
"Una riflessione suggestiva e penetrante di uno dei maggiori storici del mondo antico; una sintesi efficacissima, dove la caduta della Repubblica è spiegata attraverso le vicende di una lotta di classe senza sbocchi e senza ideologie; i protagonisti sono un esercito potente ma privo di legami con lo Stato, un ceto contadino disgregato e miserabile, una nobiltà ormai incapace di governare e una plebe urbana resa turbolenta e oziosa da un secolare avvicendarsi di fame, di guerre e di frustrazioni." (Emanuele Narducci)
"Un libro vivace e ricchissimo che, ripercorrendo i tempi e i modi del fare pasta e del condirla in Estremo Oriente e in Occidente, offre complessi itinerari culturali e gastronomici". (Tullio Gregory, "Il Sole 24 Ore") "Un'opera importante, che collega la storia dell'alimentazione con la genetica, la botanica, la storia dell'agricoltura e la letteratura e indaga in trattati di geografi e in diari di grandi viaggiatori". (Titti Marrone, "Il Mattino"). Silvano Serventi è storico dell'alimentazione e delle pratiche alimentari francesi e italiane. Françoise Sabban è sinologa e studiosa di storia dell'alimentazione in Cina e in Europa.
Grazie a numerose illustrazioni, il volume racconta le feste e i luoghi di un'Italia da scoprire: feste di paese e di città, feste religiose, civili, storiche, folkloriche, patronali rivivono per testimoniare l'identità del nostro paese, delle sue tradizioni e dei suoi costumi. Il percorso di scoperta delle tradizioni, ma anche delle forme di aggregazione e di incontro, è organizzato secondo il ritmo delle stagioni, ognuna ricca di occasioni per celebrare la voglia di divertirsi, di condividere emozioni, di ritrovare la propria identità di popolo. L'album, curato da Valerio Castronovo, è introdotto da un saggio di Natalia Aspesi.
Né ateo né pagano, come lo ha interpretato tanta parte degli studi, il Machiavelli di Viroli trova il suo Dio nel cristianesimo repubblicano che viveva a Firenze. Una tradizione fondata sul principio per cui il vero cristiano è il buon cittadino che serve il bene comune e la libertà. Dio partecipa alla vicenda umana, sostiene e premia chi governa con giustizia, vuole che gli uomini operino per rendere la città terrena simile alla città divina. Machiavelli delinea una religione della virtù senza la quale le libere repubbliche non potrebbero nascere, né esistere, né difendersi dalla corruzione.
Rapida scomparsa del vecchio mondo rurale, forme drammatiche di conflittualità politica e sociale, nuovo ruolo protagonista delle donne ma anche trasformazioni strutturali come vistoso calo della natalità, diminuzione dei matrimoni, nascita di nuove tipologie familiari. Dagli anni Sessanta la società italiana è stata contraddistinta da un peculiare processo di modernizzazione e da una conseguente evoluzione della cultura e dei comportamenti. Alla crisi dell'impegno politico che aveva coinvolto la vita pubblica, segue negli anni Ottanta e Novanta il graduale affermarsi di una diffusa indifferenza alla partecipazione e l'emergere dell'individualismo. Una panoramica delle trasformazioni che hanno modificato il nostro Paese.
Nell'attuale situazione politica italiana, finalmente fondata sul bipolarismo, il disprezzo per la politica e gli uomini politici costituisce una componente radicata nello stato d'animo dell'italiano medio. La storia del movimento che per primo si scagliò contro tutti i partiti e le ideologie viene quindi riproposta in una nuova edizione, integrata e ampliata, che mostra l'attualità di quell'antico disprezzo.
In una grande sintesi, l'intera parabola del mondo greco: dal tempo dei palazzi micenei alla nascita della polis, fino alla dominazione romana. Musti legge la grande storia dei greci attraverso i loro occhi e ne illumina la cultura e la mentalità, i valori fondamentali delle comunità greche: libertà, autonomia, "isotes" (equità ed eguaglianza), democrazia, in una parola la grandiosa complessità culturale di un popolo che ha racchiuso in sé un intero inventario di archetipi, esperienze esemplari e comuni a tutte le civiltà. "Il modo più autentico di mostrare rispetto per la storia dei greci - scrive l'autore - è sentirla e trattarla, innanzitutto e semplicemente, come storia di gente che ha vissuto. L'esperienza dei greci non è librata sulla vita e lontana da essa; è la vita stessa e la realtà nella diversità delle sue manifestazioni: con in più però qualcosa che ne fa un precedente grandioso per tutta l'esperienza umana, cioè la coscienza, la riflessione, la teorizzazione, la parola che le ha espresse, la scrittura che ha dato alla parola forma stabile e, a suo modo, definitiva".
Il duello barbarico, cioè il giudizio di Dio, in cui si coglieva nello scontro d'armi la sentenza della divinità; il duello in torneo, sospeso tra gioco, addestramento alle armi e regolamento dei conti; il duello d'onore, gudiziario o clandestino, espressione e privilegio del ceto nobiliare. Una storia ricca di episodi concreti spesso ricostruiti nei dialoghi originali.
Nazionalista e rivoluzionario, antiliberale e antimarxista, imperialista e razzista: il fascismo è stato il primo esperimento totalitario attuato nell'Europa occidentale da un partito milizia, proteso ad annientare i diritti dell'uomo e del cittadino, per creare una "nuova civiltà", fondata sulla militarizzazione della politica, sulla sacralizzazione dello Stato e sul primato assoluto della nazione come comunità etnicamente omogenea. Questa è, in sintesi, l'interpretazione del fenomeno fascista esposta in questo saggio da Emilio Gentile.
Hera è gelosa, Afrodite si innamora, Ares è ferito, Atena ordisce vendette: gli dei greci hanno una vita quotidiana, le loro giornate sono assolate, le loro notti scure come le nostre. Hanno una residenza (l'Olimpo), hanno un corpo, si lavano e si profumano, dormono e si svegliano, viaggiano, si riuniscono a banchetto, si nutrono di ambrosia. Ma, soprattutto, sono vittime come noi delle passioni: desiderano e si innamorano, si arrabbiano e si impietosiscono, pilotano a loro arbitrio le vicende terrene. Nonostante la severa signoria di Zeus, la loro società gerarchizzata è spesso sconvolta da dissapori e rivalità. Gli autori raccontano la vita di questi dei-uomini.
L'appartenenza della Russia all'Europa costituisce una questione aperta. Si tratta di un problema tutt'altro che astratto poiché di volta in volta il discorso europeo è servito alla Russia per individuare la propria identità, interpretare il proprio passato e delineare il proprio futuro, riconoscendo all'Europa la funzione di punto di riferimento. Il valore determinante del rapporto e del confronto Russia-Europa si manifesta nel momento in cui la Russia inizia una grande operazione di avvicinamento al Vecchio Continente, a partire dall'epoca delle rivoluzionarie riforme nel XVIII secolo. I saggi di Vittorio Strada ripercorrono gli intrecci e gli scambi con la civiltà europea in due secoli e mezzo di storia culturale russa.
Questo volume disegna la storia dei territori interessati dal dilatarsi della grecità verso occidente tra VIII e II secolo a.C. Il confronto con la Sicilia - via via percipita come parte integrante della Megále Hellás - e con altre aree coloniali greche; il ruolo fondamentale del Pitagorismo; la 'transizione' culturale e lo 'stato di sofferenza' del IV secolo, quando la grecità è ancora economicamente e politicamente valida, ma subisce la pressione e l'influenza delle genti vicine, preludio di una loro fragile egemonia e dell'avvento finale del dominio di Roma. Un profilo che si avvale di un'ottica diacronica interdisciplinare, tra letteratura e archeologia, storia religiosa, sociale e della mentalità.

