
Il presente studio indaga la funzione cosmologica e cosmogonica che la prassi ritualistica divinatoria ebbe nel mondo Romano. Oltrepassato il livello dello scetticismo pregiudiziale, il materiale disponibile è stato considerato, alla luce della comparazione, nel suo svolgimento storico-culturale, al fine di rilevare gli elementi di continuità e di cambiamento prodottisi all'interno del sistema di divinazione di Roma antica, nel corso di quasi mille anni di storia. Ricostruire il significato religioso e civico della prassi ritualistica del sacra facere significa comprendere uno dei meccanismi essenziali di regolazione del sistema politeistico romano, del suo continuo ristrutturarsi nella storia, del suo rispondere alle sollecitazioni politico-religiose provenienti dall'esterno, senza rinunziare ai valori del mos maiorum.
L'avanzata turca nei Balcani nel Quattrocento e l'occupazione delle terre d'Albania costrinse molti alla fuga: tanti albanesi ripararono a Venezia. Quale fu la politica di accoglienza della Serenissima? Quale destino ebbero le donne, i bambini e gli uomini scampati agli eventi bellici? Il libro segue le loro vicende e il processo di integrazione nel tessuto socio economico veneziano. Illustra inoltre i contributi albanesi alla cultura umanistica veneziana. Segue il formarsi dello stereotipo della figura dell'albanese nella letteratura veneta del Cinquecento. Il libro apre nuove prospettive di indagine sul versante delle arti figurative e sulla committenza artistica tra Quattrocento e Cinquecento.

