
Il libro di V. Albisetti vuole essere una sorta di piccolo vademecum per gestire al meglio il rapporto di coppia. Essenziale è liberarsi da ogni idealizzazione e accettare le debolezze proprie e del partner. In tal modo si apre la strada a un rapporto basato, oltre che sull'amore, anche sulla complicità, cioè un'intesa reciproca che permette di conoscere l'altro senza invaderlo né giudicarlo.Il testo prende in considerazione alcune delle "questioni" sulle quali i coniugi sono quotidianamente chiamati a misurare il loro rapporto: il lavoro, i figli, i suoceri, i soldi, il sesso. Ciascuno di questi aspetti, se opportunamente inquadrato in uno sforzo personale di crescita psicologica, non è più motivo di contrasti ma diventa un arricchimento reciproco.
In che modo e per quali motivi si diventa affettivamente dipendenti? Come si vive questa realtà nella vita quotidiana? Come si può uscirne e vivere serenamente? Attraverso queste domande l'autore, D. Pietro, sviluppa il tema della dipendenza affettiva, di cui egli stesso ha fatto esperienza (ferite psicologiche, alcool, senso di abbandono, mancanza di autostima). Egli ritiene che la causa della dipendenza affettiva sia da ricercare nella carenza d'affetto verificatasi durante l'infanzia. Uscirne è possibile, a patto che si prenda coscienza del problema, si cerchi un aiuto psicologico adeguato e si abbia davvero la volontà di dare alla propria vita un corso diverso.Il volume si articola in dieci capitoli. Nei primi tre, l'autore espone la propria storia (padre "assente" e madre autoritaria, dipendenza dall'alcol, psicoterapia individuale e di gruppo, ritiro spirituale, presa di coscienza delle proprie possibilità, uscita dalla dipendenza). Nei capitoli successivi, indaga sulle cause e su alcune manifestazioni della dipendenza affettiva, come: l'amore-passione; la depressione; i problemi causati da separazione e divorzio; il lutto; l'alcolismo e la tossicomania; la compulsione alimentare. Chiude il volume una breve Bibliografia.
L'assunto su cui si basa il testo è che la solitudine è connaturata all'essere umano. Ogni uomo è necessariamente solo nella sua originalità, nelle sue peculiarità di persona unica e irripetibile, ma anche nelle esperienze della vita, nelle quali nessuno può sostituire un altro. Ci si può quindi sentire soli anche in mezzo agli altri, e in questo la solitudine si distingue dall'isolamento, che è la scelta consapevole di vivere lontano dagli altri. A seconda di come si vive la solitudine, si può entrare in un'angoscia paralizzante o uscirne liberi e più coscienti della propria originalità. Quest'ultima via è quella percorsa da V. Albisetti, secondo il quale la solitudine è il mezzo per "accedere al significato più profondo dell'esistenza umana". Questo può comportare sofferenza, ma "non esiste coscienza di sé senza dolore". In definitiva, la solitudine è un passaggio obbligato per crescere psicologicamente e spiritualmente.
L'esperienza del dolore porta con sé angoscia e sconforto, interrogativi e paure. Spesso ne deriva un senso di disorientamento che induce a ripiegarsi su se stessi e a delegare ad altri la conduzione della propria vita. Questo libro di L. Sandrin, apre una prospettiva nuova: guardare al dolore come momento di riscoperta della propria ricchezza interiore, come approfondimento di relazioni, creazione di un modo diverso di vivere e di amare.
La "stima di sé" cui allude il titolo è l'apprezzamento di un individuo per la propria persona e le proprie capacità, e si colloca in un ambito strettamente psicologico; la "stima del sé" si riferisce invece a quel nucleo che costituisce l'identità profonda e spirituale di ogni essere umano e che contiene l'imago Dei, l'immagine di Dio. Psicologia e spiritualità si sono spesso trovate su posizioni differenti a questo riguardo, creando a volte una frattura quasi insormontabile. Questo libro di J. Monbourquette individua invece le profonde affinità tra psicologia e spiritualità e recupera il percorso che dalla stima di sé conduce alla stima del sé. L'autore è convinto che, per la sua piena maturazione, una persona debba al tempo stesso sviluppare la propria autostima e scoprire le ricchezze interiori del sé. La maturità spirituale, infatti, esige un "io" forte sul piano psicologico e, viceversa, la crescita personale si rivela incompleta se ignora la "cura dell'anima" e le risorse spirituali. Il volume è articolato in tre parti: Dalla stima di sé - Alla stima del sé - Dalla spiritualità del sé alla fede cristiana.
Il segreto per star bene con se stessi è vivere senza inseguire modelli irreali o illusori. Questa che sembra una regola scontata di benessere in realtà è disattesa, anche perché i modelli che ci vengono proposti sono spesso fuori dalla realtà, con il rischio che, misurandosi su di essi, si cada nel tranello della scarsa autostima. L'autore propone un percorso che non si affida solo alla ragione, ma tiene presente il cuore, come risorsa per accettare se stessi e gli altri, senza inseguire modelli illusori e, per ciò stesso, frustranti.
L'idea portante del volume è quella di riscoprire il valore della propria individualità come dono che Dio ha fatto all'uomo creandolo. E per riuscirvi bisogna innanzitutto contare sull'aiuto di Gesù, il Cristo. È Lui il Guaritore in assoluto, afferma V. Albisetti. Ma non si devono trascurare i mezzi a disposizione per guarire le ferite della vita, le negatività sperimentate nell'infanzia o nell'età adulta, tutti quei limiti che non hanno permesso uno sviluppo armonico della propria personalità. Prenderne coscienza e riappropriarsi del proprio io come valore ineludibile della persona modellandolo sull'Io del Cristo come traspare dalla Scrittura. Molte, infatti, sono le citazioni della Sacra Scrittura a conferma e stimolo del suo pensiero formativo. È ciò che l'Autore chiama psicospirtualità cristiana, in quanto il tutto è pervaso da una forte componente spirituale. Frequenti sono anche i richiami autoreferenziali dell'Autore che si pone quasi come "io narrante". Senz'altro come "presenza accanto" a chi legge. Un volume di psicologia che "accompagna" la persona nel discernimento del sé, nell'individuare conflitti da superare e "strumenti" da utilizzare per la crescita armonica del proprio io.
In questo breve testo, una riedizione, l'autore indica, tra i molti ingredienti che contribuiscono positivamente alla stabilità di un rapporto di coppia, la sincerità e la fiducia. Pagine semplici e immediate.
L'infedeltà di uno dei partner è all'origine di molti fallimenti nei rapporti di coppia. Come ricucire il rapporto minato dall'infedeltà? Senza dubbio il dialogo franco e paziente. Il libro suggerisce alcuni percorsi concreti.
Poiché l'aspirazione di ognuno è lo star bene totale, mentale e fisico, l'autore, L. Verdone, prende in considerazione tre regole utili allo scopo e che egli ritiene come fondamenti universali del benessere: vivere il presente; mettere al centro l'altro; accettare la realtà. Così, attraverso un rapido excursus supportato da elementi della letteratura, della filosofia e della psicologia, delinea un percorso di utili riflessioni formative. È un lavoro piuttosto sistematico pur nella sua linearità e brevità. Un vero vademecum per un buon equilibrio emotivo.
Perché mio figlio? È il grido lacerante che ogni genitore, colpito dalla morte prematura di un figlio, rivolge a Dio. E' un grido che scandisce inesorabilmente gli interminabili giorni e le tormentose notti che seguono la dipartita del figlio. A questo disperato "perché" cerca di dare una risposta l'autrice, A. Bassanetti, in questo libro, a partire dalla sua personale esperienza: la perdita della figlia Camilla a soli ventun anni. Sono pagine consegnate a tutte quelle famiglie che condividono lo stesso dolore, nella speranza che il cammino qui proposto per l'elaborazione del lutto possa portare a una nuova fecondità. Se accolto e vissuto nella compagnia di Colui che sulla croce ha gridato questo "perché" al Padre, questo grido lacerante può trasformarsi in un annuncio gioioso di vita, può rompere l'involucro gravido di un vivere limitato e parziale per far risorgere all'alba di una nuova esistenza e permettere di rinascere in un mondo nuovo, insospettato, dove terra e cielo si incontrano e si baciano, dove il drastico "mai più" si trasforma in un gioioso "per sempre", dove "l'esperienza di morte" diventa "esperienza di Vita". Per fare ciò occorre mettersi in cammino, e questo libro, anche attraverso consigli pratici e semplici, e sempre legati all'esperienza personale, è un'ottima guida per diventare "genitori del Cielo", con un "figlio in Cielo".
L'autore, V. Albisetti sostiene che per essere genitori bisogna prima diventare genitori di se stessi. Essere capaci cioè di accogliere il bambino che si è stati, e che non muore mai in noi. Rivivere eventuali ricordi dolorosi del passato, ridimensionare realtà conflittuali ed essere capaci di perdono. Inoltre, una presa di distanza da se stessi e dalle cose, può essere utile a costruire un buon rapporto con la realtà. Tutto ciò va trasferito nel rapporto educativo con i figli. Rapporto che deve essere affettuoso e liberante, improntato al rispetto delle potenzialità del figlio per una crescita autonoma e responsabile. Attraverso uno stile semplice ma incisivo, si dipana una strategia educativa di grande interesse. Anche se alcuni concetti possono essere magari conosciuti, la passione dell'autore che diventa a tratti testimonianza di vissuto, ne fanno un libro originale ma soprattutto utile a quanti affrontano il difficile compito di educare.