Si la parábola del hijo pródigo es el «evangelio del evangelio», su resumen más elocuente, sin duda el padre que ahí se describe es la mejor descripción que el evangelio nos ha dado de Dios Padre. Se trata de un padre cuya misericordia excede no sólo la comprensión del hombre, sino también la fe del creyente. Porque es una misericordia asociada a algo más admirable que ella misma y sobre lo cual apenas se habla, algo que el simple concepto de misericordia no incluye: la alegría que Dios experimenta al perdonar a sus hijos, el hecho portentoso de que unas criaturas puedan afectar así al Creador. ¿Dios, impasible? No se es padre impunemente: el amor ha hecho vulnerable a Dios, lo ha hecho capaz de alegría y de sufrimiento, porque lo ha hecho extremadamente sensible al amor o desamor de sus hijos. En su larga y honda meditación, nada convencional por cierto, Cabodevilla ha contemplado detenidamente al padre de la parábola como imagen privilegiada de Dios Padre, una imagen que es no sólo la más reveladora y fidedigna de todo el evangelio, sino también la más asombrosa, la más desconcertante.
Tres obras del mejor teatro, tres personajes, tres testigos del Evangelio: San Francisco Javier, Beato Guillermo José de Chaminade y Cardenal Mindszenty.
Moltissime ricerche scientifiche ed epidemiologiche segnalano che nel corso degli ultimi trent'anni il tasso di incidenza dei tumori è aumentato del 40 per cento in paesi come gli Stati Uniti, la Norvegia e la Svezia. Sempre in questo lasso di tempo la progressione delle leucemie e dei tumori cerebrali tra i bambini è stato del 2 per cento annuo. Come spiegare questa epidemia inquietante, che colpisce soprattutto i paesi "sviluppati"? Alla domanda risponde Marie-Monique Robin in questo libro choc, frutto di un'inchiesta condotta per due anni tra America del Nord, Asia ed Europa (anche in Italia). Nell'appoggiarsi su numerosi studi scientifici, ma anche sulle testimonianze dei ricercatori e dei rappresentanti delle agenzie di regolamentazione, l'autrice dimostra che la causa principale di questa vera e propria epidemia è di tipo ambientale. In particolare per la presenza di decine di molecole chimiche che hanno invaso il nostro ambito quotidiano e l'alimentazione dalla fine della Seconda guerra mondiale. Per questo, l'autrice ripercorre l'intera catena produttiva del cibo: dall'utilizzo dei pesticidi nei campi fino all'impiego di additivi e plastiche per uso alimentare nei nostri piatti. Nel fare ciò mette a nudo il sistema di valutazione e omologazione dei prodotti chimici, attraverso gli esempi emblematici dei pesticidi, dell'aspartame e del bisfenolo A. E infine descrive le pressioni e le manipolazioni messe in atto dall'industria chimica per mantenere sul mercato prodotti altamente tossici.