
Una delle più tragiche, spaventose, e nello stesso tempo importanti vicende della storia del mondo occidentale riguarda la tratta atlantica degli schiavi. Fra l'inizio del XVI e la fine del XIX secolo milioni di prigionieri africani - uomini, donne e bambini - furono costretti a raggiungere le coste, vennero stivati su navi negriere in condizioni al limite della sopravvivenza per essere trasportati al di là dell'Atlantico, e infine furono sbarcati e brutalmente trasformati in forza-lavoro in un continente sconosciuto, fra gente straniera. Questo libro racconta perché nacque e prosperò tale commercio, qual era la condizione degli schiavi, come si giunse all'abolizione della tratta.
Lisa A. Lindsay insegna Storia nella University of North Carolina. Tra i suoi libri "Working with Gender" (2003).
Cosa accadde in Russia nel 2017, dopo che Lenin e i suoi ebbero preso il potere? La fine della Rivoluzione non significò anche la fine degli scontri, anzi segnò l'inizio di una lunga guerra civile destinata a protrarsi fino al 1921, che vide la popolazione divisa tra i bolscevichi (i Rossi) e i controrivoluzionari (i Bianchi), appoggiati dalle forze armate di quattordici potenze straniere e da una dozzina di gruppi nazionali in lotta per l'indipendenza. Dopo le disastrose sconfitte subite dal Paese nella Grande Guerra e le due rivoluzioni del '17, questi ulteriori quattro anni di conflitto furono per la popolazione un periodo di enormi sofferenze, atrocità, epidemie e carestie, che ebbero durature conseguenze sul piano demografico, sociale ed economico. Un'immane tragedia che in queste pagine Lincoln racconta con equilibrio e competenza, ricostruendo gli scenari e tratteggiando i protagonisti - da Trockij a Stalin a Majakovskij - di una delle più aspre guerre intestine dei tempi moderni.
Storia della violenza anticattolica dei massoni piemontesi che hanno invaso il sud italia e distrutto il Regno delle Due Sicilie. Il volume affronta sotto un profilo storico - giuridico le vicende legate all'invasione delle Due Sicilie del 1860, nell'intento di superare stantii luoghi comuni imposti da un regime storiografico ultracentenario che, manipolando le coscienze di intere generazioni di italiani, ha stravolto il reale svolgimento dei fatto e la loro essenziale natura di guerra contro la civilta' e la dignita' di una nazione. Operando una sorta di rivendicazione morale a favore dei popoli del Sud, vengono svicerati i retroscena di quell'odissea incompiuta delle genti meridionali che ne ha segnato tragicamente la storia fino al presente, accomunando nello stesso infelice epilogo le sorti di un regno millenario e quello dei suoi popoli. Un'ampia appendice documentale riporta testi di notevole interesse per l'approfondimento alle tematiche trattate.
Destinati a segnare le sorti del proprio tempo, gli Ordini militari compaiono in Terra Santa nel XII secolo, per difendere i possedimenti dei latini durante le crociate e assistere i pellegrini. Tra le formazioni principali spiccano i cavalieri del Tempio, meglio noti come templari, i cavalieri di san Giovanni detti anche ospitalieri e i cavalieri teutonici. Ma perché nacquero e come acquisirono potere e ricchezza? In parte monaci e in parte guerrieri, questi milites Christi sconvolsero l'ordinamento etico-morale della Cristianità latina, rappresentando una straordinaria novità militare per una società, come quella medievale, che in nome della Guerra Santa seppe riunire uomini di preghiera e uomini d'armi. Questo libro indaga la storia, la struttura e la formazione dei principali Ordini religioso-militari, confrontando sistemi di potere, missioni e costumi, e restituendo, al di là delle leggende e delle fantasie popolari, la vera storia delle armate di Dio.
Una delle pagine più infami della storia del Terzo Reich è quella della Shoah e dei campi di sterminio; ma all'interno di questo immane orrore ce n'è uno che sembra superare qualsiasi limite della ragione: i medici che nei Lager seviziarono e torturarono sino alla morte creature inermi con l'atroce pretesto di "effettuare ricerche scientifiche". Josef Mengele è il più noto di questi criminali, ma in questo libro ne incontreremo tanti altri, piccoli uomini in grigio, che non arretrarono di fronte ad alcuna infamia. Ma "I medici nazisti" non è solo questo. Lifton guida alla scoperta di quei perversi meccanismi che trasformarono in mostri persone che, in circostanze normali, non avrebbero strappato un'ala a una mosca.
"I medici nazisti erano delle belve quando fecero ciò che fecero? O erano degli esseri umani?": è questa la domanda a cui si propone di rispondere questo libro, un'inchiesta sconvolgente che ha aperto una prospettiva inedita sul Terzo Reich e le sue perverse atrocità. Basata su interviste a vittime e carnefici dei lager, la ricerca di Lifton penetra con rara incisività i meccanismi psicologici che hanno reso possibile nei medici nazisti la sostituzione del dovere di guarire con quello di uccidere. Dai ritratti di medici come "l'angelo della morte" Joseph Mengele alla descrizione dei macabri esperimenti compiuti nei campi di sterminio, l'autore ricostruisce con chiarezza il processo che ha portato uomini normali a compiere atti disumani e a legittimare il genocidio degli ebrei come mezzo di risanamento biologico e razziale. Con la sua analisi, Lifton ci ricorda la dura necessità di affiancare alla condanna del male compiuto nei lager l'indagine delle spaventose ragioni che l'hanno reso possibile. Perché solo affrontando la cupa verità che quella nazista fu una crudeltà specificamente umana potremo evitare che essa si ripeta in futuro.
Quando nel giugno 1812 Napoleone Bonaparte invade la Russia è convinto di dover affrontare truppe male armate e poco addestrate, guidate da un sovrano irresoluto, lo zar Alessandro I. Incontra invece una resistenza accanita, che lo costringe a una disastrosa ritirata, trasformando quella che doveva essere una marcia trionfale nella disfatta della Grande Armée. Dalla storia nota inizia il magistrale lavoro di Dominic Lieven sulla Russia contro Napoleone, che rende giustizia alle doti militari e alla lungimiranza strategica del sovrano russo e dei suoi generali, nonché all’eroismo e al valore dei suoi soldati e cavalleggeri. E illumina, specie sul versante russo, ogni elemento – economico, militare, logistico, diplomatico, spionistico – in un racconto rigoroso e al tempo stesso avvincente, che accompagna lo zar di tutte le Russie e i suoi eserciti anche nella controffensiva attraverso l’Europa, fino all’entrata in Parigi. In un libro memorabile, gli aspetti e i retroscena meno noti – ma decisivi – di una storia famosa.
Tra i monasteri e gli eremi delle Solovki – l’arcipelago del Mar Bianco, nell’estrema parte nord-occidentale della Russia, al largo di Archangel’sk – fu creato il primo campo di concentramento sovietico, il laboratorio di quella rete di 476 campi divenuti tristemente famosi con il nome di «Gulag». Apartire dal 1923 e fino al 1939 i bolscevichi vi deportarono i «nemici» del comunismo: aristocratici, preti, «borghesi », contadini, operai, intellettuali, funzionari, artisti, quadri del Partito caduti in disgrazia. «Inventato» da Trockij, adottato da Lenin e perfezionato da Stalin, il campo delle Solovki arrivò a ospitare 70.000 detenuti e nel solo 1937 furono eseguite 2000 fucilazioni. Il modello delle Solovki (e, più in generale, il Gulag) influenzò profondamente la costruzione della società sovietica: si calcola che in quei decenni un adulto su sette trascorse almeno alcuni mesi in un campo. L’esperienza penitenziaria serviva a distruggere le «strutture» dell’epoca imperiale, a livellare le classi sociali e, soprattutto durante lo sforzo bellico, a fornire la manodopera necessaria all’industrializzazione del paese. L’«armata del lavoro» teorizzata da Trockij nel 1918, che avrebbe dovuto fare le fortune dell’Unione Sovietica, non consistette in altro che in migliaia e migliaia di esseri umani ridotti in schiavitù, mutilati e uccisi (anche mediante l’uso, sempre negato dalle autorità, di armi batteriologiche).
Costruito sulla scorta di una vasta documentazione originale, resa in gran parte accessibile dall’apertura degli archivi dell’ex Unione Sovietica, e con l’ausilio di molte testimonianze inedite di prigionieri sopravvissuti e dei loro familiari, questo libro di Francine-Dominique Liechtenhan è un contributo di eccezionale valore alla conoscenza della verità e un omaggio alla memoria delle vittime del comunismo, ancora oggi dolorosamente neglette, in Russia come in Occidente.
L'AUTORE
Francine-Dominique Liechtenhan è nata nel 1956 a Basilea e si è laureata in Storia moderna e contemporanea e in Filologia russa a Parigi, città nella quale risiede e dove insegna all’università della Sorbonne-Paris IV e all’Institut Catholique. È autrice, oltre che di numerosi saggi pubblicati in riviste, dei volumi Les trois christianisme et la Russie. Les voyageurs occidentaux face à l’Eglise orthodoxe russe (XVème-XVIIIème siècle) ed Elisabeth Ière de Russie. L’autre impératrice.
Paride è una riflessione critica sulle devastazioni della Prima guerra mondiale, sulla carneficina morale e umana della guerra e l'individuazione lucida della vera causa. Quest'opera è un classico della strategia militare del Novecento.
La tattica e la strategia dei vincitori e dei vinti, la potenza industriale al servizio degli eserciti in lotta, il valore combattivo delle truppe: un monumentale saggio storico che ricostruisce in ogni suo dettaglio l'ultimo conflitto mondiale scritto da un illustre studioso di strategia militare. L'edizione comprende 44 cartine e un esauriente indice analitico.
Gli Atti delle "sedicesime giornate normanno-sveve" tenute a Bari nell'ottobre 2004: quindici specialisti analizzano il secolo e le modalità della conquista normanna del Mezzogiorno, puntando in particolare a rintracciarne gli elementi cli identità e quelli di diversità: in sintesi, i caratteri originari. Temi di vasto respiro, indagati con nuove chiavi di lettura: i Normanni prima della conquista; i popoli e le etnie, le mentalità e i territori alla vigilia della conquista; gli strumenti e la tattica dell'occupazione normanna; le resistenze e le opposizioni; i regimi signorili e la conduzione delle terre; i segni sul territorio: città e fortificazioni, l'architettura sacra; le istituzioni politico-amministrative: il ducato, i comitati; le istituzioni ecclesiastiche: gli episcopati, le cattedrali, i monasteri; la sacralizzazione della conquista.

