
L'ascesa di Cesare avvenne all'insegna della sfida alle istituzioni e di una attenta valutazione di opportunità e alleanze. Giovane militante del partito avverso a Silla, alla sua vittoria dovette riparare all'estero per rientrare a Roma solamente alla morte del dittatore. Prima questore e poi magistrato edile, pontefice massimo e pretore, Cesare si servì delle cariche repubblicane per acquisire visibilità, divenendo molto popolare anche tra la plebe. Governatore della Spagna, poi console, egli strinse nel primo triumvirato un'alleanza politica con Pompeo e Crasso, ma al ritorno dalle vittoriose campagne di Gallia divenne personaggio ingombrante. La sua uccisione aprì la strada all'impero di Augusto.
Storia e cultura di una civiltà antichissima, che intrecciò religione e scienza e influenzò profondamente l'America centrale, per scomparire all'improvviso sotto i colpi dei "conquistadores".
I celti godono di una popolarità che non si è mai interrotta, ma che è cresciuta nel tempo. Non è facile dare una spiegazione di questa fortuna. In questa introduzione si troverà quanto occorre sapere sul mondo dei celti: le origini, la società, l'organizzazione politica, la cultura, la religione e la mitologia di uno dei popoli più importanti della storia europea.
Il volume esamina il processo che portò all'unificazione dei territori tedeschi sotto l'egemonia prussiana e alla proclamazione del Secondo Reich nel 1871. L'autore discute il contesto economico, culturale e politico del processo, tanto a livello europeo che nelle varie realtà tedesche. L'unificazione è seguita nel succedersi dei conflitti bellici con la Danimarca, la Francia e l'Austria, con un'analisi delle ragioni che hanno reso possibile alla Prussia la conquista dei territori e delle dinamiche che hanno portato a percepire quella conquista come una unificazione nazionale.
Il periodo tra Antichità e Medioevo, ormai comunemente denominata Tardoantico, gode oggi negli studi di una particolare fortuna. Considerato tradizionalmente un periodo di decadenza, l'epoca cosiddetta "tardoantica" ha ormai acquisito una propria dignità in quanto sostrato dell'Europa moderna. Il volume di Brandt traccia, secondo tale nuova prospettiva, la storia di questo momento di trapasso fra il terzo e il sesto secolo d.C., segnato da numerosi contrasti e rivolgimenti. L'autore mette in luce quanto vasti siano l'eredità e gli impulsi che da quell'età discendono: basti pensare alla diffusione del Cristianesimo, alla tensione fra potere ecclesiastico e potere secolare, alla codificazione del diritto.
Emerito di Egittologia nell'Università di Friburgo, l'autore cerca di dare una succinta e vivace informazione sui quattromila anni di storia della civiltà egizia, dalla preistoria fino al suicidio di Cleopatra, che segna la fine dell'Egitto dei faraoni. Seguendo la successione dei Regni (antico, medio e nuovo) e delle dinastie, l'autore fornisce anche una descrizione generale della società egizia, delle sue strutture, della sua cultura.
In questa sintesi, Hösch traccia l'evoluzione storica dei Balcani a partire dall'età antica; dopo averne tratteggiato i caratteri generali, il volume si sofferma in particolare sulla secolare presenza nella regione dell'impero ottomano. Il fuoco del volume è tuttavia fondamentalmente sull'età contemporanea, sul groviglio di conflitti che trovano nei Balcani l'innesco della Grande Guerra, sugli assetti dell'area decisi a Versailles, e sulle vicende del secondo dopoguerra.
Dal Medioevo a oggi, la storia dei paesi baltici entrati nell'Unione europea nel 2004. Dalle crociate dei Cavalieri Teutonici nel Medioevo all'ingresso di Estonia, Lettonia e Lituania nell'Ile, ottocento anni nella turbolenta storia di un territorio di frontiera. Del resto questi paesi si sono caratterizzati a lungo più come conglomerati territoriali che come vere unità politiche, economiche, socili e cultirali, in una sovrapposizione generale di etnie. La stessa denominzione "paesi baltici" deriva dal loro comune destino quali Stati indipendenti, dal tentativo, fallito, di collaborare fra loro negli anni tra le due guerre mondiali e, infine, dall'essere stati riuniti in compagini amministrative più vaste, dapprima sotto il dominio tedesco, poi sotto quello sovietico.
Un viaggio nella stregoneria attraverso il tempo e le culture. Perché si crede alle streghe? A quali paure e speranze danno corpo? Fra antropologia e storia, un itinerario attraverso il tempo e le culture per identificare i tratti comuni della stregoneria, della caccia alle streghe e della lotta alla superstizione.
Gli Unni, popolo di cavalieri nomadi originari delle grandi steppe eurasiatiche, alla fine del IV secolo d.C. si affacciarono nelle terre a nord del Danubio, ai confini del mondo romano. Negli anni successivi, soprattutto sotto il loro re Attila, "il flagello di Dio", le scorrerie dei guerrieri unni divennero un pericolo sempre più incombente e temibile, persino per una grande potenza quale era allora l'impero romano. Solo nel 451 un'ampia coalizione formata da Romani, Visigoti, Burgundi, Franchi e da diverse altre tribù riuscì a impegnare gli Unni in una vera e propria battaglia, ai Campi Catalaunici, infliggendo ad Attila una cocente sconfitta. Da quel momento gli Unni escono dalla storia politica, per sopravvivere però nell'immaginario collettivo come l'emblema stesso dei barbari. Il volume offre una ricca sintesi di tutto quanto si sa sugli Unni: origini, tradizioni, strutture politiche, rapporti con l'impero romano, vicenda politico-militare.
Timo Stickler insegna Storia antica nell'Università di Düsseldorf. Tra gli altri suoi libri: "Aetius. Gestaltungsspielräume eines Heermeisters im ausgehenden Weströmischen Reich" (2002).
L’età ellenistica è quella compresa fra la morte di Alessandro Magno (323 a.C.) e l’annessione dell’Egitto, ultimo regno ellenistico, allo stato romano dopo la battaglia di Azio (31 a. C.). Di questa importante fase storica il volume fornisce una griglia generale di lettura degli avvenimenti, integrata dalle informazioni di base sulla società e la cultura. L’esposizione intende anche dare un’idea della ricca elaborazione storiografica sull’argomento, ricorrendo a frequenti citazioni esemplari sia dalle fonti antiche, sia dalla storiografia contemporanea.
Pochi storici hanno avuto, come Vito Fumagalli, il talento di evocare quasi visivamente il mondo dell'uomo medievale. A partire da una preparazione versata in particolare nella storia dell'ambiente e dell'agricoltura, egli sapeva reimmergere il lettore entro il paesaggio e la vita comune del Medioevo, raccontando con grande efficacia il rapporto quotidiano tra uomo e natura: gli animali, le coltivazioni, i boschi, i fiumi, le alluvioni, le malattie, e insieme il complesso di sentimenti e atteggiamenti che quel rapporto generava, In questo volume Fumagalli aveva raccolto alcune delle sue pagine più dichiaratamente narrative centrate sul Medioevo padano: sull'elemento predominante delle foreste, innanzitutto, animate da pericoli veri e immaginari, e poi sul graduale addomesticamento del territorio con la ripresa dell'agricoltura e dei commerci e la rinascita delle città. È la Padania di Matilde di Canossa e di Cangrande della Scala, dei goliardi e dei monaci, dei contadini e dei pastori...