
Gli autori compiono un viaggio a ritroso nel tempo fino ai Greci e ai Romani per poi ritornare all'oggi, cercando di ricostruire il loro mondo, che è anche il nostro, in tutti i suoi vari aspetti. La religione, i miti, il potere, la politica, ma anche la vita comune di uomini e donne scorrono davanti ai nostri occhi: scopriamo così il mondo antico e colmiamo il divario fra noi e il passato, distante ma al tempo stesso familiare, perché ancora vivo nella nostra lingua, nella letteratura, nel nostro stesso modo di pensare.
Dagli scultori longobardi a Giotto, da Simone Martini a Claus Sluter, venticinque profili di pittori, scultori, architetti, miniaturisti e orafi. Una galleria di artisti europei, diversi nel tempo, nello spazio, nelle situazioni e nelle tecniche, che restituisce un volto all'arte medievale. Enrico Castelnuovo insegna Storia dell'arte medievale alla Scuola Normale Superiore di Pisa.
Che l'arte sia un piacere è un'idea così lontana dalle più recenti manifestazioni e tanto poco dichiarata da non essere oggi nemmeno pensata. Questo saggio pone in primo piano il piacere da ricercare nelle quattro arti visive -la pittura, la scultura, l'architettura e il design- cominciando a proporsi come una guida per la loro conoscenza. Renato De Fusco è professore di Storia dell'Architettura all'Università di Napoli. Dal 1964 dirige la rivista "Op. cit." di selezione della critica d'arte contemporanea.
"Questo libro, che parte dall'esplosione dei conflitti imperialistici e giunge all'età della globalizzazione, non è una sintesi degli avvenimenti del Novecento. Esso è stato scritto, facendo centro sull'analisi e sull'interpretazione dei maggiori nodi problematici del secolo scorso con le sue ambiguità e con le alternative che ha aperto all'uomo, avendo l'intento di stimolare, oltre che la riflessione dell'autore, quella dei lettori intorno all'eredità che ne viene al secolo che ha iniziato il suo cammino." (Massimo Salvadori)
Pochi periodi storici hanno avuto un rapporto così quotidiano con la guerra come il Medioevo. Guerra di saccheggio, in cui distruggere e depredare il nemico era in cima ai pensieri di ogni soldato. Aldo Angelo Settia conduce il lettore sui campi di battaglia e ricostruisce la mentalità del soldato medioevale, la sua vita fatta di privazioni, di fame, di terrore della morte e delle mutilazioni. Un'indagine sugli aspetti più distintivi della guerra medievale che offre al lettore un contatto diretto con le fonti utilizzate, soprattutto quelle cronachistiche.
Gli Stati Uniti hanno legato la propria esistenza a una vocazione imperialista fondata su un progetto di espansione considerato essenziale da un punto di vista strategico ed economico, giustificato con la missione di ampliare l'area della "libertà". Del Pero distingue tre fasi storiche: la costruzione di un Impero continentale, il consolidamento di un Impero tra gli imperi, l'affermazione di un impero globale. Il periodo fino alla Guerra civile e caratterizzato da una visione che mira a realizzare un unico Stato, dalla costa atlantica a quella pacifica, e sacrifica le comunità indiane assimilando i nuovi territori conquistati a ovest. In seguito gli Usa vivono un momento imperiale, che culmina nella guerra con la Spagna e l'acquisizione delle Filippine. Il fallimento del progetto wilsoniano e l'interludio isolazionista della seconda metà degli anni Trenta lascia poi spazio all'ascesa degli Stati Uniti a leader mondiale. Nel secondo dopoguerra gli Usa combinano elementi tradizionali della politica di potenza e forme nuove d'influenza economica, politica e culturale, riuscendo così a rispondere alla sfida dell'altro universalismo del XX secolo: quello dell'Urss comunista. L'espansionismo statunitense e le forme imperiali cui ha dato vita si sono sempre legate all'idea di libertà raggiunta all'interno dei confini americani, e alla volontà di esportarla per riuscire a difendere più efficacemente l'american way of life.
Quale rilevanza ha il tempo, e la memoria, nella costruzione di una ragione giuridica? Su questa domanda si articola la prima parte del volume. Essa non considera solo il pensiero antico in alcuni momenti decisivi: il platonismo, per esempio, e la riflessione aristotelica, o la giurisprudenza romana; ma approfondisce il dialogo, ora solidale ora polemico, che la modernità intrattiene con la cultura classica: dalla critica umanistica della Compilazione giustinianea, e da Bacone, Hobbes e Leibniz, a Bentham e a Savigny, sino a Schmitt e a Kelsen. Nella seconda parte il libro compie anche un esame di coscienza e si interroga, ancora una volta, sugli intenti e i modi di una storiografia giuridica nella società contemporanea.
Per quarant'anni, dal 1901 al 1943, Benedetto Croce e Giovanni Laterza hanno intrattenuto una corrispondenza che attesta la complessità di un rapporto divenuto una profonda intesa intellettuale e un'autentica amicizia. Questo volume copre il periodo che va dal primo incontro, avvenuto a Napoli nel dicembre 1901, al 1910. Attraverso il dialogo tra il filosofo e l'editore, emergono le problematiche inerenti la genesi e l'evoluzione di alcune tra le più importanti collane della casa editrice: si riconfigura la "Biblioteca di Cultura Moderna", nascono i "Classici della filosofia moderna", gli "Scrittori d'Italia" e Croce stesso dà inizio alla pubblicazione delle proprie opere con Laterza. Un volume curato dall'Istituto Italiano per gli studi storici.
Trattenuto e interrogato per tredici mesi nel campo di internamento di Berlino tra il 1945 e il 1946, nuovamente arrestato nel 1947 e rinchiuso in una cella del penitenziario di Norimberga, Carl Schmitt si dovette difendere dall'accusa infamante di crimini di guerra. Questo volume raccoglie i testi di quell'esperienza, i verbali dei tre interrogatori condotti da Robert Kempner, le autodifese di Schmitt sul tema del grande spazio e della guerra di aggressione e i pareri resi all'autorità americana sul Capo della Cancelleria e sui Segretari di Stato nel Terzo Reich. Il nodo teorico che queste pagine sollevano è ancora irrisolto e non ovvio: è possibile processare la storia e i nemici sconfitti? La giustizia dei vincitori può essere un tribunale morale?
Ralf Dahrendorf, tra i maggiori scienziati sociali e studiosi della politica del nostro tempo, si sofferma in questo volume sulle trasformazioni del mondo negli ultimi quindici anni: dal crollo del muro di Berlino e dalle trasformazioni dei paesi ex comunisti allo sviluppo di alcuni paesi asiatici, dalle odierne forme dei partiti socialisti all'emergere di una nuova classe dirigente transnazionale, dai rischi del populismo al futuro della democrazia.
In breve
L’Europa nasce in Asia e per secoli ne condivide la storia. Ma quando Serse, l’imperatore persiano, tenta di conquistare la Grecia, ha inizio uno scontro che non è mai terminato. La diversità che divide Occidente e Oriente ha radici più profonde della politica o della religione, sostiene Anthony Pagden. Per comprendere i rapporti mutevoli e imprevedibili tra queste due parti del mondo, e come si sono manifestati nel corso dei secoli, dobbiamo risalire ben oltre le Crociate, oltre la nascita dell’islam e del cristianesimo, fino al quinto secolo prima di Cristo. Questo libro racconta cosa è accaduto in 2500 anni di conflitto, dai tentativi – di Alessandro Magno prima e dei Romani poi – di unire Europa e Asia in un’unica civiltà, alle guerre di religione fra cristianesimo e islam, al razionalismo scientifico occidentale in antitesi con chi cerca la guida incontestabile nelle parole di Dio. Fino all’oggi, quando ormai le antiche frontiere geografiche tra Occidente e Oriente sono quasi scomparse, ma la guerra più lunga e più costosa nella storia dell’umanità non è meno aspra e in fin dei conti meno vana di quanto sia stata negli ultimi due millenni.
Indice
Ringraziamenti - Prefazione - 1. Una inimicizia perenne - 2. All’ombra di Alessandro - 3. Un mondo di cittadini - 4. La Chiesa trionfante - 5. L’avvento dell’islam - 6. Le case della guerra - 7. Il terrore nel mondo - 8. La comparsa della scienza - 9. Orientalismo illuminato - 10. Il Maometto dell’Occidente - 11. Il percorso dell’impero verso oriente - 12. Epilogo: verso il futuro - Note - Bibliografia - Referenze iconografiche - Indice analitico
"Una riflessione suggestiva e penetrante di uno dei maggiori storici del mondo antico; una sintesi efficacissima, dove la caduta della Repubblica è spiegata attraverso le vicende di una lotta di classe senza sbocchi e senza ideologie; i protagonisti sono un esercito potente ma privo di legami con lo Stato, un ceto contadino disgregato e miserabile, una nobiltà ormai incapace di governare e una plebe urbana resa turbolenta e oziosa da un secolare avvicendarsi di fame, di guerre e di frustrazioni." (Emanuele Narducci)

