
Il presente testo venne pubblicato negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale, quando la Zona d'operazione Litorale Adriatico, istituita nel 1943, era divenuta teatro di uno dei confronti più duri e cruenti fra l'esercito tedesco e i partigiani italiani, sloveni e croati ed era ormai segnato l'esito del conflitto per le forze d'occupazione tedesche. Il libro testimonia lo sforzo di comprensione e adattamento dei soldati della Wehrmacht al particolare tipo di controguerriglia richiesta dal territorio di confine della Venezia Giulia.
La storia dello sterminio degli ebrei in Europa raccontata da una prospettiva inedita, quella dell'apparato burocratico che organizzò la deportazione. Alla luce della disamina del famigerato Referat IV B 4 diretto da Adolf Eichmann e degli atti del processo allo stesso Eichmann, l'autore arroventa una grigia materia di studio con una semplice domanda: chi erano i burocrati del Terzo Reich? Fino in fondo, il libro si mantiene in bilico tra questi interrogativi confrontando gli assunti della ricerca con la tesi di Hannah Arendt sulla banalità del male e con quella di Daniel Jonah Goldhagen secondo la quale ad adoperarsi per lo sterminio fu la maggioranza dei tedeschi. Ed è solo in un maestoso, tragico finale che l'autore scioglie il nodo delle proprie domande.
Giunto presso lo Stato Maggiore della 14° Armata di Below, Hans Killian, descrive le ricognizioni preliminari che compie nel settore dell'Alto Isonzo, fino a restituirci la topografia completa del teatro di battaglia. In seguito ha occasione di partecipare alle riunioni dei più alti ufficiali dell'Armata in vista dell'offensiva e di incontrare tutti i protagonisti - dall'imperatore Carlo all'arciduca Eugenio - di quell'evento, il testo è una vasta galleria di figure e un racconto in cui la memoria personale si innesta su fonti già note. "Attacco a Caporetto" contiene un ricco corredo iconografico, gli ordini completi di battaglia austro-germanico e italiano alla mezzanotte del 24 ottobre 1917.
In una disamina contro corrente rispetto alla letteratura sull'argomento, Geoftrey P. Megargee sfata il mito secondo il quale i vertici militari tedeschi nella seconda guerra mondiale avrebbero prevalso se Hitler non avesse interferito nelle loro scelte strategiche. L'ipotesi dell'autore è che nel Comando Supremo di Hitler vi fossero molte più pecche di quante siano state generalmente riconosciute. Megargee indaga le modalità che regolarono il processo decisionale delle strutture di comando militare del Terzo Reich attraverso le scelte dei suoi massimi livelli, che alla fine compromisero definitivamente la presunta superiorità sul campo dei tedeschi a causa di errori strategici e di pianificazione operativa.
Nella primavera del 1945 Trieste divenne meta contesa dell'avanzata di due eserciti che parallelamente risalivano verso la città: da Est la Quarta Armata Jugoslava, da Ovest il 13° Corpo alleato che inquadrava soldati di nazionalità provenienti da tutto il mondo. Tra di essi la punta avanzata era costituita dalla 2ª divisione di fanteria neozelandese. L'autore, all'epoca Chief Intelllgence Officer di questa divisione comandata dal Generale Bernard C. Freyberg, ne tratteggia l'azione travolgente in grado di fiaccare ogni residua resistenza nemica. Il libro è un grande reportage che si colloca ai vertici della memorialistica legata alla Seconda guerra mondiale.