
Carlo d’Asburgo, l’ultimo erede del Sacro Romano Impero, è stato beatificato da Giovanni Paolo II il 3 ottobre 2004. Una beatificazione sofferta e difficile a causa di varie “leggende nere” e maldicenze che hanno tentato di offuscarne la vita privata e quella pubblica. Nella “positio”, il dossier vaticano utilizzato per il processo canonico, storici, medici, cardinali ed insigni teologi fanno piena luce su questo pio imperatore smascherando complotti, intrighi ed infamie che lo hanno travolto facendolo morire in esilio, abbandonato da tutti, lontano dal suo Paese e senza un soldo. Una religiosa orsolina, quando Carlo era ancora fanciullo, aveva profetizzato che sarebbe diventato imperatore ma che avrebbe anche dovuto soffrire molto e sarebbe stato al centro degli attacchi del male. Ma chi furono gli artefici di questa congiura e di questa gigantesca macchinazione? E soprattutto perché? Con testimonianze, prove, documenti segreti e miracoli, gli studiosi della Santa Sede non hanno più dubbi sul ruolo avuto dalla Massoneria e dai vari “confratelli” sparsi in tutta Europa che avevano come obiettivo quello di annientare, per poi dividersi, l’Impero austro-ungarico, ultimo baluardo del cristianesimo. La Santa Sede, inoltre, ha deciso di beatificare l’ultimo sovrano cristiano proprio nel momento in cui l’Unione Europea non ha voluto il riferimento alle radici cristiane nella propria Costituzione, per continuare a lanciare il suo messaggio di speranza e di unità.
Note sull'autore
David Murgia, 47 anni, giornalista professionista, lavora a Tv2000 dove è autore e conduttore di Vade Retro e Indagine ai Confini del Sacro. È stato vaticanista de Il Tempo. Collabora con la Rai. È autore di “Suor Faustina e il mistero del dipinto più venerato al mondo” (Ares, 2018), “Vade Retro” (Oscar Mondadori, 2017) e coautore di “Satana in tribunale” (San Paolo, 2004).
"Età oscura" e "millennio della superstizione" sono solo due delle tante definizioni date, nel tempo, al Medioevo. Ma questo periodo storico fu davvero "buio" come si è ormai cristallizzato nell'immaginario collettivo? In realtà, la maggior parte degli studiosi del Nuovo Millennio afferma che quel periodo della storia dell'umanità contenga già, in embrione, molti degli aspetti determinanti dell'Europa moderna. Questo libro, lasciando sullo sfondo le grandi vicende militari, gli scontri epocali tra Impero e Papato, i nomi e le date che hanno fatto la Storia e che si trovano sui manuali, cerca di cogliere gli aspetti più insoliti e curiosi dell'epoca: cosa si mangiava, come ci si vestiva, come si impiegava il tempo libero, come si faceva l'amore... Mille anni di storia, dalla caduta dell'impero romano d'occidente (476) alla scoperta dell'America (1492), che hanno plasmato una delle civiltà più ricche, affascinanti e contraddittorie di tutti i tempi.
Le strategie, le armi e i protagonisti del conflitto che ha cambiato l'assetto del mondo. La seconda guerra mondiale rappresenta senza ombra di dubbio lo spartiacque della storia del Novecento, un evento unico per la ferocia dei combattimenti e il numero di persone coinvolte. Il crudele bilancio finale parlerà di sessanta milioni di morti in uno scontro che, sui diversi fronti, non è stato solo una contrapposizione di eserciti, ma una lotta per la supremazia economica e militare, una sfida tra i totalitarismi e i nazionalismi da una parte e il mondo democratico dall'altra. Questo libro vuole ripercorrere le battaglie che ne hanno determinato l'esito, dal primo scontro in Polonia fino al suo epilogo a Berlino, in un'innovativa prospettiva comparativa. I teatri operativi qui descritti sono molteplici: si va dalla Guerra-lampo al Fronte orientale, dalla Campagna d'Africa al Fronte italiano, da quello occidentale al Pacifico, oltre alle battaglie che videro protagonisti in prima persona gli italiani e alla caduta finale del Reich. Un lavoro esauriente, indispensabile per chi vuole disporre di un compendio completo, ma anche un testo stimolante per chi si avvicina per la prima volta alla storia del nostro recente passato.
Questo terzo volume di Storia della politica internazionale valuta l'evoluzione interna ai due blocchi "Est-Ovest" nel periodo 1957-2017. Esclusa la possibilità di prevalere con un confronto militare aumenta lo sforzo dei due competitori per rendere ottimale il proprio modello. Vengono esaminate le alleanze, le unioni economico-sociali, gli impegni umanitari e la presenza all'interno dell'ONU. Emerge il ruolo esercitato dalle grandi potenze sia nel mondo liberal-democratico che in quello marx-lenin-maoista. Gli USA sono impegnati in un ciclopico sforzo nelle Americhe, in Europa, in Asia e anche in Africa sotto la guida di diversi presidenti fra i quali Kennedy, Nixon, Carter, Reagan, Bush, Clinton, Obama e Trump. L'esame del mondo comunista si sofferma sull'evoluzione sovietica fino alla dissoluzione dell'URSS; in questi decenni sono al centro della scena Krusciov, Breznev e Gorbaciov. Negli anni successivi la guida della Russia è assunta da Eltsin e da Putin. Un'attenzione specifca è riservata al lungo dopo- guerra tedesco; la Germania, debellata, occupata e divisa persegue con tenacia la riunificazione. Un rilievo particolare è riservato alla Cina durante gli anni di Mao Tsè-tung, Deng Xiaoping e Xi Jinping; sono esaminate anche la questione tibetana e il dissidio con Formosa. Un breve capitolo conclusivo è dedicato ai Paesi non allineati (PNA) e al loro attuale impegno politico. In questo quadro è avviato il processo integrativo del continente africano prima con l'Organizzazione dell'unità africana (OUA) e, in seguito, con l'Unione africana (UA).
Questa monografia sulla civiltà rinascimentale, studiata a partire da uno dei suoi maggiori protagonisti, è il frutto di una ventennale ricerca, dalla quale emerge l'immagine inusitata di Leonardo, come genio formatosi grazie agli ammanchi affettivi della sua infanzia, e del Rinascimento come epoca instabile e anticipate in cui l'uomo tardo-medievale scopre la sua individualità psichica e desiderativa, in precedenza incapsulata all'interno di mediazioni teologiche e magico-cosmiche. E, assieme a Leonardo, sono altri aspetti fondanti del paradigma moderno ad acquistare un'insolita perspicuità: l'elaborazione di un nuovo codice etico-sociale nell'ideale cortigiano di Bembo e Castiglione e, con Ariosto, la narrazione dell'individuo moderno alla scoperta di sé attraverso la simbologia dell'epos cavalleresco. Dalla ricerca di Fornari affiora non solo un ritratto inedito di un personaggio che tutti credono ormai di conoscere, ma anche un panorama culturale in grado di far scoprire all'uomo contemporaneo le sue radici dimenticate.
Giuseppe Fornari è docente di Storia della Filosofia all'Università di Bergamo, ha formulato la teoria della mediazione oggettuale, che studia i processi genetici della cultura e li applica come chiave interpretativa della storia del pensiero nei suoi aspetti non solo filosofici ma anche religiosi, artistici, politici. Tra i suoi libri: Il caso Nietzsche (con René Girard, 2002); La bellezza e il nulla (2005); Da Dioniso a Cristo (2006); L conoscenza tragica in Euripide e in Sofocle (2013); Storicità radicale (2013); Catastrofi della politica (2014); Mito, tragedia, filosofia (2017).
Anno 166 della nostra era: primi nella storia, alcuni cittadini romani entravano in Cina dopo un lungo viaggio per mare dall'impero dell'Occidente alle coste annamite dove sbarcarono. Avevano percorso l'Egitto, attraversato il mare Eritreo, erano approdati in India da dove si erano diretti verso la penisola malese, avevano costeggiato l'Indocina per gettare infine l'ancora a nord del Vietnam e percorrere la via terrestre che doveva condurli fino all'Impero Celeste. Questo straordinario episodio, ricordato dagli storici cinesi, costituisce il punto di partenza per l'affresco di Jean-Noël Robert, che racconta la storia affascinante della ricerca di un contatto tra i due più grandi imperi dell'antichità. Un viaggio nel tempo e nello spazio che parte da Alessandro Magno e, concentrandosi sul II e III secolo dopo Cristo, tocca non solo l'Impero romano e quello cinese, ma tutto l'intreccio delle civiltà tra Europa e Asia. Gli scambi economici, culturali e religiosi, insieme ai contatti politici e agli scontri militari, diventano legami profondi tra Roma, la Persia dei Parti, l'India e la Cina, senza dimenticare i popoli nomadi dell'Asia Centrale. Una storia profonda quanto nascosta rispetto alle narrazioni usuali, ricca di suggestioni e significati, per illuminare alcune pagine del progresso dell'umanità, sulle tracce di quei viaggiatori guidati dalla loro vocazione a diventare i cittadini del mondo.
James Schwarzenbach, cugino della scrittrice Annemarie Schwarzenbach, è un editore colto e raffinato di Zurigo. La sua è una delle famiglie industriali più ricche della Svizzera. A metà degli anni Sessanta entra a sorpresa in Parlamento a Berna, unico deputato del partito di estrema destra Nationale Aktion. Come suo primo atto promuove un referendum per espellere dal Paese trecentomila stranieri, perlopiù italiani. È l'inizio di una campagna di odio contro i nostri emigrati che durerà anni, e che sfocerà nel voto del 7 giugno 1970, quando Schwarzenbach, solo contro tutti, perderà la sua sfida solitaria per un pelo. Com'è stato possibile? Cosa ci dice del presente questa storia dimenticata? E come si spiega il successo della propaganda xenofoba, posto che la Svizzera dal 1962 al 1974 ha un tasso di disoccupazione inesistente e sono proprio i nostri lavoratori, richiamati in massa dal boom economico, a proiettare il Paese in un benessere che non ha eguali nel mondo? Eppure Schwarzenbach, a capo del primo partito anti-stranieri d'Europa, con toni e parole d'ordine che sembrano usciti dall'odierna retorica populista, fa presa su vasti strati della popolazione spaesata dalla modernizzazione, dalle trasformazioni economiche e sociali e dal '68. Fiuta le insicurezze identitarie e le esaspera. "Svizzeri svegliatevi! Prima gli svizzeri!" sono i suoi slogan, mentre gli annunci immobiliari specificano: "Non si affitta a cani e italiani". In una serrata inchiesta fra racconto e giornalismo, Concetto Vecchio fa rivivere la stagione dell'emigrazione di massa, quando dalle campagne del Meridione e dalle montagne del Nord si andava in cerca di fortuna all'estero. E in un viaggio nella memoria collettiva del nostro Paese, nell'Italia povera del dopoguerra, raccoglie le voci degli emigrati di allora e sottrae all'oblio una storia di ordinario razzismo di cui i nostri connazionali furono vittime.
In che modo, e perché, si rideva nella Roma antica? Come agiva il riso nella cultura dell'élite romana? Qual era il suo compito politico, intellettuale, ideologico? E che cosa ci dice di come funzionava la società? In questo libro, Mary Beard esplora le varie forme della comicità a Roma, gettando nuova luce su alcuni celeberrimi classici, dalle commedie di Plauto all'inquietante "Asino d'oro" di Apuleio. In queste pagine non si parla solo di letteratura, ma del riso nella vita quotidiana, fra barzellette e scherzi burloni, fra uomini comuni e imperatori, fra scritte ingiuriose e motti di spirito, perché ridere è anche una questione di potere.
Rocco Petrone fu il direttore del lancio dell'Apollo 11 da Cape Kennedy il 16 luglio 1969: l'uomo del «go» alla missione che avrebbe portato i primi uomini sulla Luna. Figlio di contadini lucani che avevano cercato fortuna in America, era nato a Amsterdam, New York, nel 1926. Non aveva ancora sei mesi quando il padre morì in un terribile incidente, travolto da un treno. Lo attendeva una vita di sacrifici ai quali non si sottrasse. Imponente nel fisico e vivace nell'intelligenza, si pagò gli studi lavorando. A diciassette anni fu ammesso all'Accademia militare di West Point, dove fece parte della squadra vincitrice del campionato nazionale di football. Diventato ufficiale dell'esercito americano, completò gli studi al Massachusetts Institute of Technology e divenne uno dei maggiori esperti di missili e rampe di lancio. Voluto alla Nasa da von Braun, lavorò alla costruzione del Saturno V e della mitica rampa di lancio 39 da cui partirono gli astronauti verso la Luna. Poi fu promosso direttore del programma Apollo e, al culmine della carriera, divenne il numero tre della Nasa. Mori a ottant'anni a Palos Verdes Estates, una cittadina costiera della California, dove si era ritirato per dedicarsi ai suoi amati studi sulla guerra civile americana. Prefazione di Tito Stagno.
Nato da un’esperienza di dialogo con i ragazzi nella scuola e a essi principalmente rivolto, il libro costituisce anche per il lettore adulto una possibilità di approfondimento sulla nascita e lo sviluppo della civiltà europea. Lo smarrimento dell’identità causato dal nichilismo dominante può indurre alla paura e al risentimento. Invece, la scoperta dello straordinario patrimonio di umanità generato nei popoli che si sono lasciati investire dall’annuncio cristiano apre a una nuova concezione della persona e della storia. Lungo i secoli questa concezione, in cui sono confluiti l’apporto biblico, quello greco e quello romano, ha dato forma alla fisionomia dell’uomo europeo. Dopo i cenni sulla crisi della modernità, gli autori segnalano alcuni esempi delle moltissime realtà di vita buona oggi attive in Italia, in Europa e nel mondo. Realtà generate «dal basso», cioè non dalle istituzioni, ma dalla libera aggregazione delle persone. A riprova che le radici sono ancora vive e continuano a produrre.
Da più di trent'anni, i giornalisti Fausto Biloslavo e Gian Micalessin raccontano le guerre di tutto il mondo. Spinti dalla passione per il reportage e dal gusto per l'avventura, hanno visto la morte a un passo, hanno pianto amici e colleghi meno fortunati e hanno vissuto sulla propria pelle esperienze dolorose che hanno avuto la forza di raccontare. Dall'Afghanistan ai massacri in Uganda, dalle fosse comuni nell'ex Jugoslavia fino alle guerre in Iraq, Siria, Libia e Cecenia, in questo libro gli autori ci accompagneranno in un viaggio denso di pericoli e drammi, coraggio e paura. Capitolo dopo capitolo, sentiremo il frastuono delle battaglie, il rumore martellante dei proiettili e quello sordo delle granate. Vedremo negli occhi mercenari e criminali responsabili di atroci delitti, ma anche soldati coraggiosi che combattono per la libertà. Conosceremo bambini costretti a imbracciare un fucile fin dai primi anni di vita e altri che sono riusciti a salvarsi dall'orrore della guerra. Ascolteremo le parole di chi è pronto a immolarsi per un ideale distorto e le prime frasi pronunciate da un fotografo dopo un mese e mezzo di prigionia in Cecenia. Sentiremo la paura nella voce tremante di un'inviata che sta documentando l'epidemia del virus Ebola in Zaire e scopriremo cosa vuol dire essere circondati dall'odore della morte. In queste pagine troveremo la fede e la ragione, lo sconforto e la speranza. Troveremo l'amicizia e il dolore. Troveremo la guerra come non ci viene mai raccontata. Prefazione di Massimo Donelli.