
Italia figlia benedetta della Provvidenza, o piuttosto Italia incorreggibile pecora nera del Vecchio Continente? Da quando è nata tra alti clamori sconvolgendo l'equilibrio geopolitico europeo - la più giovane delle grandi nazioni occidentali è una fucina di ambizioni e frustrazioni, slanci e sconfitte. "Fin dal principio, la nazione italiana è stata difficile da definire e ancora più difficile da costruire; e malgrado gli sforzi di poeti, scrittori, artisti, pubblicisti, rivoluzionari, soldati e politici di vario colore, la fede nell'ideale dell'Italia non ha avuto lo sviluppo auspicato da tanti patrioti. È d'altronde possibile che l'insistenza con cui il progetto di 'fare gli italiani' è stato perseguito fino alla seconda guerra mondiale abbia finito col risultare controproducente, contribuendo a erodere la credenza nei valori nazionali collettivi. Al principio del nuovo millennio, l'Italia continua ad apparire un'idea troppo malcerta e contestata per poter fornire il nucleo emotivo di una nazione, o almeno di una nazione in pace con se stessa e capace di guardare con fiducia al futuro." Christopher Duggan ricostruisce oltre due secoli di storia italiana, dalla deludente invasione napoleonica di fine Settecento ai nostri giorni.
La campagna portata avanti da Cesare Mori, "il prefetto di ferro", tra il 1925 e il 1929, rimane una delle più importanti e controverse operazioni antimafia mai condotte in Sicilia. Basato sulle carte private di Mori e su altre fonti archivistiche, questo libro ci svela alcuni caratteri inediti quanto fondamentali della mafia e dei metodi usati dal governo fascista nello sforzo di imporre l'autorità dello Stato sull'Isola. Il libro pone in maniera fortemente problematica il rapporto tra mezzi e fini nella lotta contro la criminalità e, per questo, non ha mancato di suscitare forti polemiche sin dal suo apparire, quando, nel 1987, venne recensito da Sciascia sul "Corriere della Sera" con un articolo dedicato ai professionisti dell'antimafia che valse allo scrittore siciliano l'accusa di apologià della mafia.
Parigi in subbuglio nel secondo capitolo della saga di Dumas sulla Rivoluzione francese e l’ascesa di Napoleone.
Parigi, ottobre 1795: il Terrore è passato e la società parigina vede affermarsi nuove tipologie sociali, gli incredibili e le meravigliose, giovani seguaci di un lusso ostentato e stravagante. La Convenzione termidoriana che si è insediata dopo la caduta di Robespierre è minacciata da un’insurrezione popolare legittimista. Sembra non esserci speranza per la neonata Repubblica, ma il giovane Napoleone è il predestinato per cambiare le sorti della sommossa e del nuovo governo. Con Attacco alla Convenzione, secondo capitolo della saga de I Bianchi e i Blu, Alexandre Dumas racconta il periodo della Francia che precede la creazione del Direttorio mescolando personaggi noti e sconosciuti, storia e finzione, politica e complotti.
Sophie Scholl fu condannata dal Tribunale del Popolo di Monaco di Baviera per tradimento contro lo Stato e il Führer e ghigliottinata il 22 febbraio 1943, all'età di 21 anni. Insieme a lei vennero decapitati il fratello Hans, Christoph Probst e, due mesi dopo, Alexander Schmorell, Willi Graf e il loro professore di filosofia, Kurt Huber. Si concluse così l'avventura della «Rosa Bianca», il gruppo di cinque giovani universitari tedeschi che nel corso del 1942 e nelle prime settimane del 1943 sfidarono il regime nazista stampando e diffondendo clandestinamente in Germania e Austria sei opuscoli contro Hitler. Quei fogli raccontavano gli orrori che si stavano consumando ai danni degli ebrei, informavano delle sconfitte militari naziste - una su tutte: Stalingrado facevano appello ai grandi ideali della cultura e alle lezioni della storia, esortavano i tedeschi alla ribellione, al sabotaggio, alla diserzione. La Rosa Bianca non fu un'organizzazione diffusa, strutturata, con legami e finanziamenti internazionali, sul modello della nostra Resistenza. Fu qualcosa di diverso, si può dire di unico nella storia della lotta ai totalitarismi del '900, perché in essa il ruolo della religione cristiana fu cruciale. Quei giovani non erano animati da un'ideologia né erano interessati alla politica. Il loro sacrificio ha un significato profondamente religioso perché è un inno alla sacralità della vita di fronte alla barbarie e al disprezzo per l'uomo.
Sophie Scholl fu ghigliottinata all’età di 21 anni dal Tribunale del Popolo di Monaco di Baviera, il 22 febbraio 1943, per tradimento contro lo Stato e il Führer. Insieme a lei vennero decapitati il fratello Hans, Christoph Probst e, due mesi dopo, Alexander Schmorell, Willi Graf e il loro professore di filosofia, Kurt Huber.
Si concluse così l’avventura della «Rosa Bianca», il gruppo di cinque giovani universitari tedeschi che nel corso del 1942 e nelle prime settimane del 1943 sfidarono il regime nazista stampando e diffondendo clandestinamente in Germania e Austria sei opuscoli contro Hitler. Quei fogli raccontavano gli orrori che si stavano consumando ai danni degli ebrei, informavano delle sconfitte militari naziste – una su tutte: Stalingrado –, facevano appello ai grandi ideali della cultura e alle lezioni della storia, esortavano i tedeschi alla ribellione, al sabotaggio, alla diserzione.
La Rosa Bianca non fu un’organizzazione diffusa, strutturata, con collegamenti internazionali, sul modello della nostra Resistenza. Fu qualcosa di diverso e forse di unico nella storia della lotta ai totalitarismi del ’900. Quei giovani, infatti, non erano animati da un’ideologia né erano particolarmente interessati alla politica. Il loro sacrificio – ispirato ai principi cristiani di fratellanza e giustizia – è un inno alla sacralità della vita di fronte alla barbarie e al disprezzo per l’uomo.
Georges Dumézil fu docente di civiltà indeuropea al College de France a partire dal 1948. Proprio la sua perizia nel muoversi nelle aree delle diverse culture antiche lo porta a non abbracciare la teoria che vede la religione dei romani come una semplice prosecuzione di quella dei greci. Essa fu una forma di culto complessa e originale, anche se mediata da altre culture.
"Il libro di Jean Dumont - studioso noto in tutto il mondo come esperto di storia religiosa - è una galleria di tutte le menzogne rivoluzionarie e dei motivi per cui molti studiosi francesi si sono rifiutati di festeggiare il bicentenario del 1789. Vengono messe in luce le ignominie rivoluzionarie quali il Terrore, la ferocia, le deportazioni, i campi di concentramento e di sterminio - veri e propri predecessori dei gulag. Illustrato con 29 tavole a colori dell'epoca, il volume è ricco di dati e di informazioni ed ha l'ulteriore merito di porre in evidenza come fu la religione, ancor più che la stessa monarchia, il reale nemico dei rivoluzionari."
Da Stonehenge alle piramidi di Giza, dagli osservatori maya all'orologio atomico, il racconto dell'epica lotta degli uomini per organizzare le proprie vite e determinare un anno "vero". Incontreremo giganti della scienza e pavidi oscurantisti. Cammineremo nella Roma dell'"annus confusionis", che durò ben 445 giorni, e in città devastate dalla peste. Per comprendere in che modo il mondo è giunto finalmente a un accordo sul tempo. E scoprire che fine hanno fatto i 10 giorni che papa Gregorio, tra le proteste e lo scompiglio delle popolazioni, ha cancellato per sempre dalla faccia della Terra.