L'autrice, nota esegeta, propone un itinerario spirituale per aiutare a intraprendere la via del Messia sui sentieri del nostro tempo. Farà da guida al viaggio un credente scomodo, l'evangelista Marco, che stimolerà a riscoprire la vocazione cristiana risalendo all'arché, cioè all'inizio e fondamento del Vangelo: la persona di Gesù Messia, figlio di Dio. La prima parte dell'opera, un cammino per vedere, affronta il vangelo di Marco da una prospettiva peculiare che attraversa il racconto creando una forte tensione narrativa: il singolare rapporto tra il venire e il vedere, due verbi che marcano l'intero racconto (c'è chi non può vedere, chi non sa vedere e chi non vuol vedere). Ma Marco non riesce neppure a immaginare un Gesù senza discepoli: nella seconda parte, un cammino da seguire, sono quindi approfonditi quattro atteggiamenti dinamici della sequela: fede e preghiera, annuncio e povertà. Rimasto per secoli ai margini dell'esegesi e "in parcheggio" nella stessa vita ecclesiale, il vangelo di Marco ha oggi decisamente conquistato la ribalta. La sua drammaticità e la sua avvincente forza narrativa fanno di lui il più commentato dagli studiosi e il preferito dai catechisti.
Rivista dedicata alla storia del cristianesimo e alla storia dell'interpretazione cristiana ed ebraica della Bibbia, dall'antichità ad oggi, tema centrale per le scienze umane e teologiche. "Annali di storia dell'esegesi" riserva sempre più spazio ai temi più attuali della storia del cristianesimo e dei fenomeni religiosi con una prospettiva interdisciplinare, nell'intento di seguire lo sviluppo contemporaneo della riflessione scientifica. Gli articoli sono attenti ai diversi ambiti culturali, dall'esegesi alla storia delle dottrine, dall'antropologia culturale alla letteratura, dalla storia dell'arte all'archeologia. In ogni fascicolo appaiono anche recensioni e rassegne critiche. Ogni anno si pubblicano numeri monografici. La rivista è aperta a una forte collaborazione internazionale come mostra il suo comitato scientifico.
Ogni traduzione, anche la migliore, è necessariamente soggettiva e finisce con l’interpretare; ogni lingua è al tempo stesso rivelazione e nascondimento. Il problema si fa particolarmente serio di fronte al testo della Scrittura, che giunge a noi attraverso molteplici passaggi: dalla tradizione orale a quella scritta della lingua d’origine (nei vari codici in cui la possediamo), da quest’ultima attraverso le altre lingue antiche (greco e latino) fino alle lingue moderne. Si tratta di un meccanismo che in concreto ha prodotto una progressiva de-ebraicizzazione dei testi, anche di quelli del Nuovo Testamento i quali, pur tramandati in greco, lasciano chiaramente trasparire tra le righe la loro matrice ebraica. Di fronte a questo costante allontanamento dell’interpretazione teologica dal significato più proprio delle espressioni utilizzate dagli autori sacri, Lapide si domanda provocatoriamente se anche gli errori di traduzione vadano considerati sacri. Evidenziando quelli più abituali, spesso motivo di gravi fraintendimenti e malintesi, egli invita a spingersi con tutti gli strumenti offerti dalla linguistica, dalla ricerca storica e dalle scienze bibliche oltre il testo greco dei Vangeli, per avvicinarsi alla fede della prima comunità cristiana e recuperare il Gesù ebreo. Ne deriverebbero benefiche ricadute anche sul fronte del dialogo ecumenico.
Sommario. I. Questioni generali. Traduzione è sostituzione. Due diversi approcci alla Bibbia. Parola e rivestimenti letterari. La lotta di Lutero con la Scrittura. Si può tradurre la Bibbia? L’ebraicità dei Vangeli. I sei livelli delle lingue semitiche. Gli errori di traduzione sono sacri? II. Antico Testamento. Traduzioni errate e intraducibilità della Bibbia ebraica. Necessità di correzioni nelle versioni della Bibbia ebraica. III. Nuovo Testamento. Necessità di correzioni nel Nuovo Testamento. Non una conclusione ma una prefazione per il domani.
Autore. Pinchas Lapide, nato nel 1922 e residente a Frankfurt am Main (Germania), è teologo ebreo e studioso delle religioni. È stato direttore di Istituto all’Università Bar-Ilan (Israele) e visiting professor in diverse facoltà teologiche in Germania e Svizzera. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni sulle tematiche relative al Nuovo Testamento e al dialogo ebraico-cristiano. Dello stesso autore le EDB hanno pubblicato Leggere la Bibbia con un ebreo (1985), testo complementare a quello qui presentato.
Secondo Martin Buber la problematica antropologica si ripropone sempre nelle epoche in cui l'uomo perde la sua posizione "sicura" nel mondo, perché "la perdita di certezze in grado di favorire un ritrovarsi tranquillo nell'universo lo costringe a riproporre la domanda su se stesso, sulla sua essenza, sul senso della vita. E' il caso del nostro tempo". L'autore dà una risposta unitaria e sistematica a quest'ansia di ridefinizione, elaborando un discorso antropologico aggiornato e non limitato alla teologia manualistica.
Frutto dell'esperienza degli esercizi spirituali proposti dalla Comunità di Caresto, questo volumetto introduce a una comprensione più profonda di quel grande inno all'amore che è il Cantico dei Cantici. Esso non vuole essere soltanto un commento esegetico, ma una guida pratica e immediata perché una coppia impari a ritrovare il dialogo, ad aprirsi all'altro che è il proprio coniuge, agli altri che sono i figli, gli amici, la comunità cristiana e civile, e infine ad aprirsi a Dio. Ogni scheda di lavoro è suddivisa nelle seguenti sezioni: la lettura del capitolo del Cantico su cui va fatta la "lectio"; i passi paralleli; alcune riflessioni proposte; il lavoro personale, il lavoro di coppia.
Il volumetto presenta i testi rivisti dall’autore di quattro conferenze da lui tenute presso il Centro San Fedele di Milano nell’Avvento 1998 e propone un’analisi delle tre Lettere di Giovanni e delle due Lettere di Pietro. Tutte fanno parte delle cosiddette "lettere cattoliche", dove il termine "cattolico" va inteso nel suo significato etimologico, nel senso cioè di un indirizzo "rivolto a tutto l’orizzonte". Si tratta di una sorta di encicliche il cui contenuto era destinato a essere ascoltato, compreso meditato da tutti. In alcuni casi si è di fronte a vere e proprie omelie. Il carattere universale dei temi, nonché la grande qualità teologica e talora letteraria di questi testi offrono a mons. Ravasi lo spunto per un’analisi che fa emergere con grande nitidezza le figure degli apostoli e i tratti fondamentali delle giovani Chiese.
Sommario. 1. Dio, è luce e amore (1Gv). 2. La comunità giovannea (2 e 3Gv). 3. La parola e la vita (1Pt). 4. Nuovi cieli e nuova terra (2Pt). Piste di approfondimento. Bibliografia.
Autore. Mons. Gianfranco Ravasi, del clero ambrosiano, è Prefetto della Biblioteca Ambrosiana e membro della Pontificia Commissione Biblica. Noto esegeta, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica settentrionale, è autore di un saggio su Giobbe (Borla) e di due grandi commenti biblici più volte ristampati (Il libro dei Salmi, tre voll., EDB 1983; Il Cantico dei cantici, EDB 1992). Le EDB pubblicano sia le registrazioni sia le rielaborazioni in volume delle Conversazioni bibliche tenute da Gianfranco Ravasi al Centro culturale S. Fedele di Milano (oltre trenta titoli, sull'Antico e Nuovo Testamento).
Il tema della paternità di Dio è proprio di molte culture. Quando Gesù insegna la preghiera del "Padre nostro" ha alle spalle una tradizione antichissima, che non è solo specifica della storia del popolo ebraico. Egli non ha fatto che raccogliere in sé una specie di grande fiume che si dirama nei secoli. Cristo è come un vessillo che ha raccolto questa tradizione e l’ha fatta fiorire in un modo diverso, mettendo l’invocazione Abba’ a suggello della sua esistenza proprio nel momento del travaglio più aspro: quello della sua passione. Il percorso sulla paternità di Dio proposto dal volume si muove ritmato da due grandi momenti: quanto esiste prima di Cristo e ciò che viene dopo. In forma rivista dall’autore si presentano le cinque conferenze da lui tenute presso il Centro San Fedele di Milano nella Quaresima 1999: gli incontri approfondiscono il tema di Dio Padre, analizzando la dinamica della paternità divina così come si sviluppa progressivamente nelle Scritture, dall’Antico Testamento fino alla Chiesa nascente.
Sommario. 1. Dio, Padre dell’Israele giusto e peccatore. 2. Dio, Padre del fedele ebreo e dell’intera umanità. 3. La rivelazione del Dio Abba’ nei Vangeli. 4. Commento al "Padre nostro". 5. Il "Padre delle misericordie" secondo Paolo. Piste di approfondimento. Bibliografia.
Autore. Mons. Gianfranco Ravasi, del clero ambrosiano, è Prefetto della Biblioteca Ambrosiana e membro della Pontificia Commissione Biblica. Noto esegeta, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica settentrionale, è autore di un saggio su Giobbe (Borla) e di due grandi commenti biblici più volte ristampati (Il libro dei Salmi, tre voll., EDB 1983; Il Cantico dei cantici, EDB 1992). Le EDB pubblicano sia le registrazioni sia le rielaborazioni in volume delle Conversazioni bibliche tenute da Gianfranco Ravasi al Centro culturale S. Fedele di Milano (oltre trenta titoli, sull'Antico e Nuovo Testamento).
Il rapporto coi fratelli è spesso la prima palestra dove mettere alla prova la propria capacità di instaurare relazioni positive con gli altri. L'esperienza che ne deriva risulta fondamentale nella formazione del carattere e può successivamente influenzare gli atteggiamenti e la condotta personale in tutti i contesti di vita in cui le relazioni sono tendenzialmente paritarie come nel rapporto fra amici, tra colleghi di lavoro o all'interno della coppia. L'esperienza dimostra che, quando non si sviluppa serenamente, la dinamica affettiva tra fratelli e sorelle può configurarsi come continua contrapposizione o scivolare nell'ignorarsi reciproco. In questo contesto i genitori possono fare molto per favorire la ricchezza e la positività della fratellanza e della sorellanza, aiutando i figli a superare i molti ostacoli naturali - per lo più sentimenti di invidia e gelosia - che rendono difficile raggiungere questo traguardo. Nato dall'esperienza sul campo, il testo costituisce un valido contributo a sostegno della fatica di tutti i genitori che vogliono far riconoscere e apprezzare ai propri figli la fortuna di avere dei fratelli.
Bussho - La natura autentica porta la data del 14 ottobre 1241. È un sermone rivolto ai seguaci e ai praticanti della via indicata da Buddha, raccolti nel monastero di Koshohorinji tra i boschi del Giappone occidentale, ma capace di superare ogni distanza temporale per l’insegnamento sulla vera natura della religione che ci offre. Ritenuto dagli studiosi buddhisti giapponesi uno degli scritti di Doghen più rappresentativi del suo pensiero, il sermone affronta il tema centrale del buddhismo Mahayana e lo sviscera nel suo rapporto con la realtà come a noi appare essere.
Ogni capitoletto, che – non essendovi un legame di consequenzialità immediata fra un capitolo e l’altro – è possibile anche leggere separatamente, parte da una citazione che Doghen rilegge. In un mondo di finzione, stimola a far vivere nella propria vita lo slancio vitale del sé libero e originale.
Il testo ben si affianca al recente volume di p. Mazzocchi, Il Vangelo secondo Giovanni e lo Zen. Meditazioni sull'esistere, dove al Vangelo secondo Giovanni vengono accostati molti brani de La natura autentica di Doghen, nell'identica versione qui offerta. L’insieme può arricchire la vivacità e l’ampiezza del commento, dandone una dimensione stereofonica.
Sommario. Premessa. Introduzione (del maestro Zen Koho Watanabe). Traduzione. Commento. Testo in lingua originale (giapponese).
Curatore. Giuseppe Jiso Forzani, nato a Genova nel 1949, monaco zen, sposato, due figli. Dal 1979 al 1987 ha vissuto nel monastero di Antaiji in Giappone ed è poi tornato in Italia come missionario Zen Soto. Dal 1994 condivide con p. Luciano Mazzocchi, saveriano, missionario in Giappone, il cammino religioso del dialogo Vangelo e Zen. Tale cammino trae la propria fisionomia dalla pratica quotidiana dello zazen e del vangelo, unita al lavoro, allo studio, ai doveri sociali e raccoglie chi sente il richiamo a vivere secondo questi principi. Giuseppe Jiso Forzani e p. Luciano Mazzocchi insieme lavorano alla traduzione e al commento di testi originali di Doghen e del Nuovo Testamento, come contributo al dialogo religioso cristiano-buddhista.
Il volume raccoglie gli atti del secondo Forum del progetto culturale, svoltosi a Roma il 4-5 dicemnbre 1998 sul tema "Cattolici italiani e orizzonti europei". Come ha detto il papa all'Assemblea CEI del 21 aprile 1998, "l'Italia è chiamata a dare il proprio contributo perché nella nuova Europa che si va realizzando, la fede cristiana sia fermento vivificante e cemento unificante". Il Forum ha tenuto conto di questo orizzonte per far emergere le prospettive e le responsabilità che si pongono ai cattolici italiani, oggi e nel futuro. Secondo il metodo del progetto culturale si è tentato di realizzare un discernimento per riuscire a pensare e a progettare mettendo a tema il cambiamento e l'innovazione.