
Se ritenete che qualcuno vi spinge a fare qualcosa che sapete di non dover fare, oppure vi persuade a credere l’incredibile, probabilmente siete vittime della manipolazione. Ma come ci si comporta in simili circostanze? Quali sono gli errori che è necessario evitare? Ve lo dice, in questo innovativo manuale, Robin Stern, nota terapista, che spiega come capire se una relazione si sta incrinando e se voi stessi siete responsabili della manipolazione in atto.
La manipolazione psicologica è un’insidiosa forma di abuso emotivo: è difficile riconoscerla ed è ancora più difficile liberarsene perché gioca su una delle nostre peggiori paure, quella dell’abbandono, e su molti dei nostri bisogni più profondi: quello di essere capiti, apprezzati e amati. Robin Stern insegna a individuarla, a decidere quali relazioni possono essere salvate e quali devono essere troncate, e a rendere la vostra vita immune alla manipolazione. I suoi consigli vi aiuteranno a non fare quei passi falsi che tutti noi possiamo commettere anche inconsapevolmente e che possono compromettere la piena realizzazione della nostra personalità.
Il pensatore americano Wallace D. Wattles scrisse questo libro ai primi del Novecento, in un'epoca di grandi trasformazioni economiche e di fiducia nel progresso. Oggi, a un secolo di distanza, e in un contesto politico ed economico completamente diverso, le sue parole continuano a suscitare echi profondi in chi le legge, per la loro carica positiva e per l'entusiasmo che sanno trasmettere. Non a caso "La scienza del diventare ricchi" è il testo che ha ispirato Rhonda Byrne nel bestseller "The Secret". Wattles spiega che la ricchezza non è un dono, ma una legittima aspirazione di ciascuno di noi a una vita più piena e maggiormente degna di essere vissuta. Fondamentale, però, è il nostro atteggiamento mentale che deve essere costruttivo e fermamente determinato. Seguendo la via indicata da Wattles potremo creare intorno a noi un ambiente sereno e pieno di ricchezze, spirituali e materiali.
Una risposta fondata alla domanda più urgente di ognuno di noi: che cosa succede quando moriamo? Raymond Moody indaga, da decenni, le esperienze di premorte. Come medico, ha avuto modo di raccogliere numerose testimonianze di chi, morto per qualche minuto e tornato tra i vivi, racconta con precisione di aver visto quanto accadeva intorno a sé o di aver visto una luce in fondo al tunnel o di aver parlato con le persone amate e defunte da tempo. In questo libro propone gli episodi più significativi a cui ha assistito suddivisi in sette tipologie: esperienze fuori dal corpo, premonizioni, luce trasformatrice, lucidità terminale, trasformazione personale dopo una NDE, esperienze sensoriali, specchio psicomanteo per cogliere il riflesso di una persona cara defunta. Sulla base di queste esperienze, dirette e indirette, narrate con passione e rigore condivide la sua più profonda convinzione: sebbene non sia ancora dimostrabile scientificamente, la vita oltre la vita esiste ed è documentabile e documentata. Prefazione di Eben Alexander.
Capire la mente umana è una delle sfide più impegnative e affascinanti di sempre, una sfida che corre però il rischio di scontrarsi con la complessità di un oggetto di studio che non può essere rinchiuso dentro la rigida gabbia di un'unica disciplina. La nuova scienza della mente di cui parla Domenico Parisi nasce dall'esigenza di superare le separazioni che ci sono tra le diverse scienze dell'uomo, e tra queste e le scienze della natura, e di esplorare quello che si trova "sotto" (nel corpo, nel cervello, nelle cellule e nelle molecole) e sopra la mente (nella società, nella cultura, nella storia). Il metodo proposto è quello delle simulazioni con il computer, che non solo spiegano la realtà ma la ricreano, rendono più chiare e "meccaniche" le nostre teorie e costituiscono una "lingua comune" parlata da tutte le discipline. Il volume ripercorre il cammino che ha portato l'autore ad accettare la sfida di una nuova scienza che può, e deve essere, la psicologia del futuro.
Perché la psichiatria ci attrae e spaventa allo stesso tempo? Alcuni terapeuti affermano che il fascino della psichiatria è dovuto al fatto che la malattia mentale dà volto e forma ai nostri demoni interiori: vediamo nella depressione una versione amplificata delle nostre tristezze, o assistiamo alla plateale ed esagerata perdita di controllo di uno squilibrato consapevoli (magari inconsciamente) di avere inibizioni che abbiamo paura, o il desiderio nascosto, di abbandonare. Quella della psichiatria è una storia travagliata, durante la quale i progressi della medicina e della scienza hanno sempre dovuto fare i conti con i risvolti sociali della malattia, con il pregiudizio e la paura del "diverso", scontrandosi continuamente con quel bellissimo mistero irrisolto che è l'essere umano. Una sfida che si è rinnovata ad ogni scoperta, perché la ricerca di ciò che significa "essere veramente umano" ha imposto un continuo ripensamento delle questioni filosofiche irrisolte (il libero arbitrio, il dualismo mente-cervello, il rapporto tra autonomia personale e obblighi sociali) che di solito mettiamo da parte per riuscire a vivere la nostra vita.
Le nuove tecnologie alla base della comunicazione digitale contemporanea ci fanno credere di essere meno isolati perché sempre connessi. Si tratta però dell'illusione di una reale intimità: i nostri profili online esistono in funzione del numero dei contatti, oggetti inanimati e intercambiabili che acuiscono il senso di solitudine. Allo stesso tempo si sta completando il ventaglio dei rapporti possibili con i robot, dall'ipotesi di affidar loro i propri figli a quella di farne dei veri e propri partner. Questo è il paradosso indagato da Sherry Turkle: mentre gli amici in rete sono in realtà presenze prive di sostanza, molti desiderano, talvolta disperatamente, attribuire emozioni umane ai robot. "Insieme ma soli" è una storia di dissociazione emotiva ma anche di speranza, perché anche dove la saturazione digitale è maggiore, molti, soprattutto fra i giovani, si interrogano su cosa sia davvero il rapporto umano, e chiedono un ritorno a forme più naturali di dialogo. Alla fine Facebook, il BlackBerry e l'iPhone ci spingono a ricordare chi siamo veramente: esseri umani con scopi umani
Psicologia, neuroscienze, aneddoti, letteratura e filosofia; sono alcuni degli ingredienti che compongono questo libro che scandaglia, in sintesi e con chiarezza, il cuore delle domande che la vita quotidiana ispira a ciascuno di noi. In che modo il cervello cresce e cambia con l'avanzare del tempo? Perché ci ricordiamo eventi accaduti decenni fa come se fossero successi poche ore prima, ma non cosa abbiamo fatto l'altro ieri? Perché la nostra memoria a volte sembra lavorare bene e a volte no (e cosa succede quando funziona male)? Può la memoria, per mezzo di tecniche psicologiche e impianti cerebrali, essere migliorata, potenziata o addirittura manipolata? Una cosa è certa: senza memoria non potremmo guidare la macchina, parlare con chi ci sta intorno, leggere, lavorare, giocare. Non potremmo, in una parola, vivere.
La ricerca della felicità è da secoli un mantra per filosofi e letterati. Lo psicologo Shimon Edelman, partendo dall'immagine della mente come macchina complessa e stratificata che accumula sempre nuove esperienze, inverte gli elementi della formula per dimostrare che la felicità non sta tanto nel raggiungimento di un particolare stato esistenziale, quanto nell'incessante processo di crescita di tutti noi. Letteratura e filosofia fanno da ideale contrappunto, nelle pagine di Edelman, al ritratto della nostra mente disegnato in questi anni da scansioni e imaging cerebrali. "La felicità della ricerca" è un connubio tra rigore scientifico e approccio poetico e visionario; l'ultima, definitiva prova che oggi le neuroscienze sono in grado di offrire un importante contributo alla comprensione di noi stessi e della nostra vita.
Prendere decisioni è sempre stata considerata, soprattutto in economia, un'attività razionale e consapevole, in cui l'individuo agisce in base all'egoistica massimizzazione dei propri interessi. Ma l'uomo non è solo un animale razionale: propensione al rischio, paura, ambiguità ed empatia sono sfumature che spesso accompagnano le nostre scelte. La neuroeconomia, recente frutto del dialogo tra economia, psicologia e scienze cognitive, ha dimostrato che nel processo decisionale le emozioni hanno un ruolo fondamentale. Come facciamo le nostre scelte? In che modo valutiamo i possibili rischi? Come interagiamo con gli altri? Christian schmidt una introduzione a una disciplina che sta mettendo in discussione i tradizionali modelli economici e comportamentali. Prefazione di Matteo Motterlini.
Da vent'anni Jonathan Haidt, psicologo morale e filosofo, indaga i meccanismi profondi che regolano la nostra esistenza, fatta di scelte su cosa per noi è giusto o sbagliato, di valori che crediamo universali, di unioni e di laceranti divisioni, di giudizi e pregiudizi. L'obiettivo è rispondere a una domanda che riguarda il nostro stesso stare al mondo, dalla semplice quotidianità al massimi sistemi della politica e della religione: per quale motivo non riusciamo ad andare d'accordo, e anzi ci dividiamo così facilmente in gruppi, in tribù ognuna delle quali è convinta di essere nel giusto? il risultato è "menti tribali", un libro che propone una via alla convivenza e al dialogo, partendo dalla comprensione dei meccanismi biologici ancestrali da cui nasce la nostra ricerca del bene.
Nasciamo già con un profondo senso del bene e del male? O siamo dei piccoli egoisti che la società educa a diventare persone per bene? Paul Bloom sostiene che i bambini non sono "pagine bianche" senza principi morali, ma che ancora prima di parlare sono già in grado di giudicare le azioni degli altri, provare empatia e un rudimentale senso della giustizia. La moralità, insomma, è innata, anche se limitata. Descrivendo il comportamento di scimpanzé, psicopatici, estremisti religiosi e raccontando molti aneddoti, Bloom spiega il modo in cui, crescendo, siamo chiamati a superare questi limiti con l'aiuto della ragione e confrontandoci con il mondo attorno a noi. Questo libro, che spazia da Darwin ad Hannibal Lecter, regala una prospettiva radicalmente nuova sulla vita morale di bambini e adulti.
Anche se non ci facciamo mai caso, il nostro cervello risolve problemi e prende decisioni di continuo. Per farlo, percepisce e agisce in molti modi a seconda del contesto, compensa mancanze, affronta situazioni nuove e cambia punto di vista. Questa straordinaria capacità creativa è la vicarianza, l'utilizzo cioè di molteplici e inattese strategie per raggiungere un obiettivo, rimpiazzare un senso con un altro (come quando ci si muove nel buio, o dopo un incidente) o delegare una funzione a una nostra estensione virtuale (nel mondo di internet e dei videogiochi). Il libro di Alain Berthoz dimostra che lo studio di questa strategia cognitiva, oltre a rappresentare un grande progresso scientifico, può avere importanti ripercussioni in pedagogia, nel problem solving aziendale, in psicologia, nelle scienze sociali e nella riabilitazione dalle malattie del sistema nervoso.