Si può raccontare la storia di una relazione naturale, eppure così densa di arcaiche ambiguità, come quella tra una figlia e suo padre? Una storia antica come l’umanità, che parla di rapporti reali, ma anche di ordine simbolico.
Nel 1968 un’intera generazione di donne si è interrogata su che cosa significasse ribellarsi all’autorità paterna, con una rivelazione sorprendente. Per nessuna di queste donne la ribellione era abbastanza. Dei loro padri non potevano buttare via l’eredità affettiva. Per essere adulte ciascuna doveva affrontare nel proprio padre la contraddizione di chi rappresenta sia l’autorità da sfidare, sia l’amore che offre guida e protezione.
“In questo libro”, scrive Maria Serena Sapegno, “volgiamo lo sguardo necessariamente indietro, agli archetipi che la modernità rilegge e da cui è ossessionata, per ricostruire la lunga storia che porta fino a noi, in un percorso non omogeneo né evolutivo.” Per raccontare questa storia, Sapegno si rivolge alle scrittrici e agli scrittori che di questo rapporto ancestrale hanno fatto il cuore della propria indagine umana ed esistenziale. Lungo un percorso eterogeneo e scosceso – pieno di esitazioni e interruzioni, ma anche di grandi conquiste – incontriamo Eva, Antigone e Cordelia, figlie ribelli che violano le leggi dei padri e resistono alla loro autorità. Entriamo nei romanzi delle più celebri autrici della letteratura occidentale, da Jane Austen a George Eliot, a Virginia Woolf, e ci scontriamo con la crisi epocale messa in scena da Philip Roth in Pastorale americana. Perché dopo il Sessantotto, quando le figlie “non hanno voluto diventare come la madre e hanno sfidato il padre, di cui hanno messo in discussione tutti i valori”, trovare una voce propria è ancora più difficile.
“Il rapporto tra padre e figlia parla dell’autorità e dei limiti del Potere, del rapporto tra natura e cultura, della legge e della morale. E, attraverso diverse figure di figlie ribelli come Eva, Antigone e Cordelia, parla di resistenza all’autorità, di trasgressione.”
Qual è il momento in cui una figlia smette di essere tale e diventa una donna?
Una domanda semplice, che potrebbe fare anche un bambino: «Ma chi ha ucciso Gesù?». E i genitori, i catechisti, il parroco, la religiosa potrebbero ancora trovarsi in imbarazzo davanti ad essa.
Per quasi duemila anni a questa domanda i cristiani hanno risposto senza ombra di dubbio: «Gli ebrei!». La conseguenza di tale affermazione si è misurata in milioni di morti di fede israelita, accusati in massa di deicidio. Ma le cose stanno proprio così?
Questo piccolo libro, scritto con grande passione, vuol ripercorrere le tappe di una settimana a Gerusalemme che ha cambiato il corso della storia del mondo.
Maria Luisa EGUEZ (La Spezia 1951), scrittrice e poetessa, è insegnante e opera nel volontariato. Nel 1980 ha fondato il premio letterario «Lerici Golfo dei Poeti», curando seminari internazionali dedicati a importanti autori italiani e stranieri. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Figlie di Abramo. Figure femminili del Primo Testamento (EMP 2017), I due volti di Eva. Divinizzazione e demonizzazione della donna nella Bibbia (EMP 2016), Le donne di Gesù. Figure femminili del Nuovo Testamento (EMP 2013). È presente in numerose antologie poetiche fra cui 100 poesie d’amore (Mondadori 1996).
Il nostro Paese è preda sempre più di cricche affaristiche, manager statali disonesti, nonché politici filmati nell'atto di prendere bustarelle: tutti avidi di denaro pubblico. Gente che se la ride, la notte del terremoto in Abruzzo, al pensiero dei futuri affari sulla ricostruzione. Dall'ennesimo scandalo della Protezione civile emerge una squallida fotografia dell'Italia della vergogna. Il tutto mentre le fabbriche chiudono, la disoccupazione sale e il disagio sociale aumenta. Di scandalo in scandalo, dunque, la stagione di Tangentopoli non finisce mai; esiste una parte d'Italia che se la spassa alla grande sulla pelle dei contribuenti. Il libro si occupa di quattro personaggi emblematici delle Istituzioni: Bettino Craxi, Cesare Previti, Vittorio Sgarbi e Marcello Dell'Utri. Tutti condannati per reati finanziari (tangenti, truffe, evasione fiscale) fino in Cassazione: sentenze quindi definitive. Tra gli aspetti inediti di questo volume di grande attualità - che si basa su atti giudiziari, testimonianze, retroscena e intercettazioni telefoniche - anche un documento importante: visure catastali che attestano numerosissime operazioni immobiliari per milioni di euro. Prova provata dell'affarismo spregiudicato dei "ladri di Stato".
L'opera
Il libro esamina i rapporti fra scienza e religione, attraverso la lettura e l’analisi delle testimonianze che ci hanno consegnato pensatori come Spinoza, Pascal, Hume e scienziati come Newton ed Einstein. Mettendo a confronto i metodi della scienza e le verità rivelate dalla religione (soprattutto quella cristiano-cattolica), l’autore cerca di rispondere ad alcune domande, che questi due grandi temi sollevano. Quali motivazioni spingono tanti uomini a cercare Dio e ad accettare l’idea di Dio? Questa accettazione avviene su un piano più logico o emotivo? Le religioni sono costruzioni dell’uomo o opere divine? È necessaria l’opera di intermediazione che le religioni ritengono di esercitare fra Dio e gli uomini? Cosa distingue l’approccio scientifico alla conoscenza della realtà da quello del pensiero teologico e religioso?
I lettori
Il saggio si rivolge, con linguaggio piano e argomentazioni del tutto accessibili, a quanti desiderano indagare i punti di contatto e di contrasto fra queste due poderose costruzioni dell’uomo, la scienza e la religione, che hanno giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo delle società umane.
Mario Carotenuto è nato a Gosaldo (Belluno) nel 1963, vive e lavora a Brescia dal 1989. Si è laureato presso la facoltà di Scienze politiche di Siena, dove ha conseguito una laurea e una laurea specialistica. È a capo del Gruppo di Brescia del Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta (C.I.S.O.M.). Si è specializzato nella Gestione degli interventi nelle crisi internazionali e dal 2001 rivolge studi e ricerche sulla natura, la strategia, i mezzi e gli scenari di azioni terroristiche. È docente di “Diritto internazionale umanitario” e “Misure di autoprotezione in aree a rischio sociale, criminalità e terrorismo” al corso di perfezionamento in medicina tropicale e salute internazionale istituito presso la facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Brescia. Appassionato di storia dei conflitti nel mondo contemporaneo, ha dedicato studi approfonditi e ha avviato meticolose ricerche sulla Grande Guerra, cha hanno portato alla realizzazione della presente opera. È donato di devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, cavaliere del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, confratello della Compagnia dei custodi delle SS. Croci della cattedrale di Brescia e membro della Kaiser Karl Gebets-Liga per la Lombardia.
Un amore lungo una vita, una vita lunga una notte. Tommaso ha desiderato Hella, ogni giorno della sua esistenza, senza mai riuscire ad averla; ha osservato Hella di nascosto, spiandola da dietro le tende di una finestra, e ha riavvolto mille volte il nastro della memoria rivedendola, silenziosa, candida e misteriosa, nel rifugio antiaereo che avevano condiviso. Poi la vita fa a Tommaso un dono inatteso: una notte accanto a lei. Ed è proprio durante questa fugace, lunghissima notte che Tommaso si trova a ripercorrere tutta la propria esistenza. Famoso giornalista e poi presidente di una fondazione scientifica, rivede se stesso dagli anni dell'infanzia - nella Roma bombardata e poi occupata - all'adolescenza - nello scenario euforico della ricostruzione postbellica e del boom economico - fino all'affermazione professionale maturata in un'Italia progressivamente irriconoscibile e tormentata dai conflitti politici e sociali del secondo Novecento. In quelle ore trascorse finalmente insieme, Hella lo incalza con pochi e asciutti interrogativi, quasi gli chiede conto della sua vita e dei suoi ricordi. Tommaso risponde e, scoprendosi senza reticenze, spera di poter infine cogliere l'ossessivo mistero di quella donna, che ha abitato i suoi pensieri e la sua mente per tutta una vita. Mario Caccavale si mostra ancora una volta capace di andare dritto al cuore di uomini e cose, e traccia il ritratto quanto mai attuale di un uomo solo in un Paese dai mille volti.
"Incontrammo Amira alla fine del giro degli avvoltoi, quello che noi inviati facciamo quando, a corto di notizie, dobbiamo comunque mettere in piedi un servizio. Indossava un abitino azzurro con disegni piccoli. Sembrava sorridesse ma era immobile, fredda e grigia come il letto di metallo su cui era stesa, nella morgue dell'ospedale. Il cecchino l'aveva colpita appena era uscita dal cortile a raccogliere la sua palla, sotto gli occhi inorriditi degli amichetti." Così, ancora attonito, Franco Di Mare rievoca un servizio fatto a Sarajevo nell'ormai lontano 1992. È solo il primo dei suoi tanti ricordi di inviato nelle zone calde del pianeta, dall'Iraq al Kosovo, dal Libano al Ruanda, dall'Algeria all'Afghanistan, passando per la Somalia e il Mozambico. Sono storie commoventi come quella del mangiafuoco di Kabul che allieta i bambini dell'orfanotrofio, scenari terrificanti - per esempio, una valle dell'Eritrea disseminata di cadaveri -, episodi sconvolgenti - una donna croata scopre che il marito la tradisce nel peggiore dei modi, passando dalla parte dei carnefici -, o flash surreali quanto può esserlo solo quello su una miss, incoronata regina di bellezza in una Sarajevo ridotta in macerie. Sorgono spontanei inquietanti interrogativi: che cosa spinge l'uomo a comportamenti disumani? C'è un senso, qualsiasi senso, nelle carneficine che negli ultimi vent'anni hanno coinvolto tanti innocenti? E può sopravvivere la vita dentro la guerra?
Nella società odierna, pur assetata di spiritualità, si avverte spesso la mancanza di una fede radicata e vissuta nel quotidiano, soprattutto da parte delle giovani generazioni, che stentano a riconoscere negli adulti dei testimoni credibili e convinti.
Parafrasando il Vaticano II, che attribuisce ai sacramenti la capacità di nutrire, irrobustire e esprimere la fede - sono infatti chiamati «sacramenti della fede» -, il volume pone l'accento sui sacramenti come parte integrante della vita cristiana, rivolgendosi ai catechisti e ai loro formatori.
Dopo un iniziale inquadramento sul significato dei sette sacramenti, l'autore li affronta singolarmente, dedicando a ciascuno un capitolo; al suo interno, egli ne spiega l'importanza teologica, attingendo a brani biblici, ricorrendo a numerose e appropriate citazioni di teologi e Padri della Chiesa e a riferimenti scelti al magistero, arricchendo l'esposizione con glossari e specchietti esplicativi. Per ciascun sacramento viene presentato inoltre il rito, accuratamente commentato.
Lo stile didascalico rende il testo accessibile e di agevole comprensione: punto di forza è la capacità dell'autore di sottolineare con estrema immediatezza e stile accattivante gli effetti benefici dei sacramenti sulla vita del cristiano. Egli mira a trasmettere la consapevolezza che «vivendo i sacramenti, è possibile fare esperienza nella nostra vita dell'amore di Dio, rivelato e donato in Gesù Cristo, e incontrare quell'Infinito che dà senso alla nostra esistenza» (dalla Presentazione).
Sommario
Presentazione. 1. I sacramenti della fede. 2. Rinati dall'alto. Sacramento del Battesimo. 3. Consacrati per una missione. Sacramento della Cresima o Confermazione. 4. Convocati alla stessa mensa. Sacramento dell'Eucaristia. 5. Testimoni della misericordia di Dio. Sacramento della penitenza e della Riconciliazione. 6. Confortati dal suo amore. Sacramento dell'Unzione degli infermi. 7. Chiamati a essere immagine di Cristo. 8. Invitati a realizzare un progetto d'amore. Sacramento del Matrimonio. Conclusione.
Note sull'autore
Mario Chiarapini, religioso dei Fratelli delle Scuole Cristiane, professore di lettere e musicista, è esperto di problemi giovanili e familiari. Attualmente è dirigente scolastico di un istituto lasalliano a Parma. È autore di volumi, pubblicazioni discografiche e lavori destinati all'animazione, alla catechesi e alla liturgia. Collabora con diverse riviste, tra cui Rivista Lasalliana, Sussidi per la catechesi, Rogate ergo, Lasalliani in Italia. Al suo attivo ha anche un'esperienza radiofonica, come autore e conduttore della rubrica «Insegnare cantando». Tra i suoi libri di maggiore successo: Celebrare l'eucaristia è vivere, Paoline, Milano 1996; Giovani dal vivo, Paoline, Milano 1998; E loro se ne vanno, Paoline, Milano 2001; Aspettando la domenica, Paoline, Milano 2004; Suggestioni di parole, Paoline, Milano 2007.
Una grammatica di spagnolo disegnata specificamente per studenti universitari di lingua madre italiana. Per la sua struttura e contenuto ha un triplice uso: come manuale di riferimento, risolve i dubbi grammaticali in maniera immediata e permette una rapida consultazione grazie alle numerose tabelle, quadri ed esempi; come corso di auto-apprendimento, porta lo studente dal livello iniziale (A1) ad un livello intermedio alto (B2); come guida per la correzione di errori, aiuta ad approfondire contrastivamente le questioni che presentano maggiori difficoltà e possono essere fonte di errori per gli studenti di lingua madre italiana. A differenza di altre grammatiche per stranieri, la Gramática de referencia de la lengua española include indicazioni sulle varietà dialettali e di registro, e sviluppa le capacità di riflessione linguistica grazie all'introduzione di aspetti teorici e metalinguistici, trattati con rigore teorico e chiarezza espositiva. Il volume è preceduto dalla Presentazione di Ignacio Bosque, ordinario di Lingustica spagnola e membro della Real Academia de la Lengua Española, e riconosciuto come il più grande linguista e grammatico della lingua spagnola vivente.
Quest'opera si propone, in primo luogo, di ripercorrere criticamente le principali tappe del pensiero matematico, dall'antichità fino alle soglie del calcolo, nel secolo XVII. Non si tratta, tuttavia, di un lavoro storico in senso proprio, quanto piuttosto del tentativo di ripensare le principali tappe dello sviluppo della matematica, assumendo una sorta di 'punto di vista intermedio' tra un'indagine minuziosa dei testi e un interesse orientato principalmente verso gli aspetti concettuali. Ricco di dati storici, di figure e diagrammi esplicativi, di immagini di edizioni d'epoca e di citazioni, accurato nella ricostruzione dei teoremi, questo è un libro che può essere fruito a diversi livelli e letto sulla base di molteplici interessi.
¿Cómo puede saber cualquier hombre lo que tiene que hacer para proceder rectamente y agradar a Dios en todo momento? ¿Cómo actuar en las situaciones concretas de la vida de forma libre y justa?
La respuesta que los autores del Nuevo Testamento dan a esta pregunta es muy clara: el discernimiento personal de la voluntad de Dios, de acuerdo con las exigencias de la fe, representa la más completa liberación interior que puede vivir un creyente y la exigencia más radical que brota del mensaje de Jesús de Nazaret.
Ahora bien, por los evangelios sabemos que Jesús fue desconcertantemente liberal en algunas cosas pero muy exigente en otras. Por ello se comprende el desconcierto que produjo su predicación y su conducta. En este sentido, la conducta del hombre religioso tiene que ser un reflejo lo más perfecto posible de lo que fue la conducta de Jesús.
ENGLISH: Christian Discerment.
Discerning God’s will, according to the requirements of faith, is the greatest opportunity of personal liberation for a believer. Likewise, it is the most radical request born out of Jesus message.
«Il libro raccoglie nove racconti di diversa ispirazione e un breve saggio sulla morte. Dà il titolo un fantasy ambientato in una Sicilia un po' medievale e un po' no (il suo riferimento è l'opera dei pupi), la cui protagonista è una Bradamante stracciona, alle prese con l'invasione musulmana, l'Inquisizione e il martirio delle streghe. Il secondo racconto attraversa il Mediterraneo, il terzo parla di un'orrenda mutilazione. Il quarto e il quinto sono collegati tra di loro e sono trasposizioni reinventate di due morti vere, quella di Zi' 'Ngiulillo (Zio Angelo De Mari) - sacerdote morto con i garibaldini sul Volturno - e quella del fratello di mio nonno, Enrico Ventrone - detto il Professore, perché conosceva a memoria il dizionario di latino - fucilato dai tedeschi per aver avvertito e fatto fuggire dei ricercati. Poi ci sono alcune storie contemporanee e un lungo racconto forse di fantascienza. E, infine, un saggio sulla morte. Perché un saggio sulla morte? Perché tutte le storie raccontate dagli uomini, dalle donne o dai bambini, dall'inizio del mondo, parlano della morte, anche quelle dove la morte non compare, dove tutto va bene. Perché la nostra capacità di raccontare nasce per ingannare l'attesa della morte, la coscienza che siamo mortali. Questa coscienza l'abbiamo solo noi. Qualche volta ce ne dimentichiamo, ma in realtà essa è sempre con noi, come un avvoltoio sulla spalla. O forse come un angelo custode, perché, se ne fossimo privi, tutto sarebbe insulso, privo di senso. È questa la dannazione, ma anche la meraviglia, di essere uomo. O donna. O bambino. Sia i racconti che il saggio risalgono al mio lunghissimo periodo di ateismo, cominciato a undici anni e finito solo qualche anno fa: ci sono nei racconti toni e frasi che oggi non scriverei, ma che desidero lasciare, come un segno di come è stata la strada che ho percorso.» (Silvana De Mari)