
Le emozioni non sono spontanee, ma organizzate ritualmente: mobilitano una serie di vocaboli e movimenti del corpo che differiscono a seconda della cultura. È quanto mostra David Le Breton in questo testo in cui analizza, tra l'altro, lo statuto del corpo nella comunicazione, i rituali dello sguardo e il mestiere dell'attore, che offre una sorprendente illustrazione del modo in cui le persone usano i segni per vivere e mostrare le proprie emozioni.
Durante il percorso curativo in ambito delle relazioni d'aiuto si affrontano disagi e sofferenze di varia natura e in psicoterapia si attraversano spesso ricordi traumatici del passato che condizionano il presente. La correzione degli schemi relazionali disfunzionali e il superamento del rancore vissuto si realizza dopo l'espressione della rabbia. La cicatrizzazione sanatoria e definitiva delle ferite psichiche può avvenire soltanto con la dimensione emotiva del perdono che la ricerca scientifica ha evidenziato come indispensabile strumento terapeutico in questo testo.
Il volume è un "eserciziario" diretto a psicoterapeuti in formazione ma anche a psicoterapeuti con esperienza che desiderino esercitarsi sul proprio stile interpretativo, considerando che da sempre l'interpretazione viene ritenuto lo strumento principe dell'intervento psicoterapeutico. L'obiettivo di questo Eserciziario è permettere a ciascun partecipante di sviluppare il proprio stile interpretativo, avendo l'opportunità di metterlo a confronto con quello degli altri partecipanti e con una agile, sintetica ed estremamente fruibile parte teorica propedeutica alla Teoria del Campo Analitico. Il poter leggere contemporaneamente differenti formulazioni interpretative della medesima narrazione del paziente - formulazioni caratterizzate da stili diversi - permette inoltre di individuare quale di questi stili può essere sentito come più sintonico con il proprio ed utilizzare quindi la pluralità interpretativa non solo come riflessione sulla tecnica ma anche come fattore di sviluppo e di modulazione del proprio stile personale. Che cosa si dice? In quale momento? Con quale obiettivo? Con quali modalità?
Un giorno a Louise Hay viene diagnosticato un cancro. Il responso dei medici è unanime: non le rimangono che pochi mesi di vita. Messa di fronte a questa tragica realtà, l'autrice ripercorre con il pensiero le tappe principali della sua vita e giunge alla conclusione che la malattia è il risultato di esperienze negative, rabbie represse, angosce non esternate. Da qui la convinzione che c'è un unico modo per sconfiggere il cancro che la sta minando e questo consiste nel rivoluzionare il proprio stile di vita, nell'adottare uno spirito ottimistico, nel vivere all'insegna dell'amore, nell'imporsi la volontà di guarire, e nel servirsi di tali atteggiamenti positivi come armi efficaci con le quali combattere le malattie e l'inquietudine interiore. Questa filosofia, apparentemente semplicistica, è stata alla base della completa guarigione di Louise Hay la quale, oggi, sana e ormai al sicuro dalla recidiva della malattia, dedica la propria vita all'assistenza del prossimo e aiuta chi si rivolge a lei a scoprire e a utilizzare le infinite potenzialità della mente.
Seguito ideale di "Puoi guarire la tua vita", il primo libro pubblicato in Italia dalla Hay, "Pensieri del cuore" è una sorta di diario che riunisce pensieri positivi, semplici e immediati, fondati sull'amore. Louise Hay consiglia di immergersi ogni giorno nella lettura di alcune pagine del suo libro, di rilassarsi e di lasciare che dentro di sè fluiscano soltanto sentimenti "limpidi"; le parole e le riflessioni che echeggeranno nella mente rappresenteranno un riferimento utile per affrontare alcuni aspetti della vita che mettono a disagio.
Secondo l'autrice non vi è alcun limite a quello che possiamo realizzare sfruttando le incommensurabili e insondate potenzialità della mente. Grazie al pensiero positivo, infatti, ogni individuo può cambiare radicalmente il proprio atteggiamento nei confronti di se stesso e della vita, per debellare quegli stati d'animo negativi che rappresentano un insormontabile ostacolo per la realizzazione di sé e per godere di rapporti sociali profondi e gratificanti.