
La pornografia è una delle piaghe sociali meno conosciute. Un gran numero di persone ne diventa dipendente, compromettendo l'integrità delle relazioni coniugali, familiari e anche lavorative. Gli effetti di una esposizione frequente e prolungata ai video pornografici sono nocivi per la salute fisica e mentale. Ma se ne può uscire. Questo libro intende aiutare chi desidera conoscere il problema, informando sulle caratteristiche delle immagini pornografiche, sul loro impatto sul sistema nervoso, sulla dipendenza emotiva e chimica che ne deriva. Inoltre descrive la strada per riacquisire la libertà, riacquistando la propria integrità attraverso l'auto-aiuto, la terapia ed il sostegno dei gruppi d'incontro.
La psicologia contemporanea ha volutamente tranciato le radici con la tradizione. Lo ha fatto perché la tradizione è cristiana e se ne è voluta distanziare. Rifiutata la saggezza di due millenni di storia umana - dall'antichità alla modernità - ogni autore ha iniziato a teorizzare ciò che voleva, creando grandissima confusione. Sono scomparsi concetti fondamentali, come quelli di vizi, virtù e di carattere; di altri se ne è perso il senso, basti pensare al tema delle emozioni e al loro rapporto con l'intelletto e la volontà; è stata stravolta la stessa immagine dell'uomo, che per alcuni non è più un essere libero, ma è determinato dall'ambiente, dall'inconscio o da altre trovate simili. A ricucire questo strappo col passato ci pensa il testo di Chad Ripperger, che riprende l'antropologia tradizionale - secondo la formulazione del Dottore Comune della Chiesa e Dottore di Umanità, Tommaso d'Aquino - e la declina nell'attuale scienza della salute mentale. Ne emerge un quadro affascinante, in grado di descrivere molti dei fenomeni più misteriosi (come i sogni e l'ipnosi, ad esempio) e di dare senso a quelli comuni ma ormai divenuti incomprensibili (l'educazione, la psicoterapia, le ferite emotive, ecc.).
Che cosa si nasconde dietro i cosiddetti 'attacchi di panico', oggetto da un lato dell'attenzione sempre più crescente dei mass media ed esempio fra i più citati dall'altro dei presunti nuovi sintomi psicopatologici? Per gli autori di questo libro, curato dall'Associazione Lacaniana di Napoli, la vecchia e cara nevrosi fobica. Si spiega così la decisione di dedicare un anno di studio, di cui il libro è la testimonianza scritta, al seminario IV di Jacques Lacan dedicato al tema della relazione oggettuale in cui campeggia un commento attento e originale della famosa analisi freudiana di un caso di fobia in un bambino di cinque anni, meglio conosciuto come il caso del piccolo Hans. Attraverso la ricostruzione critica del seminario lacaniano vengono in tal modo messe in evidenza tutte le sfaccettature della nevrosi fobica, il suo rapporto di identità-differenza con la perversione, la sua parentela con l'angoscia - il 'panico' -, gli strumenti chiamati in causa per comprenderla come l'antropologia strutturale di Lévi-Strauss. Tutto questo è affrontato nel libro, ma anche il ruolo che il seminario IV sulla relazione oggettuale ha nell'itinerario complessivo di Jacques Lacan.
Gabriel Tarde (1843-1904) è per Deleuze il campione della "microsociologia", del sapere necessario per afferrare e comprendere la "differenza", senza la quale non si dà né ordine né liberazione. In questo modo Deleuze decreta che il pensiero di Tarde va oltre il suo tempo e che non tutto ciò che è morto deve continuare a morire. Da questo punto di vista, la pubblicazione di due importanti scritti di Tarde, "Credenza e desiderio" e "Monadologia e sociologia", vuole contribuire al ritorno del suo pensiero, alla segnalazione della sua attualità. In "Credenza e desiderio" Tarde individua gli elementi fondanti della soggettività, della vita stessa, nella credenza e nel desiderio. Queste matrici, che sarebbero per lo spirito quello che lo spazio e il tempo sono per la realtà esteriore, sono presenti in ogni organismo della scala vivente e operano in ogni momento della vita. Ogni cellula e ogni attimo sono animati da queste potenze che strutturano la nostra percezione, regolano la nostra affettività, spingono il nostro pensiero. In "Monadologia e sociologia", testo che riecheggia nelle riflessioni di Deleuze sulla monadologia di Leibniz, Tarde chiama a testimoniare tutte le scienze della sua epoca per ripensare le categorie ontologiche tradizionali, per rifondare la filosofia non più intorno alla nozione di essere, ma intorno a quella di avere: si tratta di non separare più gli elementi e gli insiemi per poi forzatamente sposarli.
Il diniego è una caratteristica ricorrente nei sex offender, che spesso continuano a negare la loro partecipazione agli eventi offensivi anche quando la condanna è diventata irrevocabile. Nella maggior parte dei casi non accettano la responsabilità per le loro azioni, invocando spiegazioni, a volte razionalizzando, altre volte minimizzando, per discolparsi da quanto accaduto. Quali che siano le cause e le spiegazioni offerte, il diniego svolge un ruolo importante a livello psicologico, clinico e soprattutto sociale. Capire la funzione del diniego nei sex offender è il primo passo per una valutazione accurata, che sta alla base del trattamento e che ha come obiettivo la prevenzione. La questione critica non sta nel "se" rientreranno nella comunità sociale, ma nel "come" lo faranno, e questo implica la responsabilità scientifica e professionale di intervenire per permettere un rientro riabilitato che possa, da un lato, promuovere l'integrazione e, dall'altro, favorire la tutela sociale. A questo scopo, il volume introduce in Italia il CID-SO® (Comprehensive Inventory of Denial - Sex Offender Version), uno strumento che valuta il diniego in modo dimensionale e che può essere utilizzato nel contesto clinico e di cura, clinico-forense e terminologico. Premessa di David P. Farrington, presentazione di Paolo Ferrua e introduzione di Georgia Zara.
Il testo si apre con uno sguardo sulla comunità scientifica internazionale, che non cessa di misurarsi con il tema complesso della terapia dei bambini abusati, senza desistere dal cercare strumenti sempre più efficaci. Una rassegna bibliografica sul tema costituisce l'introduzione al volume. Ci si concentra poi sul panorama nazionale, attingendo all'esperienza di terapeuti che si riconoscono nel CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l'Abuso all'Infanzia). Attraverso i tredici casi clinici riportati, gli autori, a partire da formazioni di base differenti (psicoanalitica, sistemica, cognitivista), illustrano diverse specificità dell'abuso sessuale sui bambini e descrivono nel dettaglio come hanno utilizzato nella terapia tecniche e competenze. Li accomuna il fatto che tutti hanno completato le risorse di base per adeguarle alle specificità del funzionamento post-traumatico di questo gruppo di pazienti, arrivando a una confortante convergenza di scelte terapeutiche, in un percorso che non nasconde ostacoli, fallimenti e risonanze personali.
Il rinnovato interesse per il narcisismo all'interno della teoria psicoanalitica conferma la rilevanza di questo testo, dedicato a un tema tra i più enigmatici della psicoanalisi. Dopo aver introdotto il narcisismo nel 1914, Freud cominciò a disinteressarsi del concetto che aveva brillantemente sviluppato quando, intorno al 1920, procedette a tematizzare l'ultima teoria delle pulsioni (opposizione delle pulsioni di vita e di morte) e altre rielaborazioni teoriche. André Green è stato uno dei pochi autori a coniugare la teoria del narcisismo con l'ultima teoria delle pulsioni di Freud. Mentre il narcisismo viene generalmente considerato solo nei suoi aspetti positivi, relativi alle pulsioni sessuali di vita, in questo testo fondamentale Green mostra la necessità di postulare l'esistenza di un narcisismo di morte, che chiama narcisismo negativo. Diversamente dal primo, che tende al completamento dell'unità dell'Io, questo tende alla sua abolizione nell'aspirazione allo zero. Tale teoria del narcisismo è completata dall'esposizione di un certo numero di "forme narcisistiche" che sono altrettante configurazioni osservate nella pratica. Infine, un capitolo sull'Io enfatizza la duplicità che sta alla base della sua struttura, nella contraddizione tra il sapersi mortale e il credersi immortale. Tutto ciò porta alla conclusione di un Narciso Giano.
Quali dinamiche, comportamenti e processi collettivi determinano l'agire dei singoli e dei gruppi nei contesti organizzativi? A queste domande risponde la psicologia delle organizzazioni. La nuova edizione di Psicologìa delle organizzazioni, aggiornata nei contenuti e integrata con nuovi capitoli, analizza gli aspetti "collettivi" dell'esperienza professionale, dando risalto a temi e problemi connessi all'interazione tra le persone nei contesti lavorativi (comunicazione, decisione, leadership e followership, lavoro in gruppo, cooperazione, conflitto). Raccogliendo i contributi di alcuni tra i più autorevoli studiosi italiani, e senza trascurare la prospettiva economica e sociologica, il manuale rappresenta uno strumento di grande utilità per studenti e professionisti nell'ambito della psicologia delle organizzazioni.
Quando si trovano ad affrontare situazioni sgradite come fare i compiti o andare a dormire, oppure discussioni sul tempo consentito per stare davanti alla TV o al PC, i bambini si fanno prendere spesso dalla rabbia o si chiudono a riccio, adottando un comportamento reattivo. Gli adulti di riferimento possono contrastarlo favorendo lo sviluppo di uno yes brain, di un atteggiamento di apertura e curiosità nei confronti degli altri e della vita; possono alimentare la capacità di dire sì al mondo e di accogliere tutto ciò che la vita ha da offrire, anche nei momenti difficili. I bambini ricettivi, rispetto a quelli reattivi, sono più curiosi e ricchi d'inventiva, maggiormente portati a osare e a esplorare, meno preoccupati di commettere errori. Sono anche più competenti sul piano delle relazioni, più inclini alla flessibilità e alla resilienza davanti alle avversità e alle emozioni intense. In questo volume, gli autori forniscono a genitori e operatori gli strumenti (idee, strategie, "piani d'azione") per accompagnare i bambini di ogni età nel percorso verso una positività ricca di straordinari benefici.
Oltre a delineare le caratteristiche della dislessia, le sue basi cognitive e i problemi associati, il libro sfata alcune false credenze e fornisce a genitori, insegnanti e professionisti indicazioni su quando e come intervenire per affrontare il problema. Spiega inoltre come muoversi all'interno delle normative vigenti per assicurare ai bambini con dislessia un percorso scolastico adeguato. Ampio spazio è dedicato all'attività degli insegnanti, proponendo strategie per individuare il problema precocemente, fin dalla scuola dell'infanzia, quando già possono essere riconosciuti campanelli d'allarme ed elementi di rischio. Anche quando i bambini cominciano a manifestare problemi di lettura, scrittura e calcolo nella scuola primaria possono essere utilizzate le attività indicate per favorire il recupero delle abilità di apprendimento ed evitare un eccessivo ricorso a percorsi diagnostici specialistici. Infine, il libro presenta la prospettiva di un bambino, di un genitore e di un insegnante che, con la loro testimonianza in prima persona, evidenziano cosa rimane ancora da fare a livello educativo e istituzionale.
Il ritmo della vita è in costante accelerazione. Per stare al passo, dobbiamo perennemente muoverci e adattarci, rincorrendo il successo a ogni costo. O, almeno, così ci dicono. Ma la vita in corsia di sorpasso esige il pagamento di un pedaggio: i livelli di stress e depressione non sono mai stati così alti.
Come resistere all’attuale mania dell’introspezione e dello sviluppo di sé? In questo brillante bestseller, Svend Brinkmann sostiene che non dovremmo aver paura di rifiutare il mantra dell’autoaiuto, imparando a restare quel che siamo. Esortandoci a trovare un punto fermo nella nostra vita piuttosto che a superare sempre nuovi ostacoli, questa vivace guida anti-autoaiuto offre un’alternativa convincente al life coaching, al pensiero positivo e al bisogno di dire “sì!” a qualsiasi cosa.
Il premio Nobel Eric Kandel ci porta qui alla scoperta di ciò che i disturbi cerebrali rivelano sulla natura umana. Partendo dalle sue pionieristiche ricerche, l’autore indaga una delle questioni fondamentali che dobbiamo affrontare: come nasce la nostra mente a partire dalla materia fisica del cervello? Gli 86 miliardi di neuroni del cervello comunicano tra loro attraverso connessioni molto precise.
Se queste connessioni sono interrotte o alterate, i processi cerebrali che danno origine alla nostra mente possono venirne disturbati, portando a malattie come la depressione, la schizofrenia, il morbo di Parkinson e l’autismo.
La mente alterata illustra come i fondamentali studi di queste alterazioni possano approfondire la nostra comprensione di pensiero, sentimento, comportamento, memoria e creatività, e forse portare, in futuro, alla formulazione di una teoria unificata della mente.

