
È difficile credere all'anoressia mentale. Chi la osserva da fuori non concepisce che il cibo possa diventare un nemico così, all'improvviso, apparentemente senza motivi. Chi la vive non riesce più a capire come le persone possano mangiare senza problemi, senza l'ansia, senza l'angoscia. L'esistenza della protagonista di questo racconto parzialmente autobiografico si riduce un po' alla volta "in briciole". Si tiene in vita con pillole che anticipano l'alimentazione del futuro oppure alternando mangiate che la fanno star male a digiuni inflessibili. Ma sarà proprio una briciola di emozione, la riscoperta dei sentimenti, a ribaltarla e salvarle la vita.
Come il corpo, anche l'anima può far male. Non se ne vedono i lividi ma ci sono. Spesso sono quel malessere dagli incerti confini che chiamiamo angoscia. Braconnier dice: è dolorosa, ma passa. Basta saperla vedere, basta sapere che c'è. Attraverso la storia di giovani e adulti, uomini e donne ricorsi al suo aiuto, l'autore traccia le diverse vie che può imboccare l'angoscia, risalendo a ritroso fino alla fonte infantile da cui è scaturita.
Questo libro, che rappresenta il seguito ideale di "Donne che amano troppo", raccoglie tutte le lettere che Robin Norwood ha ricevuto dalle sue lettrici e le sue risposte.
365 pensieri: tanti quanti sono i giorni dell'anno, per "donne che amano troppo". Un vademecum per le affezionate lettrici (e gli affezionati lettori) di Robin Norwood. L'autrice che parla alle donne attratte da uomini complicati e problematici, disposte per loro a trascurare il proprio benessere, i propri interessi e le proprie amicizie, incapaci di sottrarsi a relazioni tormentate per paura di solitudine e senso di vuoto, qui si cimenta nella saggezza pratica dei consigli quotidiani per una vita e un amore più equilibrati.
Il tasso di suicidio degli adolescenti è in crescita in molti paesi del mondo occidentale. In questo libro Paolo Crepet indaga, descrive, analizza e mette a fuoco un fenomeno rimosso dalla cultura sociale in Italia.
La malinconia è analizzata e descritta qui come esperienza psicopatologica: come esperienza clinica che abbia non una connotazione neurotica o reattiva, ma una sua connotazione psicotica che la contrassegni come esistenza radicalmente altra dalla nostra. Il discorso riportato in queste pagine non intende essere un discorso clinico: un discorso incentrato sugli aspetti sintomatologici della depressione come realtà clinica; ma intende essere un discorso incentrato sugli aspetti psico(pato)logici e antropologici della depressione che insorge al di fuori delle quotidiane modalità di esperienza, ma mantendo una sua radicale dimensione psicologica e umana.
Il libro si propone di rivedere i concetti di individuo, identità, libertà, salvezza, verità, senso, scopo, ma anche quelli di natura, etica, politica, religione, storia, di cui si nutriva l'età umanistica, dismessi o rifondati alle radici.
La scelta del matricidio come campo d'indagine e filo conduttore delle vicende narrate non aveva certo la pretesa premonitrice di qualche pur visibile sciagurata trasformazione sociale. Queste storie cercano, più modestamente, di segnalare qualche elemento in grado di aiutare a interpretare e a capire un disagio profondo che attraversa una parte del mondo giovanile. Queste storie hanno la sola ambizione di cogliere e proporre un aspetto metaforico; questi racconti vorrebbero parlare di quanto sta a monte, una sorte di precondizione del matricidio: l'indifferenza, ovvero l'opposto dell'amore.
Genitori, insegnanti, educatori si rivolgono agli esperti per la soluzione di quesiti pratici connessi ai loro compiti pedagogici e per essere illuminati e aiutati a evitare atteggiamenti potenzialmente traumatici o nocivi a un sano sviluppo psichico dei bambini. Da qui l'esigenza di delineare i confini tra normalità e patologia, cosa particolarmente difficile nell'infanzia, data l'estrema fluidità e mobilità della struttura psichica del bambino. In questo libro l'autrice delinea il graduale sviluppo della psicoanalisi infantile, differenziatasi da quella per gli adulti, al cui sviluppo poté in seguito notevolmente contribuire.
Le vittime dell'anoressia sono, spesso, ragazze adolescenti o preadolescenti, figlie modello di "buona famiglia" che si sentono spesso imprigionate da mete irraggiungibili e aspettative irrealizzabili. Sembrano chiuse in una "gabbia d'oro" di privilegi nella quale sentono di non essere al proprio posto e di non poter sopravvivere. La manifestazione principale della malattia è sconvolgente e comporta perdite di peso catastrofiche; la terapia è difficile e la guarigione incerta; i meccanismi di formazione della patologia non sono ancora definiti. Hilde Bruch, utilizzando numerosi esempi della propria casistica, disegna un quadro delle cause, degli effetti e della possibile terapia che, per essere efficace, necessita di una diagnosi precoce.
Perché giovani e meno giovani fanno uso di sostanze stupefacenti? L'uso e la dipendenza sono la stessa cosa? Che ruolo giocano l'ambiente, i compagni e la famiglia nella tossicodipendenza? Esiste una specificità per ogni droga? Come si possono interrompere l'uso, l'abuso e la dipendenza? Sono alcune delle grandi questioni, legate alla droga e alla sua gestione quotidiana, affrontate in questo libro. L'autore si chiede quello che i tossicodipendenti e i familiari si domandano, offre risposte chiarificatrici, fa opera di divulgazione e guida il lettore nell'universo tuttora per molti versi misterioso della droga e delle droghe. Il tutto tenendo ben ferma la distinzione tra uso e dipendenza, e tra le diverse droghe.