
Un testo sulla psicoanalisi di gruppo.
Le presentazioni sono numerose, di notevole valore per la ricerca sull'attualita' del pensiero di Bion, e provenienti da situazioni fra loro distanti.
Un testo di approfondimento sul metodo dell'Infant Observation. Il metodo dell'Infant Observation, messo a punto da Esther Bick a Londra negli anni '50, ha conosciuto negli ultimi decenni una diffusione a livello mondiale, anzitutto come prezioso strumento di formazione per psicologi, psicoterapeuti e operatori sociosanitari e, piu in generale, fra quanti lavorano nel campo delle relazioni umane. Applicata sua larga scala ai contesti istituzionali e a nuove aree di indagine, questa originale metodologia osservativa ha rivelato anche ricche potenzialita come strumento di ricerca per la conoscenza del bambino e del suo mondo affettivo originario, oltre che per l'individuazione precoce dei microdisturbi della relazione primaria bambino-genitore cui possono conseguire distorsioni in senso psicopatologico.
Il volume Freud e il novecento raccoglie gli atti del convegno tenuto in Italia il 27 e 28 ottobre 2006 per celebrare i 150 anni della nascita di Freud. All'iniziativa, promossa dal Dipartimento di Filosofia, Storia e Beni culturali dell'Università di Trento, hanno partecipato prestigiosi esponenti della Società Psicoanalitica Italiana, psicoterapeuti, storici, filosofi, letterati e teologi. L'intelligibilità del sapere psicoanalitico, considerato nel nesso di conoscenza e cura, è stata ricostruita e discussa variamente, secondo i paradigmi epistemici e le forme della sua diffusione, utilizzabilità e applicazione.
Un testo di psicoanalisi. E' nel contesto dello spazio terapeutico, dove paziente e analista non solo si incontrano tra di loro, ma incontrano anche se stessi in una profondità raramente accessibile in qualsiasi altro setting, che possono nascere le esperienze condivise mutative, nella misura in cui l'opportunità dell'interpretazione è inclusa...
Un utile libro di psicoterapia infantile.
Questo numero tratta i problemi della psicoterapia infantile.
"Pochi sarebbero più qualificati di Meg Harris Williams per scrivere questo volume postkleiniano innovativo e pregustato con impazienza. Profonda conoscitrice dell'opera di Bion e di Meltzer, Harris Williams esalta il concetto di "cambiamento catastrofico". L'analista che "evita memoria e desiderio" osserva l'interazione sottile del transfert e del controtransfert (il controsognare di Meltzer) mentre elabora i conflitti estetici. La conseguente reciprocità tra l'inconscio del paziente e l'inconscio dell'analista si rivela essere la base estetica ed etica della psicoanalisi. In tal senso, il processo psicoanalitico trova corrispondenza in quello dell'ispirazione poetica e artistica. Sono entrambi generati dagli oggetti creativi interni. Il tour de force intellettuale proposto da Harris Williams dimostra in modo convincente la capacità umana del pensiero simbolico sotteso alla creatività letteraria, artistica e psicoanalitica. La sua lettura enciclopedica della letteratura, dell'arte e della psicoanalisi concorre al virtuosismo di questo libro".
Quante cose ci sono in un film non pensate da noi lì per lì, ma in qualche caso nemmeno "sapute" o decise a tavolino, in corso d'opera, dallo sceneggiatore e dal regista. Col suo speciale mix di cultura, profondità e chiarezza, Rossella Valdrè ci accompagna in una rilettura approfondita e a volte spiazzante di alcuni recenti film più o meno famosi, ma tutti significativi per la loro ricchezza interna e per le esperienze che possono produrre in noi. Cinema e psicoanalisi sembrano fatti l'uno per l'altra e questo libro lo conferma in pieno. La novità, qui, risiede nell'accostare ed analizzare alcune pellicole contemporanee apparentemente distanti tra loro, che rivelano invece segrete contiguità e che contribuiscono a farci conoscere meglio la condizione umana di questi nostri anni così difficili da descrivere e da intendere. Il pensiero dell'autrice va in profondità in modo naturale e aiuta il lettore a proseguire il pensiero dopo l'impatto, non sempre semplice, con film di alta intensità, adatti ad una ulteriore riflessione.
Il rinnovato interesse per il narcisismo all'interno della teoria psicoanalitica conferma la rilevanza di questo testo, dedicato a un tema tra i più enigmatici della psicoanalisi. Dopo aver introdotto il narcisismo nel 1914, Freud cominciò a disinteressarsi del concetto che aveva brillantemente sviluppato quando, intorno al 1920, procedette a tematizzare l'ultima teoria delle pulsioni (opposizione delle pulsioni di vita e di morte) e altre rielaborazioni teoriche. André Green è stato uno dei pochi autori a coniugare la teoria del narcisismo con l'ultima teoria delle pulsioni di Freud. Mentre il narcisismo viene generalmente considerato solo nei suoi aspetti positivi, relativi alle pulsioni sessuali di vita, in questo testo fondamentale Green mostra la necessità di postulare l'esistenza di un narcisismo di morte, che chiama narcisismo negativo. Diversamente dal primo, che tende al completamento dell'unità dell'Io, questo tende alla sua abolizione nell'aspirazione allo zero. Tale teoria del narcisismo è completata dall'esposizione di un certo numero di "forme narcisistiche" che sono altrettante configurazioni osservate nella pratica. Infine, un capitolo sull'Io enfatizza la duplicità che sta alla base della sua struttura, nella contraddizione tra il sapersi mortale e il credersi immortale. Tutto ciò porta alla conclusione di un Narciso Giano.
In questo libro Didier Anzieu incentra il discorso sulla nozione di immaginario gruppale: il gruppo ha una propria psicologia, diversa da quella degli individui che lo compongono. Per far luce su tale psicologia, l'autore parte dall'analogia tra il gruppo e il sogno e descrive molti processi che sottendono la vita dei gruppi: l'illusione gruppale, il gruppo-bocca, i fantasmi di rottura, il gruppo-macchina, la resistenza paradossale autodistruttiva, le perturbazioni provocate dalla prevalenza dell'imago paterna o del Super-io. Vengono così individuati degli "organizzatori psichici inconsci" che strutturano l'immaginario gruppale, come i fantasmi originari o l'immagine del proprio corpo. Prefazione di René Kaës.
Come si passa dai neuroni alla mente? Come è possibile che una “cosa” – un aggregato di atomi, molecole, sostanze chimiche e cellule – sia capace di esprimere il mondo vivido che abbiamo nella testa? Michael Gazzaniga dà vita qui a un riesame complessivo di quanto la scienza ha scoperto finora in materia di coscienza. L’idea che il cervello sia una macchina, emersa secoli addietro, ha indotto a immaginare il rapporto tra mente e cervello in forme che continuano a paralizzare gli studiosi. Gazzaniga è convinto che quel modello funzioni a rovescio: il cervello è capace di costruire delle macchine, ma non può venire ridotto a una macchina. Le scoperte più recenti inducono piuttosto a rappresentarlo come una federazione di moduli indipendenti che operano in parallelo. Capire come la coscienza può emergere da un’organizzazione di questo genere ci aiuterà a definire il futuro delle scienze del cervello e dell’intelligenza artificiale, fino a gettare un ponte sul baratro che si apre tra il cervello e la mente.