
La Grande Guerra ebbe ben poco a che fare con la guerra così come era stata combattuta fin dalle origini dell'uomo. Non ci furono battaglie nel senso classico del termine, ma ugualmente morirono milioni di uomini e un numero molto superiore venne ferito nel corpo e nella mente. Nel bel mezzo della ricca e civile Europa, su una linea ininterrotta di trincee, si scontrarono i più grandi eserciti mai riuniti fino allora dall'uomo. Dopo un anno di neutralità anche gli italiani, trascinati da un manipolo di interventisti, entrarono in guerra. A questo punto la ricostruzione storica giunge a un bivio: la retorica delle nostre élite politiche, dei poeti e dei generali lontani dai campi di battaglia celebrò l'entusiastico sacrificio di eroi che combattevano, cadevano e vincevano per un sublime ideale, "strappando le ali alla Vittoria". Intanto i veri protagonisti della guerra, i soldati al fronte, conducevano una ben misera esistenza, costretti in lunghe fosse sotto il livello del suolo, scavate spesso dagli stessi che erano destinati a rimanervi sotterrati. La memoria nazionale usa le parole dei primi su monumenti ai caduti e ossari per celebrare l'ideale di una nazione vittoriosa. Lo storico Marco Scardigli invece ha scelto di accompagnare il lettore dentro le trincee, a fianco degli sfortunati che quella guerra la combatterono davvero.
Nel momento della battaglia, le nazioni, i popoli e gli eserciti mettono in campo tutto ciò che possiedono per ottenere la vittoria: cultura, etica, tecnologia, arte, coesione sociale, inventiva, ricchezza, fede, organizzazione. In un lasso di tempo breve, a volte poche ore, tutto questo si concentra e si contrae in uno spazio esiguo, come in certe catastrofi astronomiche, quando una stella esplode e sprigiona in un singolo istante enormi quantità di energia che si lasciano dietro solo polvere e detriti, e nessun ricordo di sé. Sono infatti innumerevoli, nella storia d'Italia, i racconti deformati, le memorie studiate a tavolino, le dimenticanze volute e anzi ricercate. E così, dalla scaramuccia all'epopea, dalla vittoria strategica alla battaglia campale, spesso la Storia non lascia alcuna traccia nei luoghi dov'è passata. Il viaggiatore di battaglie è allora colui che ostinatamente va alla ricerca di quella polvere e di quei detriti, che si mette in ascolto, in cerca dell'eco e delle vibrazioni superstiti di quella lontana esplosione. Fra monumenti e ossari, musei e manifestazioni, documenti e poesia, Marco Scardigli ci conduce alla scoperta dei grandi campi di battaglia italiani, insegnandoci a leggerne le tracce rimaste o la loro muta assenza. Attraversando più di venti secoli di storia d'Italia, riviviamo allora le antiche guerre combattute in Sicilia; saliamo sulla torre di San Martino e passeggiamo attraverso il Risorgimento; a Marsala e a Caprera inseguiamo Garibaldi e il suo mito; sul Carso ripercorriamo le trincee della Grande Guerra; infine rivolgiamo un pensiero alle tragedie del passato più recente. Perché recuperare la memoria delle battaglie passate non significa tanto celebrare la guerra, quanto preservare la Storia e, con essa, il valore sofferto della pace.
La regina Scirin è la moglie cristiana dell'ultimo grande re sasanide di Persia: la sua figura appartiene più alla leggenda e al romanzo che alla storia, poiché è sprovvista di testimonianze concrete relative alla sua biografia. Si tenta, in questo volume, la strada della ricostruzione storica che attraversa la complessa situazione religiosa dell'Iran prima della conquista araba e della diffusione dell'Islam. Si descrive il peso della tradizione cristiana in riferimento alla vicenda dei Magi e della stella, della quale si presentano alcune interpretazioni.
Questo libro si propone di colmare il vuoto relativo al periodo medievale dell'Islam, raccontando la vita, le abitudini, le idee che animavano le società musulmane durante il Medioevo nel periodo dal IX al XIV secolo, con particolare riferimento al mondo arabo mediterraneo. Rivivono figure di uomini, donne, adolescenti e bambini colti nelle loro case, nelle strade e nelle botteghe, nelle occasioni di festa come nelle attività produttive.
Gli itinerari biografici dei rinnegati, di coloro cioè che varcarono volontariamente la frontiera che a partire dal Medioevo ha diviso la cristianità dall'Islam, sulla base degli atti dei processi istituiti presso i tribunali dell'Inquisizione al loro rientro nell'area cattolica (ma c'era anche chi non rientrava affatto...). Il libro ci racconta vite spesso da romanzo, ricostruisce le modalità delle conversioni, cogliendo le implicazioni e le valenze culturali del fenomeno. Tra le altre la nascita dell'individualismo moderno, con la sua indifferenza al credo religioso e alla comunità di appartenenza originaria.
Quelle contenute in questo libro sono fotografie segnaletiche di condannati a morte. Negli anni del Grande Terrore staliniano migliaia di semplici cittadini furono arrestati e accusati dei più inverosimili delitti: spionaggio, terrorismo, trame controrivoluzionarie. E nel giro di pochi giorni, senza processo, fucilati. Molti di loro sono stati seppelliti in fosse comuni a Butovo, alla periferia sud di Mosca, ma nessun documento ne dà notizia. Col tempo, di Butovo si sono perse le tracce, e gli autori delle fucilazioni sono morti portando con sé il proprio segreto. Anche delle vittime si sono perse le tracce, dei loro nomi come dei loro volti. Per decenni ai parenti sono stati consegnati falsi certificati di morte che parlavano di lager e di decesso per polmonite o arresto cardiaco. Solo dopo la caduta del regime è stato possibile rintracciare questo luogo di morte, i fascicoli giudiziari, le foto segnaletiche. Ora sappiamo che tra l'agosto 1937 e l'ottobre 1938 a Butovo sono stati fucilati e seppelliti 20.765 innocenti. Le fotografie qui raccolte sono state fatte poco prima della fucilazione, e sono l'ultima immagine di queste persone. Vediamo volti di uomini e donne sconvolti dall'improvvisa catastrofe, spezzati dall'enormità delle accuse, prostrati dall'incertezza e dal timore della morte. E il mistero dell'uomo che ci fissa da queste immagini, un mistero che fa risaltare per contrasto l'oscenità dell'arbitrio che ha cercato di schiacciarlo.
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A uno sguardo superficiale, l'antico Egitto si presenta come un mondo lontano e diverso, ma l'Egitto è anche il luogo in cui per la prima volta, nella storia, si è sviluppato su ampia scala un apparato burocratico che di fatto ha posto le basi di una moderna concezione dello Stato. E' nella prospettiva di questa continuità e di questa inaspettata "vicinanza" dell'antico Egitto che gli autori ne reinterpretano le vicende sociali. Troveremo quindi tra le pagine di questo volume non solo le classiche ricostruzioni delle sequenze dinastiche e delle gesta dei sovrani, ma anche le trasformazioni sociali ed economiche del mondo egizio e la struttura delle formazioni politiche.
Storia di Venezia dalle origini a oggi. La grande storia di una città unica al mondo, nata prima dalle mani di pescatori ex contadini e poi da profughi, in quella Laguna che la renderà inespugnabile. Case sull'acqua come non s'era mai visto: calli, campielli e poi palazzi sontuosi, una piazza e una Basilica che tutto il mondo vede e ama. Undici secoli di storia, un'originale repubblica aristocratica, la ricchezza dal commercio sui mari, l'arte del governare e del bel vivere... Paolo Scandaletti ci accompagna nella millenaria storia di Venezia.
Questo libro racconta la vita dell'istituzione più longeva dell'umanità: le radici nell'antichità remota con Abramo e Mosè, Cristo e gli Apostoli in Palestina, Pietro e Paolo che avviano la Chiesa nella grande Roma, fino a papa Bergoglio. Storia che spesso coincide con quella dei Papi: dai perseguitati a quelli che la consolidano come Leone e Gregorio Magno, salvano nei monasteri il patrimonio culturale della civiltà greco-romana; affrontano male l'ondata islamica e le Crociate, ma aprono all'aria fresca degli Ordini mendicanti. Si buttano nel potere temporale, battagliando con il grande imperatore Federico II; e in quello mondano, provocando lo schiaffo di Lutero e la salutare rigenerazione del Concilio di Trento. Agli splendori del Rinascimento italiano i Pontefici hanno dato la basilica di San Pietro con la cupola di Michelangelo, il colonnato del Bernini, la magia della Cappella Sistina e le Stanze di Raffaello; i Musei vaticani prima attrattiva del turismo colto del mondo. Nel rovescio, la piaga del nepotismo e i Papi guerrieri, i vescovi feudatari e principi col popolo di Dio emarginato, i processi dell'Inquisizione e il caso clamoroso di Galileo. L'Unità d'Italia sloggia il Papa dal Quirinale, liberandolo finalmente da un potere temporale ormai imbarazzante. Mussolini con il Concordato del 1929 ha dato forma allo Stato vaticano: tanto minuscolo territorialmente quanto libero di svolgere la missione per la quale la Chiesa è stata creata due millenni fa.
La storia di Roma, straordinaria e lunga oltre un millennio, ha portato un piccolo insediamento a diventare un grande impero, grazie alla guida di personaggi di eccezione e alla capacità di aggregare politicamente popoli così differenti, nel segno dei suoi valori pubblici e attraverso nuove suddivisioni del potere, vicendevolmente controllate. Nutrita dalla lingua e dalla cultura greca, Roma si racconterà magistralmente nel latino delle storie di Tito Livio e della letteratura di Catullo. Oltre l'urbanistica e l'ingegneria. Paolo Scandaletti racconta quel milione di abitanti, soprattutto poveri, di una città ricca e gaudente fattasi stato, guidata da re agrari e mercanti, e con una classe dirigente aristocratica per lo più saggia e lungimirante. Imperatori immortali come Cesare e Augusto, Costantino e Giustiniano; vestigia diffuse su tutta Europa, l'Africa e il Medio Oriente.

