Il dottorato di santa Teresa di Gesù Bambino, proclamato nel 1997, è stato presagito e desiderato prima di tutti dal beato Maria Eugenio di Gesù Bambino, il quale ha lavorato tutta la vita per far conoscere la profondità della dottrina teresiana e metterla alla portata di tutti. Convinto della sua universalità, ha scritto: «Semplicità e profondità, qualità che fanno i grandi maestri. Tramite queste qualità la piccola Teresa entra in punta di piedi nella famiglia dei grandi maestri spirituali di tutti i tempi» (Conferenza “Santa Teresa di Gesù Bambino, dottore della vita mistica”, luglio 1947).
Questo libro ci fa penetrare al cuore del messaggio di santa Teresa di Gesù Bambino: la scoperta sperimentale di Dio-Amore. Pone anche i fondamenti dell’infanzia spirituale, dottrina evangelica così feconda per la Chiesa di oggi. Con Prefazione di Mons. Guy Gaucher, ocd.
Per chi desidera addentrarsi nella dottrina di santa Teresa di Gesù Bambino e nel dogma trinitario.
Maria Eugenio di Gesù Bambino (1894-1967),
formatore, missionario nel mondo, è autore del famoso Voglio vedere Dio. Ha contemplato in modo profondo la figura dello Spirito Santo e di Maria ed è stato un grande divulgatore della dottrina dei Santi del Carmelo. È stato proclamato beato il 19 novembre 2016.
II prontuario è la guida di riferimento da quasi quarant'anni per tutti i "medici delle piante". Giunto alla tredicesima edizione, raccoglie informazioni puntuali sulla generalità dei farmaci utilizzati nella cura delle piante.
Ispirato all'opera di Pirandello "La favola del figlio cambiato" il lungo racconto di Maria Cannata recupera fiabe e miti, un patrimonio di storie da lei direttamente ascoltato durante l'infanzia, con lo scopo di parlare alla bambina (e al bambino) che vive in ciascuno di noi. In particolare queste storie, poste tutte alla luce della Luna, danno parola e significato alla sofferenza e al dolore che in varia misura la bambina che è in noi custodisce. Perciò l'autrice dedica questo libro a tutti quei piccoli che non hanno ricevuto le giuste parole che li fanno crescere. Tuttavia, quando anche un bambino è così povero da non avere una sua memoria e un suo significato per dire la propria realtà e la propria identità, ecco che la fantasia, tramite le fiabe e i miti, interviene e salva, salva i bambini dalla follia degli adulti. E un bambino che riesce a salvarsi, diventa a sua volta un adulto in grado di prendere in mano altri bambini e condurli verso la salvezza. Il libro è anche un omaggio al dialetto siciliano nello stile dei Consolo e dei Camilleri che hanno pienamente sdoganato questa lingua così ricca e suggestiva. Prefazione di Paola Erbice.
La maialina protagonista di questa storia è veramente esistita in una fattoria inglese del North Yorkshire. I padroni della fattoria, molto sensibili ai suoi problemi, l'hanno aiutata a vivere meglio e ad esprimere le sue abilità come gli altri maialini del loro allevamento, ricorrendo ad uno stratagemma del tutto singolare e curioso. Questo piccolo libro è consigliato dalla prima alla terza classe elementare, mentre per gli argomenti educativi e la ricchezza lessicale è raccomandabile anche alla classe quarta. Età di lettura: da 6 anni.
Mario Pincherle ci dona uno straordinario documento spirituale, in tutto il suo splendore. La testimonianza di Tommaso ci offre una luminosa rappresentazione di Gesù, irresistibile se ci avviciniamo con spirito aperto e senza preconcetti.
Mirka non è mai nata. Un parto di fantasia. Oppure è nata due volte. L'autrice dice di sé in terza persona. È un'altra. La separazione dai genitori è avvenuta in tenera età. Lacerazione brusca, repentina, immotivata. Una gemma, come di primavera, su cui ha soffiato un tornado. Dove l'avrà portata? La guerra, la povertà, l'arretratezza: lo stigma di sempre. Viene ceduta come fosse un oggetto. Così, all'improvviso. Diciamo pure... uncinata e portata via. Se la vita è relazione, cosa potrà scaturire dall'estraneità ambientale, culturale, affettiva? Ecco che la bimba elegge un universo tutto suo, fantastico eppure reale, povero ma solidaristico... Oggi Mirka racconta la sua leggenda con l'occhio della bambina di allora: semplice, interrogativo, spaventato. E con lo sguardo dell'autrice e dell'artista di ora: terso, partecipe, emozionato, intimamente coinvolto, incapace di asperità. A tratti poetico. Carezzevole e forte come il collante con cui ammorbidisce e fissa l'epidermide cartacea delle sue sculture leggere. Ma il grido c'è. Sotterraneo. Intenso. Da rompere i timpani.