
Nel 1985 l'elezione di Gorbacëv alla guida del Soviet Supremo dell'Unione Sovietica aprì una nuova fase nella storia mondiale. A oltre vent'anni da quella data è possibile fare un bilancio di un periodo che ha visto la Russia attraversare trasformazioni epocali e passare attraverso cadute di regimi, liberalizzazioni, nascita di nuovi stati e nuove alleanze, guerre.
Ebreo tedesco costretto a lasciare la Germania dopo l'avvento al potere di Hitler, George Mosse è stato una vittima del nazismo che ha voluto capire da storico i motivi del consenso che il suo persecutore aveva riscosso tra milioni di persone, cercando nella cultura europa dell'Ottocento e del Novecento le matrici dell'Olocausto. Gentile ricostruisce lo sviluppo della interpretazione mossiana del fenomeno fascista attraverso i suoi numerosi articoli e libri (compresa una notevole mole di scritti inediti).
Nel 1950 un accordo segreto tra Italia e Germania federale permise la scarcerazione dei criminali di guerra tedeschi in Italia. Attraverso il ricorso ad una documentazione quasi del tutto inedita, il volume ricostruisce le modalità di questo accordo, ma anche le responsabilità del Vaticano e del governo americano. Si mostra così come i processi "negati" e la liberazione di personaggi con alle spalle gravi responsabilità non siano stati il prodotto della "negligenza" di magistrati militari italiani, ma il risultato di una scelta politica che ha precise responsabilità.
La Seconda guerra mondiale fu sicuramente un evento talmente traumatico che nel tempo breve di pochi anni lasciò segni profondi e provocò mutamenti repentini nella quotidianità, nella socialità, nell'immaginario, nelle mentalità e nelle culture di nazioni intere. Singoli individui e gruppi (famiglia, comunità di paese o di quartiere, generazioni diverse, gruppo professionale, classe sociale) dovettero, infatti, necessariamente e continuamente elaborare nuove strategie di sopravvivenza materiali e psicologiche per "andare avanti", per reagire o adattarsi a una realtà totalmente "altra" rispetto a quella nota e per dare un senso a ciò che stavano vivendo. Alcune di queste strategie furono assai diffuse e, spesso, anche condivise da buona parte degli italiani, ad esempio quelle che ebbero nella corrispondenza postale un modo o un mezzo assai importante, a volte unico, per innescarsi e compiersi. E questo nonostante la censura postale fascista, anzi a volte anche grazie alla presenza della censura.
II Giappone, lontano per tradizioni ma vicino per linguaggio tecnologico, una delle nazioni più industrializzate e avanzate del mondo e una delle più ricche nonostante la crisi degli anni novanta, dalla quale sta finalmente uscendo, gode di un sistema politico democratico (anche se qualcuno ha parlato di pseudo-democrazia), di un accesso generalizzato al reddito e al mercato, ma nello stesso tempo permangono al suo interno limitazioni e sperequazioni sociali, aspetti di controllo sulla società che sembrano affondare le loro radici in un'organizzazione pilotata dall'alto risalente al periodo feudale e a quello della modernizzazione Meiji. Una breve esposizione delle caratteristiche politiche e sociali del Giappone deve necessariamente mettere in evidenza i caratteri specifici dell'evoluzione storica nipponica, chiarendone le differenze rispetto allo sviluppo avvenuto in Europa.
Perché Annibale subito dopo Canne non sferra l'attacco finale marciando su Roma? Cosa si cela dietro la morte improvvisa e oscura (anche ai medici) di Scipione Emiliano? E che relazione c'è con la morte di poco successiva dell'ambizioso tribuno della plebe Marco Livio Druso? Perché Cesare non si sottrae al suo destino di morte? E infine quale serial killer si aggira per la corte di Augusto? Quattro misteri della storia di Roma antica, quattro enigmi rimasti insoluti che per la penna di Luca Canali, fra i massimi conoscitori del mondo classico, rivivono e trovano una loro possibile spiegazione nel quadro di un più ampio discorso sul senso, sui limiti e sulle sfide che il fare storia pone all'uomo del terzo millennio.
Dell'esercito romano del IV e V secolo si sa poco. Eppure, il suo ruolo è stato determinante, in un contesto storico dominato dall'incertezza, accresciuta costantemente dalle guerre civili, dalle contese dinastiche, dalla pressione continua dei barbari sulle frontiere, che ha portato ad eventi tragici come il disastro di Adrianopoli del 378 o la presa di Roma del 410. In un simile contesto, l'esercito romano non ha soltanto tentato di difendere l'Impero, ma ha interagito profondamente con le strutture della società, influenzando i giochi politici, il funzionamento dell'economia, le strutture sociali e persino lo sviluppo delle religioni. Questo libro, scritto sulla base di fonti spesso trascurate (leggi, compilazioni amministrative, monete, papiri, iscrizioni, testimonianze archeologiche), restituisce un quadro inedito e affascinante delle istituzioni militari romane, fornendo soluzioni nuove a problemi antichi, senza nascondere le questioni ancora irrisolte.
Il processo di integrazione dell’India nel nuovo ordine internazionale, caratterizzato dal consolidarsi dell’egemonia neoliberista a livello globale, è stato avviato in maniera organica all’inizio degli anni novanta. L’approvazione, nel 1991, di una serie di riforme economiche di stampo neoliberista ha segnato un netto allontanamento dal progetto di trasformazione economica e sociale prevalso nel paese all’indomani dell’indipendenza, fondato sul riconoscimento del ruolo dello Stato nella cruciale questione dello sviluppo. Muovendo dagli squilibri frutto del periodo di dominazione coloniale, il libro dà conto dei tratti salienti dei processi socio-economici che si sono svolti in India dall’indipendenza ad oggi, evidenziandone successi e limiti alla luce del complesso rapporto fra economia e società. Nel tracciare tale quadro, l’autrice si propone di contribuire a spiegare le ragioni della persistenza nel paese di alcuni forti nodi problematici, quali l’ampia diffusione della povertà e la presenza di profonde diseguaglianze sociali.
Nell'età della globalizzazione e dei media "24 ore su 24" la Casa Bianca, lo Studio Ovale, la first lady e le elezioni presidenziali statunitensi sono diventati parte integrante del nostro immaginario collettivo. Ma qual è la loro storia? Come è cambiata l'istituzione presidenziale negli oltre due secoli che separano l'età di George Washington da quella del dopo il settembre? Che impronta vi hanno lasciato uomini come Abraham Lincoln e John Fitzgerald Kennedy o donne come Eleanor Roosevelt e Hillary Clinton? Basato su una vasta documentazione storica e politologica, questo libro è una risposta, rigorosa sul piano scientifico quanto fluida nella narrazione, a tali domande.
Sviluppatasi tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta del secolo scorso, la teologia della liberazione in America Latina ha messo in discussione i condizionamenti ideologici, socio-politici ed ecclesiali di una teologia segnatamente europea nelle sue preoccupazioni e nelle sue prospettive, e lo ha fatto a partire da un diverso rapporto con la realtà, sottolineando la necessità di adattare la teologia alle diverse situazioni culturali e socio-politiche. Il testo ripercorre l'itinerario essenziale della teologia della liberazione, così come si è articolato in America Latina, in contesti segnati dalla povertà e da una militarizzazione violenta.
L'Africa sub-sahariana indipendente ha poco più di 50 anni, e solo nel 1994 la conquista di democrazia ha posto fine al regime d'apartheid in Sud Africa. Ripercorrere La storia contemporanea dell'Africa dall'abolizione della tratta atlantica alla spartizione fra le grandi potenze a cui seguono decenni di dominio coloniale significa tentare di cogliere la natura del cambiamento e di analizzare i problemi politici ed economici di integrazione nazionale e di sviluppo dei paesi di nuova indipendenza, in un contesto internazionale in rapida ristrutturazione verso la globalizzazione.
L'intera storia dell'umanità è in certo senso storia di migrazioni. Sin dall'antichità classica e medievale, infatti, interi popoli prima, singoli individui poi, hanno lasciato i propri luoghi di nascita alla ricerca talvolta pacifica, talaltra violenta - di nuove terre, di nuove risorse e di nuove opportunità. Un fenomeno, dunque, di lungo periodo quello delle migrazioni, destinato a subire un'accelerazione nell'Ottocento sotto la spinta della congiuntura socioeconomica e dello sviluppo dei mezzi di trasporto. Ed è proprio dalla fine delle guerre napoleoniche, sebbene non manchino cenni sulle epoche precedenti, che prende le mosse questo libro per ripercorrere Le vicende del fenomeno giungendo fino ai nostri giorni.