
Di fronte alla critica biblica occidentale e tradizionale che spesso si è distinta per autorizzare e suffragare lo stato di schiavitù non soltanto di Onesimo – lo schiavo che dovrebbe stare al centro della lettera di Paolo a Filemone, padrone di schiavi –, ma anche degli schiavi africani condotti a forza nel continente americano e qui dominati in condizioni disumane e disumanizzanti, i saggi raccolti in questo volume si pongono dalla prospettiva contingente e contestuale del non libero che non ha mai potuto essere che non razionale, non puro, non bianco, non maschio, non uomo. La modernità non ha eliminato l’oppressione dall’esperienza umana e la schiavitù continua a esistere ancor oggi, Onesimo vive ancora con noi e anche Filemone è ancora tra noi. Da punti di vista diversi, i vari studi mostrano come – nonostante l’abuso abominevole che si è potuto fare della lettera a sostegno della causa schiavista – Paolo in tutti i limiti della sua ambiguità ha sempre tenuto fermo che senza la carne, e la carne dello schiavo ristabilito nella sua giustizia, non può esserci riconciliazione.
Quale eredità hanno lasciato i fondatori del Centro milanese di terapia della famiglia? Il primo insegnamento di Boscolo e Cecchin è stato l’infedeltà, intesa come irriverenza nei confronti del dogma. È per questo che gli autori dei saggi qui raccolti partono dal solco dei maestri ma guardano all’innovazione. Il secondo insegnamento, conforme al primo, è la ricerca attiva. Se è vero che la persona, con la sua complessità sempre in divenire, non può essere ridotta a un insieme di sintomi, si deve superare il concetto statico di “guarigione”, uscire dalle pareti e dalle regole del setting e insistere sulla cura del paziente intrapresa con partecipazione.
Attraverso l’esposizione di riflessioni teoriche e nuove pratiche cliniche, in queste pagine prende forma il lavoro compiuto dagli eredi del Milan Approach in contesti di grande attualità: richieste di asilo, violenza domestica, psicologia dell’emergenza, situazioni di affido, conflitti familiari e della coppia.
I CURATORI
Pietro Barbetta è l’attuale direttore del Centro milanese di terapia della famiglia e insegna Teorie psicodinamiche all’Università degli Studi di Bergamo. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Anoressia e isteria (2005) e Complessità e psicoterapia (2019).
Umberta Telfener è responsabile delle relazioni internazionali presso il Centro milanese di terapia della famiglia e vicepresidente dell’European Family Therapy Association – Training Institute Chamber (EFTA-TIC). Nelle nostre edizioni ha pubblicato Apprendere i contesti (2011) e curato Complessità e psicoterapia (con P. Barbetta, 2019).
Il volume illustra le linee guida per la stesura di un report psicodiagnostico, passo finale del processo di valutazione effettuato attraverso l'utilizzo di test psicologici. È descritta la logica con cui sono scelti gli strumenti di valutazione e si mostra come i risultati, a volte contrastanti, si possono integrare per formulare un profilo coerente del soggetto, descritto attraverso le diverse aree di funzionamento. Obiettivo principale degli autori è fornire indicazioni per proporre nel report conclusioni che sostengano i clienti e gli invianti nel risolvere problemi e nel prendere decisioni in ambito sia clinico sia forense. Il modello di funzionamento proposto, che consente la descrizione del soggetto facendo riferimento non a una teoria di personalità specifica ma per aree di funzionamento accettate dalla letteratura specialistica internazionale, lo rende fruibile da clinici di impostazione teorica differente che, tuttavia, possono condividere un modello comune di personalità.
Le teorie che spiegano come la specie umana è diventata così particolare si imperniano quasi tutte sull’evoluzione. In questo saggio Michael Tomasello propone una teoria complementare dell’unicità umana, che pone al centro lo sviluppo e mostra come i fattori che ci rendono profondamente umani si costruiscano nei primi anni di vita del bambino.
Tomasello compendia quasi tre decenni di lavoro sperimentale con gli scimpanzé, i bonobo e i bambini umani, e propone un quadro originale della crescita psicologica tra la nascita e i sette anni di età. Identifica otto percorsi che distinguono nettamente gli esseri umani dai cugini primati più prossimi, vale a dire la cognizione sociale, la comunicazione, l’apprendimento culturale, il pensiero cooperativo, la collaborazione, la prosocialità, le norme sociali e l’identità morale.
Diventare umani pone l’attività socioculturale umana entro la moderna teoria evoluzionistica e illustra come la biologia crea le condizioni nel cui ambito la cultura svolge il suo compito.
Il nostro cervello ha, fin dalla nascita, un talento che nemmeno i migliori software di intelligenza artificiale riescono ancora a imitare: la capacità di imparare. Persino il cervello di un bambino impara più velocemente e in modo più approfondito del più potente dei computer in circolazione oggi.
Negli ultimi trent’anni sono stati fatti passi importanti nella comprensione dei principi fondamentali della plasticità cerebrale e dell’apprendimento. È tempo che adulti e bambini prendano coscienza del potenziale enorme del proprio cervello, così come, ovviamente, dei suoi limiti.
Il funzionamento della memoria, il ruolo dell’attenzione, l’importanza del sonno sono scoperte ricche di conseguenze per ciascuno di noi. Delle idee molto semplici sul gioco, il piacere, la curiosità, la socializzazione, la concentrazione o il sonno possono aumentare ancora quello che è già il più grande talento del nostro cervello: imparare!
Come passano le cose da una persona a un’altra? E quali sono le conseguenze del come sul modo di essere interno di un soggetto? Il libro esplora l’area degli scambi intra- e interumani che funzionano armonicamente: il concetto ispirativo fondamentale è quello degli equivalenti psichici degli scambi corporei naturali tra le persone, e delle loro alterazioni che producono patologia, sia nella relazione con l’altro che con il mondo interno individuale.
Gli esseri umani preferiscono le tenebre alla luce? La schiavitù alla libertà? La vita morta alla vita viva? Dopo L’uomo senza inconscio, Massimo Recalcati ritorna con questo libro a interrogare la clinica psicoanalitica nel suo rapporto con le trasformazioni cruciali della società contemporanea e della psicologia delle masse. Al centro non è più la dimensione perversa di un godimento neo-libertino che rifiuta la Legge, ma il ritiro sociale del soggetto, la sua introversione melanconica.
Il muro emerge come il simbolo inquietante del nostro tempo; è il muro della chiusura della vita nei confronti della vita; è la tendenza neo-melanconica al rifiuto della trascendenza dell’esistenza; è la pulsione securitaria che vorrebbe trasformare il confine da luogo vitale di scambio a bastione, filo spinato, porto chiuso. La sagoma perturbante della pulsione di morte, che la psicoanalisi dopo Freud avrebbe voluto ripudiare, ritorna prepotente sulla scena della vita individuale e collettiva.
La relazione affettiva tra un genitore e un figlio può costituire il fulcro di tutte le energie positive o l’anello più fragile dell’esperienza psicologica del bambino. Che cosa accade in presenza di un rischio o di un disturbo evolutivo? Quale nuovo equilibrio si crea tra un bambino che cresce con una difficoltà dello sviluppo e un adulto che deve riformulare il proprio ruolo genitoriale?
Questo libro approfondisce le caratteristiche della relazione genitoriale all’interno di tre diverse dimensioni: nello sviluppo tipico con le sue trasformazioni e i suoi imprevisti, nel rischio evolutivo tra immaturità e atipie, nei disturbi del neurosviluppo tra le rappresentazioni e i vissuti di adulti e bambini che la patologia altera e modifica.
Si rivolge a tutti coloro che lavorano in ambito psicologico, medico, riabilitativo e educativo in età evolutiva e a tutti i genitori che desiderano orientarsi tra le tante incertezze del proprio compito.
Il modello di terapia proposto si fonda sull’idea che per aiutare coppie in crisi a riscoprire la propria intimità sia necessario adottare una lente intergenerazionale e non limitarsi alla sola dimensione duale. Individuando le trame familiari e i legami affettivi recisi o distorti, si potrà permettere a ciascun partner di pacificarsi con la propria storia e riscoprire la forza del Noi della coppia.
Nel volume si chiarisce come utilizzare la presenza simbolica delle famiglie di origine e dei figli nella terapia di coppia e come invitare genitori, figli e amici in qualità di consulenti in sedute speciali. Dopo aver illustrato le diverse fasi del processo terapeutico, dalla costruzione della motivazione congiunta fino alla conclusione della terapia, gli ultimi capitoli affrontano le problematiche relative alla coppia nel divorzio e nelle famiglie ricostituite.
L'autrice propone un metodo integrato per la cura dei disturbi gravi di personalità e dei disturbi narcisistici, ponendo l'accento sulla disregolazione affettiva che è alla base dei vari tratti disfunzionali e dei sintomi corporei di queste patologie. Ogni capitolo presenta un caso particolare illustrato dall'inizio alla fine del trattamento e mostra in dettaglio come lavorare con gli specifici problemi e sintomi che sorgono in questi pazienti e che attaccano il corpo, dalla bulimia all'autolesionismo, dalla diffusione di identità sessuale alla reazione psicosomatica. Si propone innanzitutto una revisione dell'eziopatogenesi dei disturbi di personalità, illustrando come alla base delle dinamiche patologiche vi siano traumi interpersonali a partire dai primi anni di vita. Il corpo riceve ampia attenzione nel trattamento, nelle sue complesse interazioni di corpo-mente-cervello, ed è visto come il principale tramite dello sviluppo relazionale disfunzionale.
Dalla cura dell'anima alla psicoanalisi, dall'ipnosi alle terapie cognitivo-comportamentali: in nove capitoli gli autori ricostruiscono la storia delle diverse forme di psicoterapia, fino alle odierne versioni basate sulle evidenze empiriche. Il libro descrive l'evoluzione delle teorie ma anche il contesto storico nel quale terapeuti e pazienti hanno vissuto: la maggiore o minore fortuna delle diverse psicoterapie è dipesa anche dalla loro capacità di rispondere alle esigenze poste dai cambiamenti epocali che si sono verificati, in particolare tra la fine dello scorso millennio e l'inizio del nuovo. Gli autori offrono dunque un quadro storico complessivo e illustrano le differenti psicoterapie anche nelle loro reciproche relazioni e non solo come teorie isolate le une dalle altre. Ne emerge una visione affascinante, che chiarisce le radici più profonde di una disciplina complessa come la psicoterapia. Prefazione di Vittorio Lingiardi.
Frans de Waal, etologo e primatologo di fama internazionale, ha scelto qui di approfondire il tema straordinariamente affascinante della vita emotiva degli animali. Il libro inizia con la morte di Mama, la scimpanzé legata da una profonda amicizia al biologo Jan van Hoof. Quando Mama era in punto di morte, van Hoof ha deciso di congedarsi da lei con un ultimo abbraccio, a cui Mama ha risposto con un sorriso. Questa e altre vicende simili formano il nucleo della tesi dell’autore: gli esseri umani non sono l’unica specie capace di esprimere amore, odio, paura, vergogna, disgusto ed empatia.
De Waal sottolinea la continuità esistente tra noi e le altre specie, proponendo un’interpretazione radicale per cui le emozioni sarebbero come i nostri organi: gli esseri umani non hanno nessun organo in più rispetto agli altri animali, e lo stesso vale per le emozioni. L’invito è ad aprire il cuore e la mente, a notare le moltissime connessioni esistenti tra la nostra e le altre specie e a cambiare il modo di vedere il mondo che abbiamo intorno.