
Re Artù, Mago Merlino, la spada Excalibur, la corte di Camelot, i Cavalieri della Tavola Rotonda, Lancillotto e Ginevra, il Santo Graal, l'isola di Avalon: non esiste mito più affascinante e diffuso, capace di generare un'infinità di leggende, romanzi e poemi in cui si intrecciano sacro e profano, simbologia ed esoterismo. Partendo dalla narrazione di quanto realmente accadde nelle isole britanniche 1.500 anni fa, Paolo Gulisano esplora una leggenda medievale che continua a vivere anche ai giorni nostri in nuove e spettacolari versioni. Non si tratta di una semplice evasione dalla realtà per rifugiarsi nella fantasia, ma dell'occasione per volgere lo sguardo verso cose grandi, verso il nostro desiderio di Bellezza che solo i simboli e le tradizioni sanno alimentare: è quello che aveva capito J.R.R. Tolkien, grande creatore di miti e autore di La caduta di Artù, a cui è dedicata l’appendice del libro.
La Rivoluzione francese vista da un’ottica nuova e spiazzante, quella di un cattolico fervente ammiratore dei principi che la animarono: secondo Belloc non c’era alcun conflitto tra i principi rivoluzionari e quelli della Chiesa cattolica. Piuttosto, gli sconvolgimenti che interessarono la Francia tra il 1789 e il 1795 derivano dalla decadenza del clero, dalle sue compromissioni storiche con la nobiltà, dall’accettazione delle disuguaglianze e delle ingiustizie sociali. Ammiratore di Rousseau e del suo Contratto sociale (alla base dello Stato moderno), Belloc traccia il profilo di Robespierre, Saint-Just, Danton, Marat e degli altri protagonisti della Rivoluzione, mostrandone il carisma, la passione e le contraddizioni, i buoni propositi e gli errori. Anche il periodo del Terrore viene inquadrato dall’autore come tentativo di evitare l’anarchia e di rispondere in maniera efficace alla guerra proveniente dall’esterno e agli estremismi interni.
La Rivoluzione francese è stata il trionfo della democrazia e dell'uguaglianza, il Risorgimento ha portato la civiltà in Italia, Garibaldi e Napoleone erano buoni, mentre i Borboni erano cattivi e come loro il papa perché non volevano cedere il Sud ai piemontesi. Queste e altre menzogne sono raccontate e insegnate a scuola ai nostri figli, presentando i cattivi come buoni e i veri buoni come cattivi. Rivolgendosi al loro nipotino, i due autori di questo libro, con spirito critico, spiegano come si sono svolti veramente i fatti. Età di lettura: da 10 anni.
La vita e le imprese di Napoleone Bonaparte da un punto di vista insolito: dando un grande spazio alla storia militare e facendoci sentire partecipi di avvenimenti terribili, Belloc racconta con entusiasmo ma rigore storico la storia di un tiranno che distrusse una repubblica per farsi imperatore, senza tuttavia quei pregiudizi contrari che contraddistinguono gli inglesi e l’entusiasmo che caratterizza i francesi. Napoleone cercò, come generale e legislatore, di unificare l’Europa e restituirle la pace, pur a costo di tante battaglie: un progetto che, se fosse riuscito, avrebbe cambiato l’intera storia di un continente condannato ai moti nazionalisti dell’Ottocento e alle Guerre Mondiali del Novecento.
L’ultimo imperatore d’Austria Carlo I fu un ricercatore di pace e un politico innovativo, sostenitore di un impero federalista: i tentativi da lui intrapresi durante la Prima Guerra Mondiale per ottenere una pace separata furono sabotati dall’intervento della massoneria, soprattutto francese, che voleva “repubblicanizzare” l’Europa eliminando le antiche monarchie, soprattutto quella cattolica degli Asburgo. Un progetto, questo, che vide particolarmente attiva la massoneria italiana, di cui facevano parte molti ministri, che influì sulle decisioni politiche e militari per far uscire l’Italia dallo stato di neutralità e farla alleare con la Francia. Al contrario, alcuni lungimiranti politici come il primo ministro inglese Lloyd George e il segretario di stato americano Lansing cercarono di evitarlo: l’impero austro-ungarico era ritenuto da questi ultimi l’unico contrappeso alla Germania e al militarismo prussiano, nonché la sola barriera che poteva contenere la penetrazione bolscevica in Europa. Se nella primavera del 1917 l’offerta di pace di Carlo I fosse stata accettata, la storia d’Europa sarebbe stata sicuramente diversa.
Occultismo, astrologia, esoterismo e alchimia: questi gli elementi che hanno costituito la fissazione del nazismo e dato origine a una serie di simboli e rituali pagani in grado di innalzare il Terzo Reich alla gloria eterna. Nel 1935, il giovane Hugo, appartenente all'Ahnerbe, la divisione delle SS adibita alla ricerca dell'eredità ancestrale, viene inviato sulle tracce del Santo Graal, già cercato dai Cavalieri Teutonici e Templari e forse situato nella chiesa di Santa Maria Isana Vercellese; la paleontologa Eva invece, alla ricerca della Lancia di Longino, viene derubata del manoscritto originale de I Maestri Cantori di Norimberga di Richard Wagner, contenente un segreto capace di sovvertire l'ordine del mondo. Ma un gesuita, zio di Himmler... Prefazione di Paolo Gulisano.
L’Europa è nata dal cristianesimo ma la sua storia è stata caratterizzata dall’affermazione di diverse eresie che si sono susseguite e ne hanno frammentato l’originaria unità: l’arianesimo, l’islam, il catarismo, la Riforma protestante e il modernismo (di cui un risultato è il comunismo). Il tramonto della teologia, il trionfo dell’opinione personale, la mania dell’innovazione, la messa in discussione di tutto, il rifiuto del dogma e del principio di autorità hanno portato a un regime di eresia generalizzato che ha conseguenze pratiche sulla politica, la società e l’economia di oggi. Lo storico Hilaire Belloc dice che solo identificando e chiamando con il proprio nome ogni deviazione dalla retta dottrina sarà possibile contrastare efficacemente ogni attacco anticristiano.
Dalla Rivoluzione francese all’Unione Europea, passando per il Risorgimento, la storia è una congiura di pochi che vogliono imporre le loro idee a tutti gli altri, contro la Verità rivelata.
Questo libro parla di gnosi, cioè del tentativo di alcuni, che si ritengono i migliori, di imporre la propria volontà a tutti gli altri, e in modo particolare ai cattolici. Questo si è visto fin dal momento in cui i liberal-massoni si sono impadroniti dell’Italia e di Roma; attraverso questa e altre vicende italiane, il potere della gnosi si è perpetuato fino ai nostri giorni, inserito nel contesto europeo e mondiale. Un problema quanto mai attuale, in un’Europa che pretende di realizzarsi negando le radici cristiane e di dare vita a un uomo di tipo nuovo, costruito a partire dalle false libertà della tecnoscienza e delle cosiddette “conquiste civili”.
In poche parole: La vita e l’opera del grande statista che contribuì a scavare un solco tra cattolici e protestanti e a fondare i moderni nazionalisti che hanno contribuito a distruggere l’Europa.
La fortuna nell’immaginario popolare del cardinale Richelieu è dovuta in gran parte al ritratto che ne fa Alexandre Dumas ne I tre moschettieri, presentandolo con un cinico e amorale doppiogiochista quasi in aperta concorrenza con il re Luigi XIII. In realtà, Richelieu fu uno dei grandi sostenitori dell’assolutismo monarchico e si adoperò per consolidare il potere del re contro tutti i localismi interni e i potentati esteri, non esitando a schierarsi dalla parte dei protestanti per accrescere il prestigio e le conquiste della Francia. Lo storico cattolico Hilaire Belloc traccia una biografia del personaggio individuando nel grande statista il fondatore dell’Europa moderna: a suo giudizio, Richelieu rese permanente la divisione tra la cultura cattolica e quella protestante e contribuì più di ogni altro a gettare i semi del nazionalismo aggressivo del XX secolo. Belloc rimpiange l’unità cattolica dell’Europa precedente alla “catastrofe del Cinquecento” e identifica nella Riforma la madre dei nazionalismi moderni, perché “alla distruzione di questa unità compiuta dalla Riforma successe (poiché gli uomini devono pur venerare qualcosa) un nuovo entusiasmo mistico: ciascuno si mise ad adorare il suo Paese natale”.
Nel 1300 gli scozzesi cercavano (e ottenevano) l’indipendenza dall’Inghilterra con la spada in sanguinose ed eroiche battaglie iscritte nell’epopea nazionale, come si vede nel kolossal cinematografico Braveheart. Nel 1707, attraverso l'Atto di Unione approvato dai Parlamenti inglese e scozzese, la Scozia cessava di essere una nazione libera ed indipendente, ricadendo sotto il governo di Londra. Non è però stato possibile mettere da parte le spinte indipendentiste della regione, basate su una forte e persistente identità culturale e religiosa. Questo libro ripercorre le fasi salienti della storia scozzese, dalla cristianizzazione ai nostri giorni, passando per l’organizzazione dei clan, le guerre contro i re inglesi, il genocidio culturale causato dal protestantesimo, le rivolte giacobite, la pulizia etnica settecentesca, fino alla devolutiondel 1997, il referendum per l’autonomia del 2014 e i possibili scenari causati dalla Brexit.
La sera del 26 marzo 1904, alla Maison du Peuple di Losanna, il socialista Mussolini tiene un contradditorio con il pastore evangelico Alfredo Taglialatela davanti a 500 persone: la sua posizione, volta a negare l’esistenza di Dio in nome della ragione, si innesta nella concezione illuminista e positivista che si fa promotrice della pace, della tolleranza, di Marx e di Darwin, della scienza e del progresso contro un oscuro Medioevo della religione e della superstizione. Francesco Agnoli analizza criticamente il testo mussoliniano e ne mette in luce la totale ascientificità, dimostrando come alla base del fascismo ci sia un pensiero materialista che, annullando la distinzione tra bene e male e il libero arbitrio, nega l’unicità e la dignità dell’uomo in nome di uno Stato hegeliano che rivendica per sé attributi divini. Idee che accomunano Mussolini con Lenin, Stalin, Trotskij e Hitler, e che hanno fatto sì che il XX secolo sia stato il più violento e sanguinoso della storia dell’umanità.

