
Nato in un villaggio dell'Alta Sabina da una famiglia estranea alla vita politica romana, Vespasiano fu imperatore inaspettato. Riuscì a trarre vantaggio dalle competenze militari di cui diede prova nella guerra di Giudea e con un'attenta strategia si assicurò consensi nell'esercito e in politica. Agli eccessi dei Giulio-Claudi contrappose la modestia, chiave del successo del suo principato. Tra le pagine di questo libro riviviamo le tappe della sua ascesa e la determinazione con la quale elaborò il suo progetto dinastico.
"Per Winckelmann la classicità comporta un'assenza di psicologia. Tutta la sua teoria, che sarà troppo a lungo accusata di freddezza, tende a vedere nell'arte non l'espressione dell'individuo, ma la ricerca dell'assoluto. L'arte aspira all'ideale, e l'ideale è l'oggettività dal punto di vista dell'eterno. Quella di Winckelmann non è un'arte senza vita, come sosterranno i romantici, ma un'arte senza artisti. [...] Ad una storia dell'arte come catena di biografie, quale era stata condotta da Plinio a Vasari, Winckelmann sostituisce per la prima volta una storia dell'arte come sequenza di opere. E le opere sono indizi non tanto della personalità del loro autore, quanto del mistero senza nome della bellezza, e come indizi vanno considerate. Nasce di qui l'attenzione implacabile ai particolari, la necessità di una visione diretta. L'occhio di Winckelmann è quello del cartografo, che non si chiede chi ha creato le montagne o le acque, ma ne indaga le apparenze, le manifestazioni. All'arte come intimismo, come diario privato dell'artista oppone l'arte come suprema impersonalità. Perché è solo oltrepassando la propria soggettività che ci si avvicina al divino. Allo stesso modo, anche osservare l'opera significa eludere se stessi. Dunque non si tratta di sentirsi rappresentati, ma al contrario di liberarsi di sé: vivere qualche attimo tra Delo e i boschi sacri della Licia, nel sollievo di un pensiero universale". (Dalla postfazione di Elena Pontiggia)
Con una documentazione dettagliata, frutto di una raffinata erudizione, l'autore traccia le grandi linee della spiritualità cristiana da san Gregorio a san Bernardo, offrendo nuovi dati di lettura e particolari ancora poco conosciuti. Lo studio delle istituzioni, dei movimenti, delle mentalità e delle correnti ideologiche, dei documenti collettivi o anonimi apre nuovi orizzonti e ampie prospettive sulla stagione del Medioevo che va dal VI al XII secolo. In questo quadro si delineano la vita spirituale dei regni successivi alle invasioni dei barbari, il fervore religioso dei secoli X e XI, le figure di sant'Anselmo e di san Bernardo, il ruolo dei certosini e dei cistercensi.
Sommario
I. La dottrina di san Gregorio. II. L'invasione irlandese. III. La vita spirituale nei regni barbarici. IV. Il rinnovamento carolingio. V. Il fervore al tempo dell'anarchia e della riforma. VI. Gli ordini nuovi. VII. La tradizione benedettina. VIII. La scuola cistercense. Bibliografia. Abbreviazioni. Indice degli autori antichi, personalità menzionate, opere anonime. Indice degli autori moderni. Indice dei luoghi. Indice dei temi svolti.
Note sull'autore
Jean Leclercq (1911-1993), benedettino francese, storico, monaco dell'abbazia di Clervaux, è stato studioso universalmente noto del monachesimo medievale, curatore dell'Opera omnia di san Bernardo e autore di altri testi, tra cui L'amour des lettres et le désir de Dieu, pubblicato a Parigi nel 1957 e tradotto in molte lingue.
Il volume raccoglie 47 testimonianze di esponenti del mondo cattolico che hanno partecipato in modo diverso all'esperienza resistenziale. L'opera intende offrire un contributo alla più recente produzione storiografica e all'articolato dibattito che ad essa si è accompagnato relativamente alla presenza, al ruolo e al significato della partecipazione cattolica alla Resistenza. Ai risultati finora acquisiti attraverso lo studio di una vasta gamma di fonti scritte, si è voluto affiancare l'apporto della storia orale quale proficuo strumento di integrazione e di verifica della documentazione e della letteratura sul tema.
Nell'antica Grecia, i cosiddetti "riti" di passaggio celebravano appunto il passaggio di un individuo da un gruppo sociale a un altro. Questo volume si occupa del rito legato ad Artemide Brauronia, in quanto nell'Artemison di Brauron, in Attica, si svolgeva il cerimoniale delle "giovani orse", durante il quale le fanciulle mimavano le movenze di un'orsa per celebrare il passaggio dallo stato di ferinità/verginità, presieduto da Artemide, a quello dell'amore/matrimonio, presieduto da Afrodite. Attraverso un'analisi accurata che esplora il mito, la letteratura e soprattutto i complessi costumi sociali della Grecia classica, l'autore apre lo scrigno di uno dei più misteriosi, ma affascinanti, riti di passaggio di cui sia giunta notizia.

