Guardare all'Europa dal punto di vista giuridico può essere una validissima guida perché quest'osservatorio privilegiato permette di «trascurare le minuzzaglie dei fatti, ossia del meramente 'episodico', seguendo i sentieri portanti dell'intera vicenda europea». È ciò che fa in questa lectio magistralis Paolo Grossi, voce tra le più autorevoli del panorama giuridico italiano, disegnando i tratti autenticamente identitari di quel grande progetto storico che corrisponde alla invenzione dell'Europa. Che cos'è l'Europa? La lezione di un maestro, le ragioni di un'idea.
Ripensare criticamente i due pilastri fondamentali del moderno 'Stato di diritto': la separazione dei poteri e il principio di legalità. Paolo Grossi - uno dei più grandi giuristi italiani - ritiene assolutamente indispensabile una loro non marginale revisione. È necessaria una innovata visione di un ordine giuridico italiano che non si riduca e non si risolva soltanto in leggi dello Stato. Solo così si può attuare il pluralismo giuridico della nostra Costituzione: ritrovando la sua naturale complessità quale specchio fedele della realtà complessa della società.
Paolo Grossi, presidente emerito della Corte costituzionale, è uno dei più insigni giuristi italiani. In questo breve libro, scritto con chiarezza e passione, si rivolge a tutti i lettori, ma in particolare ai più giovani e ai molti ragazzi incontrati nelle scuole italiane in occasione degli incontri organizzati per i 70 anni della Costituzione, entrata in vigore nel 1948. La riflessione si concentra sull’aspetto vivo e vitale della legge fondamentale del nostro Paese e sui grandi temi che hanno richiamato l’attenzione dei padri costituenti: l’educazione, l’economia, lo stato sociale, l’uguaglianza, l’antifascismo e i diritti dei migranti. In appendice al libro vengono riportati i principali articoli della Costituzione.
Il diritto non piove dall'alto sulle teste dei cittadini. Al contrario, è qualcosa che si trova nelle radici di una civiltà, nel profondo della sua storia, nell'identità di una coscienza collettiva. Deve essere identificato negli strati profondi della società, laddove allignano i valori fondamentali. La riflessione originale di un grande Maestro sul ruolo cruciale del diritto per la convivenza umana.
L'esperienza giuridica medievale si pone come un pianeta separato e distinto da quello moderno: un insieme di valori fortemente incisivi e largamente diffusi creano una particolare mentalità giuridica e impongono precise scelte e soluzioni per i grandi problemi della vita associata. Su questa base Paolo Grossi ricostruisce magistralmente tale mentalità, assumendo a sue fedeli cifre espressive in primo luogo i vari istituti che organizzano la vita di ogni giorno, ciò che oggi noi chiameremmo 'diritto privato'. Ne emerge una civiltà intimamente giuridica, perché fondata su un ordine che è offerto dal diritto e che sul diritto si incardina. A fronte di una tumultuosa superficie politico-sociale, fa spicco la saldezza e la stabilità della costituzione sottostante, l'ordine giuridico appunto, garanzia e salvataggio della civiltà medievale. E, per questo, uno dei suoi messaggi storici più vivi e vitali.
Ritorno al diritto significa recupero della ineludibile relazione che vincola il diritto alla società e alla storia. Fin dalla rivoluzione francese, infatti, siamo stati soggetti alla mitizzazion del legislatore: l'affidamento nelle sue mani del monopolio della creazione giuridica ha innaturalmente sacrificato il diritto, riducendolo a voce autoritaria del potere politico. È solo durante il Novecento, il secolo post-moderno, che ha inizio il processo di affrancamento dalla stretta soffocante di un principio di legalità quale espressione dell'imperante assolutismo giuridico e si afferma la libertà da quelle pesanti mitologie che in Italia e in tutta l'Europa continentale hanno plagiato la coscienza collettiva con la connivenza della maggior parte dei giuristi.
In questo volume sono raccolti saggi di storia e di teoria generale del diritto canonico, editi e inediti, dal 1958 al 2013.
"Avremo in queste pagine un oggetto e uno scopo ben precisi: seguire, tra medievale, moderno, postmoderno, una dimensione della storia generalmente trascurata, quella giuridica; una dimensione che, pur immersa nella globalità del divenire storico, ha una sua autonomia, che ha talvolta grossi legami con il potere politico e gli è sottomessa, ma che, soprattutto nelle manifestazioni della pratica quotidiana e della riflessione scientifica, ha la forza e la capacità di percorrere strade proprie. Seguiremo legislatori, giudici, scienziati, semplici uomini di affari in una vicenda segnata da una perenne dialettica fra localismo-particolarismo e universalismo, dove il diritto rivela il suo carattere di realtà affiorante alla superficie della quotidianità dalle radici profonde di una civiltà e pertanto capace di esprimerla nella sua cifra più genuina; rivelando altresì la sua possibile autonomia dalle scelte contingenti del potere politico. Il nostro cammino è lungo: più di millecinquecento anni. Hanno - Medioevo, modernità e postmodernità - una visione uniforme del diritto, della sua genesi e del suo esprimersi, tanto da consigliare di vedere quei millecinquecento anni come un continuum che corre ininterrotto? O constatiamo visioni diverse, se non addirittura opposte?". (Paolo Grossi)
L'esperienza giuridica medievale si pone come un pianeta separato e distinto da quello moderno: un insieme di valori fortemente incisivi e largamente diffusi creano una particolare mentalità giuridica e impongono precise scelte e soluzioni per i grandi problemi della vita associata. Su questa base Paolo Grossi ricostruisce magistralmente tale mentalità, assumendo a sue fedeli cifre espressive in primo luogo i vari istituti che organizzano la vita d'ogni giorno, ciò che oggi noi chiameremmo 'diritto privato'. Ne emerge una civiltà intimamente giuridica, perché fondata su un ordine che è offerto dal diritto e che sul diritto si incardina.
Ordinario di Storia del diritto medievale e moderno presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Firenze, Paolo Grossi introduce il lettore ai segreti del diritto occidentale. Il diritto, prima ancora che tecnica, è un'esperienza culturale, un modo insostituibile di leggere e organizzare la società. La limitazione del potere e della violenza, il rapporto con le cose, le relazione tra soggetti e gruppi sociali sono stati possibili essenzialmente in virtù della mediazione giuridica. Essa oppone all'arbitrio le regole, al conflitto un ordine concreto.