
Dopo l'opera di Jung, il maggior contributo alla psicologia analitica è forse costituito dai lavori di E. Neumann, di cui il volume qui tradotto costituisce una summa. Il grande passo avanti che Neumann vuole compiere è la costruzione di una teoria evolutiva della coscienza in cui la storia dello sviluppo psichico individuale coincida con la storia dello sviluppo psichico collettivo dell'umanità, in quanto entrambe percorrono comuni stadi archetipici. L'enorme difficoltà del compito consiste nel fatto che, per la definizione stessa della nozione di archetipo, pare impossibile individuare una dimensione evolutiva, 'prima-dopo', nel mondo archetipico. Ma alla fine di questo libro la nuova concezione apparirà molto convincente e dettagliatamente sostanziata da un'impressionante mole di materiale, proveniente da ogni campo dello scibile, e analizzato da Neumann con quell'aderenza al fatto e quel profondo contatto col moto dialettico del reale che caratterizzano le massime imprese ermeneutiche dell'umanità. L'approccio all'analisi che emerge da queste pagine è fondamentalmente teorico e filosofico, ma questo non deve far pensare al lettore che la dimensione clinica non abbia posto nell'analisi di Neumann. Essa ne costituisce la necessaria controparte, che Neumann non esplicita, ma si limita a ricordare in vari punti.
Pubblicato nel 1951 da Fritz Perls e Paul Goodman (con Hefferline per la parte pratica) è certamente uno dei libri che hanno fatto la storia della psicoterapia. Infatti si colloca, e non solo cronologicamente, a un punto di snodo cruciale nello sviluppo della terapia psicologica. Tra i fili che dalla prima metà del secolo conducono alla terapia gestaltica e alla sua formulazione c'è la più viva e innovativa tradizione culturale europea del primo terzo di secolo, dalla filosofia fenomenologica ed esistenzialista, alla rivoluzionaria psicologia della Gestalt (Perls fu assistente di Goldstein), alla psicoanalisi, con tutti i fermenti più innovativi che ribollivano nell'istituto berlinese degli anni trenta dove Perls si formò con didatti e analisti quali Karen Horney, Helene Deutsch e Wilhelm Reich; ma c'è anche il riflesso, colto al volo con stupefacente tempismo, delle nascenti tecniche corporee, che fanno la loro comparsa negli anni trenta (anche) nei paesi di lingua tedesca. Gli influssi che partono da questo manuale, invece, non si contano. Si potrebbe dire che il lavoro di Perls, come i veri contributi alla cultura umana, oltre ad aver dato vita a una psicoterapia, è andato a permeare, in questa forma, i terreni più lontani, che della Gestalt, magari, nulla sanno.
'Gruppi d'incontro' è un'espressione generica che designa i tipi di esperienza intensiva di gruppo, sorti negli Stati Uniti intorno alla fine degli anni quaranta. I fattori che hanno dato origine a questa forma di esperienza di gruppo sono molteplici, ma si possono individuare due filoni principali, e cioè l'attività svolta al Massachusetts Institute of Technology da Kurt Lewin, il grande teorico della Gestalt Psychologie emigrato in America, e l'attività svolta al Counseling Center dell'Università di Chicago da Carl Rogers. In questo volume Rogers non tenta di proporre un quadro teorico del processo dei gruppi d'incontro, ma si limita a cercare di sistematizzare ed esporre la sua trentennale esperienza in questo campo. Il suo è un atteggiamento aperto, nemico di ogni speculazione, rivolto all'esperienza, ma anche consapevole della necessità di arrivare a concettualizzazioni più ampie e comprensive, che consentano di capire meglio come e perché agisca l'esperienza di gruppo. Col suo stile semplice e scorrevole, con la ricchezza umana della sua esperienza, con la sua profonda capacità di comprensione, Rogers ha scritto un libro estremamente stimolante e vivo, che è forse la migliore presentazione esistente del fenomeno dei gruppi d'incontro.
L'interazione umana non si ferma al livello puramente verbale, anzi, una grandissima parte della comunicazione ha luogo attraverso segnali, mimiche, gesticolazioni, posture e altre più elusive modalità di comportamento. Osservando direttamente la relazione tra i vari elementi del comportamento linguistico-cinetico nei vari contesti in cui ha regolarmente luogo, Scheflen traccia un modello di come i codici di comportamento non verbale specificano e definiscono il significato di ciò che viene detto con le parole. Il libro descrive alcuni modi in cui il senso della comunicazione orale viene reso più ovvio e significativo (o addirittura smentito) tramite mezzi non verbali, che vanno dal gesticolare vero e proprio alla postura e al modo di raggrupparsi in pubblico o di misurare la rispettiva distanza dall'interlocutore in una conversazione. Questi e altri elementi comunicativi sono descritti e considerati da Scheflen nel presente studio, che illustra le innumerevoli possibilità di comunicazione umana al di fuori del linguaggio.
Stili nevrotici è uno studio clinico originale su quattro tipi di nevrosi - ossessivo-coatta, paranoide, isterica e impulsiva - e delle caratteristiche specifiche di ciascuna di esse. Come base per il suo studio, David Shapiro innanzitutto passa in rassegna alcuni significativi contributi teorici e pratici alla psicologia del carattere, a partire da Freud, e comprendendo i contributi di Wilhelm Reich, Erik H. Erikson, George S.?Klein, e altri. Quindi passa a esaminare dettagliatamente, attingendo alla sua ampia osservazione clinica, i modi di pensiero e di percezione, le forme di esperienza emotiva, i modi di attività, le manifestazioni comportamentali - gli 'stili' - che caratterizzano questi tipi di nevrosi.?Di particolare interesse per la psichiatria è l'analisi condotta da Shapiro sulle relazioni tra lo stile paranoide e quello ossessivo-coatto. Nel capitolo riassuntivo egli indaga, alla luce di questo studio, alcuni problemi fondamentali concernenti l'origine e lo sviluppo degli stili; come tale sviluppo venga influenzato dalle spinte libidiche; la loro eventuale importanza nel controllo e nella regolazione delle tensioni pulsionali; e i loro rapporti coi meccanismi di difesa.
'Coscienza' è uno dei termini più spesso discussi - e fraintesi - che si incontrano oggi nel linguaggio comune. Ma cosa si intende quando si dice che in sogno o sotto ipnosi si altera il proprio 'stato di coscienza'? Questo libro presenta una teoria basata sulle più recenti ricerche scientifiche in un campo i cui sviluppi sono ancora imprevedibili. Oltre al sogno e all'ipnosi, l'autore analizza la meditazione, gli stati indotti dalle droghe leggere e pesanti, gli stati emotivi e altri stati alterati di coscienza. Tart utilizza quello che egli stesso chiama un approccio 'per sistemi': vale a dire, egli esamina gli stati di coscienza come parte della persona totale e del suo ambiente, non soltanto come un prodotto del funzionamento cerebrale. Usando numerosi esempi e casi, Tart mostra che quello che per una persona è uno stato di coscienza 'speciale' o 'alterato' può essere per un'altra un'esperienza quotidiana; egli sostiene inoltre in modo molto convincente che in definitiva non esiste uno stato di coscienza che possa essere definito 'normale'.
La comprensione dei meccanismi di difesa è indispensabile nella pratica medica in quanto aiuta a riconoscere la componente psicologica che si incontra nel trattamento delle malattie fisiche, rivelando in quale misura le difese possono interferire in una diagnosi accurata impedendo una vera cooperazione col paziente. Attingendo alla loro vasta conoscenza della teoria psicoanalitica e alla loro ricca esperienza clinica, gli autori affrontano la complessità del fenomeno dei meccanismi di difesa mettendone in luce tutti gli aspetti psicologici, psicoanalitici, medici e sociali in una trattazione esauriente e accuratamente documentata il cui interesse si estende oltre il campo strettamente medico.
Nei suoi viaggi in tutto il mondo alla ricerca di un insegnamento che risolvesse il problema del rapporto dell'Uomo con l'Universo, Ouspensky, nel 1915, conobbe George Ivanovic Gurdjieff, che gli rivelò un sistema di insegnamenti di vitale importanza per l'umanità del tempo presente. Questo libro, che riporta con fedeltà gli ammaestramenti orali ricevuti dal maestro e le esperienze vissute al suo fianco per otto anni, può essere paragonato alla testimonianza che Platone ci ha lasciato della vita e delle parole del suo maestro, Socrate. Nella sua diretta semplicità, Frammenti di un insegnamento sconosciuto non solo dà al lettore l'assoluta convinzione che Ouspensky scoprì un sistema di conoscenza valido e reale sull'Uomo e sull'Universo, ma lo assicura inoltre dell'esistenza di un insegnamento pratico per la condotta della vita. Queste pagine non contengono teorie filosofiche o psicologiche, bensì un approfondimento totale dei problemi della vita e delle più dirette istruzioni per il miglioramento dell'esistenza dell'uomo.
La cibernetica è la scienza che studia i fenomeni di autoregolazione e comunicazione negli organismi viventi e nei sistemi artificiali. Il suo nome platonico ricopre un determinato campo delle attività mentali che si trova a contatto di una molteplicità di scienze e di tecniche. Basato su una sorprendente intuizione scientifica, attraverso l'applicazione della cibernetica alla psicologia, questo libro semplice e pratico offre un contributo fondamentale alla conoscenza di sé e al percorso di crescita personale.

