
L'epoca in cui vissero i Templari è lontana e presente nello stesso tempo e narra di gesta epiche, di lotte cruente, amori leggendari, tesori nascosti, di ori e argenti profusi, di documenti occultati, dubbi religiosi, sacro e profano, intrighi, torture e morte, di reale e irreale, di idoli dall'impronta sulfurea, ma anche della spirituale "cerca" del Graal, la cui leggenda nutre da sempre un enorme interesse. Questo libro racconta di Rennes-le-Chàteau, della Sacra Spina, del tesoro degli Illuminati, di Montségur e di Castres, della Maddalena - da alcuni studiosi ritenuta la "sposa di Cristo" -, di Artù, delle Madri Nere, e di tutti i miti legati a ricchezze nascoste: casse, ori, pergamene, pietre sacre.
Quale invisibile legame collega l'esuberante civiltà minoica e l'austera comunità essena di Qumran? Quali oscure trame ispirarono l'assassinio del re merovingio Dagoberto, sospettato di eresia dal Papato e considerato invece dal misterioso Priorato di Sion l'ultimo discendente diretto del Messia? Quali erano i reali intenti del mistico Bernardo di Chiaravalle, che non volle diventare papa ma tenne in pugno la Chiesa per quasi trent'anni, esercitando un "potere all'ombra di tutti i troni"? Eventi storici apparentemente slegati l'uno dall'altro confluiscono in un unico Grande Disegno: la creazione dell'Ordine dei Templari e la sua diffusione in tutta Europa con tecniche di gestione economica e sociale che ne fanno il primo esempio di impresa multinazionale (ma all'epoca delle Crociate). Un'ascesa rapida, sensazionale, e un'altrettanto fulminea e rovinosa caduta, quando il re di Francia e una papa francese attuarono una vera e propria "soluzione finale": i Cavalieri templari furono torturati e sterminati con un accanimento che precorre in modo sinistro la ventata d'odio dell'Olocausto.
Tra il I e il IV secolo le provincie dell'impero romano fabbricarono tipi differenti di contenitori adibiti al trasporto di derrate alimentari come vino, olio e salse di pesce. Questa eterogenea classe di materiali ceramici è oggi una delle principali fonti archeologiche utili per ricostruire i flussi commerciali che hanno caratterizzato il Mediterraneo in età imperiale. Il presente testo si inserisce nella tradizione delle guide ceramiche rivolte in particolare a chi vuole riconoscere e schedare i principali tipi di anfore in base all'area di provenienza, alla distribuzione, alla datazione al contenuto e alle caratteristiche degli impasti.
Dal 476 all’anno Mille: dopo la caduta dell’Impero Romano assistiamo al tramonto del mondo antico e al lento formarsi di un nuovo amalgama con i popoli barbari, al diffondersi del cristianesimo, alla costruzione del rapporto complesso con l’Islam, tutti elementi attraverso i quali si iniziano ad abbozzare i tratti dell’Europa che verrà. Uno sguardo totalmente nuovo, limpido, vivace e insieme profondo, per leggere vicende ed eventi lontani, ma a noi vicini in molti imprevedibili modi.
Umberto Eco, con la collaborazione dei più importanti medievisti delle diverse discipline, vi accompagna in un viaggio coinvolgente e sorprendente attraverso l’arte, la storia, la società, la letteratura, la musica, la filosofia, le scienze di questo periodo così intenso della storia della civiltà europea.
Curatori
Umberto Eco, Laura Barletta, Pietro Corsi, Riccardo Fedriga, Giuseppe Ledda, Luca Marconi, Valentino Pace, Cecilia Panti, Ezio Raimondi.
Coordinatori
Andrea Bernardoni, Giovanni Di Pasquale, Dario Ippolito.
Autori
Umberto Eco, Alessandra Acconci, Gianfranco Agosti, Ivana Ait, Simona Artusi, Giuseppe Albertoni, Giacomo Baroffio, Laura Barletta, Elisabetta Bartoli, Carolina Belli, Anna Benvenuti, Andrea Bernardoni, Armando Bisogno, Giuliana Boccadamo, Luciano Bottoni, Tommaso Braccini, Giuseppina Brunetti, Glauco Maria Cantarella, Filippo Carlà, Alessandro Cavagna, Elena Cervellati, Antonio Clericuzio, Maria Conforti, Pietro Corsi, Diego Davide Renato De Filippis, Manuela De Giorgi, Lucio De Giovanni, Marco Di Branco, Giacomo Di Fiore, Catia Di Girolamo, Giovanni Di Pasquale, Roberto Gamberini, Manuela Gianandrea, Isaia Iannaccone, Dario Ippolito, Giancarlo Lacerenza, Giuseppe Ledda, Pierluigi Licciardello, Claudio Lo Jacono, Ernesto Mainoldi, Luca Marconi, Fabrizio Mastromartino, Donatella Melini, Ernst Erich Metzner, Silvana Musella, Valentino Pace, Cecilia Panti, Amalia Papa Sicca, Andrea Paribeni, Massimo Parodi, Stefania Picariello, Giorgia Pollio, Massimo Pontesilli, Ezio Raimondi, Marcella Raiola, Alessandra Rizzi, Pasquale Rosafio, Umberto Roberto, Silvia Ronchey, Carlo Luigi Schiavi, Giulio Sodano, Maria Elisa Soldani, Tullio Spagnolo Vigorita, Francesco Stella, Patrizia Stoppacci, Francesco Storti, Giorgio Strano, Francesco Paolo Tocco, Adriana Valerio, Giovanni Vitolo, Francesca Zago, Irene Zavattero.
Dall'anno Mille al XIII secolo: un tempo di rinascita, un balzo di civiltà. I comuni cercano una propria autonomia dal potere imperiale, si sviluppano le città, aumentano le terre coltivate e le attività artigianali e commerciali.
L'Europa si popola di cattedrali, vere e proprie enciclopedie del sapere e della fervida immaginazione medievale. Fra gli splendori arabi e normanni, il tempo delle Crociate e del Regno di Gerusalemme nutre un'epica di dame e cavalieri destinata ad influenzare per sempre la poesia, l'arte, il teatro. Abelardo ed Eloisa discutono intanto di amore e filosofia, si traduce Avicenna e si studia Platone accordando il pensiero cristiano con quello pagano.
La stagione che chiamiamo Medioevo, lunga quasi mille anni, si schiude sulla sua ultima scena. E una scena illuminata dalle vetrate e dai manoscritti, luccicanti di miniature, dalla consistenza e dai colori dei tessuti italiani e delle Fiandre che viaggiano per mare o per terra toccando il nord e il sud dell'Europa e attraversando un mondo nuovo, che si dispiega in tutta la sua variegata molteplicità. Nuove visioni abitano le città, ma anche l'intimità di studioli di uomini e donne di comando, ispirando la loro ricerca e sostenendola con l'autorità di una grandezza che appare di nuovo possibile, anche grazie alla poderosa immaginazione e abilità di artisti, architetti delle arti e del pensiero, pronti a tratteggiare utopie del presente, attraverso cupole e palazzi, nuove costruzioni di vita civile, di modelli statuali ed economici che si vanno rinnovando e delineando.
Dalle origini della civiltà minoica alla fine dell'età ellenistica: quasi due millenni trascorrono dall'antica Creta all'ultimo tentativo di ribellione ai Romani. Un periodo in cui nascono e fioriscono idee e valori in cui possiamo riconoscerci: dai modelli di comportamento della mitologia greca alle forme di ragionamento e alle dimostrazioni geometriche, dal sistema politico della democrazia ateniese alla versione eroica dello sport, dall'educazione che pone le proprie radici nella paideia greca alla ricerca continua di dare ordine alla realtà. Molto di quello che noi ancora oggi viviamo ci rimanda alla civiltà dell'antica Grecia.
A differenza da quella greca, la storia romana ha una struttura lineare, poiché possiede un evidente elemento unificante nella città di Roma, che da piccolo villaggio del Lazio, diventa una grande metropoli, capitale del più vasto impero della storia antica. Dell'eredità romana ricordiamo la forza militare, la certezza del diritto, la struttura logica della consecutio temporum, la precisione del confine... Dalla Grecia abbiamo tratto il modello politico della democrazia, da Roma i principi del diritto, da entrambe le civiltà le tecniche retoriche che usiamo ancor oggi nei parlamenti, nei tribunali, nella pubblicità. Questo volume vi farà scoprire la complessità e la multiformità del modello classico romano che ha determinato e ancor oggi continua a influenzare il mondo moderno. Umberto Eco, con la collaborazione dei più prestigiosi esperti del mondo classico, vi conduce in un percorso di riscoperta delle radici dell'occidente, con nuove e sorprendenti chiavi di lettura.
"Il discorso sui celti, nella percezione del grande pubblico, ha avuto per lo più un carattere d'intrattenimento: negli scaffali delle librerie la collocazione delle opere a loro dedicate oscilla tra la protostoria e l'esoterismo. Emarginati precocemente dalla storia, quella vera, dove non sono stati in grado di reggere il confronto con competitori più attrezzati, come latini e germani, i celti sembrano aver ottenuto la loro rivincita, colonizzando i territori dell'immaginario e del favoloso. [...] L'origine della civiltà celtica viene collocata nel cuore d'Europa, nel bacino del Reno e del Danubio, e questa centralità ha conservato fino a oggi, più o meno consapevolmente, un significato simbolico. [...] I celti sono allora l'Europa, la Prima Europa, l'Europa originaria che deve essere riscoperta, riattivata, per costruire una nuova Europa unita, oppure delle nuove piccole patrie sorte dall'auspicata dissoluzione delle gabbie nazionali. Radicato nel passato il mito celtico si proietta così verso il futuro". (Dall'introduzione di Vittorio H. Beonio Brocchieri)