Viaggiare significa la possibilità reale di imparare, conoscere, raggiungere la verità. Ma tutti arrivano alla meta? C'è il "viandante" che cammina per camminare: è un errante vagabondo. Non ogni camminare esprime infatti il vivere autentico dell'uomo. E poi c'è il "pellegrino" che sa che ha un approdo da raggiungere: egli non si sente mai arrivato. Il credente, grazie all'Acqua del Battesimo, inizia un "cammino", gli è aperta una "strada" che lo rende nuova creatura: per dono è invitato liberamente a seguire il Maestro di Nazareth.
Vivere moralmente significa, prima di ogni fare, andare al perché si compie questo o quel gesto, o si vive facendo il bene o al contrario agendo muovendosi in direzione opposta. La vita buona, infatti, è un cammino permanente che impegna l'intera esistenza umana. La riflessione qui proposta intende prendere le mosse dalla vita feriale; quella che ogni persona porta avanti, giorno dopo giorno, tra gioie ed inevitabili difficoltà, in un tempo segnato da grandezza e non minor fragilità, bellezza ed insieme opacità. Nella ricerca progressiva della piena umanità.
Il testo racchiude, in sintesi, i tratti essenziali del pensiero del Papa "venuto dalla fine del mondo". A partire dalla Evangelii Gaudium l'autore disegna, quasi a quattro mani con il pontefice argentino, il profilo chiaro di un Dio che s'incarna nella storia degli uomini. Un pensiero di per sé antico, ma che si fa nuovo nella declinazione comunicativa di Papa Francesco. Siamo, dunque, di fronte ad un testo che parla di noi, di ciò che siamo e continuamente dobbiamo tornare a essere: Chiesa, comunità di uomini in relazione con Dio e al servizio dell'umanità. Con presentazione di Sua Eccellenza Angelo Massafra Arcivescovo e Metropolita di Scutari-Pult Presidente della Conferenza Episcopale Albanese.
Parola e silenzio, lungi dal contraddirsi, si sostengono e si arricchiscono a vicenda. Sono riflessioni preziose, soprattutto per una società come la nostra che rischia di perdersi nella molteplicità dei mezzi e degli strumenti di comunicazione. L'autore poi esprime la ricchezza della Parola che Dio rivolge all'uomo in Gesù Cristo e quindi della parola con cui l'uomo risponde a Dio nella fede: qui si colloca l'esperienza morale.
Perchè Dio permette il dolore e la sofferenza? L'Autore di questo saggio tenta di dare risposte a tutte le domande che spontaneamente sorgono in chi fa esperienza della sofferenza.
Quando si posano gli occhi sull'uomo e sul mondo, con il cuore attento di chi sa fermarsi ad ascoltarne i gemiti, non sfuggono le molte ferite che lo solcano e lo abitano. I segni indelebili sono incisi sul corpo malato, sofferente, ferito. Dinanzi a tale situazione appaiono due categorie di persone: le prime non ne vogliono sapere, chiudono gli occhi o al massimo esclamano: Ma Dio dov'è? Le seconde, invece, che hanno il coraggio della verità che si presenta loro, non si rassegnano a tale evidenza, si sentono toccati chiedendosi: E io che posso fare? C'è chi - e non sono pochi - dinanzi alla sofferenza si schiera dietro l'antica argomentazione del silenzio di Dio. Ma forse è possibile azzardare andare oltre; compiere un passo ulteriore; non smettere di riflettere. E allora è possibile intuire una voce, meglio parola, quella Parola che non rimase in silenzio e che si fece carne se non altro per affermare che dinanzi al male, al dolore, alla malattia, alla sofferenza, alla morte, proprio lì, si misura l'impotenza dell'uomo, la condizione reale del suo esistere.
"Don Andrea Mariani, con un linguaggio agile ma con pensieri profondi, ci introduce nel santuario luminoso della vita di Maria: lasciamoci guidare, sostando in meditazione davanti ad ogni pagina, dove gli episodi della vita della Madonna brillano come lampade che illuminano il nostro cammino di oggi" (dalla Prefazione di S.E. Card. Angelo Comastri).
La sofferenza degli ultimi anni di vita di Giovanni Paolo II è rimasta impressa negli occhi e nel cuore di ognuno di noi, ha squarciato il XX secolo lasciando una testimonianza di fede e speranza. La sofferenza del vecchio papa non è mai stata fine a se stessa e non è mai stata vissuta con disperazione e rassegnazione. La sua fede fonte di speranza leniva le piaghe del suo corpo. Egli ha sperimentato su di sé la passione redentrice di Cristo e l'amore incondizionato per l'uomo. Amore, sofferenza, fede e redenzione sono le cifre della vita di Giovanni Paolo II.
Educare è una emergenza come affermano i vescovi italiani, urgente e necessaria.
In che senso il prete è l'educatore? Da dove trae la forza per condurre l'uomo di oggi alla fede in risposta al suo mandato di discepolo di Cristo, suo unico Educatore, in mezzo al popolo di Dio? In una cultura dal fiato corto, come quella attuale, in cui mille voci sembrano spegnere questo impegno, ferma rimane questa verità: il prete sarà un buon educatore se non smetterà di vivere da discepolo di Cristo Pastore. E' necessario porsi alla sequela del Figlio dell'Uomo che, in obbedienza alla volontà del Padre, si pone al fianco di chi ancora oggi ha il coraggio di incamminarsi in questa esaltante avventura.
Educare è una scelta proprietaria a cui tutti devono porre intelligenza, cuore e volontà.
Descrizione dell'opera
La speranza è una componente essenziale dell'uomo in cammino. Anche l'enciclica Spe Salvi di papa Benedetto XVI ne dà conferma. Occasionato dal testo del pontefice, il volume non ne costituisce un semplice commento, ma intende presentare un'etica della speranza.Il contesto sociale e culturale, che ha suscitato la nota teologia della speranza, è infatti profondamente cambiato e la speranza si è ritirata lasciando il primato al "principio di responsabilità" di H. Jonas. Ma nessun principio, in prospettiva futura, può prendere il suo posto.Se non c'è speranza, anche la responsabilità cede infatti alla rassegnazione e alla disperazione di fronte al male e ai mali del mondo con la loro incomprensibilità e insuperabilità. Vi è un nesso inscindibile tra la speranza dell'uomo e la categoria di senso che chiama in causa la trascendenza.Per l'autore, ciò che manca oggi non sono infatti le cose ma il senso delle cose, il perché di ciò che facciamo e viviamo. E la speranza non è una cosa accanto alle altre: essa è dentro le cose per dar loro significato.
Sommario
Introduzione. I. Quale speranza per l'uomo di oggi? 1. La domanda contemporanea di speranza nel post-moderno. 2. La questione antropologica: l'uomo in cammino. 3. Verso il «senso»: la sfida della speranza. II. La speranza cristiana: la fede nel Risorto. 1. Paradigma biblico: «Nella speranza siamo stati salvati» (Rm 8,24). 2. Riferimento magisteriale: la vita eterna. 3. Il primo testimone di speranza: il Crocifisso-Risorto. III. Dalla speranza all'agire morale: l'etica dell'infinito. 1. Pensare «oltre»: il Giudice è alle porte. 2. Accogliere il dono che sarà: attendere la speranza della vita. 3. Vivere «già» da risorti: dal decalogo alle beatitudini. IV. Dinamica pastorale: esercitarsi alla speranza. 1. La preghiera: scuola di speranza.
2. Educare al «non ancora»: la pedagogia del soffrire e della morte. 3. Accompagnare chi soffre: segno vivo d'amore. V. Dimensione gioiosa di speranza: la santità. 1. La beata Vergine Maria: Madre di santità e grembo di speranza. 2. I santi: icone del «sì» a Dio e all'uomo. 3. La Chiesa: mistero di comunione e messaggera di speranza. Conclusione. Ricerca bibliografica.
Note sull'autore
Andrea Mariani (Lissone [MI], 1967) dal 1992 è presbitero della diocesi di Tortona (AL). Ha conseguito il dottorato in teologia morale presso l'Accademia Alfonsiana (Roma) e il master in bioetica; è docente di teologia morale all'Ateneo Regina Apostolorum (Roma) e all'Istituto diocesano di teologia in Tortona. Presso la Libreria Editrice Vaticana ha pubblicato Vita morale e catechesi (2001); Bioetica e Teologia Morale. Fondamenti per un'etica della vita (2003); Agire morale e vissuto spirituale. L'uomo: nuova creatura in Cristo (2004); Matrimonio e famiglia alla luce di Cristo. Fondamenti per un'etica coniugale (2006); presso le EDB Dieci Parole per un cammino di gioia (2007).
Descrizione dell'opera
Quando un discepolo chiese a Gesù che cosa dovesse fare per ottenere la vita eterna, egli rispose «osserva i comandamenti». È quindi questo il punto da cui occorre partire per andare oltre, per arrivare alla logica delle beatitudini, quella per la quale al discepolo viene successivamente chiesto un netto salto di qualità: «Vendi tutto quello che hai... poi vieni e seguimi».
La storia della morale e del costume permette forse di affermare che i dieci comandamenti hanno spesso prevalso sulle beatitudini. L’autore tenta una composizione tra le due prospettive, presentando un itinerario ascensionale scandito in tre tappe: il decalogo – ovvero le “dieci Parole” –, le beatitudini, la meta della santità. Si tratta di un percorso, illuminato dalla Sacra Scrittura, al seguito di Cristo, Verbo di Dio che si è fatto carne. È un invito ad accogliere Gesù come progetto e punto di riferimento per realizzare la propria vita in pienezza.
Sommario
Prefazione (mons. L. Monari ). Introduzione. I. L’appuntamento con Cristo. 1. L’incontro con Gesù: fondamento dei comandamenti e della vita morale. 2. Cristo: legge vivente di amore. 3. Le «dieci parole». II. Appello d’amore. 4. La chiamata alla sequela. 5. La carta della gioia. 6. Le beatitudini: il volto di Cristo. III. Dimorare in Dio: la gioia della santità. 7. Cristo: il Santo di Dio. 8. La santità cristiana. 9. La gioia: frutto della santità. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
Andrea Mariani (Lissone - MI 1967), presbitero della diocesi di Tortona (AL) dal 1992, è parroco a Voghera (PV). Ha conseguito il dottorato in teologia morale e il master in bioetica. È docente di teologia morale al Collegio Alberoni, alla Scuola di formazione teologica di Piacenza e all’Istituto diocesano di teologia di Tortona. Ha pubblicato con la Libreria Editrice Vaticana Vita morale e catechesi (2001); Bioetica e Teologia Morale. Fondamenti per un’etica della vita (2003); Agire morale e vissuto spirituale. L’uomo: nuova creatura in Cristo (2004); Matrimonio e famiglia alla luce di Cristo. Fondamenti per un’etica coniugale (2006).
L'autore affronta con coraggio la sfida di domande cruciali e offre un percorso di meditazione nello stesso tempo ben fondato e pedagogicamente sapiente.