
Molti libri sul cervello ripropongono troppo spesso acriticamente miti del passato, dandoli per scontati e ignorando che nei laboratori più avanzati da molto tempo il vento è cambiato. Uno di questi miti sostiene che il cervello è diviso in "emisfero destro" e "emisfero sinistro", e che le due metà fanno cose differenti: la parte sinistra è analitica e logica, la parte destra è artistica e intuitiva. Pensiamo di saperlo tutti, lo diamo per scontato, ma non è vero. Si tratta in effetti di una semplificazione grossolana, e se per caso avete appena fatto un test per capire quale delle due metà di voi sia la più sviluppata sappiate che avete solo sprecato del tempo. Ecco allora che Stephen Kosslyn, aiutato da Wayne Miller, ci propone invece un cervello "alto" e un cervello "basso". Sembra una provocazione, e in parte lo è. Il cervello in realtà non si lascia dividere tanto facilmente, ma è vero che contiene aree che fanno cose diverse, il cui sviluppo relativo determina molto di ciò che pensiamo e sentiamo. È questa la "teoria delle modalità cognitive", che viene qui divulgata in maniera estremamente comprensibile. A seconda di quali parti del cervello siano più o meno attive in ciascuno di noi, il libro propone quattro modalità principali di pensiero: la "modalità dinamica",la "modalità percettiva", la "modalità stimolativa" e la "modalità adattiva". A quale delle quattro modalità apparteniamo? Il penultimo capitolo del libro offre un test per scoprirlo.
Quale significato ha la gravidanza nel mondo interno di una donna o di un uomo? In che modo le forze inconsce influiscono sul nostro diventare genitori? Come ci si sente ad avere dentro un'altra persona? Qual è l'esperienza emotiva del partner durante la gravidanza? Cosa sappiamo delle capacità fetali, e chi o che cosa rappresenta il feto per il genitore? Quali sono le emozioni e i sogni della gravidanza e quali fantasie e paure circondano la nascita? Come diventiamo quelli che siamo in relazione ai nostri figli e al nostro stesso sé infantile? Il bambino immaginario combacia con quello reale? Che effetto ci fa esser esposti ai nudi bisogni del neonato? Che ne è della relazione intima quando i partner procreano? In che modo le fantasie prenatali influenzano il clima emotivo postnatale? Sono queste le domande a cui l'autrice si impegna a rispondere in questo libro, adottando un approccio che ribalta la scarsa soggettività attribuita alla madre nella letteratura psicoanalitica per concentrarsi sulla 'vicenda interna': l'ipotetica voce del lattante o quella prescrittiva dell'esperto sono rimpiazzate, nella narrazione della gravidanza e della primissima infanzia, dalle madri e dai padri, dal loro punto di vista. Ciò nonostante, il racconto non è mai lineare: i genitori sono anche sempre, a loro volta, figli e figlie. Per questo l'attenzione della studiosa si sposta spesso dal mondo interno dell'individuo verso l'interazione col partner e col bambino, e coi propri genitori nell'infanzia.
Il libro presenta la tecnica del counseling psicologico, una pratica di ascolto che da poco si è affacciata anche nella nostra scuola per aiutare gli studenti ad affrontare problemi personali e scolastici. Oltre ai colloqui individuali con gli studenti, vengono illustrate esperienze di counseling alle classi e di consulenza indiretta agli insegnanti.
Come usiamo la tv quando siamo ansionsi, depressi o soli? Guardando la Tv siamo veramente passivi? Come i personaggi televisivi ci diventano così familiari? Come la Tv può influenzare le forme della vita amorosa e affettiva? Che senso può assumere per una persona handicappata? Perché piacciono tanto i cartoni animati? Attraverso una sorta di conversazione con il lettore ricca di storie, casi, personaggi e ricerche discorsivamente riportate, questo libro esplora i molti aspetti del rapporto spettatore-televisione. "La tv è vista come un mezzo che mima la comunicazione faccia a faccia, anticipa altri cambiamenti tecnologici e crea un territorio socio-affettivo nuovo, che comporta sia continuità sia rotture nella natura delle esperienze umane".
Più che un libro Vivere a colori! è un vademecum. Ognuno di noi ha un destino, ma non si tratta di una fatalità, si tratta di un copione che abbiamo elaborato noi stessi, generalmente in modo inconsapevole. Questo copione, se lo vogliamo, possiamo riscriverlo e realizzarlo. Come? Prima di tutto procedendo a una esplorazione delle nostre risorse nascoste: sono infinite e le neuroscienze confermano che rimangono disponibili per tutta la vita. Il libro propone strumenti per scoprire i nostri talenti, ignorati o sottosviluppati e indicherà come liberarli e svilupparli. Siamo tutti creativi, il "magma" esiste in tutti noi, basta creare falde per farlo uscire; e poi incanalarlo verso realizzazioni che corrispondono ai nostri desideri. Un'altra risorsa formidabile sono gli altri. Se sappiamo trovare le giuste porte di accesso si mostreranno disponibili non solo per aiutarci ma anche per diventare partner di opere che difficilmente saremmo capaci di realizzare da soli. È la famosa sinergia: 2 + 2 più grande di 4. Una volta realizzato il bilancio delle nostre forze, risorse, competenze, talenti, è possibile cominciare a immaginare copioni di successo. Poi scegliere tranquillamente quello che desideriamo veramente realizzare, in funzione dei risultati materiali e psicologici che vogliamo ottenere. E dell'energia che siamo disposti a investire. Tutto con un motore principale: il piacere.
Il mobbing è una forma di persecuzione e violenza psicologica, fisica o sessuale messa in atto in ambito lavorativo da una persona (mobber) verso un'altra (mobbizzato) con il solo scopo di estrometterlo dal contesto lavorativo. Le modalità attraverso cui tale azione si manifesta sono svariate e a volte diviene davvero difficile discernere il mobbing dai normali conflitti sul lavoro. Lo scopo del libro è quello di fornire una conoscenza ampia e dettagliata sul fenomeno e su come si manifesta, oltre che di far conoscere le più autorevoli teorie psicologiche in merito e i disturbi psichiatrici classificati nel DSM-IV-tr derivanti dal mobbing. Inoltre l'autrice presenta una ricerca volta all'individuazione di tratti di personalità del mobbizzato, quali l'autostima di base intesa come "capacità di stabilire relazioni aperte, calorose e gratificanti con gli altri e di provare ed esprimere emozioni di base con un senso di sicurezza, integrità e assertività" e la fragilità emotiva intesa come l'insieme dei sentimenti di inadeguatezza e i vissuti persecutori sperimentati che permettono di comprendere "la gamma di affetti ed emozioni e il ruolo che questi svolgono nella regolazione e nell'equilibrio complessivo della personalità." Lo studio di questi tratti è volto "all'individuazione di caratteristiche di personalità che possano rendere un soggetto più vulnerabile di un altro a percepire in maniera devastante la violenza psicologica sul lavoro".
Questo manuale di metodologia e tecniche copre un vuoto molto avvertito nella comunità degli analisti transazionali: quello di un testo che descriva in dettaglio la messa in opera del metodo dell'analisi transazionale. La filosofia del libro è dunque riportare per iscritto la trentennale esperienza di didattica e supervisone dell'autore. E l'obiettivo è mettere il lettore nella condizione di poter tradurre con efficacia sul piano terapeutico i principi generali del metodo clinico e della metodologia. La sistematizzazione degli argomenti nasce dai tanti seminari svolti dall'autore prima presso lo IAT dal 1976 al 1991, e successivamente presso l'Istituto Eric Berne. Questi ultimi hanno condotto numerosi allievi ad acquisire il titolo di analista transazionale e poi di analista transazionale didatta della EATA e dell'ITAA. Vengono dunque qui presentate le operazioni descritte dal fondatore dell'analisi transazionale, Eric Berne, e i diversi sviluppi della terapia ridecisionale dei Goulding, della psicoterapia integrativa di Erskine, dell'approccio psicodinamico di Novellino e Moiso. Il manuale è rivolto agli allievi delle scuole di analisi transazionale, ai loro docenti per potere avere un riferimento didattico comune, agli psicoterapeuti di altre scuole per avere una conoscenza corretta di un metodo a volte svilito ingiustamente da opere di taglio divulgativo.
Com'è un essere umano? Cosa vuol dire essere sani e felici? E perché il dolore e la gioia? E come si rimedia a un'umanità danneggiata e logorata? In questi ultimi anni antropologi, studiosi di evoluzionismo, di scienze cognitive e neuroscienze, biologi, fisici, psicologi sperimentali, teologi, storici e filosofi hanno fornito nuovi apporti che stanno radicalmente cambiando il modo di vedere l'essenza più profonda e millenaria degli esseri umani. Non possiamo più andare avanti con vecchie e pessimistiche rappresentazioni dell'essere umano dimenticando la grandezza, sia in bellezza che in drammaticità, del suo sofisticato e delicato percorso evolutivo. L'autore riannoda i fili di orientamenti psicoterapeutici diversi con i più recenti contributi delle scienze umane per rispondere a queste domande e per descrivere i disturbi psicologici come deterioramenti di un insieme di pulsioni universali vitali e affettive, di un'ancestrale disposizione al bene che è indispensabile alla sopravvivenza sia individuale che della specie. Le persone soffrono quando sono snaturate, come qualsiasi essere vivente, fragile e delicato all'inizio della vita, quando non sono più in grado di evolvere, di auto realizzarsi e soprattutto di amare.
Il volume rappresenta un'introduzione organica ed esaustiva alla mediazione familiare: illustra i principi e i processi di una disciplina che non deve limitarsi a risolvere a breve termine le controversie, ma che dovrebbe piuttosto perseguire il fine di accompagnare la trasformazione delle relazioni tra i due genitori, e tra i genitori e i figli, con un'attenzione complessiva verso i legami familiari. Nel conflitto familiare si intrecciano una dimensione relazionale e una dimensione economica che richiedono al professionista una competenza interdisciplinare, mentre le crescenti interazioni tra i differenti sistemi culturali, legali e familiari di persone provenienti da diversi Paesi rendono il lavoro di mediazione sempre più complesso. Il volume è proposto al lettore italiano in una nuova edizione riveduta e ampliata e presenta due appendici aggiornate sugli orientamenti europei nel campo della mediazione e sulla normativa italiana concernente la famiglia. Proprio per la sua attenzione a una prospettiva multidisciplinare, si rivolge non solo ai mediatori familiari, ma anche a psicologi e giuristi, nonché a tutti i professionisti interessati alla risoluzione pacifica dei conflitti.
Il volume, pensato prioritariamente per gli insegnanti, si rivolge anche a quanti operano sia nell'ambito della ricerca, sia nel settore educativo e formativo. La conoscenza del metodo osservativo è, infatti, un'esigenza inevitabile di quanti, operando nelle varie aree dell'intervento educativo in tutte le sue espressioni, intendano appropriarsi di strumenti cognitivi e tecniche operative utili per migliorare la propria comprensione delle realtà vissute da quanti sono loro affidati dalla società. L'obiettivo del volume è dunque duplice: migliorare le conoscenze su un tema che si rivela di grande utilità psicologica e pedagogica, e mettere "l'operatore sociale" in grado di programmare un intervento, all'interno del proprio lavoro, che sia rispettoso delle regole definite dalla letteratura scientifica. Non è sufficiente avere conoscenza dell'altro per rispondere a eventuali richieste di aiuto, bisogna che gli operatori siano addestrati a intervenire in modo efficace. Ora, affinché conoscenza e intervento siano armonizzati ed efficienti, bisogna che entrambi siano informati delle possibilità e dei vantaggi offerti da una giusta applicazione delle tecniche osservative. Non esiste, infatti, azione educativa, nel suo senso più ampio, che non proceda da una corretta osservazione del comportamento infantile. "Insegnare" a osservare è sicuramente un compito arduo, ma diventa una vera sfida rivolta a se stessi per chi decida di "imparare" a osservare.

