
"Il Malessere" è la traduzione italiana del volume pubblicato in Francia nel 2012 dall'editore Dunod con il titolo "Le Malêtre". Il saggio, utilizza le risorse della psicoanalisi contemporanea per comprendere le forme di sofferenza psichica del nostro tempo legate con i cambiamenti che hanno scosso il mondo in cui viviamo e in cui i nostri discendenti vivranno. Il malessere analizzato da Kaës è qualcosa di diverso dal disagio, è piuttosto una messa in discussione della capacità di essere e di esistere in sufficiente accordo con se stessi, con gli altri e con il mondo.
Quali dinamiche, comportamenti e processi collettivi determinano l'agire dei singoli e dei gruppi nei contesti organizzativi? A queste domande risponde la psicologia delle organizzazioni. La nuova edizione di Psicologìa delle organizzazioni, aggiornata nei contenuti e integrata con nuovi capitoli, analizza gli aspetti "collettivi" dell'esperienza professionale, dando risalto a temi e problemi connessi all'interazione tra le persone nei contesti lavorativi (comunicazione, decisione, leadership e followership, lavoro in gruppo, cooperazione, conflitto). Raccogliendo i contributi di alcuni tra i più autorevoli studiosi italiani, e senza trascurare la prospettiva economica e sociologica, il manuale rappresenta uno strumento di grande utilità per studenti e professionisti nell'ambito della psicologia delle organizzazioni.
Il cambiamento dei pazienti richiede attenzione alla relazione terapeutica, ma non solo. Per interrompere processi interpersonali basati su apprendimenti consolidati bisogna stanarli da dove sono annidati: nel corpo e nell'immaginazione. Una volta portati alla luce, per modificarli e dare ai pazienti una nuova mappa del mondo è necessario il lavoro esperienziale: per esempio immaginazione guidata, gioco delle sedie, esperimenti comportamentali. Si tratta di rievocare emozioni dolorose e modularle, scrivere nuovi copioni che il paziente potrà seguire per recuperare saldezza. Obiettivo degli autori è guidare il clinico passo dopo passo a procedere verso il cambiamento, affrontando tutte le difficoltà tecniche e relazionali, e superandole. In questo volume vengono descritte procedure dettagliate, che aiutino il clinico a raggiungere il risultato che oggi dovrebbe perseguire: applicare una psicoterapia di precisione.
La visione dello sviluppo umano proposta dalla neurobiologia interpersonale consente di comprendere come il funzionamento della mente e del cervello venga influenzato dall'esperienza, in particolar modo dalle relazioni emotivamente significative. I curatori si sono assicurati qui la partecipazione degli autori più conosciuti nell'ambito della neurobiologia interpersonale, i quali propongono le loro riflessioni sull'impatto che questa prospettiva teorica ha avuto sulla pratica clinica e offrono consigli ai molti clinici che hanno abbracciato questo orientamento nella loro attività terapeutica. Molteplici sono i temi trattati: la disregolazione degli stati di coscienza, i sistemi motivazionali presenti nel trauma complesso, la psicoterapia del trauma associato all'esperienza di umiliazione. Si analizza anche il recupero dalle dipendenze nell'epoca del distanziamento sociale e il cambiamento rappresentato dalla terapia familiare online.
È noto a tutti i terapeuti come buona parte dei pazienti giunga in terapia riportando problemi di regolazione emozionale. In ambito cognitivo-comportamentale, nel tempo, sono state proposte varie strategie, tutte finalizzate ad aiutare le persone a far fronte, nel miglior modo possibile, ai propri stati emotivi sgradevoli. Questo volume rappresenta il primo manuale pratico in cui vengono sintetizzate le tecniche più efficaci da utilizzare nella pratica clinica e illustrati i presupposti e le strategie della Emotional Schema Therapy (EST), approccio integrato alla regolazione emozionale che prevede l'utilizzo di tecniche di accettazione, validazione, mindfulness, gestione dello stress, auto-compassione e ristrutturazione cognitiva. Un volume indispensabile per tutti i terapeuti, sia esperti sia in formazione, corredato da numerosi casi clinici, estratti di sedute, esempi di domande da porre e homework da suggerire ai pazienti, e oltre 65 moduli liberamente riproducibili e utilizzabili.
L'obiettivo degli autori è trasformare il criminal profiling, la disciplina che si occupa di costruire i profili dei criminali per facilitarne l'identificazione, in una scienza e in una tecnica credibili, capaci di offrire un supporto affidabile alle indagini condotte dalle forze dell'ordine. Oggi i metodi dei profiler si fondano principalmente sulla conoscenza intuitiva e su occasionali folgorazioni psicologiche, mantenendo viva l'idea che questa disciplina sia un'arte piuttosto che una scienza. Hicks e Sales mostrano quali siano i metodi di analisi e costruzione dei profili scientificamente fondati. La prima parte del volume propone una ricostruzione storica e una revisione critica dello statuto in gran parte non scientifico dell'attuale disciplina, la seconda fornisce solide basi per la creazione di un settore di investigazione criminale fondata sulle prove piuttosto che sulle intuizioni.
Secondo Russell Meares, il disturbo borderline di personalità consiste in un'alterazione dell'esperienza di sé analoga alla dissociazione. La comprensione di tale alterazione delle capacità integrative è essenziale per il trattamento dei pazienti che soffrono di questo disturbo così invalidante. Partendo dagli studi pionieristici di Pierre Janet e William James, l'autore spiega come una mancanza di coesione nell'esperienza di sé si manifesti con una disconnessione tra le funzioni cerebrali. Si prendono poi in esame le due maggiori forme di dissociazione, primaria e secondaria, e gli studi linguistici sulla conversazione terapeutica, che rivelano le paradossali esperienze di disconnessione e fusione tipiche di questi pazienti. Al centro dell'attenzione è anche il ruolo delle memorie traumatiche nel produrre configurazioni relazionali inconsce disadattative e la conseguente instabilità emotiva nei pazienti borderline. Il libro si conclude focalizzandosi sull'obiettivo centrale nel trattamento del paziente borderline: promuovere la connettività dell'emisfero destro. Tale obiettivo può essere raggiunto attraverso una particolare forma di conversazione chiamata "relazionalità analogica", illustrata nell'ultimo capitolo del volume.
Per effetto dei costanti progressi nell'ambito della clinica e della ricerca scientifica, il costrutto teorico di inconscio sta subendo oggi una riformulazione e, indubbiamente, una trasformazione. I processi inconsci non sono più ritenuti espressione della mente soltanto, bensì di mente, cervello e corpo. Attingendo alla teoria degli affetti, alle neuroscienze cognitive e a una ricca esperienza clinica, Efrat Ginot analizza la propensione del cervello-mente a percepire l'ambiente interno ed esterno sulla base di mappe inconsce preesistenti, e a mettere in atto in maniera automatica pattern profondamente radicati di emozioni, comportamenti e processi cognitivi, anche quando inappropriati o dannosi. Poiché l'interazione tra processi inconsci e consapevolezza riflessiva è al centro dei percorsi di cura proposti, particolare attenzione è rivolta agli approcci terapeutici tesi a utilizzare le nuove acquisizioni relative ai processi inconsci e alla loro interazione con quelli consci. Efrat Ginot, psicologa e psicoanalista, svolge attività di libera professionista a New York, dove insegna all'Institute for Contemporary Psychotherapy e collabora in qualità di supervisore con il Fifth Avenue Center for Counseling and Psychotherapy. Nelle sue pubblicazioni scientifiche ha integrato neuroscienze e psicoanalisi, e ha ricevuto nel 2002 il Gradiva Award della National Association for the Advancement of Psychoanalysis, assegnato ogni anno negli Stati Uniti alla saggistica psicologica.
Rivolto ai clinici di ogni provenienza, questo manuale parte dall'assunto che le rigide divisioni di scuola siano solo un ostacolo. Esso costituisce la riverberazione clinica, con un fondamento teorico importante, del modello dei common factors e, promuovendo un'ottica d'integrazione di modelli, introduce la questione dei rapporti tra assetti traumatici e disturbi di personalità. Il modello RE.MO.T.A. costruisce un ponte tra le due principali teorie multimotivazionali - quella psicoanalitica di J. Lichtenberg e quella cognitivo-evoluzionista di G. Liotti - e la psicoanalisi relazionale. Nel tentativo di rispondere alla complessità di alcuni quadri psicopatologici si utilizzano dati provenienti da diverse fonti: la ricerca sull'infanzia, l'evoluzionismo, le neuroscienze, le teorie del trauma complesso, il trattamento dei disturbi dissociativi e della personalità, la psicologia sociale, la teoria dei sistemi complessi, la psicoterapia di gruppo. Le numerose storie cliniche narrate evidenziano come sia possibile integrare contributi diversi entro un modello multidimensionale eziopatogenetico della cura. Leggendo questo libro apparirà chiaro, altresì, che le teorie possono davvero diventare strumenti utili solo se trattate con spirito critico, per avventurarsi in ciò che non conosciamo e non conosceremo mai completamente: la relazione con l'altro, unica e irripetibile.
Questo è un trattato di medicina comportamentale del sonno nato dallo sforzo congiunto dei massimi esperti mondiali del settore. Una guida chiara, dettagliata e aggiornata all'utilizzo dei principali protocolli d'intervento cognitivo-comportamentali evidence-based per il trattamento dei disturbi del sonno. Oltre ai ben noti e consolidati interventi per l'insonnia e per i disturbi del ritmo circadiano, vengono presentate strategie comportamentali per superare problemi del sonno nell'infanzia tra cui il terrore notturno, l'enuresi e la fobia del buio. Ampio spazio viene inoltre dedicato allo sviluppo di metodologie per l'incremento dell'aderenza al trattamento medico delle apnee notturne. Un manuale di riferimento per psicoterapeuti di ogni indirizzo, medici ed esperti nel settore della medicina comportamentale.