
Da una bacchetta d'avorio proveniente dall'antico Egitto, intagliata con figure divine a protezione dei nascituri, a un feticcio sottratto a un villaggio del Mali e finito in un museo francese, il volume esplora la magia attraverso venti oggetti, scelti per la loro capacità di raccontare rituali, credenze e pratiche trasversali a epoche e culture. In un dialogo continuo tra fonti scritte, testimonianze archeologiche e riflessioni antropologiche, ognuno di essi viene indagato non solo come manufatto, ma soprattutto come strumento attivo in riti di guarigione, maleficio, protezione o divinazione. Alcuni, come il Libro dei morti, sono celebri; altri, come una scarpa murata in un pub di York, umili; alcuni, come una bandiera fatata, servono per scacciare il male; altri, come una figurina trafitta dagli spilli, per nuocere. L'ars magica che ne emerge non è un sapere marginale o residuale, ma una forma di conoscenza operativa, in cui si intrecciano fede, tecnica e desiderio. In fondo, ciò che questi oggetti ci restituiscono è una domanda sempre attuale: a cosa ricorriamo per dare forma all'invisibile, proteggerci dall'incertezza e trasformare simbolicamente la realtà?
La storia dell'archeologia dalle origini ai nostri giorni, raccontata attraverso le vite di alcuni tra i più importanti studiosi: uomini e donne che hanno dato forma e sostanza alla disciplina, nel corso del tempo e in modi diversi. Da Johann Winckelmann, che getta le basi dell'archeologia come storia dell'arte, a Mortimer Wheeler, a cui si deve uno dei primi manuali di scavo; da Gertrude Bell, instancabile studiosa dell'Oriente, a Thomas Lawrence, militare e spia, ma anche archeologo con la passione del Medioevo e dei castelli dei crociati. E poi Rodolfo Lanciani, autore di una straordinaria mappa di Roma antica, Mary Leakey e le sue grandi scoperte sui nostri antenati, e molti altri ancora. Un viaggio nell'evoluzione del pensiero archeologico, nelle vicende, nelle menti e nelle emozioni dei personaggi che grazie al loro lavoro hanno scritto pagine fondamentali della storia. La scrittura chiara e scorrevole, assieme alle immagini degli scavi, degli oggetti e dei taccuini di appunti, permette al lettore di tuffarsi nel passato, per scoprire la meraviglia di un mestiere davvero affascinante.
Nel 1914, al congresso nazionale di Ancona del PSI, il massimalista Mussolini riuscì a far cacciare i massoni dal partito in nome di una fedele adesione ai principi di classe del socialismo. Ma alla fine della Grande Guerra, mentre imperversavano le agitazioni del biennio rosso e il nuovo partito popolare di ispirazione cattolica sembrava minacciare la tenuta dello Stato laico, sarebbe stata proprio la massoneria a contribuire all'ascesa del regime, giudicato il minore dei mali. Salvo poi subire la messa al bando delle logge nel novembre 1925 come conseguenza delle restrizioni liberticide attuate dalla dittatura. Cadeva così l'illusione di poter controllare Mussolini e irreggimentare il fascismo, e si apriva la strada verso un'opposizione morale e politica al regime. Quella del rapporto fra massoneria e fascismo è una storia complessa, mutevole, non riducibile a interpretazioni univoche. Una storia di illusioni tradite e di valori democratici faticosamente ritrovati, che viene ricostruita nel libro facendo chiarezza sui ruoli e sulle attribuzioni delle responsabilità della crisi dello Stato liberale.
Il 7 giugno 1099, dall'alto della collina di Montjoie, i crociati fissano l'orizzonte: la Città Santa è lì, ancora distante eppure già segnata dal destino. Una febbre di attesa e furore percorre l'esercito cristiano, mentre si costruiscono torri d'assedio e si affilano le spade. Poi, il momento decisivo. Le mura cedono, la città è invasa. Per giorni, il sangue scorre senza tregua. Nel Tempio di Salomone, si racconta, si cavalca tra le onde di un massacro. È giustizia divina o il volto più oscuro della fede? Nelle parole dei cronisti, tra il mito della liberazione e l'eco cupa di una carneficina, si dispiega il racconto di una battaglia che avrebbe segnato per sempre la storia del Mediterraneo.
Perché, mentre si preparava a imbarcarsi per la guerra, Crasso avrebbe fatto meglio ad ascoltare il grido di un venditore di fichi? E perché le donne romane erano tenute a baciare sulla bocca tutti i loro parenti maschi la prima volta che li incontravano nell'arco della giornata? Perché intorno alla casa in cui era nato un bambino si aggiravano nella notte tre figure armate di scopa, pestello e scure? Sono alcune delle domande cui rispondono le storie bizzarre raccolte in questo libro: una galleria vertiginosa di situazioni e personaggi, di regole e consuetudini, di miti e credenze, nella quale ogni racconto è arricchito da illustrazioni originali che lo commentano con leggerezza e sapiente ironia. Per scoprire come anche un mondo che crediamo di conoscere da sempre possa presentarsi ai nostri occhi in una luce nuova, spesso sorprendente, diversa da quella in cui siamo abituati a vederlo, ma in ogni caso non meno affascinante.
Questo volume intende fornire i tasselli per ricostruire la vita di Umberto Terracini, dalla formazione giovanile a Torino alla scelta ordinovista, dalla detenzione nelle carceri fasciste all'isolamento personale e politico del confino, dalla partecipazione alla repubblica partigiana dell'Ossola al ruolo di padre della Costituzione del '48, dalla rivendicazione del "diritto del dissenso" nelle svolte del PCI fino all'ultima battaglia di critica al "compromesso storico".
La riunificazione tedesca suggella il superamento della semisecolare divisione del continente in due blocchi contrapposti. La ricomparsa di una grande Germania suscita, ciò malgrado, più diffidenze, timori ed allarmi che entusiasmi. Il malcontento francese e britannico, e anche italiano, è a stento o per nulla celato da Francois Mitterand, Margareth Tatcher, Giulio Andreotti. Gli Stati Uniti hanno minori obiezioni, ma il presidente Bush sceglie di appoggiare la riunificazione anche per meglio controllarla. L'operazione va comunque a buon fine attraverso un processo politico-diplomatico la cui minuziosa ricostruzione è resa possibile dalle ormai copiose testimonianze dei suoi protagonisti.
Come in un album di famiglia scorrono nelle pagine di Margalit i ritratti di alcune delle personalità più rappresentative della politica israeliana, da Ben Gurion a Yitzhak Rabin, da Shamir a Benjamin Netanyahu, da Shimon Peres all'attuale primo ministro Ehud Barak. Ma non mancano gli aspetti minuti e poco noti della vita quotidiana, né soprattutto le grandi questioni irrisolte di ieri e di oggi: i difficili rapporti con il mondo arabo, il ruolo di Gerusalemme, l'ascesa degli ultraortodossi, l'eredità del sionismo, le inesauribili domande poste dall'olocausto, e il dovere della memoria.
Dopo aver analizzato moventi, caratteristiche e protagonisti del cosiddetto Neoclassicismo, questo libro passa ad indagare tutti quei movimenti artistici che radicalizzarono il ritorno all'antico prescritto dall'estetica neoclassica, opponendogli modelli ancor più arcaici o comunque diversi, ma altrettanto remoti dal presente. Si passano così in rassegna i "Primitifs", cresciuti in seno alla Scuola di David ma che ne estremizzarono i precetti, i Nazareni, i Puristi, i Preraffaelliti e tutte quelle tendenze che trovarono un comun denominatore nella teoria e nella pratica dell'"avanzare regredendo", nel mescolare l'arte alla vita, e, da ultimo, nel rifiuto della società industriale, percepita come minaccia alla sopravvivenza stessa dell'arte.

