
Il presente testo mostra come sia possibile inquadrare l'origine ontologica dell'uomo e, in particolare, della sua struttura in rapporto alla coscienza originaria che qualifica la persona e che sembra il fondamento di tutta la realtà.
Il libro, che è ormai un classico nell'ambiente della psicoanalisi, pone all'attenzione degli analisti un problema fondamentale: quello della comunicabilità dell'esperienza psicoanalitica. L'indagine ha portato l'autore ad elaborare una teoria psicoanalitica del pensare, e quindi a affrontare sotto una nuova prospettiva problemi antichi e fondamentali della storia, della filosofia e della scienza.
In questo libro vengono messi a fuoco, oltre allo statuto epistemologico della psicoanalisi, i problemi posti dall'osservazione, dalla valutazione e dalla comunicazione nell'attività analitica. Il tema centrale è costituito dai dati sui quali lavora l'analista, il quale deve costantemente evitare due fonti di inganno: le funzioni mistificanti ed elusive del linguaggio come mezzo di comunicazione, gli errori che la memoria ed il desiderio tendono all'attività analitica. Queste caratteristiche dell'esperienza analitica richiedono una continua disciplina ed un costante addestramento.
ll noto psichiatra e autore Vittorino Andreoli dedica una serie di racconti alla "sua" Verona, scritti nella lingua veronese più antica, espressione delle civiltà contadina di un tempo e radice culturale della città di oggi. "Omeni donne e buteleti" raccoglie frammenti di vita ricomposti nella lingua madre dell'autore. Ventisei affreschi dove riconoscere le agricole ascendenze, le satireggianti matrici, nonché le folgoranti inserzioni di una vividissima contemporaneità con esiti trascinanti, espressamente concepiti per il divertimento del lettore, come "You not understand n'ostrega. Savéito che ostrega lè american. Sa volio saver voialtre done puoarete. Fachin...". Con questo libro Andreoli condivide il frutto delle sue meditazioni, che lo portano a rivisitare, quasi nella dimensione del sogno, il mondo da cui proviene, il mondo dei suoi padri: una scrittura che diventa elegia - pulsante di vita- di un'umanità ormai passata. Ogni racconto è il ritratto di uno degli aspetti di quell'umanità, prevalentemente legati all'esperienza religiosa, all'avvento della civiltà post-contadina, e alla dimensione dell'affettività e della sessualità raccontata da Andreoli attraverso le "liturgie contadine" dei protagonisti di questa raccolta, Bepi e Maria.
Gli autori spiegano, alla luce delle ultime teorie in campo multidisciplinare, dalle neuroscienze, alla psicologia, alla filosofia, alla teologia, fino alla spiritualità, come si possa avvicinare, conciliare ed armonizzare lo studio dell'Autocoscienza. Ne uscirà una teoria unificata, che si orienta a molti campi dello scibile umano, per arrivare ad incontrare la nostra più profonda interiorità, in una visione umanistica, che abbraccia l'essere umano nella sua completezza di corpo, mente e spirito. L'approccio filosofico-teologico, pur essendo in se stesso molto differente da quello scientifico, è pienamente convergente con il precedente e concorre a delineare una visione del soggetto non rinchiuso nei limiti della materialità, ma aperto, mediante il dinamismo della sua autocoscienza, ad un continuo trascendimento della realtà empirica e di sé medesimo, in un'incessante tensione verso quell'Assoluto che le religioni teistiche chiamano Dio e che viene raggiunto con il ritorno consapevole al proprio sé.
Viviamo ogni giorno trasportati dall'onda inarrestabile del quotidiano. Eppure il nostro organismo è costantemente in contatto con un fondamento della vita che ci supera e ci sostiene, mentre appare al contempo strutturalmente aperto al mondo in cui accade per noi e per tutti il gioco dell'esistenza. In Gestalt Therapy il principio vitale che regge e armonizza le dinamiche dell'esserci si chiama sé, l'istanza che esprime il nostro essere collocati al confine dell'esperienza, lì dove siamo protesi verso l'altro e incontriamo l'ambiente che ci sollecita e ci nutre. Da questo punto di vista, Tra di Bin Kimura, uno dei più noti e influenti psichiatri giapponesi, può a buon diritto essere considerato come un vero e proprio trattato di fenomenologia gestaltica, dove, con un linguaggio rigoroso e concettualmente controllato, si racconta la manifestazione del sé nella concretezza del contatto intersoggettivo e interpersonale.

