
“Ma quei mille chi erano? Di loro fu subito detto che erano eroi favolosi, pazzi sublimi, ed altre simili iperboli. Erano un popolo misto di tutte le età e di tutti i ceti, di tutte le parti e di tutte le opinioni, di tutte le ombre e di tutti gli splendori, di tutte le miserie e di tutte le virtù.”
La Storia dei Mille narrata ai giovinetti, pubblicata per la prima volta nel 1904, è forse l’opera di Giuseppe Cesare Abba che nei decenni successivi ha riscosso il maggior interesse di pubblico. Il testo, composto con toni celebrativi ed enfatici, ripercorre l’avventura di Garibaldi e dei suoi uomini analizzando il contesto culturale e politico in cui si formò la spedizione. Cavour, Mazzini, il desiderio dell’Unità d’Italia, e poi la Sicilia, la regione dove si poteva affermare il grande sogno risorgimentale di un popolo finalmente unito, sono gli elementi attorno ai quali Abba costruisce la sua partecipata narrazione. Narrazione di un viaggio, di una traversata, di un sogno che si realizza e che centocinquant’anni dopo è quanto mai utile far riascoltare ai ragazzi.
“Dopo l’11 settembre, riflettendo sul rapporto fisiologico tra terrorismo e lotta per l’identità nazionale, mi chiedevo: com’è possibile che il nostro Paese, che ha così a lungo combattuto per la sua indipendenza, non abbia conosciuto niente del genere? Noi credevamo è nato nel tentativo di dare risposte a questa domanda iniziale: poi è cominciato il viaggio dentro la storia italiana dell’ottocento. Sono esistiti due Risorgimenti, completamente contrapposti, poiché l’idea repubblicana era nemica giurata dell’opzione monarchica. Questa divisione si è riproposta in tutte le forme che la nostra storia successiva ha conosciuto, passando ovviamente dal fascismo e dall’antifascismo e arrivando fino ai nostri giorni. Un’idea d’Italia monarchica e autoritaria da un lato, e un’idea d’Italia repubblicana e democratica dall’altro. Una contrapposizione mai sanata e già presentissima alla nascita del Paese.”
Mario Martone ha realizzato per il cinema Morte di un matematico napoletano (1992), L’amore molesto (1995), Teatro di guerra (1998), L’odore del sangue (2004). Ha pubblicato con Bompiani Teatro di guerra. Un diario (1998), Chiaroscuri. Scritti tra cinema e teatro (2004).
“Non sono vendicativo. Tanto meno sanguinario. Mi sento forte ho un istintivo senso del dominio. I forti non annientano mai i propri nemici anzi non li considerano nemmeno tali.”
24 gennaio 1939
“Alle 5/25 di stamane le sbarre di confine fra Germania e Polonia sono abbattute. I tedeschi avanzano su tutta la linea con una poderosa massa di ferro e di fuoco Primo giorno di guerra.”
1 settembre 1939
1939 L’invasione nazista della Polonia, i rapporti con Hitler, i contatti con Churchill e gli Alleati, le incertezze sull’ingresso in guerra, i commenti al vetriolo sui gerarchi fascisti; i bagni di folla, le visite nelle città e nelle fabbriche, i viaggi in Piemonte e Romagna, la passione per lo sport e la disciplina, la ricerca ossessiva del consenso, l’affetto per il figlio Bruno. La storia di un anno cruciale, che ha segnato una svolta per la storia dell’umanità.
Per sei mesi, tra il giugno e il dicembre 1943, Steinbeck fu inviato di guerra per il “New York Herald Tribune”, raccontando la situazione italiana alla stampa americana: un punto di vista inedito sulla storia del nostro paese, che rivela nell’acutezza di un grande narratore tutte le sue contraddizioni. Dallo sbarco alleato alla prima fase di risalita della penisola, da Salerno a Ventotene, un mosaico di descrizioni acutissime e piene di ironia: l’accoglienza tributata dagli italiani agli alleati, i gerarchi fascisti che tentano di cambiare bandiera, la caduta di Mussolini, i bambini che chiedono ai soldati chewing gum e cioccolato.
Un reportage dal fronte pieno di umanità, che racconta sotto una nuova luce lo sbarco alleato e la liberazione dell’Italia.
Intorno al 1600, Garcilaso de la Vega, il figlio di un ufficiale spagnolo e nipote dell'undicesimo sovrano inca, redasse i “Commentari reali degli Inca”, basati sulle storie che egli aveva sentito raccontare dai suoi parenti inca quando era bambino a Cuzco. I “Comentarios” contengono due sezioni: la prima riguardante la vita degli Inca, la seconda tratta della conquista spagnola del Perù. Molti anni dopo, quando la guerriglia di Tupac Amaru II aveva molta presa, un editto reale di Carlo III di Spagna proibì la pubblicazione dei “Comentarios” a Lima per i contenuti considerati "pericolosi". Il libro da allora non fu più stampato in America fino al 1918, ma continuò a circolare clandestinamente. Si tratta dell'unico testo al mondo che descrive in maniera dettagliata gli usi e i costumi delle civiltà precolombiane.
“UNA STORIA, DOVE, COME IN UNA LINGUA COMUNE, OGNI GENERAZIONE LASCIA DELLE TRACCE E, AL CONTEMPO, PUÒ RITROVARSI IN ESSE E IN QUELLE EREDITATE DALLE GENERAZIONI PRECEDENTI.”
Una cronologia che copre centocinquanta anni di storia d’Italia, dal 1861 ai nostri giorni, e che diventa storia dei nostri padri e delle nostre radici, tutte da scoprire. Questo primo volume va dall’Unità alla fine della seconda guerra mondiale e prende in considerazione, non solo le vicende politiche, economiche e istituzionali, ma anche aspetti della storia sociale e culturale. Una piccola storia d’Italia in date che si propone di lasciar intravedere la complessità e la pluralità dei vissuti cui la stringata elencazione rimanda. Di qui, l’ampio spazio lasciato a documenti e testimonianze ma, di qui, anche le righe bianche poste a conclusione di ciascun anno. Spazi vuoti che vogliono invitare a iscrivere le tracce di una propria autobiografia plurigenerazionale all’interno della storia comune a tutti gli italiani.
“UNA PICCOLA STORIA D’ITALIA IN DATE CHE, SEPPURE ESSENZIALE NEI CONTENUTI, AMBISCE A LASCIAR ALMENO INTRAVEDERE LA COMPLESSITÀ E LA PLURALITÀ DEI VISSUTI.”
Questo secondo volume della cronologia dell’Italia Unita affronta il periodo che va dal 1946 al 2011. Anche in questo caso, l’invito al lettore è di completare le pagine con le date importanti della propria vita, non solo per ciò che concerne gli ambiti più strettamente individuali e familiari, ma anche per tutto ciò che attiene ai diversi aspetti della propria identità, quali membri di una comunità locale, politica, culturale,§ di genere ecc. In tal senso, le date proposte vogliono disegnare in primo luogo le tracce di una possibile intelaiatura. Un terreno comune entro cui si snodano milioni di vissuti diversi. Milioni di storie, le nostre, certo tutte differenti eppure, al tempo stesso, sempre unite da infiniti legami. Fili a volte evidenti, più spesso invisibili, ma comunque sempre esistenti e determinanti.
Prosegue la pubblicazione delle agende di Benito Mussolini. Il 1935 è un anno denso di avvenimenti cruciali per l'Italia, con il paese che cerca di organizzare la propria crescita industriale mentre insegue un ruolo da protagonista in politica estera. È infatti l'anno in cui si concretizza l'avventura coloniale, con l'invasione dell'Africa orientale e la Guerra di Etiopia, ma sono anche i mesi di una cruciale partita a scacchi all'interno della Società delle Nazioni. Il tutto mentre il paese è alle prese con scelte difficili per ricostruire la propria economia. Un documento inedito che racconta i retroscena degli anni che hanno segnato la storia moderna dell'Italia. Con la riproduzione del manoscritto "Diario 1935".
"Questo libro è stato concepito per nasconderne un altro, per indicare alcune rotte principali e per evitarle e stabilirne altre proprie, tutte possibili e tutte legittime, inseguendo per esempio tozzi e agili montanari scolpiti nel legno nella Chiesa di san Martino a Cerveno, documenti di una storia dell'arte parallela rispetto a quella ufficiale che, Roma su Roma, da Bernini porta a Canova. Mentre nasconderemo, non senza stupore, l'opera di uno strano fotografo-antropologo interessato ai costumi popolari sardi: Ugo Pellis. Una scoperta preziosa, documenti fotografici di una civiltà recente e pur scomparsa, densi di vita, della verità della terra, del mondo pastorale, arcaico e non immortale. Meraviglie di fotografi e di miniature, di codici miniati, di coralli, di manoscritti. E nasconderemo Visso per colui che, interessato a vedere quadri del rinascimento marchigiano, scoprirà una rara serie di manoscritti leopardiani nei suoi versi più famosi. E così via. Per tutto ciò che menzioneremo in questo libro, qualcosa d'altro, non meno importante, sarà nascosto e potrà essere oggetto di un vostro nuovo viaggio, di una vostra personalissima cartografia del cuore. Se il viaggio è ritornare sui passi di altri in altri tempi in altre vite, rievocare, veder riemergere fantasmi, allora mettetevi in cammino, non siate pigri, perché dalla vostra meraviglia deriva la vita dell'arte, dei luoghi, del nostro paese, l'Italia delle meraviglie."
Il 9 maggio 1936 Mussolini si affaccia dal balcone in piazza Venezia a Roma e tiene il discorso di proclamazione dell'Impero, dopo l'occupazione di Addis Abeba. Il bagno di folla è il culmine di un anno molto intenso per l'Italia: sono i mesi dell'autarchia imposta dallo stato per mostrare la forza del paese, dell'appoggio al regime franchista in Spagna, e soprattutto del rafforzamento dell'asse tra Roma e Berlino.
Eugene Rogan ripercorre la storia degli arabi a partire dalle conquiste ottomane del XVI secolo, attraverso l'imperialismo europeo prima e la Guerra fredda poi, fino all'attuale egemonia americana. Facendo ampio ricorso ai racconti dei testimoni diretti degli avvenimenti narrati, questo libro restituisce la ricchezza di voci differenti - intellettuali e studenti, poeti e politici, protagonisti e comprimari - in un disegno ricco di trame affascinanti. La sconfitta sofferta contro gli ottomani nel 1516 chiuse la lunga e gloriosa esperienza dell'indipendenza: i paesi arabi, dal Medio Oriente al Marocco, entrarono a far parte dell'impero turco e vi restarono fino al 1918. La loro storia precedente (dal VII al XVI secolo) entrò dunque nel mito, diventò leggenda e suscitò il rimpianto per la grandezza perduta, alimentando un bisogno di rivalsa mai sopito. Seguendo l'evoluzione dell'identità araba, Rogan affronta i temi che ancora oggi infiammano la regione: il conflitto israelo-palestinese, l'affermazione dei nazionalismi, il potere economico e politico del petrolio, il rapporto tra Islam e società civile. Un ritratto sfaccettato e suggestivo, un riferimento essenziale per comprendere la storia moderna del mondo arabo e intuirne il futuro
La serie di eventi the segna l'inizio della Seconda Guerra Mondiale ha lasciato il mondo intero frastornato: in questo clima di incertezza, un ristretto gruppo di persone si trova a fronteggiare scelte decisive, da cui può dipendere il successo o la sconfitta, lan Kershaw ripercorre la serie di decisioni fatali prese tra il maggio 1940 - quando la Gran Bretagna decide di continuare a combattere invece di arrendersi - e l'autunno del 1941 - quando Hitler appoggia la "Soluzione Finale" della Questione Ebraica. A Londra, Tokyo, Roma, Mosca, Berlino e Washington, politici e generali devono affrontare la crisi che sta per consumarsi contando su poche informazioni e gravi problemi logistici, economici e militari. Questo libro racconta i retroscena di quelle scelte, entrando nelle stanze del potere al cospetto dei leader di allora: la risposta combattiva di Churchill alla campagna francese, l'ordine di Hitler di invadere l'Unione Sovietica mentre Stalin presta il fianco all'Operazione Barbarossa, la politica degli aiuti militari portata avanti da Roosevelt, la scelta del comando giapponese di attaccare gli Stati Uniti pur prevedendone le nefaste conseguenze. Decisioni che hanno segnato le vite di milioni di persone e cambiato irrimediabilmente il futuro del mondo.