
La concezione normale della vita è realizzazione, gioia, soddisfacimento, in una dimensione che riguarda sì il trovarsi bene nel mondo e il benessere fisico, ma anche e soprattutto l'interiorità dell'essere umano. Ma il dolore è spesso presente nella nostra esistenza e, paradossalmente, tanto più nel momento in cui tendiamo alla realizzazione della nostra vita emotiva. Aprirsi alla ricchezza delle emozioni significa anche riuscire a vivere il dolore. Altrimenti ci troviamo nel deserto della noia, che è una sorta di vuoto interno, un'incapacità di provare sentimenti. L'autrice esplora i temi del dolore, della perdita e del senso di colpa a partire dall'età infantile.
La percezione del limite dell'esistenza personale è sempre presente nell'uomo, e induce angosce che variano di intensità a seconda del carattere dell'individuo o dei momenti della sua vita. L'autore non prende in considerazione gli approcci filosofici, sociologici, religiosi o mistici al problema della morte, ma si propone di descrivere come il pensiero psicoanalitico abbia esplorato il tema della cognizione della morte nell'inconscio personale e quali possano essere le risorse interiori di cui disponiamo per pensare a questa evenienza nel corso della vita e per affrontarla quando non è più evitabile.
Il libro raccoglie una serie di contributi di autori noti e significativi (basti ricordare Fodor, Gould, Liotti, Pinker e Sperber) sul tema dell'influenza, più o meno esplicitamente riconosciuta, che la teoria darwiniana ha esercitato e può ancora esercitare sulla psicologia e sulle sue applicazioni alla psicoterapia. La proposta di un volume collettivo nasce dal crescente interesse per l'argomento a livello nazionale e internazionale.
Chi è l'uomo studiato dal cognitivismo? Da diversi anni, sia in psicologia sia nelle neuroscienze, stiamo assistendo allo sforzo di indagare l'uomo come "persona", cogliendone gli specifici modi di essere che non sono riducibili a nessuna categorizzazione formale. È l'uomo incarnato e situato, quello cui deve mirare una matura scienza del soggetto. La psicoterapia cognitiva neuropsicologica, nel fare propria questa visione dell'essere umano come persona e non come "macchina/processo", utilizza la neuropsicologia per attuare una coerente traduzione tra i diversi linguaggi specialistici di area biologica e psicofenomenologica. Si tratta di una prospettiva che realizza il dialogo tra discipline specialistiche che cercano di dire, ognuna nel suo linguaggio, "quasi" la stessa cosa, ossia un fenomeno che in natura è uno: i modi di essere della persona che agisce e patisce.
Esiste un ambito in cui due saperi in apparenza lontani quali la fenomenologia e le neuroscienze si incontrano e cooperano proficuamente a definire la traiettoria dell'esperienza personale, lungo una linea di continuità tra stati normali e psicopatologia nevrotica. È quello della costruzione del sé, inteso da Giampiero Arciero e Guido Bondolfi non come soggetto che signoreggia nella propria chiusa sfera mentale ma come identità narrativa, la cui permanenza nel tempo si riflette nel linguaggio, configurando in una trama provvista di significatività le differenti inclinazioni emozionali. La narrazione ricompone e integra gli accadimenti, l'agire e il patire, così da fornire a chi li esperisce un senso di stabilità dinamica, polarizzata secondo due tendenze emotive fondamentali di cui la risonanza magnetica funzionale produce riscontri: la centratura sul corpo e l'orientamento all'alterità. A questa polarità Arciera e Bondolfi riconducono gli stili di personalità, distinti in base ai disturbi dominanti: alimentari, ossessivo-compulsivi, ipocondriaco-isterici, fobici, depressivi. Una prospettiva epistemica che ha suscitato grande consenso, perché riesce finalmente a connettere le invarianti esperienziali con la storia singolare della persona nella sua unicità.
Le teorie psicoanalitiche, focalizzate sull'interpretazione dei conflitti sessuali, dei significati inconsci o delle dinamiche intersoggettive, hanno sempre manifestato un interesse rapsodico per la relazione corpo-mente. Riccardo Lombardi percorre quindi strade poco transitate, esplorando da più di trent'anni con la competenza del clinico e la passione dello studioso una condizione umana polarizzata tra i limiti corporei (la parte "prigioniera") e la mobilità psichica (la parte "alata"). Il suo terreno elettivo è il protomentale e il protoemozionale, ossia la dimensione presimbolica dove avvengono i processi psicosensoriali primari, e dove la scomparsa del corpo dall'orizzonte di osservabilità della mente determina disarmonie - lo si vede degli adolescenti - o vere e proprie dissociazioni, come accade nelle patologie psicotiche. Quando corpo e mente risultano reciprocamente irraggiungibili e viene compromesso il travaglio trasformativo delle emozioni in pensiero, con conseguente paralisi dell'elaborazione simbolica, per l'analista si rende necessario innanzitutto recuperare la corporeità assente. Può farlo soltanto se favorisce un doppio transfert all'interno della diade analitica: sul corpo dell'analizzando e su se stesso. Si trova quindi ad affrontare un controtransfert somatico che acuisce in lui una reattività diffusa, per cui il suo corpo diventa una sorta di "membrana timpanica con finalità riceventi" o un "pentagramma psicosensoriale".
"I consigli di questo libro - scrive Irvin Yalom nell'introduzione al volume - sono tratti da annotazioni relative a quarantacinque anni di pratica clinica. Esso rappresenta un mélange particolare di idee e tecniche che ho trovato utili nel mio lavoro. Queste idee sono così personali, presuntuose e qualche volta originali che difficilmente il lettore potrà trovarle altrove". La terapia e il rapporto analista-paziente sono, come indica il titolo, l'argomento proprio di questo libro, ma in una maniera appunto così originale che l'esperienza terapeutica vi appare come una sorta di avventura, e analisti e pazienti vi sono raffigurati come singolari "compagni di viaggio" anziché come distaccati guaritori e infelici che soffrono. Unendo l'abilità di narratore al rigore dello studioso, l'autore di "Le lacrime di Nietzsche" racconta i casi clinici più difficili che gli siano mai capitati rileggendoli alla luce di un passo di Freud o di Schopenhauer, rivela il consiglio di un vecchio amico grazie al quale superò una delusione di gioventù, attinge alle pagine di Hermann Hesse per parlare di malattia e di guarigione. Guidato dalla passione per il compito" e messi da parte i consigli che gli suscitavano "meno entusiasmo", Yalom invita i lettori a seguirlo attraverso ottantacinque temi centrali della terapia contemporanea.
Che cosa è una «carezza»? È carezza tutto ciò che, riconoscendo l'esistenza dell'altro, si esprime in una comunicazione con una valenza affettiva, anche minima. Assentire sorridendo, toccare amichevolmente una spalla, dire «sono contento di vederti», ascoltare con attenzione, dare un segno di disponibilità. Come il cibo è indispensabile da un punto di vista fisico e permette la crescita e il mantenimento di un benessere corporeo, così avviene per quanto riguarda «le carezze come nutrimento». Sin dalla nascita siamo tutti estremamente sensibili alla qualità e alla quantità delle carezze che riceviamo. Il nostro rapporto con questo speciale tipo di nutrimento, la nostra «dieta» abbondante o scarsa, equilibrata o meno, segnerà il nostro modo futuro di guardare alla vita: di essere soddisfatti e di provare piacere, di recepire e di nutrirci delle carezze che riceviamo da adulti e di farne a nostra volta. Parlare di «carezze» significa parlare di riconoscimento. Riconoscerci come importanti per gli altri dà senso alla nostra vita. Il riconoscimento non viaggia mai a senso unico. Esso è possibile in una non sempre facile circolarità di attenzione e di rispetto reciproco: riconoscimento di sé e riconoscimento dell'altro, e poi ancora riconoscimento di sé attraverso il riconoscimento dell'altro.
Cos'è la Programmazione Neuro-Linguistica? Una specializzazione che insegna a migliorare la capacità di comunicare, a rinforzare il controllo delle emozioni, a modificare i comportamenti indesiderati, usare un linguaggio più preciso ed elegante. Questo piccolo maanuale contiene i principi di base della PNL spiegati con chiarezza, wesercizi pratici, tecniche, strategie per controllare emozioni, migliorare la vita di relazione, raggiiungere il successo. Basta applicarsi ogni giorno per 5 minuti al pensiero positivo: la PNL vi aiuterà a sviluppare il vostro potenziale innato.