
Nelle immagini di quest'opera sono immortalati, da fotografi di prima grandezza, non solo i cosiddetti "giorni epocali" e le personalità di spicco dal 1851 ad oggi, ma anche episodi meno famosi che però hanno portato a cambiamenti determinanti per il corso della storia. Immagini strazianti che ci portano a teatri di guerra e di sofferenza, a sconfitte e vittorie, a perdite e nascite, ci parlano del passato, e ci fanno vedere il futuro.
La vera storia delle SS è molto più complessa di quanto si possa immaginare: è un racconto fatto di intrighi e nepotismi, presunti richiami filosofici e significati simbolici, È la storia d un'organizzazione guidata da un uomo convinto di essere la reincarnazione del re sassone Enrico I, fondatore dell'Impero germanico; di efferati criminali che riuscirono a farsi nominare primi ministri e funzionari di polizia; di opere caritatevoli e stermini di massa decisi nelle stesso palazzo; e di generali che guidavano eserciti immensi in devastanti campagne di conquista. Questo volume ricostruisce nel dettaglio l'origine, lo sviluppo e l'organizzazione delle ss, soffermandosi sugli effetti ad ampio raggio che esse ebbero sulle politiche razziali, sulla storia, l'educazione, l'economia e la società della Germania. Nessun aspetto viene trascurato: non è parso superfluo, ad esempio, evidenziare il fatto che per i membri delle ss si disegnassero uniformi e capi di abbigliamento tali da distinguerli in quanto élite nascente nella società del Terzo Reich. Particolare attenzione viene poi riservata al rapporto tra le ss e la guerra, valutando sia i reali esiti sul campo di battaglia, sia le atrocità commesse nei territori occupati. Questo volume illumina un capitolo fondamentale della storia contemporanea e si pone come uno studio della massima autorevolezza sulla Germania di Hitler.
Fino alle soglie dei tempi moderni, e in alcuni casi anche in seguito, qualunque generale che aspirasse a lasciare una traccia di sé nella storia si è posto come modello Alessandro Magno. Il sovrano macedone fu un conquistatore impareggiabile, in grado di costituire in soli otto anni un impero che andava dalla Grecia all'odierno Pakistan; uno stratega raffinato, capace di allestire campagne ed eserciti di un'efficienza straordinaria; un tattico lucido e brillante, sempre consapevole dei punti deboli del nemico; un generale imbattuto, determinato a superare ogni sfida e ogni prova, tanto più se essa era ritenuta un ostacolo insormontabile dagli altri; e, soprattutto, un condottiero di inarrivabile coraggio, sempre in prima fila in battaglia e sotto gli spalti di una roccaforte nemica, colpito, ferito e vicino alla morte decine di volte ma in grado, col suo esempio, di caricare i propri uomini come nessun altro comandante. Ma quanta parte ebbero nelle sue vittorie le innovazioni e le conquiste di suo padre, Filippo II di Macedonia, la debolezza di un impero in decadenza come quello persiano, e infine la fortuna, che gli permise di uscire vivo, seppur malconcio, da tutte le più temerarie azioni belliche? Questo libro racconta le imprese di Alessandro depurandole dall'incredibile mole di leggende fiorite sul suo conto dopo la prematura morte, analizzando, oltre agli strumenti e alle capacità che gli consentirono di diventare il più grande condottiero di tutti i tempi.
Sono passati più di nove secoli da quando papa Urbano II bandì la crociata che avrebbe riversato sulle strade d'Oriente decine di migliaia d'uomini giunti da ogni parte d'Europa. Il prezzo che la cristianità pagò per questa prima spedizione fu pesante, ma l'espansione turca fu arrestata, Costantinopoli liberata e il Santo Sepolcro sottratto agli infedeli. Da allora le crociate ebbero un altro obiettivo: la difesa di quegli Stati latini carichi di memorie bibliche, dove accorrevano i pellegrini d'Occidente. Le sconfitte non fecero vacillare l'attenzione per la Terra Santa e, attratti dalle indulgenze e dai privilegi spirituali legati alla liberazione dei luoghi santi, i cristiani continuarono a rispondere all'appello dei papi. Epopea esaltante d'autentica fede ed eroismo secondo alcuni, tempi di tenebre secondo altri, che videro in esse operazioni spregiudicate, frutto di ipocrisia, crudeltà e cinismo, le crociate furono uno degli episodi salienti della storia. Al di sopra di tutte le polemiche, Jean Richard ci offre una narrazione magistrale di questa avventura che per due secoli mise in contrasto Occidente e Oriente, offrendo loro anche l'opportunità di conoscere un mondo diverso.
Nato da una famiglia nobilissima ma di scarsi mezzi, imparentato con Gaio Mario, l'eroe dei democratici romani, Cesare fu artefice di una fulminante carriera politica: pontefice massimo, console e proconsole della Gallia Cisalpina, conquistatore di tutte le Gallie, nel 48 invase l'Italia costringendo Pompeo alla fuga e si autoproclamò prima dittatore e infine dittatore perpetuo. Quattro anni più tardi, alle idi di marzo del 44 a.C, veniva pugnalato a morte dai congiurati capeggiati da Bruto e Cassio. Giulio Cesare è figura chiave della storia di Roma: la sua vicenda mise fine alla Repubblica, la sua violenta scomparsa aprì la via al principato. In ogni caso il suo passaggio travolse e modificò profondamente le strutture politiche, sociali e culturali dell'antica Roma.
Esaltata e ricercata per le sue qualità religiose e intellettuali; temuta per la sua intraprendenza; accusata di tramare per la conquista del mondo, la Compagnia di Gesù è tra le espressioni più importanti di quel rinnovamento della Chiesa cattolica che nel Cinquecento seguì la crisi provocata dalla riforma protestante e che portò alla nascita di numerosi ordini religiosi. Espressione della forte personalità di Ignazio di Loyola, seppe interpretare al meglio le esigenze della società di antico regime impegnandosi nei campi più disparati, da quello educativo a quello missionario a quello spirituale, mantenendo d'altra parte uno stretto legame con il potere politico.
Il 17 novembre 1962 il nome di Galileo Galilei risuona inaspettatamente nella basilica di San Pietro, divenuta aula del concilio Vaticano II, solennemente aperto da Giovanni XXIII. La citazione, dopo quattro secoli in cui il «caso» ha offerto cornice a innumerevoli dispute e battaglie intellettuali che hanno coinvolto scienza, diritto e teologia, non è astratta o casuale, ma rientra nel vivo delle discussioni sulla rivelazione ed è in stretto rapporto con il timore di una condanna della curia romana al gesuita Teilhard de Chardin, morto nel 1955.
Contrariamente a quanto si è sempre creduto, l'indiretta citazione di Galileo si riduce, con un'abile mossa, alla rievocazione di un celebre e censurato libro del dotto monsignore Pio Paschini. In questo modo il riferimento allo storico caso, per come esso appare nel Vaticano II, ripropone con forza il tema della funzione del magistero nella vita della Chiesa.
Sommario
Premessa. I. I «casi Paschini». II. Galileo e Teilhard. III. Galileo e il De fontibus. IV. Galileo e il De Ecclesia. V. Processo al Sant'Ufficio. VI. Galileo e la Chiesa. VII. Fede e scienza. VIII. Galileo ad Ariccia. IX. Fuochi finali. Note.
Note sull'autore
ALBERTO MELLONI (1959) è ordinario di Storia del cristianesimo all'Università di Modena-Reggio Emilia e titolare della cattedra Unesco sul pluralismo religioso e la pace all'Università di Bologna. Allievo di Giuseppe Alberigo, dirige la Fondazione per le Scienze religiose «Giovanni XXIII» di Bologna. Collabora con la Rai e con il Corriere della Sera. Ha lavorato alla Storia del Concilio Vaticano II diretta da Giuseppe Alberigo e ha condotto l'Edizione nazionale dei diari di A.G. Roncalli (Istituto per le scienze religiose, 2003-2008), il Dizionario del sapere storico-religioso del Novecento (Il Mulino, 2010) e Cristiani d'Italia. Chiese, società, Stato 1861-2011 (Istituto della Enciclopedia italiana fondata da Giovanni Treccani, 2011). Per EDB ha curato Sette proposte per il Conclave. Attualità e limiti di un memorandum (2013).
L'Italia dell'Umanesimo, dello splendore delle corti e del rigoglio delle città, dei grandi artisti e dei mercanti: un momento irripetibile, un equilibrio destinato a infrangersi ma talmente fecondo e significativo da divenire esemplare. Dalla penna di un grande storico, il profilo sintetico e complessivo di un'epoca aurea della storia italiana. Alberto Tenenti è stato dal 1965 Directeur d'Etudes all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi.
Perché nacque il nazismo? Quali furono le sue basi sociali e i suoi alleati? Quali le tecniche per egemonizzare il consenso delle masse? Quali le radici profonde dell'antisemitismo? Rispondendo a queste domande, Mosse formula una nuova interpretazione del nazismo come fenomeno culturale e analizza gli elementi che lo accomunarono o differenziarono dal fascismo di Mussolini. George L. Mosse (1918-1999) è stato uno dei più grandi storici del nazismo e del fascismo. Ha insegnato nell'Università di Madison (Wisconsin) e nell'Università ebraica di Gerusalemme. Tra le sue opere tradotte in italiano vanno ricordate: "La nazionalizzazione delle masse", "Il razzismo in Europa"; "Le origini culturali del Terzo Reich".
Quattordici secoli di rapporti tra l'Europa e l'Islam in una sintesi di straordinaria ricchezza e vigore espositivo. Bernard Lewis, tra i maggiori storici dell'Islam, è professoreemerito di Studi del Vicino Oriente nell'Università di Princeton.
"Una riflessione suggestiva e penetrante di uno dei maggiori storici del mondo antico; una sintesi efficacissima, dove la caduta della Repubblica è spiegata attraverso le vicende di una lotta di classe senza sbocchi e senza ideologie; i protagonisti sono un esercito potente ma privo di legami con lo Stato, un ceto contadino disgregato e miserabile, una nobiltà ormai incapace di governare e una plebe urbana resa turbolenta e oziosa da un secolare avvicendarsi di fame, di guerre e di frustrazioni." (Emanuele Narducci)