
Apparso a Parigi nel 1935, questo libro è stato tra i primi che abbia detto alcune essenziali verità su Stalin. E le ha dette così presto, e con tale nettezza, che la sua presenza ha accompagnato come un'ombra gli ultimi vent'anni di vita del capo sovietico. Le ha dette, inoltre, per bocca di uno storico che era stato segretario della Terza Internazionale, uno dei fondatori del Partito Comunista Francese e infine amico e compagno di Simone Weil nelle lotte del sindacalismo rivoluzionario in Francia.
Una storia scritta direttamente dai protagonisti. Sessantuno lettere dal passato di notevole valore storico che assumono anche un rilevante valore sociologico perché non sono molte le testimonianze dirette di coloro che emigravano. In un Paese ad alto tasso di analfabetismo come l'Italia del primo Novecento è quasi un miracolo poter leggere donne siciliane che si raccontano ad una nobildonna di Mineo (Catania) la quale ha favorito l'avventura americana loro e dei loro cari. Donne grazie alle quali il Lettore viene direttamente a scoprire le speranze, le condizioni di vita, di lavoro, di relazione, gli amori e il desiderio di restare o di tornare a casa. Poi assieme agli autori, il lettore prima trova i nomi di alcuni di questi protagonisti nei registri di Ellis Island e in seguito ricerca e ritrova alcuni dei loro discendenti che ricevono così, non senza una grande emozione, queste inattese lettere dal passato.
Il libro affronta la questione del cattolicesimo in Cina con una serie di articoli che evidenziano alcuni snodi storici e approfondiscono la contemporaneità, tra contraddizioni e aspirazioni.
Sovrano di una monarchia sulla quale non tramontava mai il sole, la figura di Filippo II è stata oggetto nei secoli di innumerevoli ricostruzioni e di un giudizio che ha oscillato tra l’esaltazione e la denigrazione. In realtà il sovrano era figlio dei suoi tempi e come tale aveva posto la propria vita al servizio degli ideali in cui credeva e per i quali non aveva esitato a sacrificare uomini e ricchezze del suo impero. Il libro non vuole ribaltare giudizi tradizionali e consolidati, bensì invitare a leggere la figura del re nel contesto di un’Europa travagliata dalle guerre di religione e che si apriva al mondo, e a rapportarsi a lui con gli occhi dei cronisti del tempo che spesso lo dipingevano come un sovrano pacifico nonostante le innumerevoli guerre da lui condotte nel corso di un lungo regno, che abbracciò quasi tutta la seconda metà del XVI secolo. Anche per questo la biografia di Filippo II dà ampio spazio alla dimensione dinastica e familiare entro cui si svolgeva la vita politica nella Spagna e nell’Europa del XVI secolo. L’autore indaga inoltre la politica confessionale del sovrano, tesa alla difesa a oltranza del Cattolicesimo e alla lotta contro gli eretici e gli infedeli: a lui si attribuisce l’evangelizzazione delle Americhe e delle Filippine. Filippo godette di grande prestigio presso i principi suoi contemporanei, si servì di un’abile diplomazia, fatta di uomini capaci. Anche per questo il re, sebbene governasse chiuso nell’Escorial (l’ottava meraviglia del mondo), può essere considerato il sovrano cinquecentesco che si sentì non solo il figlio prediletto della Chiesa universale, ma il portatore di una visione che univa l’amore per la propria terra natale all’interesse verso il mondo che si apriva al di là delle Colonne d’Ercole.
Santino Sparti ha unito i saggi di due grandissimi personaggi: Dante Alighieri per la poesia e Carlo V per la politica. Del primo ha trattato "La salvezza degli infedeli" con puntigliose citazioni riferite alle sue opere ed alla teologia medievale, specialmente alla "Stimma Teologica" di S. Tommaso d'Aquino. Dante non potendo accordare il paradiso al troiano Rifeo e all'imperatore romano Traiano, perché pagani, si è illuso poeticamente di collocarli nella terza cantica, dopo avere raccolto dalla tradizione patristica, alcuni gesti della loro genuina religiosità e giustizia. Del secondo ha studiato a fondo la vittoria sui pirati dell'Africa con Carlo V da Tunisi a Messina per Randazzo. Ha elencato le varie tappe dell'imperatore all'interno della Sicilia, intento a raggiungere Bologna dopo avere lasciato la città sicula. L'autore ha svolto il tema con eleganza stilistica, con certosine ricerche archivistiche, anche locali e con i documenti originali di quegli scrittori del Cinquecento, che si sono intrattenuti sulla relativa vittoria. Diverse delle loro opere profumano ancora dell'invenzione della stampa, scoperte nella Biblioteca Apostolica Vaticana.
Il caso Tobagi, le Brigate Rosse, il sequestro di Abu Omar, la ’ndrangheta al Nord: alcune delle inchieste più scottanti raccontate da un magistrato che le ha dirette in prima persona. È il momento di ripercorrere gli ultimi trent’anni di storia giudiziaria italiana e descrivere la tempesta che, tra ambiguità e silenzi, si sta abbattendo sulla nostra giustizia.
«Come è potuto accadere che a due pubblici ministeri, sino a quel momento oggetto di denunce sporte solo da mafiosi e terroristi da loro inquisiti, siano state attribuite condotte costituenti gravi reati dal presidente di un governo di centro-sinistra il cui programma elettorale prevedeva la strenua difesa della legalità? E, soprattutto, come è potuto accadere che due governi di diverso orientamento politico abbiano uno dopo l’altro apposto il segreto di Stato su notizie già universalmente note perché da tempo circolanti sul web? I fatti possono essere finalmente raccontati, in modo rispettoso tanto dei limiti di questo anomalo segreto di Stato, quanto dei diritti degli imputati». Parliamo della vicenda Abu Omar che, grazie all’indipendenza della magistratura italiana e all’obbligatorietà dell’azione penale, volute dai Costituenti e oggi seriamente a rischio, ha portato sul banco degli imputati, caso unico al mondo, appartenenti ai servizi segreti americani e italiani. Armando Spataro, che è stato protagonista dell’inchiesta insieme a Ferdinando Pomarici, la racconta in dettaglio. Come le altre importanti indagini svolte lungo 34 anni di attività professionale, da quelle sui brigatisti rossi e Prima Linea a quelle sulla ’ndrangheta trapiantata in Lombardia, per finire con il terrorismo internazionale. Una storia popolata di ricordi dolorosi e di facce ambigue, ma anche di passione civile e di persone amate.
Indice
Un libro a sessant’anni? - I. Segreti e bugie - II. A Taranto - III. Imputato Curcio. La Procura di Alessandrini - IV. Il sequestro di Abu Omar/1: dal 17 febbraio 2003 all’incriminazione della Cia - V. Guido Galli e il codice in mano - VI. Il sequestro di Abu Omar/2: dall’incriminazione della Cia a quella del Sismi - VII. Il caso Tobagi - VIII. Il sequestro di Abu Omar/3: il governo Prodi e le prime reazioni all’indagine sul Sismi - IX. I falsi misteri di via Monte Nevoso - X. Il sequestro di Abu Omar/4: governi diversi, identiche scelte - XI. Gli arresti di Moretti e Segio, i pentiti e la fine degli anni di piombo - XII. Il sequestro di Abu Omar/5: il mondo vuole sapere - XIII. La mafia in Lombardia - XIV. Da Società civile al Movimento per la Giustizia - XV. Il sequestro di Abu Omar/6: le inchieste della Procura di Brescia - XVI. Il Consiglio superiore della magistratura - XVII. Il ritorno alla Procura di Milano e l’impegno civile - XVIII. Il sequestro di Abu Omar/7: segreti e conflitti - XIX. La lotta al terrorismo internazionale - XX. Secret Service - XXI. Il sequestro di Abu Omar/8: il dibattimento - XXII. Il disastro ambientale/1 - XXIII. Presidenti degli Stati Uniti d’America - XXIV. Il disastro ambientale/2: la giustizia non trova pace - XXV. Il sequestro di Abu Omar/9: la sentenza della Corte Costituzionale e la conclusione del dibattimento - XXVI. La fine della storia - Appendice - Indice dei nomi
Nel discorso pubblico italiano e internazionale c'è una formula che ritorna costantemente: «la Germania ha saputo fare i conti con il nazismo». Se però andiamo a verificare quanto c'è di vero in questa frase, ci accorgiamo quanto il passato nazista abbia condizionato il lungo dopoguerra tedesco, generando una tacita e continua tensione, ma producendo solo occasionalmente effettive prese di responsabilità. In questo libro scopriremo come, dopo decenni di oblio e di silenzio interessato, si è cominciato ad affrontare questo tema. Soprattutto dopo la riunificazione del 1990, quando la rielaborazione dei crimini nazisti si fa strumento di unità politica e collettiva. Il periodo della Guerra fredda, invece, si distingue per la mancata riflessione sul passato; un passato sospeso, spesso rinnegato. Partendo dalle rovine della Germania post-bellica, passando per i movimenti studenteschi del ?68 e arrivando ai memoriali odierni, queste pagine raccontano biografie chiave, vicende emblematiche e dibattiti esemplari. E mostrano che 'i conti' sono stati fatti, sì, ma solo in parte e, forse, troppo tardi.
Speer, numero due del regime, fu insieme a Hitler artefice di quella delirante «architettura da megalomani» che portò alla costruzione della nuova Cancelleria e all'accurata progettazione urbanistica per il futuro «Reich millenario». Divenne poi ministro degli Armamenti durante la Seconda guerra mondiale e costrinse una Germania stremata a proseguire a oltranza il conflitto. Ma fu anche uno dei pochi a opporsi alla distruzione sistematica degli impianti industriali tedeschi, tanto da arrivare a progettare un attentato per porre fine ai piani suicidi che il Führer meditava contro la sua stessa nazione. Condannato a Norimberga, scrisse nel carcere di Spandau, a Berlino Ovest, queste sue memorie autobiografiche che rimangono la più sconvolgente e acuta analisi del nazismo compiuta «dall'interno». Una testimonianza meticolosa e dettagliata sulla nascita e il crepuscolo degli dei nazisti, che descrive con efficacia insuperata Hitler e la sua corte di uomini e assassini.
Questo libro ripercorre la storia dell'Africa dalla preistoria a oggi ricostruendo forme di organizzazione sociale, formazioni politiche e regni, culture e sistemi di credenza, scambi e aggregazioni che hanno caratterizzato per secoli la vita delle popolazioni africane fino all'avvento dello schiavismo, gli sconvolgimenti politici, economici, territoriali e antropologici prodotti dalle potenze coloniali, la decolonizzazione, le guerre per l'indipendenza, la nascita dei nuovi stati e i differenti sistemi economici che ne sono sorti. Ne risulta un quadro d'insieme che tiene unite sia la prospettiva diacronica, interrogando gli stessi problemi in epoche e contesti estremamente diversi, sia la prospettiva sincronica, delineando un'introduzione chiara e approfondita a uno dei contesti salienti della nostra storia attuale.