
Rimasta neutrale nel 1914, il 26 aprile 1915 l'Italia firmava segretamente il patto di Londra impegnandosi a entrare in guerra in cambio di vari vantaggi di carattere territoriale. Ma la maggioranza dell'opinione pubblica italiana si mostrava perplessa se non ostile all'entrata in guerra. In quello che fu poi definito "il radioso maggio", una serie di manifestazioni spesso violente però spazzarono via l'opposizione neutralista, giungendo a minacciare il parlamento, e a determinarne un rapido voltafaccia che si tradusse nel consenso al governo e alla guerra. Basato su un'ampia gamma di fonti italiane e straniere, il volume racconta in maniera puntuale, giorno per giorno, gli eventi che dal 26 aprile al 24 maggio segnarono dal punto di vista interno e internazionale il processo di coinvolgimento del paese nella grande guerra.
Dalla risistemazione degli assetti europei e internazionali tentata a Versailles alla fine della Grande Guerra al «nuovo disordine internazionale» conseguente alla scomparsa del bipolarismo della guerra fredda, il libro propone una nuova visione della storia delle relazioni internazionali contemporanee. Non più in una prospettiva tradizionale di storia diplomatica, ma secondo un'impostazione più inclusiva, in cui trovano posto gli aspetti economici, sociali e culturali, i processi transnazionali e i forti legami tra politica interna e politica estera. La nuova edizione, oltre a tenere conto di quanto accaduto nel sistema internazionale negli ultimi anni, dispiega un più ricco apparato integrativo e si dota di una versione on line.
Una storia di scelte strategiche, scommesse vinte, battaglie perdute, ambizioni e illusioni persistenti Avvalendosi di un'ampia gamma di fonti, Antonio Varsori ricostruisce l'intera vicenda della posizione italiana sullo scenario internazionale dalla fine della seconda guerra mondiale a oggi. Più di settant'anni di storia scorrono davanti ai nostri occhi: l'uscita dal dopoguerra, la scelta occidentale, la vocazione europeista, il difficile formarsi di nuovi equilibri all'indomani del crollo del muro di Berlino e la nuova drammatica cesura rappresentata dall'11 settembre; e poi la globalizzazione economica, le trasformazioni tecnologiche, fino all'emergere di nuovi attori globali. Con mille sforzi e non senza alcuni significativi risultati l'Italia repubblicana ha risalito la china del riconoscimento internazionale, ma oggi sembra ancora più faticoso definire una coerente strategia di proiezione su scala mondiale.
Sono trascorsi settantacinque anni dall'attuazione del Piano Marshall e dalla nascita dell'Organizzazione europea di cooperazione economica che nel dopoguerra ha legato tra loro gli Stati dell'Europa occidentale. È giunto, quindi, il momento di rileggere la storia di questa progressiva costruzione a partire dal ruolo dei governi nazionali e attraverso l'evoluzione delle istituzioni, il processo di integrazione, la dimensione economica, l'influenza delle trasformazioni sociali; e riconsiderare anche l'interazione con le maggiori dinamiche e i più importanti attori internazionali che hanno contribuito a disegnare la natura e i confini geopolitici di ciò che s'intende per Europa. Antonio Varsori ci accompagna in questo percorso - fatto di grandi speranze, crisi, audaci iniziative, radicali trasformazioni - per comprendere i caratteri e le ragioni di un soggetto che ha concorso a determinare l'assetto dell'Occidente così come lo conosciamo.
Secondogenita di Filippo II di Spagna e di Elisabetta di Valois, l'Infanta Caterina Micaela (1567-1597) sposò Carlo Emanuele i nel 1585 e fu duchessa di Savoia fino alla morte. Il volume indaga le molteplici sfaccettature della sua persona e del fortunato e prolifico matrimonio di cui fu protagonista. A fronte dell'importanza tradizionalmente riconosciuta alla sorella Isabella Clara Eugenia, infatti, Caterina è meno nota e la sua immagine è stata di solito ricondotta alla severità dell'etichetta spagnola che introdusse alla corte di Torino. Osservata attraverso fonti finora poco frequentate e da studiosi spagnoli e italiani, appare qui invece in tutta la sua complessa statura di figlia di re e di duchessa abile al governo, nel quadro degli intensi rapporti che intercorsero tra il Piemonte e il sistema degli "Austrias" nella seconda metà del Cinquecento. Scanditi dalle tappe della sua vita biologica e dinastica, i capitoli del libro affrontano tre aspetti: la sua condizione di figlia e apprendista del "Rey prudente"; gli anni della permanenza a Torino e la fitta trama di relazioni intessuta con il padre, il marito, la sorella, gli ufficiali sabaudi e gli artisti di corte; e infine l'impronta conferita da Caterina alla struttura della Casa, alla politica estera del Ducato di Savoia e all'educazione dei figli e delle figlie, alcuni dei quali furono personaggi chiave delle vicende italiane ed europee del Seicento.