
La Persona Umana è la storia dell'individuo umano dalla nascita alla morte. In questo libro Theodore Lidz segue lo sviluppo dell'uomo come persona dai primissimi giorni dell'infanzia fino al culmine della vita nella vecchiaia e nella morte. In una presentazione adatta tanto al profano (che sia adulto o giovane) che allo studioso della personalità, Lidz offre una sintesi magistrale delle nozioni sulla crescita dell'uomo. Osservando la persona nel contesto totale della sua vita - come membro di una società e di una famiglia e come dotata del suo retaggio biologico e culturale - l'autore conduce il lettore attraverso le principali fasi e i principali compiti della vita dell'individuo trattando dell'infanzia, dei primi passi dell'integrazione del bambino, del giovane, dell'adolescenza, della scelta professionale, della scelta coniugale e dell'adattamento coniugale, della paternità, degli anni di mezzo e della vecchiaia. Lidz attinge alle risorse di tutte le discipline - le intuizioni della psichiatria e della psicoanalisi, le teorie cognitive di Piaget, le scoperte delle scienze biologiche e comportamentali - per presentare un quadro unificato e completo della personalità umana, ma anche un contributo importante e umano per la nostra comprensione dell'uomo.
Nel campo della terapia della famiglia non c'è oggi altro testo che combini in maniera così ampia esempi clinici, dettagli tecnici specifici e prospettive mature tanto sulle famiglie a funzionamento normale quanto su quelle che ricorrono alla terapia. Minuchin presenta sei trascrizioni di sedute con famiglie: due sono dedicate a famiglie normali che hanno affrontato i problemi con relativo successo, le altre quattro riguardano invece famiglie che ricorrono alla terapia per essere aiutate. In ogni trascrizione l'autore aggiunge parallelamente le proprie interpretazioni, dando particolare risalto alle tattiche e alle manovre via via sviluppate dal terapeuta. Le trascrizioni delle sedute sono interpretate con una brillante analisi teorica volta a spiegare perché le famiglie sviluppano problemi e a quali accorgimenti si debba ricorrere per rimetterle in sesto. Particolarmente utile è la descrizione dei metodi per diagnosticare o "tracciare la mappa" dei problemi della famiglia e per determinare mete e strategie terapeutiche appropriate. Sono esaminate differenti situazioni: la famiglia estesa, la famiglia con un figlio genitoriale e la famiglia in transizione a causa di un decesso o di un divorzio. Infine, l'autore esplora la dinamica del cambiamento esaminando le varie operazioni ristrutturanti che si possono impiegare per sfidare una famiglia e cambiarne i modelli di base.
Dopo l'opera di Jung, il maggior contributo alla psicologia analitica è forse costituito dai lavori di E. Neumann, di cui il volume qui tradotto costituisce una summa. Il grande passo avanti che Neumann vuole compiere è la costruzione di una teoria evolutiva della coscienza in cui la storia dello sviluppo psichico individuale coincida con la storia dello sviluppo psichico collettivo dell'umanità, in quanto entrambe percorrono comuni stadi archetipici. L'enorme difficoltà del compito consiste nel fatto che, per la definizione stessa della nozione di archetipo, pare impossibile individuare una dimensione evolutiva, 'prima-dopo', nel mondo archetipico. Ma alla fine di questo libro la nuova concezione apparirà molto convincente e dettagliatamente sostanziata da un'impressionante mole di materiale, proveniente da ogni campo dello scibile, e analizzato da Neumann con quell'aderenza al fatto e quel profondo contatto col moto dialettico del reale che caratterizzano le massime imprese ermeneutiche dell'umanità. L'approccio all'analisi che emerge da queste pagine è fondamentalmente teorico e filosofico, ma questo non deve far pensare al lettore che la dimensione clinica non abbia posto nell'analisi di Neumann. Essa ne costituisce la necessaria controparte, che Neumann non esplicita, ma si limita a ricordare in vari punti.
Pubblicato nel 1951 da Fritz Perls e Paul Goodman (con Hefferline per la parte pratica) è certamente uno dei libri che hanno fatto la storia della psicoterapia. Infatti si colloca, e non solo cronologicamente, a un punto di snodo cruciale nello sviluppo della terapia psicologica. Tra i fili che dalla prima metà del secolo conducono alla terapia gestaltica e alla sua formulazione c'è la più viva e innovativa tradizione culturale europea del primo terzo di secolo, dalla filosofia fenomenologica ed esistenzialista, alla rivoluzionaria psicologia della Gestalt (Perls fu assistente di Goldstein), alla psicoanalisi, con tutti i fermenti più innovativi che ribollivano nell'istituto berlinese degli anni trenta dove Perls si formò con didatti e analisti quali Karen Horney, Helene Deutsch e Wilhelm Reich; ma c'è anche il riflesso, colto al volo con stupefacente tempismo, delle nascenti tecniche corporee, che fanno la loro comparsa negli anni trenta (anche) nei paesi di lingua tedesca. Gli influssi che partono da questo manuale, invece, non si contano. Si potrebbe dire che il lavoro di Perls, come i veri contributi alla cultura umana, oltre ad aver dato vita a una psicoterapia, è andato a permeare, in questa forma, i terreni più lontani, che della Gestalt, magari, nulla sanno.
'Gruppi d'incontro' è un'espressione generica che designa i tipi di esperienza intensiva di gruppo, sorti negli Stati Uniti intorno alla fine degli anni quaranta. I fattori che hanno dato origine a questa forma di esperienza di gruppo sono molteplici, ma si possono individuare due filoni principali, e cioè l'attività svolta al Massachusetts Institute of Technology da Kurt Lewin, il grande teorico della Gestalt Psychologie emigrato in America, e l'attività svolta al Counseling Center dell'Università di Chicago da Carl Rogers. In questo volume Rogers non tenta di proporre un quadro teorico del processo dei gruppi d'incontro, ma si limita a cercare di sistematizzare ed esporre la sua trentennale esperienza in questo campo. Il suo è un atteggiamento aperto, nemico di ogni speculazione, rivolto all'esperienza, ma anche consapevole della necessità di arrivare a concettualizzazioni più ampie e comprensive, che consentano di capire meglio come e perché agisca l'esperienza di gruppo. Col suo stile semplice e scorrevole, con la ricchezza umana della sua esperienza, con la sua profonda capacità di comprensione, Rogers ha scritto un libro estremamente stimolante e vivo, che è forse la migliore presentazione esistente del fenomeno dei gruppi d'incontro.
Stili nevrotici è uno studio clinico originale su quattro tipi di nevrosi - ossessivo-coatta, paranoide, isterica e impulsiva - e delle caratteristiche specifiche di ciascuna di esse. Come base per il suo studio, David Shapiro innanzitutto passa in rassegna alcuni significativi contributi teorici e pratici alla psicologia del carattere, a partire da Freud, e comprendendo i contributi di Wilhelm Reich, Erik H. Erikson, George S.?Klein, e altri. Quindi passa a esaminare dettagliatamente, attingendo alla sua ampia osservazione clinica, i modi di pensiero e di percezione, le forme di esperienza emotiva, i modi di attività, le manifestazioni comportamentali - gli 'stili' - che caratterizzano questi tipi di nevrosi.?Di particolare interesse per la psichiatria è l'analisi condotta da Shapiro sulle relazioni tra lo stile paranoide e quello ossessivo-coatto. Nel capitolo riassuntivo egli indaga, alla luce di questo studio, alcuni problemi fondamentali concernenti l'origine e lo sviluppo degli stili; come tale sviluppo venga influenzato dalle spinte libidiche; la loro eventuale importanza nel controllo e nella regolazione delle tensioni pulsionali; e i loro rapporti coi meccanismi di difesa.
La comprensione dei meccanismi di difesa è indispensabile nella pratica medica in quanto aiuta a riconoscere la componente psicologica che si incontra nel trattamento delle malattie fisiche, rivelando in quale misura le difese possono interferire in una diagnosi accurata impedendo una vera cooperazione col paziente. Attingendo alla loro vasta conoscenza della teoria psicoanalitica e alla loro ricca esperienza clinica, gli autori affrontano la complessità del fenomeno dei meccanismi di difesa mettendone in luce tutti gli aspetti psicologici, psicoanalitici, medici e sociali in una trattazione esauriente e accuratamente documentata il cui interesse si estende oltre il campo strettamente medico.
Nei suoi viaggi in tutto il mondo alla ricerca di un insegnamento che risolvesse il problema del rapporto dell'Uomo con l'Universo, Ouspensky, nel 1915, conobbe George Ivanovic Gurdjieff, che gli rivelò un sistema di insegnamenti di vitale importanza per l'umanità del tempo presente. Questo libro, che riporta con fedeltà gli ammaestramenti orali ricevuti dal maestro e le esperienze vissute al suo fianco per otto anni, può essere paragonato alla testimonianza che Platone ci ha lasciato della vita e delle parole del suo maestro, Socrate. Nella sua diretta semplicità, Frammenti di un insegnamento sconosciuto non solo dà al lettore l'assoluta convinzione che Ouspensky scoprì un sistema di conoscenza valido e reale sull'Uomo e sull'Universo, ma lo assicura inoltre dell'esistenza di un insegnamento pratico per la condotta della vita. Queste pagine non contengono teorie filosofiche o psicologiche, bensì un approfondimento totale dei problemi della vita e delle più dirette istruzioni per il miglioramento dell'esistenza dell'uomo.
"In ogni organismo, uomo compreso - scrive Rogers - c'è un flusso costante teso alla realizzazione costruttiva delle sue possibilità intrinseche, una tendenza naturale alla crescita. Tale tendenza può essere deformata, ma non distrutta senza distruggere l'intero organismo". Questa forza costruttiva insita nell'organismo può essere fatta uscire, e quando la persona viene in contatto con essa, la possiede e l'accetta, emergono nuovi ed elettrizzanti modi di vita. Questo libro mostra molte persone che hanno saputo attingere a tale forza, superando ostacoli e diventando vive e creative. Cosa dà vita nell'uomo alla capacità dell'autocomprensione e a quella di affrontare costruttivamente la vita? Ci vogliono l'autenticità, la realtà e la capacità di essere se stessi senza maschera; il contatto con i sentimenti e la loro espressione sono più importanti delle opinioni e dei giudizi altrui. Ci vogliono l'accettazione, l'attenzione e l'apprezzamento, insieme a una considerazione positiva e incondizionata per gli altri. Rogers mostra, per quanto possa apparire paradossale, che l'influenza si ottiene quando si divide il potere con gli altri, che il controllo è costruttivo quando è autocontrollo; ci rivela il quieto fermento che pervade il nostro mondo quando le persone acquistano forza, cambiano, fioriscono e crescono.
La bioenergetica è un modo di comprendere la personalità in termini del corpo e dei suoi processi energetici. Questi processi, cioè la produzione di energia attraverso la respirazione e il metabolismo e la scarica di energia nel movimento, sono le funzioni basilari della vita. La nostra risposta alle situazioni della vita, infatti, è determinata dalla quantità di energia di cui disponiamo e da come ne facciamo uso. La bioenergetica è anche una forma di terapia che combina il lavoro con il corpo e con la mente per aiutarci a risolvere i nostri problemi emotivi e a meglio utilizzare il nostro potenziale. Una tesi fondamentale della bioenergetica è che corpo e mente sono funzionalmente identici: vale a dire, quanto avviene nella mente riflette quanto avviene nel corpo e viceversa: pensare e sentire sono condizionati da fattori energetici. Nel suo lavoro sul corpo la bioenergetica include sia procedimenti di manipolazione sia esercizi speciali. I procedimenti di manipolazione sono costituiti da massaggio, pressione controllata e lievi contatti per rilassare i muscoli irrigiditi. Gli esercizi che questo libro offre, messi a punto nel corso di più di vent'anni di lavoro terapeutico con pazienti, sono intesi per aiutarci a entrare in contatto con le nostre tensioni e a scaricarle attraverso il movimento appropriato.