Sacerdoti e scienziati: chissà perché, all'orecchio dell'uomo contemporaneo, questa accoppiata suona male. Il punto è che i dogmi del positivismo, sposati sia da molti ambienti liberali sia dalle dittature novecentesche, detti e ripetuti infinite volte, hanno fatto breccia nell'immaginario collettivo, nutrito da una versione banale, zoppa e antistorica dell'affare Galilei. La realtà, però, è facilmente verificabile: all'origine della scienza sperimentale moderna vi sono essenzialmente uomini religiosi, profondamente religiosi; uomini per i quali studiare la natura altro non è che cercare di leggere il libro scritto dal Creatore, andare alla ricerca delle sue tracce, delle sue orme. Senza nessuna presunzione di possedere ogni verità, di ridurre la causa prima alle cause seconde, di trasformare la scienza sperimentale in una fede, di farne una metafisica onnicomprensiva... Così è stato per Keplero, Newton, Maxwell, Volta, Galvani, Planck, e per tantissimi altri giganti del pensiero scientifico. Così è stato anche per numerosi sacerdoti che hanno contribuito con il loro lavoro alla nascita della citologia, della biologia, della genetica, della cristallografia, della geologia, dell'astronomia... Nomi a tutti noti, come quello di Gregor Mendel, e meno noti, come quello di Georges Lemaître, padre del Big Bang, o del tutto dimenticati come quelli dell'Abbé Haüy, di padre Corti, padre Venturi, padre Bertelli, padre Secchi, padre Guglielmini.
Tra gli argomenti più utilizzati nella pubblicistica avversa alla Chiesa, quello della "caccia alle streghe" occupa uno dei primi posti. Alla Chiesa cattolica si fa risalire la causa della dura e secolare persecuzione che subirono molte donne, accusate di turpi commerci con il demonio e di invocare, attraverso riti, pozioni e filtri magici, l'intervento di potenze occulte per provocare danni a persone o cose. Questo Quaderno offre una lettura dei fatti più fedele alla verità storica, oggi assai ben documentata. E ci aiuta a scoprire che la Chiesa cattolica, contrariamente a quanto si crede, contribuì con grande efficacia ad assopire paure irrazionali e a combattere superstizioni di origine pagana che, favorendo la credenza popolare nell'opera nefasta delle streghe, furono all'origine di molti eventi drammatici. Che ebbero luogo, fatto salve alcune rarissime eccezioni, proprio in quelle terre dove la presenza della Chiesa era assai poco influente.
I cattolici conoscono poco la storia della loro Chiesa. È un'ignoranza grave, che ha tra le sue conseguenze anche quella di pregiudicare la nascita di un confronto proficuo con quanti non credono, che spesso non trovano nei credenti degli interlocutori informati. Che cosa ha significato l'avvento del cristianesimo nella storia? Per comprenderlo, secondo Agnoli, è bene istituire un confronto tra il prima (il mondo pagano) e il poi (la cristianità). Ci si accorgerà così che l'Incarnazione di Cristo non è stato un evento straordinario solo per chi vi crede, ma ha avuto ripercussioni sulla vita dei popoli e degli individui in generale. Il cristianesimo, infatti, ha liberato l'uomo antico dalle superstizioni e dalle paure che lo immobilizzavano; ha introdotto l'idea di libertà e di eguaglianza; ha cambiato il modo di guardare gli schiavi, le donne, i bambini, i malati. La nuova religione ha favorito la nascita della scuola e dell'Università, la diffusione degli ospedali e l'affermarsi della scienza moderna, proponendo un umanesimo pieno e universale, fatto di solidarietà, compassione e dialogo. Quella cristiana è una rivoluzione sociale, politica e culturale senza precedenti e tutt'ora in corso, da (ri)scoprire e da valutare con giudizio equanime, per capire cosa ha dato (e può ancora dare) alla nostra civiltà.
Un saggio sul contributo della Chiesa nella fondazione degli ospedali. La carità cristiana come principio ispiratore dell'assistenza e della cura ospedaliera.
Secondo una diffusa pubblicistica di stampo laicista, dovremmo attribuire al cristianesimo la maggior parte delle sventure e delle calamità che hanno contraddistinto gli ultimi due millenni della storia occidentale: dall’Inquisizione alle Crociate, dalla compravendita della salvezza con le indulgenze alla lotta della Chiesa per il potere temporale. Ma negare l’influenza positiva che il cristianesimo ha avuto nel promuovere lo sviluppo della cultura, dell’arte e della civiltà a livello mondiale sarebbe non solo segno di pregiudizio religioso, bensì indizio di profonda miopia storica. Eppure le pseudo-inchieste che oggi vanno per la maggiore tendono proprio a ridurre il cristianesimo a un’abile mistificazione, a una accozzaglia di racconti folcloristici che avrebbe tenuto l’umanità nelle tenebre della superstizione per secoli, causando discriminazioni, persecuzioni e delitti.
Se si esamina con obiettività la storia, non possono non vedersi gli enormi contributi che il cristianesimo ha portato in tema di sviluppo della civiltà: dalla protezione dell’infanzia all’abolizione della schiavitù, dalla lotta contro la magia alla rivalutazione della figura e del ruolo della donna, dall’impegno per la giustizia sociale alle lotte per i diritti di libertà e rappresentanza politica, dalla promozione all’istruzione alla fondazione degli ospedali e delle opere sociali, fino alle più recenti battaglie in favore della vita e della famiglia.
Alla fine di questo viaggio appassionante il bilancio è nettamente in favore di quanti riconoscono che il cristianesimo ha avuto l’indubbio merito di far fiorire i valori più profondi, originali ed essenziali della nostra civiltà.