
"Il presupposto di queste riflessioni è che l'11 settembre 2001 non sia stato consumato un "normale" attentato terroristico, che le azioni militari che ne sono seguite non siano state una "normale" rappresaglia, né una "normale" guerra, e che il fitto intreccio - la confusione - di categorie, di ambiti, di spazi che in questi fenomeni tuttora si manifesta tragga senso dall'orizzonte della globalizzazione, in cui essi si danno. E che quindi la catastrofe americana possa minacciare di cronicizzarsi, e segni se non l'inizio almeno la prima manifestazione in grande stile di una guerra di tipo nuovo, la guerra globale, che deve essere riconosciuta come una modalità della globalizzazione." (dalla Premessa dell'autore)
La figura del legionario romano, il fante cittadino che domina i campi di battaglia dell'antichità è strettamente legata ad una serie di valori che nascono da un profondo senso del dovere nei confronti dello Stato. A partire dagli archetipi omerici del guerriero e dall'analisi delle battaglie e degli armamenti oplitici, il libro segue l'evoluzione della figura del soldato, nel contesto degli ordinamenti militari greci, per poi concentrarsi sullo studio dell'esercito romano, cogliendo le trasformazioni di età monarchica, repubblicana e imperiale. Vengono descritte tattiche, armi ed equipaggiamenti dei legionari, nonché il loro universo culturale, politico e sociale, attraverso l'evoluzione storica degli eserciti nel mondo classico.
Il volume ricostruisce la Roma capitale dell'Italia unita e della nazione italiana. Diversi specialisti analizzano lo sviluppo demografico e sociale, la vita amministrativa, i rapporti con il governo centrale e con la Chiesa, l'evoluzione e l'espansione del tessuto urbano, il repertorio monumentale e simbolico chiamato a rafforzare le funzioni della nuova capitale.
Il volume illustra le strutture fondamentali del diritto e della costituzione in età moderna e contemporanea, ripercorrendone l'evoluzione in ambito europeo, fino alle soglie dell'attualità. Un gruppo di specialisti analizza le diverse forme che lo Stato moderno europeo ha assunto nei secoli, indagandone la struttura e l'attività.
Con il termine generale «invasori», usato in modo estensivo e per un arco temporale che va dalla fine del mondo antico alla formazione dello Stato nazionale, questo volume fa riferimento ad esperienze molto diverse che si sono svolte nella nostra penisola. Violente e ditruttive invasioni di popolazioni provenienti da lontane aree geografiche, insediamenti di principi stranieri, aggregazione di stati della penisola a monarchie di altri paesi. Il racconto di Arnaldi propone una riflessione complessiva sull'influenza che le invasioni hanno avuto sulla storia d'Italia.
Gli anni 1918-1933 furono in Germania gli anni della Repubblica di Weimar, di uno storico incontro fra il vecchio e il nuovo nella cultura e nella politica, nelle arti e nella letteratura, nel pensiero sociale e nella scienza, con i cabaret affollati, l'espressionismo, Lola-Lola e Heinrich Mann, la musica di Arnold Schönberg e il teatro di Bertold Brecht, l'espressionismo e la Bauhaus. Ma quegli anni conobbero anche la miseria, la rabbia politica, gli estremismi, la violenza, l'inflazione devastante, gli effetti del trattato di Versailles.
La cucina è stata paragonata al linguaggio: come questo essa possiede vocaboli (i prodotti, gli ingredienti) che si organizzano secondo le regole di grammatica (le ricette), di sintassi (i menu, ossia l'ordine delle vivande), di retorica (i comportamenti conviviali). Come il linguaggio, la cucina contiene ed esprime la cultura di chi la pratica, è depositaria dell'identità di gruppo. Ma è anche il primo modo per entrare in contatto con gli altri: più della parola, il cibo si presta a mediare tra culture diverse, aprendo i sistemi di cucina a incroci o contaminazioni. In questo volume, storici, antropologi, sociologi, illustri discutono il ruolo della cucina come identità culturale e come veicolo e prodotto dello scambio cuilturale.
Nell'autunno del 1942 le forze italo-tedesche, guidate dal generale Rommel, furono sconfitte dall'VIII armata britannica del generale Montgomery. In questo volume Petacco ricostruisce l'intera campagna dell'Africa settentrionale, individuando la chiave della sconfitta di Rommel: la sistematica intercettazione dei messaggi tedeschi da parte degli Alleati, ormai in grado, grazie al decodificatore "Ultra", di decifrare "l'Enigma", il criptatore a torto ritenuto inviolabile dai tedeschi, che gettarono la responsabilità della sconfitta sui "traditori" italiani.
Il volume, curato da Walter Barberis, raccoglie interventi di vari autori su un tema comune, quello della guerra, che ha avuto un'enorme importanza nella storia del nostro Paese. La guerra ha "offerto" agli italiani l'occasione per inventarsi forme d'arte e tecnologie, letteratura e scienza, architettura e industria, ideologie e dottrine politiche. Firmano i saggi, tra gli altri, Alessandro Barbero, Mirella Mafrici, Francesco Paolo Fiore, Filippo Camerota, Lina Bolzoni, Sergio Mamino, Piero Del Negro, Corrado Vivanti, Salvatore Silvano Nigro, Vincenzo Ferrone, Giorgio Rochat, Alberto Asor Rosa.
La genesi della cultura occidentale è da ricercare nella cultura greco-ellenistica, nella cultura latina, in quella cristiana e nella bizantina, che rispettivamente si sono sviluppate con specifiche peculiarità nel contesto della civiltà occidentale. Queste forze culturali e spirituali, nell'incontro-scontro con i barbari che invasero l'impero romano e con gli Arabi, hanno dato origine prima ad una manifestazione unitaria della cultura europea nel Medioevo e poi alla sua variegata articolazione nell'epoca moderna e contemporanea. Ma le radici sono sempre da ricercare ad Atene, a Roma ed a Bisanzio. Il volume intende offrire una sintesi, delle piste di ricerca e di approfondimento personale del contesto storico-culturale dell'Occidente.