
Talete cadde in un pozzo mentre passeggiava guardando la Luna. Tycho Brahe girava con un naso finto perché aveva perso quello vero in un duello. Keplero scoprì le leggi del moto dei pianeti ma faceva oroscopi per campare e salvare dal rogo la madre fattucchiera. Galileo frequentava case di piacere, ebbe tre figli da un'amante e, ormai vecchio, scoprì la bellezza di un amore intellettuale. Newton era invidioso e attaccabrighe, fu più alchimista e teologo che scienziato e come direttore della Zecca di Londra mandò alla forca decine di piccoli falsari. Einstein cancellò dalla sua vita una figlia avuta prima del matrimonio. Hubble, padre del Big Bang, da giovane era un pugile in corsa per il titolo mondiale dei medio-massimi... Con un rigore non privo di humour, Piero Bianucci racconta la meravigliosa avventura delle scoperte astronomiche legandola alle storie straordinarie di quanti, uomini e donne, l'hanno vissuta. Dallo sgomento dell'uomo primitivo nelle notti stellate alle grandi domande esistenziali dell'uomo moderno, il cielo continua a essere specchio dei sentimenti, della Ragione e della curiosità umana.
Dopo l'omicidio dell'operaio e sindacalista Rossa, Vincenzo Gagliardo, che da subito condannò il suo operato (e quello dei suoi compagni), si chiuse nel silenzio. Oggi parla con fatica, e ricostruisce la trama, umanamente e socialmente dura, vera e inedita, della sua vita e di una stagione che in troppi hanno voluto nascondere. Il libro diventa così vero libro di storia, con il ricordo soggettivo di ciò che erano realmente le Brigate rosse dentro le fabbriche, e con la ricostruzione dei percorsi che hanno portato alla scelta brigatista. E alla verità difficile e scomoda di Gagliardo si affianca, nel libro di Bianconi, la verità assoluta delle vittime, nella figura di Sabina Rossa, la figlia di Guido Rossa. Per chiudere del tutto una stagione, e aprirne un'altra.
Questo libro è il racconto di ventiquattro ore che hanno cambiato l'Italia. Poche volte nella storia capita che un intero Paese si accorga immediatamente di essere di fronte a uno spartiacque, a un momento da cui si uscirà profondamente diversi. È quello che accade il 16 marzo del 1978, il giorno del rapimento di Aldo Moro ma anche il giorno della fiducia al primo governo che vede il voto favorevole del Partito comunista. La sera precedente al sequestro, tra le ultime trame politiche e gli ultimi preparativi dei brigatisti, comincia il conto alla rovescia che porterà alla strage di via Fani. In forma del tutto originale, Giovanni Bianconi ricostruisce e intreccia i punti di vista dei protagonisti - le vittime come i carnefici - con gli scenari della vicenda: da casa Moro al covo dove il presidente della Dc fu rinchiuso, dalle riunioni segrete nelle stanze del potere alle discussioni nei partiti e in Parlamento, dal Vaticano all'ambasciata Usa, dalle piazze alle università. Un crescendo di azioni, reazioni e colpi di scena. Alla sera del 16 marzo si giunge con la consapevolezza di essere entrati nel momento più buio della storia repubblicana. È già allora evidente ciò che alimenterà per anni l'affaire Moro: dai misteri veri e presunti sull'azione dei terroristi al retroterra del sequestro, fino al 'muro contro muro' tra lo Stato e le Br che ha portato alla morte del prigioniero e del suo progetto politico.
Questo libro è il racconto di ventiquattro ore che hanno cambiato l'Italia. Poche volte nella storia capita che un intero Paese si accorga immediatamente di essere di fronte a uno spartiacque, a un momento da cui si uscirà profondamente diversi. È quello che accade il 16 marzo del 1978, il giorno del rapimento di Aldo Moro ma anche il giorno della fiducia al primo governo che vede il voto favorevole del Partito comunista. Il 16 marzo 1978 è un giorno sbagliato. Un giorno che, destinato a entrare nella storia italiana come inizio di una nuova fase democratica, diventa improvvisamente tutt'altro: il giorno della violenza e della 'geometrica potenza' di fuoco delle armi. Il giorno del sequestro di Aldo Moro a via Fani.
L'evoluzione del paesaggio agrario, l'organizzazione della produzione, lo sfruttamento dei boschi alpini e le articolazioni istituzionali della società rurale (dal Cinquecento all'Ottocento) vengono studiati utilizzando un vasto repertorio di documenti manoscritti inediti, di diverso genere e formazione. Reciproci scambi tra "fonti scritte" e "fonti disegnate" hanno permesso di ricomporre storicamente i quadri economici e le articolazioni della società rurale. L'articolazione delle strutture signorili, le politiche aziendali, la questione dei confini, i progetti di risanamento del territorio e di valorizzazione delle risorse agricole e gli incartamenti aziendali vengono analizzati anche alla luce dell'insieme eterogeneo di documenti cartografici e mappe. L'ampio catalogo presentato nel DVD allegato, inoltre, permette di visualizzare ogni sfumatura delle mappe e analizzare i particolari difficilmente percettibili in una produzione a stampa, consentendo una nuova valorizzazione del documento iconografico.
I decenni successivi alla caduta della Repubblica di Venezia furono contrassegnati da un convulso processo di modernizzazione delle antiche strutture amministrative e istituzionali. La costruzione di nuovi apparati di governo, il consolidamento dei poteri dello Stato e la realizzazione delle riforme vennero affidati anche ad un corpo di tecnici e burocrati selezionati. Figura esemplare di questo nuovo ceto di funzionari è il perito pubblico e agrimensore udinese Francesco Rota. Ricostruendo le sue vicende personali, la sua formazione culturale e il suo itinerario professionale l'autore propone all'attenzione dei lettori un ampio e complesso quadro economico e sociale del Friuli in età napoleonica.
Nell'ambito della demistificazione storiografica della retorica risorgimentalista otto-novecentesca, uno dei fronti più "caldi" e innovativi è costituito dalla riscoperta dell'opposizione italiana alla conquista piemontese. Questo saggio rivela al largo pubblico uno degli episodi più eclatanti e commoventi di questa lotta popolare per la libertà: un piccolo Stato, il Ducato di Modena, travolto dalla macchina da guerra piemontese, rifiuta di scomparire dalla storia. Il suo piccolo esercito per non cessare la propria lotta e ammainare la propria antica bandiera, rifiuta di sciogliersi e prosegue per anni la propria lotta come Brigata modenese autonoma, la Brigata Estense, assieme all'Esercito Austriaco contro i Piemontesi. Una storia rimossa che ha dell'incredibile, e ridisegna la storia dell'unificazione dell'Italia del nord, grazie ad una documentazione inedita e inoppugnabile.
In questo libro l'autore intende ricondurre l'esperienza totalitaria alle sue origini metafisiche. La liberta per l'uomo non e semplicemente una prerogativa, neppure la piu importante delle prerogative. La liberta e l'essenza dell'uomo: negata la liberta, e negato l'uomo. Per cio i regimi totalitari sono disumani. Nell'intento di realizzare il paradiso per l'uomo lo uccidono, non innanzitutto fisicamente, ma pneumaticamente, facendo dell'anima l'agente di altre autorita. Il totalitarismo e al vertice della propria coerenza: la liberta comporta il male, chi vuole sconfiggerlo deve annientarla. Solo un Dio potrebbe redimere dal male senza strappare la liberta". Seguendo questo itinerario l'autore intende ricondurre l'esperienza totalitaria alle sue origini metafisiche. "
La battaglia tra tedeschi e alleati lungo la linea Gustav che di lì a poco avrebbe portato alla distruzione della celebre Abbazia di Montecassino era stata preceduta da un'altra battaglia, quella combattuta affinché gli inestimabili tesori custoditi nella badia benedettina rimanessero patrimonio dell'umanità. È questo episodio che si vuole riproporre nel presente libro, alla luce di documenti e testimonianze che sollevano più di un interrogativo sulla "versione" ormai consacrata da decenni del salvataggio delle opere d'arte. Dopo essere venuti per caso fortuito a conoscenza di questi documenti, ora all'Imperial War Museum di Londra, gli autori hanno deciso di vederci più chiaro e da lì è cominciata la loro ricerca. Da giornalisti, quali sono, e non da storici come non ci si può improvvisare. Nel tentativo di capire meglio quei fogli, i silenzi, le interpretazioni, sono entrati in una realtà che a settant'anni di distanza ancora cerca una sua definizione e che ancora vive di emozioni, di ricordi mai sopiti. È stato così che, immergendosi nelle infinite sfaccettature di questa "battaglia", altre storie sono emerse, storie di persone ,di scelte difficili e coraggiose, che ricordano uno dei periodi più terribili dell'Italia in guerra, fatto di ingordigie e di interessi.
Nonostante la sua popolarità, di Marco Polo si sa poco o nulla. Mercante giramondo, autore del "Milione", avventuriero che raccontò la Cina all'Occidente, Marco Polo è stato certamente tutto questo, ma anche molto altro: la sua vita non si esaurisce nel romanzesco racconto delle sue peripezie di viaggio. Vito Bianchi ripercorre la storia di una grande uomo che visse in un delicato momento di passaggio per i destini dell'Oriente e dell'Occidente, e dell'abilità con cui riuscì a diventare l'eroe in un mondo di trasformazione.
Nel 1480 l'impero ottomano era in prepotente espansione verso l'Europa e il Mediterraneo. Sulla sua traiettoria, l'Italia lacerata da congiure e lotte intestine fra le più splendide signorie rinascimentali. In questa storia c'è il sogno di un sultano affascinato dai fasti dell'antichità, che intende riunificare l'impero romano. Ci sono gli interessi della Repubblica di Venezia. Lorenzo il Magnifico, appena scampato alla congiura dei Pazzi. Un ex gran visir caduto in disgrazia. Le mire di dominio sulla Penisola del re di Napoli. Un pontefice che, mentre pensa alla decorazione della Cappella Sistina, briga per favorire i propri nipoti. Condottieri al servizio del miglior offerente, il coraggio dei Cavalieri di Rodi. Un grandioso mosaico che profetizza l'avvento del Male. Alla fine della guerra di Otranto non ci saranno vincitori, se non la peste. Si cercherà di recuperare gloria almeno dai resti delle vittime, facendone dei 'martiri della cristianità', contro ogni evidenza e testimonianza. Su tutto, l'indifferenza del potere nei confronti degli umili, degli ultimi, degli inermi, costretti a pagare il prezzo delle altrui ambizioni.