
Roma, da piccolo villaggio di pastori e di agricoltori, divenne un grande Impero grazie alla portata fortemente innovativa della sua civiltà; fin dalle sue origini mostrò una grande capacità di integrare a sé le popolazioni conquistate e lo straniero, concedendo loro la cittadinanza romana. In tal modo Roma assunse, per un'intera epoca, il primato di centro politico e culturale, tollerando e facendo convivere nei propri confini popoli di diverse lingue e religioni, usi e costumi. In questa chiave Roma può rappresentare ancor oggi un modello di riferimento per l'Italia e l'Europa, per aver saputo gestire la complessità di una globalizzazione ante litteram e averla trasformata in un punto di forza.
La Strenna dei Romanisti, il cui primo volume uscì nel 1940, trae origine dalla spontanea iniziativa di un gruppo di persone diversissime per formazione, cultura e attività professionale, ma saldamente unite dalla condivisa curiosità di indagare la storia di Roma nelle sue pieghe più recondite e sconosciute, e insieme dall’intento di rendere testimonianza di un passato personalmente vissuto e altrimenti destinato a scomparire: questo impegno, volontariamente assunto e svolto con il crisma della più assoluta gratuità, costituisce la caratteristica comune dei contributi riuniti nella Strenna, che perciò assume, come cifra irrinunciabile della propria identità, quella di risultato estemporaneo e casuale, che non lascia mai trasparire il rigore scientifico da cui necessariamente deriva quando si tratti di ricerche relative a un passato più o meno remoto. Così le pagine della Strenna si accordano uniformemente attraverso gli anni sul tono leggero e svagato di una conversazione condotta inter pocula fra amici capaci di intendersi nel linguaggio espresso da una comune cultura, al pari di quelli delle antiche brigate tre-cinquecentesche; risultato raggiungibile soltanto da penne agili e soprattutto espertissime, capaci di evitare con pari abilità ogni pesantezza erudita e ogni autobiografismo banale. Il passato remoto e quello prossimo assumono così una luce uguale di realtà minore e quotidiana, riportata in luce o sottratta a un’inevitabile scomparsa,insieme al ricordo di personaggi minimi, ma al tempo loro circondati da una certa fama anche soltanto rionale; fatti ed eventi legati più alla cronaca che alla storia, minuscole schegge di vita in grado comunque di illuminare aspetti sconosciuti e spiegare risvolti altrimenti incomprensibili di eventi storici di ben più ampia portata. La Strenna non nasce quindi come una raccolta di contributi accademici. Al contrario, secondo un processo spontaneo e del tutto estraneo alle intenzioni dei suoi autori, essa si è andata configurando come una enciclopedia unica e originalissima, repertorio di informazioni inedite e rare, comunque irreperibili altrove, su fatti e personaggi a volte famosi, ma spesso noti soltanto come nomi senza storia, incappati marginalmente in vicende più grandi di loro, di ogni tempo e a qualunque titolo legati a Roma, e affiorati per caso nel corso di ricerche volte a tutt’altro fine, o affidati alla memoria dei singoli, che sulle pagine della Strenna garantiscono la sopravvivenza del loro ricordo. Il materiale che ogni anno vi è pubblicato è un documento prezioso per le generazioni future e uno strumento per diffondere la conoscenza del tema «Roma», e l’amore per la città è la cifra distintiva di tutti i contributi.
Il 6 giugno 1944 - il D-Day - lo sbarco alleato in Normandia diede inizio all'offensiva che avrebbe posto fine all'oppressione nazista in Europa. Stephen Ambrose ha ricostruito con straordinaria passione i preparativi e lo svolgersi dell'invasione, concentrandosi tanto sui grandi disegni strategici quanto sulle vicende degli umili soldati che spesso dovettero improvvisarsi eroi. Basato su anni di ricerche e su oltre 1400 interviste con veterani americani, inglesi, canadesi, francesi e tedeschi, "D-Day" è la cronaca di una delle grandi battaglie della storia.
Il volume prende in esame l'architettura e l'urbanistica, la scultura, la pittura e la ceramica, illustrandone non solo le evoluzioni estetiche e tecniche, ma anche il loro profondo legame con le vicende storiche, politiche e socio-economiche dell'epoca. L'architettura raggiunge il massimo splendore grazie all'equilibrio fra perfezione tecnica e gioco delle proporzioni matematiche. La scultura è profondamente rinnovata da personalità come Mirone, Fidia, Policleto. Infine nella pittura assistiamo alla formazione e apogeo dello stile classico, che ha al suo centro la rappresentazione plastica della figura umana, e agli esordi dell'espressionismo, con una pittura ricca di chiaroscuri e in uno spazio che comincia a vivere.
Il Preambolo della nuova Costituzione europea non fa riferimenti espliciti all'eredità religiosa cristiana. Secondo Weiler si tratta di un'importante questione di principio poiché "un'Europa cristiana è un'Europa che rispetta ugualmente in modo pieno e completo tutti i suoi cittadini: credenti e laici, cristiani e non cristiani. È un'Europa che, pur celebrando l'eredità nobile dell'Illuminismo umanistico, abbandona la sua cristofobia e non ha paura né imbarazzo a riconoscere il Cristianesimo come uno degli elementi centrali nell'evolvere della sua civiltà". Un saggio che va oltre la circostanza dell'attuale processo costituente, ed esplora la rilevanza del magistero cristiano rispetto a questioni cruciali nel dibattito sull'integrazione.
Mentre lentamente scompaiono le generazioni che hanno vissuto gli anni del fascismo, riemergono di tanto in tanto nostalgie e "riabilitazioni". Ma cos'è stato davvero il fascismo? Cosa ha rappresentato nella storia civile e politica dell'Italia? Una "parentesi", come pensava Benedetto Croce? Espressione di un capitalismo in crisi di crescita? Fu causato dalla guerra e dalla crisi economica o fu una reazione alla rivoluzione bolscevica? Fu una forma esemplare della controrivoluzione europea o un colpo di mano riuscito di una banda di avventurieri? Questi e altri temi cruciali, essenziali anche per comprendere l'Italia di oggi.
Facendo tesoro delle inchieste giudiziarie e con la testimonianza diretta di Alberto Franceschini, fondatore delle Br, si può chiarire la storia e individuare la rete del terrorismo rosso, a partire dagli inizi, dai legami con la Resistenza, il Pci, e i personaggi di spicco legati al mondo cattolico. Per poi capire che cos'è e cosa è stata la rete clandestina parallela, accertata in documenti e testimonianze. Questo libro ha il merito di riavviare la macchina della verità e i meccanismi della memoria per cercare di comprendere quanto e perché è successo. Senza dietrologie, rimanendo ai fatti e alle parole. Perché il passato ritorna, se vogliamo decifrarlo.
Il duce, solo di fronte all'immagine di se stesso, sceglie, per confessarsi, un estraneo e un laico: il medico che per caso gli era accanto, e con lui si sfoga, parla senza reticenze del suo passato, dei suoi amori, dei suoi rimpianti, gli racconta aneddoti curiosi, trancia giudizi sui contemporanei. Una preziosa testimonianza che rivela un Mussolini intimo e inedito, esitante dinanzi alle decisioni più gravi, che non si atteggia più a "infallibile", che parla con franchezza dei protagonisti del suo tempo: odiava Badoglio, era scettico sulla funzione della Chiesa, provava stima e ammirazione per Churchill, frustrante sentimento di dipendenza nei confronti di Hitler, alta considerazione per Goebbels, disprezzo per Goering.
La loro esistenza si esprimeva in un'unica parola: servire. Servire Mussolini e la rivoluzione fascista. A costo di morire. Ma chi erano questi sacerdoti del regime e perché avevano una fede così assoluta nel duce? In questo volume l'autore ricostruisce la storia di Niccolò Giani, Guido Pallotta, Berto Ricci e dei tanti altri che in quegli anni credettero, obbedirono e combatterono in nome del fascismo. Il volume si basa su una ricca documentazione di diari e carteggi privati ed è completato da un'Appendice di documenti inediti, fra i quali il diario dal fronte di Giani e le lettere dalla guerra dei giovani volontari di Mistica.
Questo terzo volume, che conclude la trilogia sull'arte greca, prende in esame il periodo che va dalla morte di Alessandro Magno alla conquista romana, durante il quale l'arte tende a un sempre maggior individualismo, che si manifesta soprattutto nella ritrattistica. Arte sfarzosa, concepita spesso per la gloria e il prestigio dei monarchi, essa sviluppa i volumi e le dimensioni tanto nella scultura quanto nell'architettura, e favorisce una splendida fioritura della pittura murale decorativa, che esprime una particolare sensibilità per lo spazio, la luce e i colori.

