suo essere affidato a se stesso in modo unico e irripetibile, gratuito e imponderabile. Tale esperienza si compie nel presente di ogni istante e di ogni situazione, coincidendo con l'apertura dell'uomo al/del mondo a cui appartiene. Nell'esperienza appare dominante l'idea del viaggio e dell'uscire fuori (ex) attraversando i pericoli e i rischi connessi (per-): ciò che rinvia a una comprensione dell'uomo (homo viator) impegnato in un cammino mai definitivamente compiuto o realizzato e sempre in fieri. L'uomo è un inizio capace di dare inizio: l'inizio di una libertà (H. Arendt) capace a sua volta di dare inizio alla storia. Per questo motivo, Abramo e Ulisse rappresentano due figure archetipiche su cui la riflessione del libro si sofferma a più riprese. In quanto essere dell'esperienza, l'uomo diventa umano attraverso le esperienze che compie: è necessario assumere e attraversare l'esperienza affinché l'umanità si realizzi.
"Una Parola Domenicale"!
Quale parola, però? Non quella che la Chiesa, con l'arte finissima di cui sa essere l'autrice, compone ogni settimana in un quadretto fatto di Antico Testamento, di poesia, di antifone e versetti tratti dai Salmi, con ben meditate orazioni, con brani apostolici neotestamentari e, finalmente, con un testo dei Vangeli. Tutto questo è supposto. Non leggiamo qui nemmeno il frutto di quell'infelice costume che riduce le letture e le omelie domenicali al solo commento del "Vangelo della Messa", interpretando e impoverendo così, con una sintesi veramente "astratta", l'elaborato messaggio sapienziale che la Chiesa destina ai suoi fedeli ogni domenica. Come si può parlare, infatti, di Nuovo Testamento tacendo sull'Antico, e come ridurre l'Evangelo a una prosa spogliandolo della sua poesia e della sua mistica?
No! Qui incontriamo una, e una sola risonanza della presupposta integra lettura delle Scritture di ciascuna delle liturgie domenicali. Questa risonanza emerge dalla coscienza di una persona che ha bene ascoltato tutta la Parola, rimanendone colpita in un modo che manifesta la complessità della ricezione che quella Parola trova nella sua sensibilità intelligente e affettiva. Ricordiamo la sentenza latina: “Quidquid recipitur ad modum recipientis recipitur” (tutto quanto è ricevuto, viene ricevuto secondo la modalità di colui che lo riceve).
Qui sta la forza e la grande utilità di queste scintillanti parole domenicali di Ester Abbattista. Cadendo nella sua coscienza di cristiana desta e consapevole, le diverse liturgie domenicali della Parola creano dei cortocircuiti inaspettati di fede, di speranza e di amore che ci aprono la vista su orizzonti nuovi, altrettanto inattesi, ma sempre ben radicati in un autentico sentire evangelico.
«Una generazione narra all’altra». Raccontare la fede, comunicare il Vangelo è il titolo di questo contributo e, come già avvenuto per i precedenti volumi della collana “Quaderni pastorali”, anche di un percorso pastorale della Diocesi di Aversa. Il tema di sottofondo è la sfida della trasmissione della fede alle nuove generazioni, in accordo anche con quanto la chiesa universale sta vivendo in questo periodo di preparazione al Sinodo sui giovani: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. La prospettiva dalla quale il testo affronta la dinamica della trasmissione della fede è pastorale e sapienziale. Pastorale, perché il volume sicuramente contribuisce ad attivare circoli virtuosi di riflessione, a partire dallo studio e dall’esperienza didattica degli autori dei contributi; sapienziale, perché lo scopo dei contributi non è tanto nozionistico – assolutamente, quanto piuttosto attento al vissuto, all’esperienza concreta dell’annuncio. Annunciare il vangelo, trasmettere la fede, ma con l’attenzione al concreto. Sapienziale, in questo modo, dice un approccio di relazione: il “noi” della tradizione che parla ad ogni “tu”, giovane o meno giovane. Con questa prospettiva, il volume intende dire tra le righe due cose, fondamentalmente: l’interesse e la passione per il racconto della fede, e la cura dell’interlocutore a cui viene proposta.
La nonviolenza è una forza enorme per iniziare grandi battaglie eppure non prevede l'uso delle armi. È un'energia che viene dal sogno d'amore di chi crede in un mondo unico e unito, un mondo di pace per ogni uomo, di qualunque razza, condizione sociale, lingua, religione, cultura. Per realizzarlo, possiamo cominciare da qui, leggendo queste storie e fermandoci a pensare, lontano dalle urla di chi crede che i forti debbano vincere sui più deboli.