Il nono volume della serie Enchiridion CEI raccoglie i documenti ufficiali della Conferenza episcopale italiana pubblicati tra il 2011 e il 2015, sotto la presidenza del card. Angelo Bagnasco. Accanto alle testimonianze dell'attività continua degli organismi e delle articolazioni della CEI, tra i documenti più rilevanti ricordiamo le intese del 2012 con lo Stato italiano per l'insegnamento della religione cattolica, gli Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia, L'Invito al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, la nota L'Ordo virginum nella Chiesa in Italia, gli orientamenti per l'annuncio e la catechesi in Italia Incontriamo Gesù, la nota pastorale La scuola cattolica risorsa educativa della Chiesa locale per la società, il Vademecum per l'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, la nota pastorale Il laboratorio dei talenti.
Nelle lettere dalla Somalia, Annalena Tonelli condivide con familiari e amici le drammatiche vicende di un popolo dilaniato dalla guerra civile. In quel Paese, per dieci anni, la missionaria italiana opera tra Beled Weyne, Mogadiscio e Marka. La sua azione di promozione umana consiste nello sfamare i più deboli, curare gli ammalati e ricostruire scuole per dare a tutti una speranza. L'11 dicembre 1991 scrive al suo vescovo di Forlì: «Lui dona questa capacità inesauribile, zampillante, eternamente rinnovata, di essere per gli altri e con gli altri».
SINTESI ufficiale dell'Amoris Laetitia
Presentazione del card. Christoph Schönborn.
************ NON CONTIENE L'INTERO TESTO MA UNA SINTESI ************
Oggetto di studio e di meditazione spirituale sin dall'antichità cristiana, il Magnificat è divenuto un testo importante della riflessione biblica e teologica. Lo studio privilegia la forma letteraria e le strutture del brano poetico al fine di offrire un'esegesi che metta in luce l'eccezionale portata storico-salvifica del cantico di Maria. In questo modo, l'opera apparirà non solo come il canto della serva del Signore, ma anche come canto corale di tutta la comunità di cui ella - sulla scia di Miriam, Debora, Anna e Giuditta - è eccezionale portavoce.
Le indagini dei primi credenti hanno cercato di far luce sul mistero di Maria, di comprendere il senso della sua missione e il suo posto nella storia della salvezza. Maria è nata santa, ma lo è diventata sempre di più nelle prove della sua esistenza quotidiana, lasciando ai piccoli e ai poveri un esempio di coraggio, di forza d'animo e di fiducia in Dio. Il volume, che ha contribuito al rinnovamento mariologico fin dalla vigilia del Vaticano II, come testimonia l'ampia eco di commenti e recensioni che ha suscitato, è un compendio di mariologia biblica, un richiamo all'esistenza terrena della madre di Gesù e una testimonianza delle riflessioni della Chiesa nascente sulla sua persona.
La rivelazione biblica del volto di Dio muove da un orizzonte apparentemente paradossale: il Signore è ineffabile e tuttavia si rende presente e si interessa alle sorti del suo popolo, esprimendo persino sentimenti umani come la collera e la gelosia. La trascendenza si coniuga con l'immanenza del suo amore misericordioso e della sua tenerezza, esprimendo un coinvolgimento nella condotta e nella sorte dell'uomo che raggiunge vertice e compimento nelle pagine del Nuovo Testamento. L'epoca moderna e post-moderna hanno privato il nostro tempo di una «filosofia del cuore», facendo prevalere il logos sul páthos, la ragione sul sentimento. E proprio l'assenza di una teologia della tenerezza è all'origine dello scenario odierno, dominato da un principio di necrofilia. Come vincere il principio di morte se non con la ricerca di una cultura centrata sul «vangelo della tenerezza», facendo prevalere la forza dell'umile amore sulla brutalità della forza? La nuova edizione del volume viene arricchita nella parte finale da un indice biblico e un indice degli autori.
Le Istituzioni di vita consacrata presentano come porta di ingresso solo e sempre «legami perpetui»: i voti di obbedienza, povertà, castità. E, in un contesto sociale «liquido» e mutevole, propongono un impegno per tutto l'arco della vita. In che modo le istituzioni religiose presentano oggi, ai giovani che le accostano, i legami dei voti, parte inalienabile del carisma di fondazione? Il libro cerca una risposta indagando alcune dinamiche che si presentano in modo nuovo nella vita consacrata, in particolare il rapporto tra obbedienza e creatività personale, tra povertà e prestazione lavorativa, tra castità e sfera affettiva.
Bernardo di Chiaravalle si trova alla soglia che conduce dall'era patristica a quella moderna. Considerato l'ultimo Padre della Chiesa - la definizione è dell'umanista Nicola Faber - egli è anche uno dei primi mistici moderni. La sua spiritualità consiste non in una teoria nuova, poiché di fatto egli continua a rifarsi a temi e concetti tradizionali, ma in un modo molto personale di dare espressione alle proprie esperienze e di suscitare nei suoi lettori e uditori esperienze corrispondenti. Bernardo si muove nella corrente di un nuovo stile di pietà che si era imposto in Europa già prima di lui, a partire dalla metà del secolo XI. Caratteristico di questo nuovo stile era un modo diverso di accostarsi a Gesù: l'adorazione della divinità di Cristo, comune nell'ambito romanico e bizantino, lascia infatti il posto alla riflessione spirituale sul destino terreno di Gesù.
Il passaggio dal politeismo a un monoteismo innescato dalla cristianizzazione e dall'islamizzazione è uno dei maggiori passaggi evolutivi del mondo antico, come l'urbanizzazione, la formazione dello stato e l'invenzione della scrittura. Assmann distingue le religioni cosmiche o «naturali» da quelle rivelate o «positive» individuando il loro elemento comune nell'idea dell'esistenza di un Dio (un Uno), che viene tuttavia compreso in modi diversi, come testimoniano alcune fonti religiose dell'antico Egitto. Dall'Uno preesistente e universale provengono la creazione e la molteplicità degli dèi, anche se l'affermazione della trascendenza dell'Uno varia in relazione ai periodi, in un percorso che vedrà alla fine prevalere la concezione di un Dio della vita che anima il cosmo.
Il grande Rabbi Yehudah soffrì per tredici anni poiché non aveva avuto compassione di un vitello portato al mattatoio. Ma poi fu risanato perché, citando un salmo sulla misericordia, salvò delle piccole donnole.Perché la compassione si dispieghi occorre che trovi almeno tre compagni di cammino. Ci deve essere sommovimento di viscere, vera vicinanza e la presenza di un positivo senso di colpa. Se siamo impassibili e guardiamo con distacco la sofferenza altrui, il cuore non è mosso a compassione e restiamo freddi, non compassionevoli, perché nessuno può essere coinvolto se resta distante.Una riflessione su tre radici verbali della lingua ebraica consente di approfondire il tema. La prima è connessa alle viscere o più specificatamente all'utero, la seconda all'abitare e la terza è legata a un'ambivalenza profonda poiché significa tanto pentirsi quanto consolare. Se non si avverte come sperequazione inaccettabile e ingiustificata il confronto tra la propria salute e la malattia altrui, tra la propria pienezza e la mancanza inscritta nella vita del nostro prossimo, tra la propria gioia e la tristezza dell'altro, tra la propria fiducia e l'altrui disperazione non si è mossi ad autentica compassione.
La discussione pubblica italiana rischia di partire da una somma di percezioni clamorosamente sbagliate. Una distanza rispetto alla realtà che può fare comodo alla politica per cavalcare gli allarmi sociali ai fini del consenso. E ai media per aumentare l'audience. Un'indagine condotta in 33 Paesi su un campione di oltre 25 mila individui consente di misurare le percezioni dei cittadini su aspetti sociali, demografici ed economici. Dal numero degli immigrati a quello dei giovani adulti che ancora vivono con i genitori. Dall'occupazione all'obesità. Dalla presenza delle donne in politica agli accessi a internet. Dalla ricchezza all'andamento demografico. Dal sentimento religioso alla vita in campagna. Le discrepanze tra percezione e realtà consentono di creare un "indice di ignoranza" che classifica i Paesi dal meno al più informato.
La povertà di gioia che l'Europa e l'Occidente conoscono ormai da tempo è conseguenza diretta dell'oblio della logica e della sapienza delle beatitudini evangeliche. Esse incorporano ed esprimono i valori scartati e disprezzati dal capitalismo, e quindi dal nostro mondo sempre più costruito a immagine e somiglianza del "dio business". Mitezza, costruzione di pace, povertà, misericordia, purezza, non sono le parole dell'economia capitalistica e della sua finanza, perché se le prendessimo sul serio dovremmo disfare i nostri imperi di sabbia e iniziare a edificare la casa dell'uomo. Non a caso, nel risveglio, inatteso e sorprendente, delle beatitudini in molta parte d'Europa, i grandi assenti sono le grandi imprese e le banche, che continuano indifferenti le loro produzioni e i loro riti.