
La storia dell'antica Roma e del suo gigantesco impero colpiscono ancora oggi per due aspetti: in primo luogo per la forza di un esercito che fece di un villaggio sui colli del Lazio la prima superpotenza mondiale, assoggettando popoli diversissimi per lingua, storia, cultura, religione, costumi, tradizioni... E poi perché il secondo straordinario successo di Roma fu quello di unire e amalgamare all'interno di un'unica cultura condivisa diversi milioni di cittadini, dalle fredde coste del Mare del Nord alle pianure mesopotamiche, dalle rive del Mar Nero alla costa atlantica di quello che oggi è il Marocco. In questo saggio, Boris Johnson, che prima di diventare giornalista e uomo politico di successo ha studiato Antichità Classica a Oxford, ci spiega come Roma sia riuscita prima a imporsi con la forza delle armi; e poi a costruire un sistema politico - e soprattutto una civiltà - in grado di unire moltissime differenze. È una ricostruzione storicamente impeccabile, ma anche brillante e ricca di curiose sorprese. E offre indicazioni utili: perché, ci ricorda Boris Johnson, per certi aspetti la sfida che dovette affrontare l'antica Roma non è così diversa da quella che deve affrontare oggi l'Europa, alle prese con i problemi dell'immigrazione e dell'integrazione.
In Italia, in tutta l'Europa, il Medioevo lo incontriamo ogni giorno. Passiamo davanti a una chiesa del Duecento andando al lavoro, apprezziamo le rime che cantano l'amor cortese e meditiamo sulle vite esemplari dei grandi santi. Attraverso mille romanzi e film sogniamo avventure di cavalieri luccicanti e donzelle in affanno o magari di monaci avvelenatori. Tuttavia quel mondo ci resta per molti versi estraneo, sempre sconosciuto e ogni volta, per questo, più affascinante. E non perchè sia un tempo lontano, ma anzi, proprio perchè ne siamo ancora permeati non riusciamo a prenderne le distanze e continiuamo a farlo vivere in noi in maniere più o meno consapevoli.
Benché in passato i rapporti tra storici e scienziati non siano sempre stati idilliaci, oggi lo scambio tra le due aree si è fatto sempre più intenso e proficuo: la pratica della ricerca storica è così influenzata da concetti, modelli e metodi propri delle discipline sociali, così come queste ultime si sono aperte all'approccio storico. L'autore è stato uno dei protagonisti di questa convergenza. Ora in questo nuovo volume, che testimonia del cammino percorso in questa direzione, Burke allarga la sua visuale al contributo dell'intero campo delle scienze sociali.
La guerra civile o guerra di secessione che si combatté fra il Nord e il Sud degli Stati Uniti dal 1861 al 1865 fu un conflitto che lasciò sul terreno oltre seicentomila morti e che ebbe conseguenze enormi sulla società e sull'economia del paese, a partire dall'emancipazione degli schiavi neri. Reid Mitchell ripercorre la storia della guerra di secessione, esponendone in primo luogo l'andamento dal punto di vista militare, e poi collocandola all'interno della politica dell'Unione e dei Confederati. Una particolare attenzione è data agli aspetti sociali della guerra e alle differenti conseguenze che essa ebbe su uomini e donne, sulla popolazione bianca e su quella nera.
La guerra di Corea, che si concluse con l'armistizio del luglio 1953, è stato il primo grande episodio di tensione internazionale nella guerra fredda, dove mondo occidentale e mondo comunista si sono affrontati. L'attacco della Corea del nord comunista a quella del sud nel giugno 1950 determinò l'intervento americano e un conflitto su cui aleggiava lo spettro di una guerra nucleare. Il volume esamina l'intera vicenda della guerra di Corea collocandola nel contesto degli equilibri mondiali del dopoguerra e vedendone le conseguenze, dall'ingresso della Germania nella Nato al trattato di pace con il Giappone, dall'ingresso della Cina sulla scena mondiale all'impiego anticomunista statunitense.
Questo saggio studia il periodo di storia italiana compreso fra il 1430 e il 1560. Dopo aver tratteggiato la fortuna storiografica del Rinascimento, il volume descrive l'evoluzione generale della situazione politica, la tipologia degli stati che si svilupparono nella penisola, la formazione della società di corte, l'emergere di un diffuso mecenatismo artistico utilizzato dalle classi dirigenti con intenti propagandistici e per rafforzare la propria immagine, e la straordinaria fioritura della cultura umanistica. Il volume mostra anche come il Rinascimento italiano abbia esteso la sua influenza sul resto d'Europa e come la società aristocratica europea abbia conservato a lungo cultura e stili di vita elaborati nell'Italia rinascimentale.
Studioso di storia tedesca, David G. Williamson ha insegnato Storia e Politica nella Highgate School di Londra. In questo libro, dopo aver fatto un breve panorama dello stato degli studi, segue l'emergere del nazionalsocialismo negli anni Venti, l'ascesa al potere di Hitler nel 1933, l'organizzazione dello stato nazista e il consolidamento della sua presa sulla società tedesca, l'azione economica, la politica estera, il razzismo, da ultimo la condotta della guerra fino alla catastrofe finale del paese.
Marcello Flores dedica un'attenzione speciale al mondo extraeuropeo, alle dinamiche tra centri e periferie del globo, agli eventi che unificano sotto i medesimi processi paesi diversi e lontani. La novità di questa storia risiede principalmente in uno sguardo spiazzante che sa rendere evidente come il Novecento sia un secolo a dimensione globale: un secolo mondo appunto. Una narrazione concreta e densa di fatti in cui accanto all'evoluzione economica e sociale trovano posto i mutamenti della mentalità, la storia dei paesi e la storia degli uomini, secondo un tracciato che va, in questo primo volume, dalla guerra dei boxer alla seconda guerra mondiale.
La peste arrivò in Europa nell'ottobre 1347, su una nave proveniente dalla Crimea che altraccò a Messina carica di marinai morti o moribondi. Si diffuse molto in fretta e uccise circa un terzo dell'intera popolazione europea. Fino a tutto il Seicento, l'Europa ha dovuto convivere con ondate pressoché regolari di epidemia; la popolazione europea ha impiegato quattro secoli a tornare ai livelli precedenti il 1350. La peste ha dunque impresso un segno fortissimo e decisivo sulla vita europea nell'età moderna. Questo volume sintetizza la storia della "morte nera" e del suo impatto sull'Europa.
La prima metà del Novecento fu un'epoca di guerre, di distruzioni e rivoluzioni che mise l'Europa e a ferro e fuoco. Traverso descrive i tratti principali di questa "guerra civile europea"; il misto di violenza arcaica, fredda violenza amministrativa e tecnologia moderna per annientare il nemico, la brutalizzazione delle popolazioni forzate all'esodo o all'esilio, lo scatenamento emotivo dei conflitti fra civili all'interno delle società (in Urss, 1917-23;in Spagna, 1936-39; Resistenza 1939-45), l'impero della paura e della morte nella mente degli uomini.
Negli ultimi anni l'Armenia e la sua storia si sono trovate spesso al centro dell'attenzione. Oltre alle discussioni intorno al genocidio subito nel 1915 per opera dei turchi, altri fatti dolorosi più recenti hanno contribuito a una maggiore conoscenza del popolo armeno: il terremoto del 1988 e la guerra del Nagorno-Karabagh. Ma l'Armenia non può e non deve essere ricordata solo per questi tragici avvenimenti. C'è stato anche un prima: da più di duemilacinquecento anni gli armeni sono presenti su un territorio che è un ponte naturale fra Oriente e Occidente e, pur schiacciati da potenti imperi limitrofi, hanno conservato e tramandato una cultura fortemente identitaria. Il libro ci aiuta a scoprire questa storia millenaria: dalle origini antiche al genocidio, alle diaspore, dalla religione alla lingua, alla letteratura.