
Con "religioni della politica" si definisce una particolare forma di sacralizzazione che si manifesta in epoca moderna, quando la politica, dopo aver conquistato la sua autonomia nei confronti della religione tradizionale, rivendica per sé la prerogativa di definire il significato e il fine fondamentale dell'esistenza umana su questa terra. Questo libro propone un'interpretazione del fenomeno che intreccia l'analisi storica con l'analisi teorica, mettendo in rilievo l'utilità e, insieme, i limiti del concetto di sacralizzazione della politica nello studio della politica di massa.
Pietro Costa in questo secondo volume dedicato alla cittadinanza in Europa, prende in considerazione il periodo che va dal Settecento alla metà dell'Ottocento. Fra gli argomenti trattati: la cittadinanza nella rivoluzione, fra l'età Napoleonica e i moti del '48, l'invenzione della società, la cittadinanza in Italia e in Germania, i dilemmi della cittadinanza.
La dittatura come "malattia" e come "parentesi"; il fascismo "popolo delle scimmie" e "rivelazione" del substrato "barbaro" della società italiana. Sulle tracce delle immagini e delle raffigurazioni, una rivisitazione delle interpretazioni del fascismo, che scava negli strati profondi dei testi per far emergere non solo il giudicare ma anche il modo di sentire il fascismo.
«Lo spirito animatore del libro è l'intento civile di reagire a quella sorta di distruzione del passato che oggi sembra cosi di moda e di riaffermare con forza l'identità della nazione italiana» (G. Carocci, "Il Diario della settimana"). «Un grande viaggio dentro il patrimonio di memorie diffuse accumulato dagli italiani dall'Unità a oggi» (A. Papuzzi, "Tuttolibri). «Come tutte le storie viste dal lato 'minore', anche quest'opera è in bilico sul filo di un affetto autoironico, a tratti un po' disperato e perfino nostalgico. Quasi che quella 'umile Italia' che si nutriva di aneddoti vissuti, saporite banalità, infatuazioni ed equivoci collettivi, entusiasmi mal riposti, venga oggi guardata dall'alto (o dal basso) di un paese diventato di plastica» (N. Ajello, "la Repubblica"). Una storia d'Italia, scritta a più voci, che a centocinquant'anni dall'Unità riafferma l'identità della nazione attraverso la nostra memoria collettiva.
A uno sguardo superficiale, l'antico Egitto si presenta come un mondo lontano e diverso, ma l'Egitto è anche il luogo in cui per la prima volta, nella storia, si è sviluppato su ampia scala un apparato burocratico che di fatto ha posto le basi di una moderna concezione dello Stato. E' nella prospettiva di questa continuità e di questa inaspettata "vicinanza" dell'antico Egitto che gli autori ne reinterpretano le vicende sociali. Troveremo quindi tra le pagine di questo volume non solo le classiche ricostruzioni delle sequenze dinastiche e delle gesta dei sovrani, ma anche le trasformazioni sociali ed economiche del mondo egizio e la struttura delle formazioni politiche.
Il libro ricostruisce il ruolo fondante che l'esperienza politica e istituzionale di città come Atene e Sparta ha svolto nel pensiero e nelle vicende politiche della nostra storia, in particolare nel periodo che va dal '400 al '700. Concetti-chiave quali l'uguaglianza, la democrazia, la libertà, la partecipazione politica affondano infatti le loro radici nella nozione stessa di polis e hanno avuto origine nell'esperienza politica e istituzionale di una civiltà solo apparentemente lontana.
Alcuni studiosi europei tracciano un profilo storico complessivo della condizione giovanile: un affresco di una fase di passaggio cruciale nella vita di ogni uomo. Ma oggetto di questi due volumi non è solo la gioventù intesa come fatto biologico o come stadio della crescita individuale, ma soprattutto i giovani intesi come gruppo sociale, come movimento politico, come forza storica e come spinta creativa nelle arti e nelle lettere. In questo volume saggi di: Alian Schnapp, Augusto Fraschetti, Elliott Horowitz, Christiane Marchello Nizia, Elisabeth Crouzet-Pavan, Michel Pastoreau, Norbert Schindler, Renata Ago.
Il volume presenta l'edizione economica, aggiornata fino all'esperienza del governo Prodi, della nota opera di Denis Mack Smith.