
Alle origini della civiltà occidentale, i Greci svilupparono una vera e propria cultura del sogno. Per loro la vita notturna non era marginale e poco significativa, ma un messaggio capace di proiettarsi con forza sulla vita cosciente; a loro si chiedevano indicazioni su scelte da compiere, oracoli, persino miracolose guarigioni. Questo libro parla delle varie funzioni dei sogni nella civiltà greca, sino alla tarda antichità: dai sogni di Omero a quelli che progressivamente vennero studiati e descritti da filosofi , scienziati, poeti, interpreti professionisti di sogni.
L'autore
Giulio Guidorizzi insegna Teatro e drammaturgia dell’antichità all’Università di Torino. Nella collana Scienza e Idee ha pubblicato Ai confini dell’anima (2010).
Secondo molti, la psicoterapia presta il fianco a violenti attacchi, dato che si tratta di un ambito oscuro, come protetto da un’aura di segreti. Non è possibile che, nel ventunesimo secolo, una categoria professionale lavori senza testimoni, senza controllo esterno, persino senza alcuna valutazione. Mettendo in evidenza le differenti opzioni offerte a chi intraprende una psicoterapia e i rischi a cui ci si può esporre, Tobie Nathan e Nathalie Zajde delineano le caratteristiche che dovrebbero identificare una psicoterapia adeguata al mondo moderno, ovvero una psicoterapia democratica.
Tobie Nathan, antropologo e psicoanalista, insegna Psicologia clinica e psicopatologia all’Università Paris-VIII. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Una nuova interpretazione dei sogni (2011).
Perché abbiamo con i nostri figli gli stessi comportamenti che da bambini ci hanno fatto soffrire? Come liberarci dai vincoli del passato che continuano a condizionarci nel presente? In questa edizione aggiornata del classico "Errori da non ripetere", Daniel Siegel, psichiatra infantile di fama internazionale, e Mary Hartzell, educatrice e psicologa, evidenziano quanto le esperienze infantili influenzino il modo di essere genitori. Si tratta, per i genitori, di non ripetere modelli di interazione inadeguati, non compatibili con le relazioni di cura e amore immaginate per i propri figli. Basandosi sugli studi più recenti nel campo della neurobiologia interpersonale, gli autori mostrano come le prime interazioni del bambino con le figure di riferimento abbiano un impatto diretto sulla struttura e sul funzionamento del cervello. Un attaccamento sicuro nei confronti di un adulto in grado di rispondere alle richieste primarie del bambino è di fondamentale importanza per il suo sviluppo cognitivo ed emotivo. Unendo la competenza di Daniel Siegel come studioso della mente e l'esperienza di Mary Hartzell come educatrice, questo libro aiuta a costruire con i propri figli relazioni fondate su sicurezza e amore.
Attraverso una narrazione sensibile, sottile ed evocativa, Bollas attinge alla personale esperienza di lavoro con soggetti schizofrenici, iniziata negli anni Sessanta, per formulare la propria interpretazione sullo sviluppo della schizofrenia, specificamente negli adolescenti, come forma di adattamento nella difficile transizione verso l'età adulta. Con atteggiamento aperto e positivo, l'autore descrive la schizofrenia come una modalità di risposta alla precarietà di un mondo altamente imprevedibile, ricordandoci che, nei momenti di difficoltà, parlare con qualcuno che si mostri empatico nei nostri confronti ci aiuta a dipanare i più difficili dilemmi mentali ed esistenziali.
Il volume propone al lettore una mappa concettuale e applicativa per la valutazione del narcisismo patologico, in particolare degli aspetti vulnerabili e grandiosi, e mette in evidenza la sua centralità per la clinica anche nel contesto forense, ad esempio per quanto riguarda le sue implicazioni nel rischio suicidario e nell’uso di sostanze. Idealmente il lettore verrà coinvolto in un dialogo con alcuni dei principali esperti internazionali del narcisismo patologico: Elsa Ronningstam, Diana Diamond, Emily A. Dowgwillo, Jessica Yakele.
Per rendere più agevole al lettore, clinico o ricercatore, la traduzione operazionale dei costrutti di grandiosità e vulnerabilità narcisistica nell’ottica dell’approccio psicodinamico, il volume contiene la versione italiana del Pathological Narcissism Inventory di Pincus e collaboratori, corredata del manuale e dei dati normativi italiani.
In questi ultimi anni la clinica e le metodiche di intervento nel campo dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) hanno subito dei cambiamenti importanti: sono state meglio definite le procedure di diagnosi per la dislessia, la disortografia e la discalculia, indicate le metodologie per la riabilitazione, fornite alla scuola precise informazioni sulle ricadute dei disturbi nello studio; sono ancora invece dibattute altre problematiche di apprendimento, come la comprensione del testo scritto, l'espressione scritta, le incidenze del disturbo visuo-spaziale sul percorso scolastico dello studente. Il testo, in questa nuova edizione ampiamento riveduta e aggiornata, affronta tutti questi temi, facendo il punto sulle più recenti ricerche scientifiche sul campo e proponendo allo psicologo, al logopedista, al neuropsichiatra una concreta procedura per la formulazione della diagnosi funzionale, in accordo con gli indirizzi delle Consensus Conference e dei sistemi internazionali di classificazione (ICD-10, DSM-IV e V). Nel volume è inserito inoltre un inventario ragionato di tutti gli strumenti oggi disponibili in Italia per il percorso riabilitativo e per le problematiche associate.
Cosa succede nel nostro cervello quando siamo tristi o euforici, arrabbiati o ottimisti, oppure quando abbiamo a che fare con gli altri? Quali sono le strutture cerebrali alla base della vita emotiva? Fino a non molti anni fa la ricerca psicologica e neuroscientifica non era affatto interessata al "cuore", ma solo alla "testa", ossia alle funzioni cognitive. Negli anni Settanta alcuni studiosi intrapresero una serie di ricerche pionieristiche che avrebbero portato alla nascita delle cosiddette "neuroscienze affettive". Oggi Richard Davidson è riuscito a dimostrare l'intuizione che lo aveva folgorato all'inizio degli anni Settanta ad Harvard: ragione e sentimento non sono polarità inconciliabili, e a ciascuna corrispondono zone e funzioni cerebrali specifiche. Su queste basi Davidson ha elaborato la teoria degli stili emozionali, sei dimensioni emotive che descrivono la personalità di ognuno. Poiché le emozioni si fondano su precise basi neurali, è possibile intervenire sui nostri comportamenti, disfunzionali o meno. Le neuroscienze hanno persino individuato nella meditazione uno strumento molto potente per modificare le strutture cerebrali, sfruttandone la neuroplasticità. A garanzia del valore di queste ricerche, l'equipe di "collaboratori" di Davidson annovera niente meno che il Dalai Lama. Il cervello non è una scatola impenetrabile e immutabile come si è pensato per secoli: migliorandone il funzionamento, possiamo vivere meglio con noi stessi e con gli altri.
Il clima affettivo in cui si dipana l'adolescenza è radicalmente cambiato perché è mutato il modo in cui gli adulti si trovano a esercitare il mestiere di padre e madre. Gli adolescenti attuali vivono il passaggio da un'infanzia privilegiata all'età adulta con grande intensità emotiva. Noia, tristezza, paura e vergogna si alternano come affetti capaci di governare il comportamento dei ragazzi e il disagio che sperimentano. Questo imprime alle loro relazioni modalità espressive che pongono ai padri e alle madri ardui problemi di comprensione e difficili scelte di intervento, che l'autore passa in rassegna, suggerendo risposte possibili.
Momento di rottura, vero e proprio crollo narcisistico che sgretola la corazza caratteriale, la depressione è il luogo in cui lo psicoanalista incontra, più che altrove, il dolore e l'odio, la colpa e il lutto. Muovendo dall'idea della depressione come essenza della crisi esistenziale dell'era contemporanea, Davide Lopez e Loretta Zorzi delineano un modello di terapia che tende a far prevalere la consapevolezza del paziente sulle istanze portatrici dell'istinto di morte, mettendo in questione la tradizione psicopatologica non solo rispetto alla depressione ma anche rispetto all'intera concezione della cura.
Negli anni Cinquanta, Mara Selvini Palazzoli accettò la sfida di costruire un'alleanza terapeutica con ragazze anoressiche, portate da lei quasi di forza. Il problema fu affrontato attraverso la "terapia familiare", che ha segnato una tappa storica della sperimentazione in psicoterapia: la collaborazione della famiglia è decisiva per trattare tutte le patologie più gravi. Presentando un'antologia degli scritti e dei casi clinici più significativi di questo percorso, Matteo Selvini raccoglie oggi la sfida di ideare soluzioni terapeutiche diverse per pazienti con personalità e sintomi diversi, nella convinzione che comunque il massimo dell'efficacia possa essere ottenuto aiutando contemporaneamente il paziente e la sua famiglia.