
Sovrano di una monarchia sulla quale non tramontava mai il sole, la figura di Filippo II è stata oggetto nei secoli di innumerevoli ricostruzioni e di un giudizio che ha oscillato tra l’esaltazione e la denigrazione. In realtà il sovrano era figlio dei suoi tempi e come tale aveva posto la propria vita al servizio degli ideali in cui credeva e per i quali non aveva esitato a sacrificare uomini e ricchezze del suo impero. Il libro non vuole ribaltare giudizi tradizionali e consolidati, bensì invitare a leggere la figura del re nel contesto di un’Europa travagliata dalle guerre di religione e che si apriva al mondo, e a rapportarsi a lui con gli occhi dei cronisti del tempo che spesso lo dipingevano come un sovrano pacifico nonostante le innumerevoli guerre da lui condotte nel corso di un lungo regno, che abbracciò quasi tutta la seconda metà del XVI secolo. Anche per questo la biografia di Filippo II dà ampio spazio alla dimensione dinastica e familiare entro cui si svolgeva la vita politica nella Spagna e nell’Europa del XVI secolo. L’autore indaga inoltre la politica confessionale del sovrano, tesa alla difesa a oltranza del Cattolicesimo e alla lotta contro gli eretici e gli infedeli: a lui si attribuisce l’evangelizzazione delle Americhe e delle Filippine. Filippo godette di grande prestigio presso i principi suoi contemporanei, si servì di un’abile diplomazia, fatta di uomini capaci. Anche per questo il re, sebbene governasse chiuso nell’Escorial (l’ottava meraviglia del mondo), può essere considerato il sovrano cinquecentesco che si sentì non solo il figlio prediletto della Chiesa universale, ma il portatore di una visione che univa l’amore per la propria terra natale all’interesse verso il mondo che si apriva al di là delle Colonne d’Ercole.
Il libro affronta la questione del cattolicesimo in Cina con una serie di articoli che evidenziano alcuni snodi storici e approfondiscono la contemporaneità, tra contraddizioni e aspirazioni.
Una storia scritta direttamente dai protagonisti. Sessantuno lettere dal passato di notevole valore storico che assumono anche un rilevante valore sociologico perché non sono molte le testimonianze dirette di coloro che emigravano. In un Paese ad alto tasso di analfabetismo come l'Italia del primo Novecento è quasi un miracolo poter leggere donne siciliane che si raccontano ad una nobildonna di Mineo (Catania) la quale ha favorito l'avventura americana loro e dei loro cari. Donne grazie alle quali il Lettore viene direttamente a scoprire le speranze, le condizioni di vita, di lavoro, di relazione, gli amori e il desiderio di restare o di tornare a casa. Poi assieme agli autori, il lettore prima trova i nomi di alcuni di questi protagonisti nei registri di Ellis Island e in seguito ricerca e ritrova alcuni dei loro discendenti che ricevono così, non senza una grande emozione, queste inattese lettere dal passato.
Apparso a Parigi nel 1935, questo libro è stato tra i primi che abbia detto alcune essenziali verità su Stalin. E le ha dette così presto, e con tale nettezza, che la sua presenza ha accompagnato come un'ombra gli ultimi vent'anni di vita del capo sovietico. Le ha dette, inoltre, per bocca di uno storico che era stato segretario della Terza Internazionale, uno dei fondatori del Partito Comunista Francese e infine amico e compagno di Simone Weil nelle lotte del sindacalismo rivoluzionario in Francia.
Nel volume l'autore dimostra che l'arte della medicina conserva una parte dell'irrazionalità dei suoi albori e dei riti magici che ne hanno caratterizzato i primi secoli. L'uomo moderno ha fiducia nell'alta tecnologia ospedaliera, ma continua a credere nelle guarigioni miracolose e le "medicine parallele" sono ancor oggi fiorenti. La storia della medicina è dunque complessa e non può che essere esaminata su tre piani: sul lungo periodo; in rapporto ai diversi contesti storici, culturali, sociali e politici; senza mai dimenticare gli uomini che l'hanno forgiata, da Ippocrate a Galeno a Pasteur, da Imhotep a Pincus a Barnard.
Quelli dei movimenti migratori interni e verso l'esterno sono temi chiave per la storia della società italiana negli ultimi due secoli. Qui sono affrontati significativamente insieme, in una prospettiva di ampio respiro, mettendo alla prova e a confronto approcci statistico-demografici, antropologici, storici e grafici. Ne esce un aggiornato bilancio degli studi e un'analisi di questioni più generali o ricerche su casi specifici, che mettono in forse consolidate interpretazioni, o invece confermano la validità di vie di ricerca già sperimentate. Diversi contributi mettono in luce l'esistenza di interessanti forme di plurilocalismo; altri fanno emergere i limiti di troppo rigide distinzioni tra migrazioni interne ed esterne; altri ancora invece sondano con efficacia un campo di ricerca ancora molto giovane quale è quello relativo ai processi migratori nel secondo dopoguerra. È un libro, insomma, che segna il terreno per una rinnovata stagione di ricerche.
Prendendo come punto di osservazione la rappresentazione della politica statunitense durante la guerra fredda e negli anni immediatamente successivi alla sua fine, questo volume ricostruisce la storia del Movimento Sociale Italiano, indagando anche come il Msi abbia accolto la cultura americana veicolata attraverso il cinema, la musica e i mezzi di comunicazione di massa. Giovandosi di documentazione archivistica, sono stati ricostruiti anche gli sporadici e infruttuosi tentativi operati dai dirigenti del partito per istituire rapporti con la politica statunitense. Attraverso lo specchio americano, il libro restituisce continuità, discontinuità e differenziazioni della cultura politica del Msi dalle origini alla nascita di Alleanza Nazionale.
Un regista leggendario,
due attrici innamorate e gelose,
il meraviglioso scenario delle Eolie.
Uno scandalo e un caso politico
che arriveranno fino in usa.
“Mr Rossellini,
ho visto i suoi film e li ho apprezzati moltissimo.
Se ha bisogno di un’attrice svedese, che parla molto bene
l’inglese, che non ha dimenticato il tedesco, non riesce a farsi
capire molto bene in francese e in italiano sa dire soltanto
“ti amo”, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei.”
Ingrid Bergman
Nella primavera del 1948 un incendio distrugge la sede romana della Minerva film, mandando in fumo chilometri di pellicola. Miracolosamente si salva dal fuoco una lettera, indirizzata a Roberto Rossellini. Recapitata il 7 maggio, il giorno prima del suo compleanno, è firmata da Ingrid Bergman, che, folgorata dai lavori del regista, vorrebbe recitare con lui. Rossellini, all’apice del successo, sta progettando un nuovo film ambientato alle Eolie con Anna Magnani, con la quale vive una relazione appassionata e burrascosa. Lusingato, avvia in gran segreto le trattative con l’attrice svedese. Non immagina che di lì a poco tra di loro esploderà un’attrazione tanto travolgente da far scoppiare un grande scandalo nell’Italia e nell’America allora ancora molto puritane, e un caso politico internazionale, che approderà fino al Senato Usa. Quando Anna scopre di essere stata tradita — come artista e come donna — medita la vendetta: il film alle Eolie si farà, con o senza di lui. Negli stessi mesi, su due isole vicine, Stromboli e Vulcano, due troupe realizzano due film praticamente identici, in un clima reso infuocato dai pettegolezzi. Marcello Sorgi racconta con grande maestria una storia che intreccia dramma e commedia, facendo rivivere i protagonisti in tutto il loro carisma, ma anche nella loro grande umanità: Rossellini bugiardo e intrappolato in un orgoglioso maschilismo; la Bergman ossessionata dall’idea di essere una brava moglie; la Magnani lunatica e dispoticamente capricciosa. Sullo sfondo, compassati nobiluomini siciliani, cronisti senza scrupoli, grandi intellettuali e umili attori improvvisati. E il mondo brillante e pieno di fermento della Roma del dopoguerra, così mirabilmente ritratta dal neorealismo rosselliniano, ansiosa di superare il recente passato per ricominciare a vivere.
Una raccolta degli articoli comparsi su «la Repubblica» dal 1990 in poi, molti dei quali veri e propri «scoop» con notizie, curiosità e storie sorprendenti uscite in Germania dopo la fine della «rimozione» e sino ad allora ignorate dal pubblico italiano. Dall'infanzia e dalle curiose, intriganti vicende che portarono Hitler al potere, agli attentati, alle vendette e al suicidio finale. Le folli idee e le «gesta» di Göring, Goebbels, Eichmann. Le donne che amavano pazzamente il Führer, Schmitt, i Krupp, la regista Leni Riefenstahl, i detrattori più celebri, tra cui Thomas Mann, Hannah Arendt, Joseph Roth. E ancora le vittime, dagli omosessuali rinchiusi a Sachsenhausen a Primo Levi, a Walter Benjamin e ai suoi familiari. Infine il dibattito sul nazismo, da Syberberg a Ernst Nolte.

