
Che legame esiste tra la personalità degli individui e il contesto organizzativo in cui lavorano? E in che modo il carattere di chi occupa posizioni di leadership influisce sul funzionamento di un’organizzazione e sul suo successo?
Kets de Vries osserva come processi psicologici di base agiscano sulla performance individuale e aziendale e li analizza all’interno dello studio di casi singoli di leader e di organizzazioni. Vengono così presi in esame il narcisismo, alcuni nuovi archetipi di leadership, la collusione disfunzionale tra leader e collaboratori e il ruolo che possono avere i “terapeuti delle organizzazioni” .
Manfred F.R. Kets de Vries, uno dei più autorevoli studiosi di psicologia delle organizzazioni, insegna Leadership Development all’Istituto europeo di gestione aziendale (INSEAD) di Fontainbleau. Nelle nostre edizioni ha pubblicato L’organizzazione nevrotica (con D. Miller, 1992) e Leader, giullari e impostori (1998).
L'autore delinea un nuovo modello di terapia familiare che consente alle famiglie di sentirsi così sicure da accettare il rischio di nuove modalità di relazione invece di ripetere rigidamente i vecchi copioni. I copioni familiari possono creare schemi ripetitivi all'interno della famiglia e tenere in vita comportamenti problematici. L'obiettivo della terapia familiare è quello di aiutare la famiglia ad affrontare gli scenari delle soluzioni tentate in passato per poterli cambiare.
Foulkes, Bion e altri hanno identificato la presenza di strati primitivi di emozioni nei gruppi terapeutici, in cui temi universali collettivi e relazioni precoci dell'infanzia sono rivissuti e ripetuti: vengono liberate energie molto profonde che hanno notevoli implicazioni per il cambiamento e la crescita, purché il terapeuta sia in grado di affrontarle. In questo volume molti autori analizzano le dinamiche della psicoterapia di gruppo e guidano il terapeuta a intervenire in modo efficace.
Una approfondita analisi di alcuni concetti che si sono rivelati fecondi specie nel trattamento della psicosi. Questo e il primo e fondamentale libro dell'opera di Piera Aulagnier, una figura di primo piano della psicoanalisi francese, recentemente scomparsa, di cui, pur essendo italiana di nascita e di studi, in Italia e stato finora tradotto solo un lavoro in un'opera collettiva. Gia all'epoca della sua pubblicazione in Francia il libro fu considerato un'opera magistrale per l'approfondita analisi e l'originalita di alcuni concetti qui introdotti che si sono rivelati fecondi specie nel trattamento delle psicosi. L'analisi che l'Autrice compie del funzionamento psichico dal punto di vista dell'attivita di rappresentazione, introduce accanto ai processi primario e secondario della topica freudiana, il processo originario e il pittogramma.
L'esigenza di incorporare la famiglia nel processo psicoterapeutico è nata dalla necessità di affrontare i complessi problemi dei pazienti che soffrono delle cosiddette patologie gravi: psicosi, bordeline, tossicodipendenza, anoressia-bulimia e, in genere, l'ampio spettro dei disturbi narcisistici. La comprensione delle interazioni familiari ha permesso di dare significato a molti contenuti psichici apparentemente comprensibili: è stato così possibile capire come i pazienti esprimano la sofferenza familiare, facendosi portavoce della famiglia attraverso i loro sintomi.
Il libro, rivolto agli studenti delle facoltà di Psicologia, Scienze dell'educazione, Sociologia e Scienze della Comunicazione, fornisce un quadro ampio e aggiornato delle tematiche della famiglia nella migrazione. Un testo prezioso anche per gli operatori sociali che si occupano della migrazione familiare: psicologi, assistenti sociali, educatori, insegnanti, formatori, sociologi, medici. Le famiglie immigrate sul territorio nazionale costituiscono una presenza sempre più rilevante e il contesto d'accoglienza necessita di rinnovate competenze affinché gli incontri interculturali possano divenire proficue e arricchenti occasioni di scambio per la comunità. Il volume presenta metodologie e strumenti di lavoro psicologico che tutelano il rispetto delle differenze e facilitano al contempo la produzione di conoscenza fra persone appartenenti a diverse culture. È inoltre proposta una lettura dei significati antropologico-psicologici della famiglia e dei suoi compiti a partire dalle culture originarie e dall'esperienza migratoria di coppie e persone di diverse nazionalità. Infine, sono presentati gli esiti di una ricerca che si è posta l'obiettivo di studiare e approfondire la situazione delle famiglie immigrate presenti sul territorio italiano, mettendo in luce caratteristiche, risorse, fragilità e ostacoli, nonché rischi per lo sviluppo di possibili esperienze di convivenza e di integrazione.
La prima guida pratica per genitori e professionisti che traduce in termini concreti la teoria dell'attaccamento
L’attaccamento è al centro delle relazioni familiari, non solo nelle famiglie biologiche ma anche in quelle affidatarie e adottive. Le ricerche nell’ambito dell’attaccamento evidenziano i punti di forza e di difficoltà che i bambini provenienti da situazioni deprivate portano con sé nelle nuove famiglie che li accolgono. Questo libro è una guida esaustiva e autorevole che espone in modo chiaro i concetti di fondo della teoria dell’attaccamento e li traduce in termini concreti, con l’obiettivo di suggerire pratiche riparative che aiutino i bambini a crescere in modo equilibrato. Il testo è ricco di esempi proposti dalla voce stessa di genitori adottivi e affidatari che, partendo da situazioni difficili, offrono una gamma di suggerimenti su come tali difficoltà possano essere superate in modo efficace.
Gli autori
Gillian Schofield è codirettrice del Centre for Research on the Child and Family dell’Università di East Anglia.
Mary Beek è responsabile dell’équipe che si occupa di affidamento familiare nel Norfolk County Council.
“Al paziente cosa dico?” può sembrare, da parte del terapeuta, una domanda rozza, ma eludere sempre la risposta opponendo il sorridente silenzio del “venerato maestro” può far pensare che certe cose non si possono insegnare. Invece, il colloquio psicoterapeutico è fondato su una tecnica esplicita, su procedure che è possibile comunicare. In particolare, il colloquio cognitivo risponde a principi tecnici semplici e chiari. Incoraggia il paziente ad apprendere tre abilità fondamentali: 1) riconoscere il legame tra sofferenza emotiva ed elaborazione cognitiva consapevole ed esplicita, ovvero tra quello che sente e quello che pensa, 2) mettere in discussione la validità di questi pensieri, il loro valore di verità e di utilità, 3) elaborarne di nuovi, più veri e soprattutto più utili per fronteggiare le situazioni problematiche. Tutto questo corrisponde a ciò che un terapeuta cognitivo dice ai propri pazienti ed è il tema che questo libro affronta per la prima volta.
Gli autori
Giovanni Maria Ruggiero, psichiatra e psicoterapeuta, dirige la Scuola di specializzazione in Psicoterapia cognitiva “Psicoterapia cognitiva e ricerca”. In questa collana ha pubblicato Psicoterapia cognitiva dell’ansia (con S. Sassaroli e R. Lorenzini, 2006) e Terapia cognitiva (2011).
Sandra Sassaroli, psichiatra e psicoterapeuta, dirige la Scuola di specializzazione in Psicoterapia cognitiva “Studi cognitivi”. In questa collana ha pubblicato, tra gli altri, La mente prigioniera (con R. Lorenzini, 2000) e Psicoterapia cognitiva dell’ansia (con R. Lorenzini e G.M. Ruggiero, 2006).
Non è sempre facile capire un bambino né sapere come sostenere al meglio lo sviluppo nelle prime fasi della sua vita. Basato sugli ultimi risultati della ricerca ma scritto in un linguaggio accessibile anche ai non esperti, questo libro è un aiuto concreto per chi si prende cura di un bambino in questi anni così importanti per la crescita. Grazie alla ricchezza di immagini tratte dai video di bambini con le loro famiglie, corredate dalle chiare spiegazioni dell'autrice, il libro fornisce indicazioni utili per favorire lo sviluppo della comprensione sociale, dei legami di attaccamento, dell'autocontrollo e dell'intelligenza nei primi due anni di vita. Le sequenze di immagini ricreano la struttura e la magia della comunicazione con i bambini e mostrano l'importanza fondamentale delle prime relazioni per lo sviluppo sociale, emotivo e cognitivo. Un testo per tutti coloro che si occupano dello sviluppo psicologico dei bambini dalla nascita a due anni: docenti, professionisti e genitori.
Quaranta autori internazionali sostengono in questo libro tesi che il pubblico italiano non è abituato ad ascoltare. La psicoanalisi è una scienza? No, è una potente e seduttiva fabbrica di favole. La psicoanalisi guarisce? Quando lo fa è spesso per un effetto placebo, o per il buon rapporto che alcuni analisti riescono ad instaurare con alcuni pazienti, e nel caso di molte sindromi è in netto svantaggio rispetto ad altre forme di psicoterapia e alla terapia farmacologica.
Contrariamente a quanto si possa pensare, i capi non sono più aiutati dalle aziende a esercitare la loro funzione e non sanno come agire: motivare, dirigere, controllare, aiutare. Il "buon" leader include e integra, ma la buona leadership contempla anche il suo opposto: l'esclusione, il dominio, il narcisismo. Il lato oscuro che va conosciuto per impedirne il sabotaggio. La psicoanalisi italiana ha negli ultimi venti anni costruito l'idea di un capo in grado di gestire le proprie debolezze e favorire la realizzazione del compito: un capo che valorizza le persone ed è instancabile nell'innovazione di se stesso e della sua organizzazione. Per tale motivo il Capo di Buona Speranza è un luogo della geografia psichica, una terra di confine, poiché i confini sono gli spazi di maggior vitalità. Il volume fa il punto sulla leadership in una società che cambia e fornisce la chiave per spiegare e supportare i capi nel loro ruolo, per indirizzarli verso le relazioni più proficue verso i collaboratori e i partner.

