
Mentalizzare – il tentativo di dare senso alle azioni e agli stati interni nostri e altrui – è un’abilità che tutte le psicoterapie tentano di migliorare: più siamo bravi a mentalizzare, più tendiamo a essere resilienti e flessibili.
Elliot L. Jurist offre una lucida panoramica sulla mentalizzazione in psicoterapia, per poi illustrare come aiutare i pazienti a riflettere sulle proprie esperienze emotive. Integra scienze cognitive e psicoanalisi, così da scomporre l’“affettività mentalizzata” in processi distinti che i terapeuti possono coltivare durante le sedute.
Le illustrazioni cliniche si intrecciano all’analisi di opere autobiografiche di personaggi famosi (Ingmar Bergman, Oliver Sacks). Mostrando come l’autoconoscenza emotiva consenta di comunicare sinceramente, il volume chiarisce il ruolo dell’affettività mentalizzata nella relazione psicoterapeutica e nel processo di cambiamento.
Le recenti ricerche sui neonati, sulle cure genitoriali e le relazioni tra genitori e figli hanno dimostrato che i rapporti umani sono fonti motivazionali centrali nello sviluppo. Il testo prende in esame le implicazioni pratiche di tali scoperte per la psicoterapia dinamica con adulti e bambini.
Stephen Seligman ci offre esempi illuminanti di interazioni genitore-bambino e del processo psicoterapeutico, ricostruendo il ruolo che l’infanzia e lo sviluppo infantile hanno avuto nella psicoanalisi da Freud in poi, ed evidenziando come le differenti immagini del bambino si siano sviluppate nel corso della storia psicoanalitica e ne abbiano influenzato la teoria e la pratica.
Lo sviluppo delle relazioni ci offre una prospettiva inedita, che aggiorna i modelli psicoanalitici rileggendoli all’interno di un nuovo contesto: “la psicoanalisi relazionale dello sviluppo”.
II modello di adolescenza elaborato dalla psicologia e dalla psicoanalisi a partire dal primo Novecento sembra oggi inadeguato a descrivere il periodo della transizione dall'infanzia all'età adulta. La fisionomia dell'adolescente appare mutata. In particolare, le profonde trasformazioni sociali e culturali che hanno segnato gli ultimi settant'anni, la rivoluzione digitale anzitutto, hanno rimodellato via via le caratteristiche delle generazioni che si sono succedute. Nel nostro tempo, l'adolescenza si estende ben oltre i vent'anni, a volte sembra non terminare mai. Occorre chiedersi se l'adolescenza dei trattati di psicologia esista ancora o non si debba invece ridefinire questa età attraverso i molteplici comportamenti che esprime. Con il supporto di esempi concreti ed evocative citazioni tratte dal mondo dell'arte, Massimo Ammaniti descrive i diversi percorsi di ragazze e ragazzi per i quali il tempo della crescita si congela. E i genitori? Di fronte alla difficoltà del compito, oscillano spaesati tra complicità e assenza, consapevoli di dover ridefinire il proprio rapporto con i figli.
I fallimenti nella mentalizzazione determinano disregolazione emotiva, impulsività, comportamenti violenti e autodistruttivi. Questa guida pratica al trattamento dei disturbi di personalità basato sulla mentalizzazione (Mentalization-Based Treatment - MBT) offre un modello per la comprensione del disturbo borderline e del disturbo antisociale di personalità. Il volume guida il clinico attraverso la struttura del trattamento e spiega come illustrare ai pazienti il modello teorico della mentalizzazione per aiutarli a dare senso ai propri sintomi. Descrive inoltre le caratteristiche del processo terapeutico, volto a stabilire una capacità di mentalizzazione più coerente. Il manuale offre infine strumenti per affrontare le difficoltà di mentalizzazione che si riscontrano nelle famiglie e nei sistemi sociali, dando indicazioni utili anche per i familiari e le persone più vicine al paziente, che spesso non vengono adeguatamente coinvolti nel trattamento.
Possiamo “trovare” la coscienza nel cervello? In che modo i processi neuronali si riferiscono alla nostra esperienza di un senso d’identità personale? Dove finisce il cervello e inizia la mente?
Secondo Northoff, investigando la coscienza attraverso la sua assenza – nelle persone in stati vegetativi –, possiamo sviluppare un modello per comprenderne la presenza in una persona sana e attiva. Per esempio, prendendo in esame il riconoscimento di sé, distorto nei pazienti con disturbi psichiatrici come la schizofrenia, possiamo iniziare a capire come l’esperienza del “Sé” si consolidi in un cervello stabile.
Adottando un approccio integrato, il libro mostra come le intuizioni provenienti dalle neuroscienze possono essere applicate alle domande filosofiche sulla coscienza e sulla mente umana.
Integrando la ricerca contemporanea sulla psicopatologia con la teoria psicoanalitica, "Il disagio del narcisismo" presenta alcune strategie cliniche per affrontare situazioni complicate che possono emergere nella cura di pazienti con disturbo narcisistico di personalità. La definizione stessa del narcisismo può essere difficile, per via della natura polimorfa del disturbo. Il volume accetta la sfida e offre una serie di approcci psicoanalitici e psicoterapeutici per adattare la terapia al paziente anziché costringere il clinico e il paziente a aderire rigidamente a un trattamento manualizzato. Un capitolo sugli aspetti culturali del narcisismo tratta del fascino che il disturbo narcisistico di personalità di recente ha esercitato sulla società nel campo politico e attraverso alcuni personaggi pubblici, soprattutto nell'epoca dei social media. A prescindere dall'impostazione del trattamento - psicoanalisi, psicoterapia, cura farmacologica, ricovero ospedaliero - vengono descritti i differenti approcci che consentono di affrontare in modo efficace una variegata popolazione di pazienti problematici.
In questo libro Didier Anzieu incentra il discorso sulla nozione di immaginario gruppale: il gruppo ha una propria psicologia, diversa da quella degli individui che lo compongono. Per far luce su tale psicologia, l'autore parte dall'analogia tra il gruppo e il sogno e descrive molti processi che sottendono la vita dei gruppi: l'illusione gruppale, il gruppo-bocca, i fantasmi di rottura, il gruppo-macchina, la resistenza paradossale autodistruttiva, le perturbazioni provocate dalla prevalenza dell'imago paterna o del Super-io. Vengono così individuati degli "organizzatori psichici inconsci" che strutturano l'immaginario gruppale, come i fantasmi originari o l'immagine del proprio corpo. Prefazione di René Kaës.
Pochi pregiudizi nella società occidentale sono più forti di quelli riguardanti l’invecchiamento. Fino a non molto tempo fa, abbiamo ritenuto che l’invecchiamento fosse una questione di perdita e declino. Ma c’è una verità completamente diversa. Sì, è possibile “insegnare a un vecchio cane nuovi trucchi”. C’è un segreto per restare giovani? In realtà ce ne sono molti e tutti suggeriscono di coltivare le relazioni che abbiamo per favorire la salute del cervello, mantenendoci così più felici e più sani. Poiché i lettori di questo libro impareranno a essere saggi, ad avere migliori relazioni sociali, ad aprirsi all’adattamento e alla flessibilità (mentale, se non fisica!), potranno mettere in pratica queste indicazioni man mano che invecchieranno.
Jessica Benjamin, autrice del pionieristico "Legami d'amore", amplia qui la sua teoria del riconoscimento reciproco visto come unica alternativa alla tirannica complementarità del "chi agisce-chi è agito". La sua teoria innovativa colloca lo sviluppo del Terzo nelle fasi evolutive precoci attraverso il movimento tra riconoscimento e rottura, e mostra come esso corrisponda agli enactment nella relazione psicoanalitica. Le riflessioni di Benjamin illuminano il profondo potenziale del concetto di "riconoscimento" sia nella guarigione del trauma individuale e sociale sia nella creazione di una riparazione relazionale, che divengono possibili soltanto nello spazio trasformativo della terzietà. Le originali formulazioni dell'intersoggettività di Benjamin sono dunque una lettura fondamentale sia per gli psicoanalisti sia per i teorici delle scienze umanistiche e sociali.
Il trattamento basato sulla mentalizzazione (MBT) promuove la capacità del soggetto di interpretare il comportamento altrui nonché di comprendere l'impatto dei propri atteggiamenti e delle proprie azioni sulle persone che lo circondano. Questo libro è una guida clinica all'applicazione del modello MBT in un trattamento a breve termine, da 9 a 12 sedute, rivolto ai bambini di età compresa fra i 6 e i 12 anni con manifestazioni cliniche quali ansia, depressione e difficoltà relazionali. Gli autori descrivono nei dettagli l'assessment dei sintomi, la formulazione del caso in termini di tecniche di mentalizzazione, l'approccio del terapeuta e la conclusione dell'intervento. Il modello si basa sui principi psicodinamici tradizionali, integrati con i risultati della ricerca sull'attaccamento, lo studio empirico della mentalizzazione ed elementi di altri approcci evidence-based. L'illustrazione dei singoli casi presentati si snoda attraverso il susseguirsi dei capitoli. L'appendice elenca le misure del funzionamento riflessivo nei bambini e nei genitori.
La prima biografia completa di un grande innovatore, che ha dominato con maestria scienza del linguaggio, filosofia, psicoanalisi. Al centro del libro, oltre alle figure affascinanti dei protagonisti della cultura del Novecento – Koyré, Kojève, Heidegger, Sartre, Althusser, Lévi-Strauss –, innumerevoli aneddoti ed episodi raccontano le passioni dell’uomo, ribelle e anticonformista: padroneggiare il tempo, frequentare i grandi della sua epoca, collezionare oggetti, sedurre le donne. Ma, soprattutto, dominano queste pagine il genio clinico che ha sovvertito la pratica psicoanalitica; la potenza teorica di un uomo che ha costruito un pensiero fondato sulla determinazione del soggetto attraverso il linguaggio; l’acume di un maestro che ha analizzato con sottigliezza il declino della funzione paterna, le contraddizioni dell’amore, la logica della follia.
Biografia dell'autore
Elisabeth Roudinesco
Élisabeth Roudinesco, storica e psicoanalista, ha insegnato all’École des hautes études en sciences sociales. È autrice di numerosi testi sulla storia della psicoanalisi, la filosofia e l’ebraismo.
Una generazione cresciuta "nella rete": prendendo le mosse da uno dei fenomeni tipici del nostro tempo, gli autori si interrogano sui criteri per distinguere un uso adattivo dei social e dei videogiochi da un sintomo di malessere o dipendenza. Cyberbullismo, sexting, gioco d'azzardo e, in modo particolare, ritiro sociale sono alcuni dei comportamenti analizzati in questo testo, denso di riflessioni sui motivi della loro diffusione e sulle possibili modalità di intervento. La rivoluzione digitale ha creato ambienti espressivi nei quali non solo gli adolescenti sperimentano nuove possibilità di realizzazione, ma trovano rifugio in occasione di profonde crisi evolutive, in una forma di autoricovero che esprime sia il dolore sia un tentativo di alleviarlo o superarlo. In particolare, alla luce dell'esperienza maturata negli ultimi quindici anni, gli autori inquadrano la psicodinamica del ritiro sociale, oggi la più significativa manifestazione del disagio giovanile, e presentano gli orientamenti clinici che guidano la presa in carico dell'adolescente in una prospettiva evolutiva.

