
La terapia dialettico-comportamentale (Dialectical Behavior Therapy, DBT), concepita inizialmente per il disturbo borderline, si è evoluta verso forme adattate per altre condizioni psicopatologiche (disturbi alimentari, dipendenze da sostanze, comportamento suicidano e disregolazione emotiva nell'adolescenza, depressione resistente al trattamento), fondandosi sempre su una solida base di ricerca empirica. Marsha Linehan, che ha ideato la DBT, propone qui la versione più aggiornata del proprio metodo terapeutico, che rende conto degli importanti progressi nella clinica e nella ricerca. Il primo volume offre indicazioni complete per orientare alla DBT persone con una vasta gamma di problemi e per insegnare loro strategie di mindfulness e modalità per implementare l'efficacia interpersonale, la regolazione emotiva e la tolleranza della sofferenza. Il secondo volume include tutte le schede e i fogli di lavoro esposti nel manuale, insieme a brevi introduzioni a ciascun modulo scritte espressamente per i pazienti. La usb card allegata contiene le schede e i fogli di lavoro proposti, da stampare e utilizzare secondo le istruzioni.
Si parla sempre più spesso dell'importanza di imparare a pensare, cioè a ragionare in modo corretto per risolvere problemi anche semplici ma non intuitivi. È questa la condizione che rende davvero "buona" la scuola, perché consente di trasmettere non solo conoscenze ma anche strategie, che funzionano indipendentemente dai contenuti e sono dunque applicabili a contesti diversi. L'obiettivo degli autori è risvegliare la nostra capacità di riflettere in modo non automatico, allineando in una cassetta degli attrezzi i meccanismi del pensiero che sono alla base di tale capacità. Ideato come un'agile guida per chiunque voglia apprendere come argomentare in modo critico, il libro è rivolto anche a quanti devono affrontare un test di selezione, essendo focalizzato sulle strategie mentali con cui risolvere gli esercizi di logica proposti nei test.
Mirando a rifondare teoricamente la clinica, André Green ritorna qui sugli assi principali della pratica psicoanalitica e rivisita le basi stesse del metodo analitico. Traccia una nuova cartografia del campo psicoanalitico, ridefinito ormai dalla predominanza delle strutture non nevrotiche. Dopo il modello tecnico freudiano centrato sulla nozione di transfert e il modello post-freudiano che privilegia il controtransfert, l'autore propone un pensiero clinico contemporaneo informato dal setting analitico e dalle sue variazioni, introducendo in particolare il concetto di setting interno dell'analista. In questa prospettiva innovatrice, Green distingue i miti dalle realtà del processo analitico, interroga l'estensione del concetto di controtransfert, rivaluta le articolazioni tecniche dell'interpretazione e della costruzione, riformula le relazioni tra ripetizione, ricordo ed elaborazione. Il volume si chiude con tre saggi sui funzionamenti al limite dell'analizzabilità, tra cui il notevole studio teorico-clinico "La sessualità nelle strutture non nevrotiche ieri e oggi".
Come vanno affrontati i problemi della genitorialità durante la gravidanza o quando il bambino è appena nato? Quando è in fasce, piccolo o adolescente? Come si fa ad aiutare i genitori che hanno difficoltà relazionali con i loro figli? Questo "Manuale di psicoterapia centrata sulla genitorialità" costituisce un utile supporto teorico e clinico per rispondere a simili domande. Essendo il risultato di una lunga esperienza di psicoterapie genitori-bambini, la psicoterapia centrata sulla genitorialità segue un modello psicodinamico estendendo le indicazioni a questioni cliniche più attuali, quali la depressione post partum o il rischio di parto prematuro. Nell'esposizione degli esempi si associano la tecnica e la pratica, consentendo al lettore di seguire la riflessione e il lavoro clinico dello psicoterapeuta. Pratico, accessibile e sintetico, questo manuale rappresenta l'evoluzione di un pensiero, di cui vuole garantire la trasmissione, adattandolo ai contesti della genitorialità contemporanea.
L'elevata complessità dei casi affrontati nei servizi pubblici richiede relazioni di aiuto adeguate ai contesti e alla peculiarità dei pazienti-utenti. Affinché le azioni terapeutiche siano efficaci sono necessari un dialogo interdisciplinare rispettoso dei differenti modelli teorici e operativi (sistemici, psicodinamici, relazionali...) e una costante integrazione professionale. Il cambiamento non potrà essere circoscritto ai soli rapporti diadici terapeuta-paziente, ma sarà attivato nell'interazione tra i due grandi campi relazionali intersoggettivi: il gruppo di lavoro e il sistema individuo-famiglia. Con l'apporto di ricerche psicologiche sui processi evolutivi e con l'ausilio di numerosi casi clinici, il testo delinea un modello metodologico utile per valutare e costruire criteri d'azione integrati tra professionisti di diverso orientamento.
Jacques Lacan è stato innanzitutto uno psicoanalista che ha dedicato la sua vita all'ascolto della sofferenza sintomatica dei pazienti e al rinnovamento della teoria e della clinica della psicoanalisi. Il suo impegno è stato costante e capace di frutti originalissimi per più di mezzo secolo. In questo libro viene offerto un ritratto articolato della clinica psicoanalitica seguendo i diversi tornanti che caratterizzano l'insegnamento di Lacan e la sua ripresa della lezione freudiana: la clinica delle psicosi (paranoia, schizofrenia, melanconia), quella delle nevrosi (isteria e nevrosi ossessiva), quella della perversione e la sua concezione della cura analitica. In un tempo in cui il rigore del ragionamento clinico sembra destinato a essere sostituito da classificazioni diagnostiche anonime e la pratica della cura da un'operazione disciplinare di normalizzazione, questo libro ricorda, con Lacan, che l'analisi è uno spazio radicale di libertà dove il soggetto può incontrare le impronte del proprio destino singolare. Massimo Recalcati conclude con questo secondo volume l'opera monografica dedicata al suo maestro.
Perché abbiamo con i nostri figli gli stessi comportamenti che da bambini ci hanno fatto soffrire? Come liberarci dai vincoli del passato che continuano a condizionarci nel presente? In questa edizione aggiornata del classico "Errori da non ripetere", Daniel Siegel, psichiatra infantile di fama internazionale, e Mary Hartzell, educatrice e psicologa, evidenziano quanto le esperienze infantili influenzino il modo di essere genitori. Si tratta, per i genitori, di non ripetere modelli di interazione inadeguati, non compatibili con le relazioni di cura e amore immaginate per i propri figli. Basandosi sugli studi più recenti nel campo della neurobiologia interpersonale, gli autori mostrano come le prime interazioni del bambino con le figure di riferimento abbiano un impatto diretto sulla struttura e sul funzionamento del cervello. Un attaccamento sicuro nei confronti di un adulto in grado di rispondere alle richieste primarie del bambino è di fondamentale importanza per il suo sviluppo cognitivo ed emotivo. Unendo la competenza di Daniel Siegel come studioso della mente e l'esperienza di Mary Hartzell come educatrice, questo libro aiuta a costruire con i propri figli relazioni fondate su sicurezza e amore.
Un compendio della conoscenza clinica che costituisce la pratica psichiatrica contemporanea. Senza trascurare nessun dato empirico, il testo fornisce punti di riferimento chiari che possono essere usati sia dai clinici esperti sia da quelli in formazione per il trattamento del paziente. Il volume è conforme ai cambiamenti nella classificazione diagnostica apportati dal DSM-5. L'attenzione si concentra soprattutto sui singoli disturbi: in particolare si prende in esame l'efficacia dei trattamenti, valutata attraverso l'uso di studi controllati randomizzati e l'esperienza clinica degli autori.
Questo autorevole manuale esplora la natura e l'eziologia delle più comuni forme di psicopatologia. Vengono descritti i sintomi, le caratteristiche cliniche, il decorso, l'epidemiologia, le comorbilità e i fattori di rischio associati a ciascun disturbo. Dove necessario, sono evidenziati i cambiamenti introdotti dal DSM-5. Ciascun capitolo mette in evidenza come i dati empirici possano indirizzare l'assessment, la formulazione del caso e la terapia. Gli autori illustrano con particolare attenzione gli approcci evidence-based al trattamento e descrivono le tecniche che i clinici possono utilizzare per massimizzare la loro efficacia. Il capitolo conclusivo contiene dieci raccomandazioni cliniche trasversali alle classi diagnostiche.
Viviamo in un'epoca che è stata definita l'età dell'ansia. Soffre spesso di crisi d'ansia e di attacchi di paura non solo chi è affetto da disturbi psichiatrici più o meno gravi, ma anche chi è considerato mentalmente e fisicamente sano. Joseph LeDoux, neuroscienziato universalmente riconosciuto come il massimo esperto dei meccanismi neurali alla base di ansia e paura, ci mostra in questo volume come tali sentimenti non debbano essere ridotti a meri stati cerebrali, ma vadano compresi come esperienze consce tipicamente umane, costruite cognitivamente sulla base di processi inconsci che la nostra specie condivide con molte altre. Il terapeuta, per essere davvero efficace, deve saper agire sia sulle esperienze consce sia sui processi inconsci: il cervello è plastico, impara anche a governare ansie e paure. Le generazioni future potrebbero dunque essere meno inclini della nostra a percepire la propria epoca come un'età dell'ansia.
Gli scritti clinici qui presentati che spaziano lungo tutto l'arco dell'elaborazione teorica di Pierre Janet, considerato il "padre della moderna psicotraumatologia", permettono di cogliere la grande attualità della sua tecnica terapeutica. Sono stati scelti testi che consentono di mostrare "Janet al lavoro" e di apprezzare così la singolarità di una pratica clinica centrata sul paziente e profondamente rispettosa della sua persona a prescindere dalle manifestazioni psicopatologiche; un atteggiamento che sembra "configurare un'interessante variante dell'empatia". Come contributo alla riscoperta, dopo lunghi anni di oblio, dell'originalità e della fecondità dell'opera di Janet vengono raccolti alcuni dei suoi più famosi casi clinici, con il proposito di illustrare le applicazioni cliniche della teoria psicologica janetiana e le molteplici strategie di intervento psicoterapeutico utilizzate nel trattamento dei disturbi dissociativi riconducibili, secondo l'autore, al fallimento della "sintesi mentale", ossia delle funzioni mentali superiori. Prefazione di Giovanni Liotti.
Stephen Mitchell è unanimemente riconosciuto come il principale autore e portavoce di quella "svolta relazionale" che tanto ha influenzato la psicoanalisi degli ultimi trent'anni. Ma in Mitchell è possibile riconoscere anche un modo profondamente personale di intendere la teoria e la clinica psicoanalitica, non direttamente o esclusivamente rivolto alla creazione di una psicoanalisi non pulsionale. Tanto nella teoria quanto nella pratica clinica, grazie alia sua capacità di sciogliere le principali dicotomie che hanno costellato la storia psicoanalitica, Stephen Mitchell è riuscito a dar vita a una psicoanalisi interessata a comprendere i molteplici modi in cui fantasia e realtà, intrapsichico e interpersonale, passato e presente si fondono, influenzandosi a vicenda, nella relazionalità umana. La capacità di tenere in equilibrio dialettico la natura illusoria e quella reale delle relazioni interpersonali costituisce la qualità principale di una relazionalità sana. In questo volume sono raccolti i principali articoli teorici e clinici di Mitchell, in cui l'autore descrive la teoria e la cura analitica come la capacità di "interiorizzare una sorta di amore per la vita che si conserva senza illusioni, eppure è continuamente arricchito da esse".